24.10.13

Rileggendo


È un periodo che con un minimo di eufemismo potrei definire complesso. 
Ho terminato il racconto per ALIA, dopodiché mi sono completamente impiantato. Non riesco più a scrivere nemmeno mezza parola, non provo più il desiderio di terminare alcunché. La pubblicazione di UKR, romanzo definitivamente terminato nel corso dello scorso agosto, ha finora avuto come esito una serie di «stelline» da parte della critica - ovvero i pochissimi amici che l'hanno letto prima della pubblicazione - ma un andamento delle vendite letargico. «Non è un testo facile», mi dice l'editore e gliene sono grato, ma qualche dubbio deprimente è, ahimé, inevitabile. Noto comunque che uno dei problemi che hanno avuto diversi tra gli aspiranti lettori del mio romanzo è stata la modalità di pagamento: il versamento con carta di credito crea non poche resistenze. L'aspetto più curioso della vicenda è che se avessi stampato un centinaio di copie del libro e l'avessi venduto a una presentazione sarei andato moooolto più liscio. Ma rimane il fatto che ritengo importante che il libro rimanga a lungo disponibile e che lo sia a un prezzo basso. E che il futuro a lunga scadenza dei libri - nonostante il lavoro che ho condotto per più di trent'anni - sarà molto probabilmente in formato digitale. 
Ma di UKR riparlerò presto e più a lungo. 
Oggi sono qui per parlare di altro. Di un altro libro che non ho mai terminato nonostante la sua lunghezza complessiva sia pari a 1600 kb e sia di circa 450 cartelle. Un romanzo fantasy (acc...), di ambientazione pseudomedievale (oh, no...), con una compagnia di appartenenti a popoli diversi (ma va?) che debbono compiere un'impresa (questa poi non l'avrei mai detta) per salvare il proprio mondo (aspetta, dove l'ho già letto?). Iniziai a scriverlo mentre mia moglie era in attesa di mia figlia, con il proposito vago di scrivere una storia per lei e lo continuai per qualche tempo fino a raggiungere dimensioni abbastanza spaventevoli. 
In piena crisi di inventiva e di desiderio di scrivere, in questi giorni ho stabilito di rileggere il vecchio romanzo, tanto per stabilire se meritava cancellare il file, modificarlo profondamente o che altro farne. Rileggere senza in realtà troppe pretese di aggiustare alcunché è ciò che sto facendo nei momenti liberi, con il cervello in realtà in gran parte altrove. Comunque, tanto per far risalire un minimo la generale considerazione per me, posso aggiungere che il mondo ha sì un'apparenza medievale ma molto sui generis dal momento che, sul modello del Giappone del XVIII secolo, esistono lancieri ma anche archibugieri, che il pianeta non è la Terra, dal momento che si tratta di un pianeta semisferico con una superficie piatta e circolare, più o meno come la Terra come veniva immaginata nei secoli bui e che i modi dei personaggi e l'andamento della storia hanno uno stile molto poco epico e che ricorda pericolosamente Jack Vance, Lyon Sprague de Camp o John Turtledove... 
Quindi niente Lord of the Rings, semmai The Last Castle o Lyonesse. 
Quanto alla possibilità di finirlo, beh, non lo escludo, perlomeno una volta uscito da questo periodo di vacche magre, anche se temo che molti tra gli attuali appassionati di fantasy - calcificati nella contemplazione del fantasy cinematografico - non riuscirebbero nemmeno a riconoscere il mio romanzo come appartenente al genere preferito. In ogni caso rimanete da queste parti, ne riparleremo ancora.  
  
 

8 commenti:

Argonauta Xeno ha detto...

Perché no? :)

Ti segnalo, a proposito di mondi dalla forma strana, il Mondo Disco di Terry Pratchett. :)

Massimo Citi ha detto...

@SX: grazie! Ho letto Pratchett di recente e l'ho trovato ottimo. Resta il fatto che nemmeno lui mi sembra particolarmente "epico", anzi. Mi dispiace di non averlo indicato, ma si è trattato di una semplice dimenticanza.

Enzo Paolo Baranelli ha detto...

Ti consiglio "Zona Uno" di Colson Whitehead (George Romero + De Lillo) sebbene tu non sia un grande ammiratore della scrittura di De Lillo in Underworld e del survivilismo. Per spezzare "Dieci dicembre" di George Saunders e l'ultimo di Dave Eggers, ma solo se riesci ad averlo senza pagare il dazio alla Mondaeinaudi. La mia copia di "Zona Uno" arriva da un magazzino Mondaeinaudi di Verona. Eggers è al di là dei miei mezzi e quindi l'ho letto a casa di un amico.

Massimo Citi ha detto...

@EPB: grazie per i suggerimenti. Credo di potermi procurare i libri indicati senza dazii... Un grosso abbraccio.

cily ha detto...

Ma che bello!
Finalmente qualcosa di medievale dalla tua penna!
Bene bene allora buona scrittura e rilettura e tutto il resto.
(la vignetta che hai messo è fantastica!)

Massimo Citi ha detto...

@Cily: beh, che sia proprio medievale... non so. Tieni conto che il testo è scritto tutto al presente e non al passato remoto, come sarebbe indicato per un testo che si vuole "antico". In realtà per quanto ci sia la magia, le armature, le fate e i negromanti credo che sia più corretto definirlo un romanzo di sf fantastica o di semplice fantastico.

Anonimo ha detto...

Max, era da parecchio tempo che - colpevolmente - non leggevo il tuo blog... di qui il mio perenne vaneggiare in un gap d'informazioni al limite del credibile. Ma ora leggo di questo nuovo inedito. Che dire? Dopo aver avuto il privilegio di leggere UKR (en passant: sottoscrivo tutto quel che ha detto Ale Defilippi), spero proprio -- e forse a maggior ragione, almeno per quel che mi riguarda -- di poter leggere presto anche il tuo 'fantasy'. Magari su supporto cartaceo? ;-)
Un caro saluto - Celio

Massimo Citi ha detto...

@«Celio» carissimo. Mi fa molto piacere ritrovarti qui e ti ringrazio per le gentili parole su UKR. Quanto al "fantasy" il mio principale problema resta quello di terminarlo, un problema nemmeno troppo piccolo. Una volta terminato troverò qualche modo per stamparlo e diffonderlo. Per sicurezza ogni tanto passa di qui :-)