E invece no.
Le intenzioni sono sacre, certo, ma la realtà è blasfema e se ne fotte delle promesse.
LN-LibriNuovi, per chi non lo sapesse, è una rivista letteraria nata nel 1987, in forma più o meno di ciclostilata e distribuita per i primi dieci anni ai soli soci della C.S. Dal 1997, anzi dal novembre 1996, LN è poi divenuta una normale rivista, caratterizzata da qualche singolarità. La prima è quella di accogliere contributi e interventi da normalissimi lettori, la seconda di non separare la narrativa mainstream dalla letteratura di genere, la terza la volontà di non accettare pubblicità, soprattutto da editori. Quarta l'attenzione verso l'economia della distribuzione del libro, le librerie, i distributori, i traduttori.
Per la verità ce ne sarebbe anche una quinta, di singolarità, che i lettori affezionati alla rivista conoscono bene. Si potrebbe definire - con un minimo di eufemismo - come un atteggiamento selvatico, aspro e riottoso, ovvero la tendenza a leggere e giudicare i libri sulla base del gusto personale di chi legge, senza preoccuparsi della canizza all'uopo creata dall'editore.
I coordinatori della rivista, il sottoscritto e il GL (Grande Lettore), ovvero Silvia Treves, hanno fatto tutto ciò che era ragionevole - o irragionevole - fare per salvare queste caratteristiche fondamentali della rivista.
LN non è mai stata popolare tra gli editori e nemmeno tra molti autori. Accusata di volta in volta di essere infantile, banale, artigianale, di parlare male di autori famosi per ottenere una facile popolarità, di ignorare libri importanti e di cantare sistematicamente fuori dal coro. E poi di essere provinciale e incolta, di accogliere e pubblicare interventi illeggibili o contorti, di imitare modelli presi dal Sole-24 Ore o di essere incompleta e insufficiente. Di occuparsi troppo di fantascienza e fantasy, di dare spazio all'horror e - reciprocamente - di non capire nulla né di sf né di fantasy, di non reclamizzare i titoli giusti di horror. Di ignorare a bella posta i grandi autori di thriller e sottovalutare sistematicamente i nuovi autori. E, infine, di attaccare da bolscevichi pregiudicati la grande editoria e le grandi catene librarie italiane, di ridicolizzare i grandi direttori editoriali e ridere alle spalle delle grandi iniziative di promozione.
Tutte accuse in qualche modo giuste e verosimili, intendiamoci. Che in quindici anni della seconda vita della rivista hanno sicuramente avuto qualche buona ragione.
Ma LN è stata una rivista a suo modo importante.
Un «mostro di belle speranze» nato irragionevolmente e sopravvissuto in spregio a tutte le profezie.
...
In questi giorni avremmo dovuto scrivere a tutti gli abbonati per comunicare l'uscita del nuovo numero e invitarli a rinnovare l'abbonamento.
Cosa che per la prima volta da anni e anni non faremo.
Il numero in forma cartacea di LN non uscirà.
I motivi sono tanti e non si tratta soltanto di mancanza di denaro.
Anche se il quibus è - ahimè - piuttosto importante.
I motivi, se siete interessati, li potete trovare qui.
Ma LN non è morto.
I libri - in ogni possibile forma - escono ancora, gli editori continuano a combinare pasticci e talvolta a creare capolavori.
E noi non siamo ancora stanchi di scriverne.
L'indirizzo che troverete è importante e vi suggeriamo di salvarlo. Potrebbe diventare uno di quelli che vi piacerà cliccare nei prossimi mesi.
Non siamo qui a piangere e meno che meno a chiedere del denaro. Siamo qui a presentare il nuovo inizio di LN, il suo passaggio al mondo virtuale della rete.