1.10.13

Temporaneamente chiuso




I miei due genitori sono tuttora vivi, ma mio padre ha la bellezza di 86 anni e mia madre di 82. E io sono figlio unico... Questo significa che ogni volta che i miei hanno qualche problema con la salute sono l'unico - in compagnia di mia moglie - che può correre a aiutarli, a confortarli, ad arruolare infermieri o badanti temporanei. Finora i miei avevano avuto il buon gusto di non ammalarsi insieme, ma mai dire mai. Così in questo periodo ho mio padre al reparto del medicina interna dell'ospedale Molinette in condizioni critiche, con un blocco renale (per fortuna in via di lenta risoluzione) e qualche altro malanno e mia madre inchiodata a letto per una brutta caduta. La mia attuale situazione è quindi decisamente critica. Ho dovuto interrompere qualsiasi attività per percorrere un triangolo casa-ospedale-casa dei miei anche più volte nella stessa giornata. Quindi prego i miei lettori di non allarmarsi. Io sono ancora vivo e sto bene (oddio, diciamo così) ma non ho tempo né per scrivere sul blog né per rispondere a eventuali commenti. Spero che la mia situazione si raddrizzi in qualche modo, anche perché io e mia moglie siamo stanchi morti e non poco preoccupati. E spero di poter tornare presto al blog. Ma come ha detto qualcuno di questi tempi "non mollo!". 
...Oddio, ma davvero era B.?  

19 commenti:

Nick Parisi. ha detto...

Mi dispiace veramente tanto! Cerca di stare su.
Un abbraccio a te e ai tuoi genitori!
Se hai bisogno sono qua!

Marcella Andreini ha detto...

Un grande abbraccio da una figlia unica a te e ai tuoi genitori.

Boh non so mah ha detto...

Urca! Hai tutto il mio appoggio.

Argonauta Xeno ha detto...

Spiace anche a me, da figlio unico che ogni tanto si preoccupa di cosa sarà in futuro. Spero che tutto si risolva presto.

Massimo Citi ha detto...

@Tutti: grazie per il sostegno. Sinceramente anche passare qualche ora in ospedale è per me un peso considerevole, tanto più vedendo mio padre in quelle condizioni. Ma credo sopravviverò anche a questo. Quanto all'essere figli unici, beh, arriva un momento nel quale ti trovi a ripagare tutto quello che i genitori hanno fatto per te. Non dico sia giusto, ma è così.

cily ha detto...

Un grandissimo abbraccio a te ma anche a Silvia.
E' molto faticoso sia fisicamente ma soprattutto emotivamente stare accanto ai propri genitori malati.
Nel tempo che resta dormi e riposa mi raccomando.
ALIA, il blog e la scrittura possono (devono) aspettare.
E anche noi lettori sapremo aspettare.
Di tanto in tanto facci sapere come va giusto per sapere che stai bene nei limiti del possibile....
Coraggio!

marco ha detto...

Un altro figlio unico che spera di non trovarsi in situazioni simili per molto tempo...

Coraggio!

Massimo Citi ha detto...

@Cily: grazie per aver ricordato anche l'impegno di mia moglie che diversi anni fa non avrebbe immaginato di doversi affannare anche per genitori non propri. In ogni caso sono riuscito a finire il racconto per ALIA. Da non crederci. Adesso devo rileggerlo, riguardarlo ecc. ecc. ma è finito. E questo mi fa sentire molto meglio.

Massimo Citi ha detto...

@Marco: è una specie di contrappasso. Da piccolo i genitori guardavano solo te, e adesso sei solo a guardarli.

Lucrezia Simmons ha detto...

Resisti!
Coraggio...so cosa vuol dire, sono figlia unica anche io!
Un abbraccio forte

Romina Tamerici ha detto...

Un abbraccio anche da parte mia. Spero che tutto si risolva bene e in breve tempo.

Massimo Citi ha detto...

@Lady Simmons: anche tu una single kid? Dovremmo fondare un gruppo di mutuo sostegno... Grazie del tuo affetto, comunque, mi aiuta non poco.

Massimo Citi ha detto...

@Romina: un grosso abbraccio anche a te. Spero di tornare on line non appena possibile. Nel frattempo so di avere il vostro affetto. E non è poco.

Enzo Paolo Baranelli ha detto...

Un abbraccio (tardivo). Se avessi bisogno, di qualcosa in cui posso essere utile, ovviamente, chiamami. Ciao, Enzo!

Enzo Paolo Baranelli ha detto...

Un abbraccio (tardivo). Se avessi bisogno, di qualcosa in cui posso essere utile, ovviamente, chiamami. Ciao, Enzo!

Massimo Citi ha detto...

@Enzo: grazie di cuore. Purtroppo l'unica cosa che mi serve disperatamente è il tempo... Ma in qualche modo ripartirò, prometto.

Paolo ha detto...

Massimo, letto solo adesso questo post... Tutta la mia solidarietà, anche se purtroppo solo virtuale e a distanza! Ricordo come un incubo sfocato i due mesi del 1992 in cui mia madre fu ricoverata alle Molinette e Anna e io mandavamo avanti in qualche modo la casa e il lavoro fra una corsa e l'altra all'ospedale, in uno stato fisico e mentale che era al di là dell'esaurimento... Una sera mia sorella si addormentò sulla sedia a metà di una frase. Quasi tutto ciò che rimane nella memoria delle situazioni di questo genere è una sensazione di sfinimento, che offusca qualunque altra cosa.

Paolo ha detto...

P.S. Il mio racconto è troppo lungo e, adesso che lo vedo tutto scritto, non mi piace più tanto. Credo che passerò il fine settimana a usare le forbici, virtuali ma non meno affilate.

Massimo Citi ha detto...

@Paolo: Grazie davvero per la solidarietà. Lo so, è capitato a tutti e ovviamente è preferibile che accada con i genitori che con i figli, ma rimane comunque un incubo, per tantissimi motivi, compresa la propria dimensione di figlio, i ricordi ecc. ecc. Quanto al racconto non preoccuparti, tagliare, ricucire e sfornare una versione definitiva è il compito di chi scrive. Noi attendiamo.