21.2.18

Museo, poco seriamente


Domenica scorsa, il 19 di febbraio, abbiamo presentato presso il Mu.Fant. (Museo del fantastico e della fantascienza di Torino) la nuova ALIA, ALIA Evo 3.0. 
Com'è andata? Beh, bene. È stato piacevole e divertente, anche perché abbiamo evitato di leggere «brani scelti» (dagli autori) dell'antologia – pratica troppo simile a una cerimonia ecclesiastica – preferendo chiedere a ciascuno di essi com'è nato il racconto che presentavano, in quale insieme di testi andava inserito, gli eventuali errori, i ripensamenti, i dubbi, il lavoro di documentazione compiuto, i rifiuti o i piazzamenti (o i fiaschi) ottenuti in qualche concorso, insomma tutto ciò che poteva invogliare a imbarcarsi nella lettura del proprio brano. 
L'esperienza si è rivelata divertente anche perché ai cinque autori presenti che hanno doverosamente presentato il proprio cahier de doléances si sono aggiunti altri cinque autori che, non potendo intervenire, hanno presentato le proprie tribolazioni in forma scritta – letta dall'ottima Morgana –  e altri due che hanno scelto di apparire di persona, grazie a un messaggio video. 

Caterina, il sottoscritto e Silvia, probabilmente allarmata per l'arrivo di un barbapapà

Ma il risultato non è stato soltanto divertente ma, come si sarebbe detto un tempo, anche istruttivo, dal momento che per lo meno gli autori presenti sono stati bersagliati da domande varie, in qualche caso anche molto lontane dal racconto presentato. Sicché il buon Paolo S. Cavazza è stato lungamente interrogato su un suo vecchio racconto pubblicato su ALIA Evo 1.0, F come Frankenstein – pubblicato nella semplice veste di Paolo Cavazza, senza «S.» – che egli ha deprecato sinceramente, rammaricandosi per il modo di averlo impostato (o rivisto dall'editor, ovvero dal sottoscritto) e per la mancanza di note esplicative. La discussione in proposito si è rivelata probabilmente useful, come scrive Scribd, dal momento che il buon Cavazza ha dedicato se non altro qualche momento a riguardare il suo testo nei giorni successivi. 
Per quanto mi riguarda la discussione è finita, giustificatamente, sulla propulsione ultraluce, l'unico elemento reale che può tenere unita un'entità multisistemi come la Corrente, mentre per quanto riguarda Silvia il tema emerso è la qualità psicoanalitica e curativa della scrittura. Per Caterina Mortillaro, ci si è soffermati sull'inevitabilità, date certe condizioni iniziali, di perdere le condizioni di partenza di esploratori e/o colonizzatori per finire con il condividere la sorte dei nativi. 
Consolata Lanza ha dovuto affrontare i pruriginosi commenti relativi alla pasoliniana franchezza sessuale di alcuni passaggi del suo La masca. Ma nessun puritanesimo nelle domande e nelle risposte, con una punta di tenerezza verso il personaggio dell'inconsueta masca bambina del racconto, un modo personalissimo di unire storie passate e sensibilità presente. 
Ultimo a intervenire il buon Maz, ovvero Massimo Soumaré, che ha raccontato le vicissitudini delle sue produzioni letterarie, scartate dall'editoria italiana e viceversa apprezzate dall'editoria giapponese, descrivendo ai presenti l'evidente differenza di  competenza e soprattutto di tiratura – un rapporto di 1:100 – tra l'editoria italiana e quella nipponica.

Centamore orizzontale…

La presentazioni lette sono state accolte con curiosità dai presenti e particolare ilarità ha suscitato l'autopresentazione di Eugenio R.R.Saguatti che riporto poco oltre. In quanto alle due autopresentazioni video ha suscitato particolare partecipazione quella di Fabio Centamore – nonostante la proiezione in orizzontale, dovuta all'incompatibilità tra il programma con il quale era stato inciso il video e i programmi letti dal PC del videoproiettore, mentre il video di Valeria è invece apparso senza problemi.
Problemi? 
Il principale è stato senz'altro un tempo acquerugioloso e umidiccio che toglieva la voglia di uscire anche a chi in altre condizioni metereologiche avrebbe partecipato. Ma pazienza, il nostro esperimento di presentazione hellzapoppinesca  ha comunque funzionato e di questo siamo particolarmente soddisfatti. Come siamo stati felici della collaborazione e della simpatia di tutta la banda del MuFant che ringraziamo di cuore.
Da sinistra: Elena, Davide, Silvia, Caterina, il sottoscritto e (di nuovo) Silvia.

Resta l'inevitabile domanda: ma ha ancora un senso una presentazione libraria? (…soprattutto se condotta da una legione di Carneadi…) 
Credo che alle nostre condizioni – ovvero di un libero confronto con i lettori e con gli altri autori  – possa avere un significato non trascurabile. 
In ogni caso nei prossimi mesi lavoreremo per presentare il nuovo ALIA Evo a Torino e altrove, fino al prossimo StraniMondi che ci vedrà inevitabilmente presenti.  
«E l'autopresentazione di Saguatti?»
Giusto, eccola qui:

«Mi piacevano le parole "interruttore inerziale”»

Un grande, ammettiamolo.
Alla prossima!


9.2.18

Generi e sesso



No, non si tratta di un post un po' pepato, come il titolo può lasciar credere, ma soltanto la segnalazione della nascita dell'ennesimo gruppo su FB, nome DiverGender, gruppo chiuso – come constarete – per semplici motivi di iniziale approfondimento del tema, senza voler lasciare fuori nessuno. Infatti un po' alla volta allargheremo i confini del dibattito invitando altri autori a partecipare.
A farne parte sono, per il momento, sono otto uomini e sei donne, tutti coinvolti a qualche titolo – autore, editor, traduttore, editore – nella sf italiana contemporanea. 
Ma da che cosa nasce il desiderio di approfondire il tema del genere e che cosa si propone il gruppo? 
Potremmo dire, per cominciare, che a interessarci e stimolarci è la crescente affermazione del sesso femminile – un'affermazione comunque ancora insufficiente e spesso stentata – in un paese dove, nel contempo, è stato necessario coniare un termine apposito per indicare l'assassinio delle donne: il femminicidio

La distinzione tra genere e sesso è una delle prime acquisizioni comuni che ci preme sottolineare, e, contemporaneamente, vogliamo ripetere ancora una volta che l'educazione di uomini e donne è un dato storico piuttosto che naturale, come sembrano dimostrare anche i più recenti ritrovamenti in paleoantropologia e in archeologia, che ci raccontano di donne attive, vivaci e intraprendenti, che intraprendevano lunghi viaggi anche durante il paleolitico o che guidavano i vichinghi – i loro umani (termine volutamente non sessuale) – in guerra.
Se il genere o gender sembra essere diventato l'incubo di clericali arrabbiati e fascioleghisti ignoranti come zucche, per noi il genere è comunque un rompicapo di non facile risoluzione. La discriminazione sul lavoro – le donne mediamente hanno stipendi più bassi del 23% rispetto agli uomini (gender pay gap) [fonte O.N.U.] – sono una conseguenza del genere o piuttosto del sesso? E quanto c'è di sessuale nel comportamento violento e vessatorio dei gruppi di maschi che violentano donne inermi o «le donne del nemico», in Italia come in Africa o com'è avvenuto in Bosnia negli scorsi anni? C'è una componente di sesso o è una semplice questione di potere, quindi di genere, per il quale «tu sei debole e io sono forte»? 
E i trans, le prostitute, le escort, i gigolò hanno qualcosa di naturale, ovvero di sessuale, nel loro comportamento, o si tratta di un adattamento personale per la semplice sopravvivenza (con qualche optional), ovvero un modo per riaffermare l'esistenza di generi predeterminati?  
Ancora, i giochi prediletti dai bambini di entrambi i sessi, sono assolutamente naturali, ovvero dettati dai cromosomi, o determinati da ciò che i genitori hanno pensato fosse giusto per il loro futuro, case, bambole e bambini per le bambine (la versione aggiornata del KKK, Kinder Küche, Kirche [bambini, cucina, chiesa] di nazista memoria) e soldatini, costruzioni e macchinine per  i bambini? 
Gli esempi della prevalenza del genere nei comportamenti quotidiani sono innumerevoli, in realtà, talmente pervasivi da passare inosservati. 


Ma se il genere è storico, come ci sembra evidente, può anche divenire un elemento caduco nella nostra civiltà, a causa di mutamenti profondi della situazione generale – surriscaldamento globale o era glaciale – o in seguito all'incontro con civiltà extraterrestri. È sempre stata una passione degli scrittori di sf provare a immaginare una società diversa, non più legata strettamente ai generi. Windham, LeGuin, Delany, Butler, Bagicalupi, Egan, Farmer, Vance, Cordwainer Smith, Kress, Piercy, Russ, Shaw, Asimov, Tiptree sono stati solo alcuni degli scrittori che hanno dedicato romanzi e racconti al tema del genere, provando a eliminarli o a moltiplicarli o creando squilibri che rendono assurdi o superati i generi. Leggerli può cambiare profondamente il modo di concepire il genere, senza per questo voler eliminare il sesso dalla nostra vita (n.d.r.: no, per carità). 
Il nostro sforzo andrà in questa discussione come i nostri contributi, in forma di breve saggio e di narrazione. Avrete presto nostre notizie. 
P.S.:  Nei giorni scorsi ho pubblicato GRATUITAMENTE un racconto dal titolo Polaroid su Scribd e su Book Service.net che affronta il tema del genere in una maniera estrema. Il racconto non parteciperà all'antologia perchè è già stato pubblicato su Fata Morgana 12 [dicembre 2011], ma diciamo che può risultare indicativo di come è preferibile evitare il rapporto tra i sessi.