Maldanea è un'ottimo successore per la Casa Wessiun ma Teardraet è un ottimo giocatore di scacchi. E chi gioca a scacchi conosce il valore di una mossa di cavallo. |
------------------------------------------------------------------------
–
Ma ne siete certo? Voglio dire non si tratterà di Oresmea? – Il
Padre-Adulto Gast Wessiun mormora a denti stretti: – Se penso che
un tempo c'era la frusta per chiunque contraddicesse un capofamiglia…
Dama
Pascalina si morde le labbra. – Scusatemi, non volevo mancarvi di
rispetto. In tanti anni…
–
Dama Pascalina volete dirmi una buona volta dov'è finita Maldanea? I
colloqui cominceranno tra pochi minuti e quel maledettissimo serpente
di un Moeld chissà perché pretende la presenza ad essi della vostra
beniamina. Allora?
La
dama di compagnia ingoia a vuoto. – …Sul tetto.
–
Eh?
–
Nella Torre del Simileun.
–
E cosa mai può fare là?
–
Discorre con una civetta di nome Difiduanna.
Il
Conte Gast inclina la testa e sbatte due volte le ciglia. – Gran
Dio delle Acque Eterne, se venisse ora il cambiamento potrei dire "Ho
proprio visto tutto". E come è possibile farla discendere da
lì?
Dama
Pascalina fa una piccola riverenza. – Se desiderate vado a
chiamarla.
Il
Conte Gast, corrucciato, prima fa un cenno di assenso poi scuote la
testa con improvvisa decisione. – No! Andrò io. Attendetemi qui.
Il Conte Gast percorre gli scalini stretti e sbrecciati che conducono
all'ultimo piano della torre, rigati dalla pioggia che scende
rabbiosa da un cielo del colore del ferro, acceso a tratti dalla luce
accecante dei fulmini. Deve procedere lentamente per non scivolare e
così ha il tempo per guardare sotto di sé il grande bosco che si
stende verso il Piccolo Mare di Vernuil, accarezzato dai soffi del
vento, il prato di un incredibile verde steso davanti alle mura e il
colore scuro e rassicurante della Rocca dei Wessiun, costruita dal
secondo Conte Eghan e che da allora domina le valli, le coste e le
morbide colline del Nuinn.
Quasi
senza rendersene conto il Padre-Adulto rallenta ancora colpito dallo
spettacolo di silenziosa bellezza di quel luogo e per un breve,
bizzarro attimo si sente nuovamente un Syerdwin giovane e libero, con
una vita ricca e interessante perta davanti a sé, pronta a qualunque
possibilità. Si ferma a riprendere fiato su un gradino più largo.
Ora il suo tempo è quasi completamente consumato e se la sua non è
stata una vita particolarmente avventurosa non è stata neppure
noiosa o poco onorevole.
Più
di duecento nipoti hanno accresciuto la stirpe dei Wessiun e tra di
loro non pochi sono degni di succedergli. Maldanea è tra essi. I
tempi che stanno venendo sono tempi crudeli e assurdi, Gast lo sa. Il
mondo sta cambiando troppo velocemente per creature come lui, nate e
cresciute quando il grande Orlo del Mondo era ancora amico delle
creature che lo popolavano e si adornava della varietà delle forme e
dei colori, della diversità dei popoli e del calmo procedere delle
loro esistenze.
Adesso
i grandi sovrani degli Uomini combattono senza fine una guerra che
obbliga tutti loro a cambiare, a trasformarsi per diventare quello
che non sono e che non potranno mai essere. È questo è esattamente
ciò che sa di non poter spiegare al loro stupido sovrano ed a
Teardraet, così simile agli Uomini da aver rifiutato il Cambiamento,
nemmeno se il loro incontro dovesse durare anni.
–
Padre-Adulto non state lì, vi bagnerete. – La voce di Maldanea lo
fa sussultare come un ragazzino sorpreso a fare qualcosa di illecito
e la sensazione è talmente bizzarra per lui che il Conte Gast non
riesce a trattenere una risata.
–
Non vi riparate? – Insiste Maldanea. – Non vorrete mica
ammalarvi?
–
No, dama Maldanea. Venite, presto, la vostra presenza è stata
sollecitata al tavolo delle trattative.
–
Io? – Riesce solo a dire la giovane Syerdwin.
–
Sì, proprio voi. E magari anche la vostra amica Difiduanna che il
Conte-Mago Teardraet sostiene comunque di avere già veduto nella
sala dell'Incontro.
La
piccola civetta, appollaiata sulla spalla di Maldanea, fa un profondo
cenno di assenso sentendo il proprio nome pronunciato correttamente e
indirizza al conte Gast un piccolo inchino.
–
Ma, Padre-Adulto…
–
Suvvia, mi avete già obbligato a venire fin qui per scovarvi. Non
fatemi aspettare ancora e venite.
–
Ma devo andarmi a cambiare.
–
Andate bene così, Maldanea, ve lo assicuro. Horr Vamaiun ha passato
la mattinata ad asfissiarmi con domande sul vostro conto e in quanto
a Teardraet è stato lui a richiedere la vostra presenza alle
trattative. Venite. – Termina imperioso il Conte.
Maldanea
annuisce e riprende la discesa seguendo il Padre-adulto che procede
alla maggiore velocità compatibile con la proprio incolumità.
Una
volta giunti nei corridoi degli appartamenti dei giovani il Conte
Gast la investe con una raffica di raccomandazione senza minimamente
rallentare.
–
Parlate solo se sarete interrogata. Lo stesso vale per la vostra
amica. Non vi preoccupate se udirete urla, minacce o insulti, Vamaiun
detesta Teardraet e ne è cordialmente ricambiato. Alla riunione è
presente anche il Primo Consigliere del Re, Elid Kaidiun, una specie
di murena di terra, altrettanto freddo e velenoso, i miei due alfieri
e tuoi cugini, Odden e Daff, il capo delle guardie di Casa Wessiun,
Toro Kalnedhiun e il Ministro di Teardraet, Aue Bediun. Domande?
–
Sì. Perché il Moeld desidera la mia presenza?
–
Non lo so. – Ammette semplicemente il Conte Gast Wessiun. –
Adesso lo vedremo.
Al
loro ingresso i presenti nella sala si alzano in segno di rispetto
verso il padrone di casa ed il conte li invita a sedersi con un gesto
rapido e nervoso.
–
Grazie. Scusatemi per il ritardo che spero non vorrete ritenere
intenzionale. – Un lieve mormorio lascia capire che no, non lo
ritengono intenzionale.
–
Con il vostro permesso…– Un Syerdwin magro come un'acciuga,
altissimo e dagli occhi grandi persino per uno della sua razza,
vestito di un abito di velluto verde acido, si è alzato in piedi.
–
Prego, Liest Kaidiun. – Risponde il Padre-Adulto.
Maldanea,
dopo la maligna definizione udita dal Conte Gast, solitamente molto
cauto, lo guarda con attenzione giungendo in breve a tre conclusioni:
il Liest Kaidiun è un individuo molto brutto, evidentemente fanatico
e del tutto privo di senso dell'umorismo.
–
Hai visto che bel tipo? Sembra un luccio vestito da monaco. – Gli
sussurra in un'orecchio Difiduanna. Maldanea osserva la mandibola
molto prognata del Ministro reale ed il suo sguardo fisso e
risentito, come se fosse stato contraddetto ancor prima di aprire
bocca e non può trattenere una risata soffocata che le attira
un'occhiataccia da parte dell'interessato e del Conte Gast.
–
Come stavo dicendo… – Riprende il Liest Kaidiun.
–
Abbiamo capito, primo Consigliere. – Ad interromperlo questa volta
è stato il Conte-Mago Teardraet. – Il nostro sovrano sarebbe ben
contento che al suo fianco marciassero anche i Wessiun, un po' perché
di me non si fida e un po' perché teme che gli altri Liest se la
possano prendere a male. Dico bene?
–
No! – Replica stizzito il Primo Consigliere, volgendo il suo
sguardo allarmante verso il Moeld. – Come sempre, Conte Teardraet,
vi sforzate di essere inutilmente provocatorio.
–
E voi inutilmente pomposo, caro Liest Kaidiun. Né io né il conte
Gast abbiamo molto tempo da perdere per vedervi guadagnare la real
pagnotta a forza di chiacchiere. Se non vi dispiace giungere al
punto…
Teardraet
indossa un'abito di un grigio chiarissimo, scelto a bella posta, si
direbbe, per mettere in evidenza il colore innaturale della sua
carnagione, simile a quella di un tipo di Uomini che vivono oltre il
Mare-Giardino. Quando il suo sguardo incontra quello di Maldanea il
Conte-Mago si inchina profondamente con un sorriso indecifrabile
dipinto sul viso, un sorriso che vuole richiamare alla mente di lei
il loro incontro. La giovane Syerdwin risponde con una leggera
riverenza molto formale e quindi si volge verso Horr Vamaiun al quale
rivolge un saluto dello stesso genere, guadagnandosi un
impercettibile segno di approvazione dal Conte Gast Wessiun.
Nel
frattempo Kaidiun ha terminato il suo discorso ostentando un tono
violentemente sarcastico, ripetendo praticamente parola per parola
ciò che aveva riassunto Teardraet, ed è tornato a sedersi.
–
Ebbene Maestà, mi duole ammettere che la mia posizione non è
minimamente cambiata da ieri. – Il Conte Gast Wessiun non si alza
in piedi, conformemente ai suoi privilegi di rappresentante della
Casa. – E temo che essa possa in qualche modo cambiare. In nome dei
Wessiun non posso partecipare ad una guerra nella quale non esiste
minaccia ai beni ed alle terre di alcun Syerdwin. Comprendo le
ragioni, che il Liest Kaidiun ha avuto la bontà di illustrare, per
giustificare l'intervento del nostro Re…
–
Io non ho giustificato nulla! – Lo interrompe Kaidiun. – Il
Seliest non ha certo bisogno di giustificazioni e…
–
Voi sì, liest. O forse è usuale presso i Kaidiun interrompere un
Padre-Adulto nella propria Casa?
La
voce profonda di Toro Kalnediun, capo delle Guardie di Casa Wessiun
ha spezzato la voce del Consigliere come un tuono fa tacere il suono
pedante di una sega e Maldanea, che quando portava ancora il nome di
Debah aveva una gran paura di Toro, un Syerdwin di struttura fisica
poco comune, gli indirizza uno smagliante sorriso.
–
Dicevo… – Il conte Gast ignora le interruzioni e riprende. –
…Che comprendo le ragioni per giustificare l'intervento del nostro
Re, ma non vedo come queste ragioni possano spingere i Wessiun a
correre in soccorso di un Re degli Uomini dei quali molti, Uomini,
Syerdwin o Gu'Hijirr dicono molto male. So benissimo che all'atto
dell'elezione… Vi prego, Liest Kaidiun. So benissimo che mi sono
impegnato a difendere il nostro popolo ed il nostro Re ma qui non
dobbiamo difendere nessuno, mi pare, se non qualcuno che ha preso
decisioni delle quali non ha reso conto al Liesstion.
–
Tradimento! – Kaidiun interrompe per la seconda volta il conte
Gast. – Il Liesstion si riunisce solo per eleggere un nuovo
Seliest, non per decidere. È questa una prerogativa reale, conte
Gast Wessiun, e sarà bene che lo ricordiate se non vorrete essere
trattato alla stregua del Liest Fald di Ghyliun.
Odden
e Daff, i due Alfieri del conte Gast si alzano in piedi di scatto. –
Traditore sarai tu, Liest Kaidiun, che per smodata brama di potere
hai trascinato il nostro popolo in una guerra assurda. – Lo
rimbecca Odden.
–
E ricordati che il Liest Fald ed i Ghyliun sono benvenuti in questa
casa, come e forse più di te. – Rincara Daff con una mano
sull'elsa della spada.
–
Vedete, maestà? – Il primo Consigliere di re Vamaiun sorride. –
Vedete come questi giovani squali ardono dal desiderio di combattere
con le Porte d'Oriente contro il loro legittimo sovrano ed il suo
alleato? Non avevo forse ragioni quando, giorni fa, vi ho esortato a
non credere alle rassicurazione del conte Gast? Egli è scaltro tanto
quanto i suoi familiari sono ingenui e sinceri. Cosa dobbiamo ancora
aspettare…
–
Un momento, Liest Kaidiun, solo un momento. – Maldanea si è alzata
in piedi senza neppure sapere cosa dire, spinta dalla rabbia e
dall'incredulità. – Chi vi ha detto e quando che noi Wessiun siamo
pronti a batterci con re Bartsodesh?
–
Suvvia, dama, non cercate di fare l'ingenua… – Liest Kaidiun la
guarda con sufficienza, come si guarda una bambina che abbia l'ardire
di contraddire un aio.
–
Dama Lie Maldanea di Rocca Wessiun, per Voi, Liest Kaidiun. –
Ribatte Maldanea. – In quanto alle vostre ridicole accuse torno a
chiedervi, quando e chi ha detto che noi intendiamo batterci per re
Bartsodesh? Tu, Toro? Odden? O forse tu Daff? No, nessuno di voi? O
siete stato forse Voi, Conte Padre-Adulto? – Gast Wessiun, scuro in
volto, scuote la testa. – Nessuno. Allora forse si è trattato
della mia dama di compagnia, Dama Pascalina… O no, che sciocca, sei
stata forse tu, Difiduanna? – La piccola civetta scuote il capo con
decisione mentre qualcuno dei presenti sorride. – No?, nemmeno tu?
E allora come è possibile? Forse voi lo sapete, maestà, forse
sapete come mai il vostro primo consigliere ode cose che nessuno ha
detto.
–
Credo si sia trattato di un piccolo equivoco. – Si schernisce Horr
Vamaiun. – Dama Lie Maldanea siate paziente, Liest Kaidiun è
talvolta impetuoso e la sua fedeltà lo porta fuori dai limiti.
–
Il suo atteggiamento l'avrebbe potuto portare anche sotto un palmo di
terra, Maestà. – La voce piana e bassa di Aue Bediun, ministro di
Teardraet si ode per la prima volta quella mattina. – Io
consiglierei il Liest Kaidiun di prendere un bagno ben freddo prima
di provocare nuovamente tanta giusta indignazione, anche se noto che
l'incidente ci ha permesso di capire che a Wessiun non mancano né
gli argomenti né lo spirito.
Maldanea
incontra lo sguardo divertito del Consigliere del Conte-Mago e fa una
leggera riverenza.
–
Grazie Liest Bediun. È bello vedere che almeno in Baran e Verhida
non si è perso il ricordo delle buone maniere. – Conclude Maldanea
e torna a sedersi.
–
Ebbene a questo punto sarà forse bene riassumere un poco la
situazione. – È la voce di Teardraet ad interrompere il silenzio
carico di tensione che è seguito alle parole di Maldanea. – Essa
ci vede su posizioni ben diverse. Come ho già detto ieri da parte
mia esiste la volontà di fornire al Re duemila lance e quattro navi,
sebbene comandate da ufficiali di mia scelta, mentre ancora adesso
Wessiun ha esposto con molto vigore i motivi che lo inducono a non
dare né un soldo né un soldato per questa guerra. – Nel dir
questo il Conte Mago indica con la mano Maldanea ed i suoi cugini
Odden e Daff, schieratisi in piedi accanto a lei. – Troppo buoni
motivi per ignorarli. A questo punto già immagino la domanda di
Liest Kaidiun: "E cosa mai vorrà in cambio quel maledetto
Moeld, per combattere per Artamiro?", dico bene?
Kaidiun,
torvo, non si muove.
–
Il Primo Ministro non dice, per il momento. Forse i Wessiun
dovrebbero abbandonare la propria sala per non turbare oltre il Liest
Kaidiun, ma credo che questo sarebbe troppo anche per l'ospite più
compito. – Alcuni mormorii divertiti attraversano l'uditorio
alleggerendo per una attimo la tensione. – Allora sarò io a fare
le mie richieste. Io non chiedo denaro, né particolare
considerazione. Non chiedo neppure di poter rientrare nel Liesstion,
cosa che pure sarebbe nel mio diritto, non chiedo il perdono del
Sovrano per la mia scelta e neppure la simpatia del popolo di coloro
che Cambiano. No, nulla di tutto ciò. – Il riferimento alla sua
peculiarità fisica provoca un brivido ben distinto nei presenti, che
erano quasi riusciti a dimenticare l'empietà di Teardraet ed ora
tutti lo ascoltano, immobili e tesi, con la stessa concentrazione con
la quale si guarda la danza di uno scorpione o il movimento di un
ragno velenoso. – Io voglio un pegno da parte di voi tutti, voi
che cambiate e ne andate orgogliosi, voi che rinunciate ai vostri
pensieri, alla vostra vita, ai vostri sogni per potervi confondere
nei vostri discendenti.
– Conte Teardraet siete disgustoso. – Sbotta Kaidiun, ma nessuno
lo ode.
–
Questo pegno lo dovranno pagare i Wessiun, sempre che siano
disponibili a farlo, per conto di tutti i Syerdwin. È un pegno dolce
per me e spero lo sia altrettanto per lei. Conte Liest Gast di Rocca
Wessiun io vi chiedo di dividere la mia acqua con Dama Lie Maldanea
L'esclamazione
di stupore più forte non proviene dal gruppo dei presenti ma da una
voce che si materializza da dietro una tenda. Toro Kalnediun è il
primo a reagire e a lanciarsi con la spada sguainata verso la tenda.
– Vieni fuori di lì, chiunque tu sia.
–
Pascalina! – Esclamano all'unisono Maldanea ed il Padre-Adulto
Conte Gast, alla vista dell'anziana dama che scivola fuori dalla
tenda con le mani alzate.
Kalnediun
guarda con espressione incerta il Conte Gast che ha nascosto il viso
tra le mani.
–
Buongiorno, dama Pascalina. – La saluta Teardraet. – Vi prego
rimanete con noi. Il vostro parere in queste genere di questioni è
prezioso.
La
povere dama, confusa, fa un cenno di assenso e corre vicino a
Maldanea che l'accoglie con un abbraccio.
–
Non posso darvi subito una risposta. – La voce del Conte Gast suona
stranamente alterata. – Spero che ve ne rendiate conto.
Teardraet
fa un lieve cenno di assenso.
–
Credo che la richiesta del Conte-Mago sia perfettamente giustificata.
– Kaidiun ha evidentemente ritrovato fiato e coraggio. – E trova
il parere favorevole del Re. – Horr Vamaiun, scuro in volto,
approva.
–
Tre giorni sono un tempo sufficiente? – Chiede Bediun, il
consigliere di Teardraet.