
Lo so.
Non spetta a me dirlo. Non ho i mezzi, gli strumenti, la preparazione. Tutto, insomma.
Non leggo 4 o 5 quotidiani al giorno.
Sono scarsino in economia e sul piano politico sono un vecchio arnese con un minimo di formazione marxista. Ormai, nonostante il buffo parere di alcuni pensatori contemporanei Marx è passato di moda, di senso, di spessore, di significato.
Giudico lo stato delle cose appesantito da vecchie categorie - il moralismo, il puritanesimo di stampa vagamente luterano, qualche sfrigo di vecchie fissazioni da anarchico e figlio dei fiori - e, in genere, sbaglio clamorosamente a votare finendo sistematicamente negli «altri» sulle tabelle dei voti espressi.
Da giovane ho avuta una breve - e terribile - esperienza con la FGCI. Qualcuno si ricorda cosa significa questa sigla? Probabilmente "federazione giovani comunisti italiani" suppongo. Terribile, dicevo, perché ricordo ancora adesso una riunione nella quale uno - meno giovane della media degli intervenuti - ci spiegava la linea del partito. La "linea del Partito", eh. Mica bruscolini. Osservai che non mi pareva troppo democratico ascoltare un bischero lasciando spazio giusto per qualche commento stuoinamente o entusiasticamente positivo. Mi fu risposto, guardandomi con evidente freddezza e una punta di sospetto degno della 3a Internazionale, che il luogo della discussione non era una riunione della FGCI.
Noi al massimo potevamo dissentire.
In silenzio.
E se insistevamo potevamo anche andarcene.
Cosa che feci quella sera stessa.
Mi rimase una diffidenza e un'antipatia ostinata per il PCI e tutto ciò che in qualche modo aveva a che fare con lui. La CGIL, la Coop, l'Unipol eccetera. Un'antipatia in seguito ereditata dal PDS, dai DS e dal PD.
Da fare felice Berlusconi, apparentemente.
O forse no, dal momento che ciò che mi piaceva poco del PCI era l'inedia del dibattito interno. E in quanto a dibattito interno persino il PD è un'adunata di anarchici fumati in confronto al cimitero del PDL.
...
No, ciò che mi urgeva dire è che bisogna impedire a Berlusconi di parlare.
Farlo tacere, ma senza violenza. Per carità.
Farlo cantare, renderlo un one-man-band.
Offrirgli da mangiare e riempirlo di polenta e camoscio, pappardelle al cinghiale, ragù di lepre, timballo, arrostino al pepe, patatine fritte, sushi, insalata mista, gorgonzola piccante, noci, mandorle, torrone, cannoli, bignè, caffè e grappino.
Lo so, c'è della cacciagione e non si dovrebbe. Ma il berlusca sta a zero come coscienza ecologica.
Lo si potrebbe mandare sott'acqua con un potente respiratore. Un bel giro del Mediterraneo, per dire.
Regalargli un migliaio di cannuccie per produrre bolle di sapone.
Un basso tuba.
Un sax basso.
Un set di scacciapensieri. Dal soprano al baritono.
Insomma, farlo finalmente tacere.
In proposito si accettano idee, proposte, suggerimenti. Chessò, potremmo arrivare a Palazzo Grazioli - o dove accidenti si trova - recando con noi un grissino lungo 22 chilometri, un grosso chewing-gum, una presa di tabacco da mastico grossa come una balla di fieno. E offrirla al Nostro.
No, perché il problema è che sono stanco, disgustato e nauseato delle scemenze che spara tutti i giorni.
Stare qui a misurare i cali di vendite e sentirlo dire che tutto va bene, l'Italia si è salvata dalla crisi, il peggio è passato... beh, non se ne può più.
Davvero.
Non entro nel merito delle sue infinite, interminabili grane giudiziarie.
Mi accontento di un silenzio sul piano economico.
Per quanto...
Ecco, ma voi prendereste sul serio le parole di uno che non è andato dentro giusto per le prescrizioni - che si è prescritto da solo, comunque?
Ma voi credete alle chiacchiere di un megavenditore di megapentole?
Non vi viene voglia di cambiare canale?

Non spetta a me dirlo. Non ho i mezzi, gli strumenti, la preparazione. Tutto, insomma.
Non leggo 4 o 5 quotidiani al giorno.
Sono scarsino in economia e sul piano politico sono un vecchio arnese con un minimo di formazione marxista. Ormai, nonostante il buffo parere di alcuni pensatori contemporanei Marx è passato di moda, di senso, di spessore, di significato.
Giudico lo stato delle cose appesantito da vecchie categorie - il moralismo, il puritanesimo di stampa vagamente luterano, qualche sfrigo di vecchie fissazioni da anarchico e figlio dei fiori - e, in genere, sbaglio clamorosamente a votare finendo sistematicamente negli «altri» sulle tabelle dei voti espressi.
Da giovane ho avuta una breve - e terribile - esperienza con la FGCI. Qualcuno si ricorda cosa significa questa sigla? Probabilmente "federazione giovani comunisti italiani" suppongo. Terribile, dicevo, perché ricordo ancora adesso una riunione nella quale uno - meno giovane della media degli intervenuti - ci spiegava la linea del partito. La "linea del Partito", eh. Mica bruscolini. Osservai che non mi pareva troppo democratico ascoltare un bischero lasciando spazio giusto per qualche commento stuoinamente o entusiasticamente positivo. Mi fu risposto, guardandomi con evidente freddezza e una punta di sospetto degno della 3a Internazionale, che il luogo della discussione non era una riunione della FGCI.
Noi al massimo potevamo dissentire.
In silenzio.
E se insistevamo potevamo anche andarcene.
Cosa che feci quella sera stessa.
Mi rimase una diffidenza e un'antipatia ostinata per il PCI e tutto ciò che in qualche modo aveva a che fare con lui. La CGIL, la Coop, l'Unipol eccetera. Un'antipatia in seguito ereditata dal PDS, dai DS e dal PD.
Da fare felice Berlusconi, apparentemente.
O forse no, dal momento che ciò che mi piaceva poco del PCI era l'inedia del dibattito interno. E in quanto a dibattito interno persino il PD è un'adunata di anarchici fumati in confronto al cimitero del PDL.
...
No, ciò che mi urgeva dire è che bisogna impedire a Berlusconi di parlare.
Farlo tacere, ma senza violenza. Per carità.
Farlo cantare, renderlo un one-man-band.
Offrirgli da mangiare e riempirlo di polenta e camoscio, pappardelle al cinghiale, ragù di lepre, timballo, arrostino al pepe, patatine fritte, sushi, insalata mista, gorgonzola piccante, noci, mandorle, torrone, cannoli, bignè, caffè e grappino.
Lo so, c'è della cacciagione e non si dovrebbe. Ma il berlusca sta a zero come coscienza ecologica.
Lo si potrebbe mandare sott'acqua con un potente respiratore. Un bel giro del Mediterraneo, per dire.
Regalargli un migliaio di cannuccie per produrre bolle di sapone.
Un basso tuba.
Un sax basso.
Un set di scacciapensieri. Dal soprano al baritono.
Insomma, farlo finalmente tacere.
In proposito si accettano idee, proposte, suggerimenti. Chessò, potremmo arrivare a Palazzo Grazioli - o dove accidenti si trova - recando con noi un grissino lungo 22 chilometri, un grosso chewing-gum, una presa di tabacco da mastico grossa come una balla di fieno. E offrirla al Nostro.
No, perché il problema è che sono stanco, disgustato e nauseato delle scemenze che spara tutti i giorni.
Stare qui a misurare i cali di vendite e sentirlo dire che tutto va bene, l'Italia si è salvata dalla crisi, il peggio è passato... beh, non se ne può più.
Davvero.
Non entro nel merito delle sue infinite, interminabili grane giudiziarie.
Mi accontento di un silenzio sul piano economico.
Per quanto...
Ecco, ma voi prendereste sul serio le parole di uno che non è andato dentro giusto per le prescrizioni - che si è prescritto da solo, comunque?
Ma voi credete alle chiacchiere di un megavenditore di megapentole?
Non vi viene voglia di cambiare canale?
