Stranimondi è passato. Un successo, dando un'occhiata agli incassi e soprattutto agli incontri avuti. Onestamente non mi sarei atteso tanta attenzione per un'opera «minore» come ALIA, con un glorioso passato ma un futuro che si deve letteralmente improvvisare di giorno in giorno.
Non comincerò a elencare tutti coloro che sono passati presso il nostro stand: onestamente troppi per non correre il rischio di saltarne qualcuno. Diciamo che così vi sentirete comunque tirati in ballo anche se non vi indico per nome e cognome. Se lo desiderate potrete comunque intervenire in calce a questo post o su FB.
Com'è stato Stranimondi?
Beh, innanzitutto è stato ben organizzato, il che non è poco come sembra. Ha funzionato tutto come doveva dall'arrivo (con qualche piccola difficoltà a trovare Viale Monza, ma non è strano visto che era la nostra prima volta), allo sbarco dei volumi, al tavolo, alle utili indicazioni ricevute da Barbara con il risultato che il tavolo di ALIA era pronto alle 9.30, come da manuale.
E da quel momento è partito il ballo, un ballo a tratti frenetico, che è proseguito con la stessa intensità e frequenza per buona parte del sabato. Più tranquilla la domenica, una giornata di sole.
Segue un modesto elenco di pregi e difetti:
Il luogo.
Disperatamente stretto. Gli spazi tra i banchi ridotti al minimo, tanto è vero che se più di una persona si attardava a parlare con chi stava dietro al bancone, gli altri passanti erano costretti a circumnavigazioni che di fatto impedivano di visualizzare i volumi presenti. È pur vero che si poteva ritornare, cosa che buona parte delle persone ha fatto, ma questo rendeva più folle la sarabanda e poteva capitare di rivedere la stessa persona ripassare sette o otto volte.
Mi rendo conto che il costo contenuto del bancone è dovuto anche all'utilizzo di quello spazio e non di altri più costosi, ma non esiste un modo per utilizzare altri spazi nella stessa struttura? Probabilmente no, ma a dirlo non si fa male.
I presenti.
Non si trattava (soltanto) dei soliti noti, ho anche visto passare individui privi di cartellino penzolante sul petto, quindi, si suppone, normali lettori, ma la sensazione di trovarsi ad un raduno di appassionati era comunque molto forte. Drammaticamente squilibrata la composizione media delle età, con una nettissima prevalenza di individui di età maggiore dei 40 anni. Maschi.
Di buono una presenza femminile non così minoritaria come si sarebbe potuto ipotizzare. Di mediocre la ridotta presenza di giovani under 20, come se la sf, in definitiva, non li toccasse né tanto né poco. In sostanza, l'attuale fantascienza parrebbe essere un genere per signori agé, categoria che ha il grosso difetto di comportare la scomparsa del genere insieme ai suoi datati rappresentanti. Possibile? Beh, forse all'estero non è così ma qui in Italia, per quanto ho visto a Stranimondi, la sf parrebbe avere gli anni contati. Probabilmente si tratta soltanto di una sensazione e in realtà il mondo, fuori, spasima per leggerci e semplicemente la pubblicità per l'evento è stata forzatamente modesta, ma onestamente i miei dubbi non vogliono lasciarmi.
L'atmosfera.
Inevitabile la sensazione di essere usciti dal giocattolo di Zuckerberg, pronti a ritornarci dopo un paio di giorni di licenza. Oltre al piacere di incontrare quelli che fino al giorno precedente erano semplicemente delle icone sullo schermo del pc o su quello del cellulare era però inevitabile una sottile sensazione di irrealtà, come se colui che presentava il suo nome sul cartellino arancione fosse in realtà qualcun altro, da un'incarnazione di Satana a un cavaliere templare immorto. Indubbiamente curiosa questa prossimità tra il mondo reale e quello virtuale, ma che fatalmente rafforza il dubbio di un'insufficiente presenza tra i lettori.
Gli incontri.
Qui posso dire ben poco. Ho partecipato alla presentazione di ALIA Evo 2.0 – ovviamente – e a frammenti di altre, incatenato com'ero al banco. Mia moglie ha partecipato ad alcuni incontri e il suo giudizio generale è stato positivo, quindi direi che i famosi cinquantasette incontri sono stati quantomeno utili. Ci si potrebbe lamentare dei 25-minuti-25 concessi dall'incrollabile staff di Stranimondi per ogni incontro, ma, di nuovo, si dovrebbe fare una fiera di 3-4 giorni per dare spazio a tutti e qui sorgerebbero altri problemi di spazio, di tempo, di costi... E chi gestisce la sf in Italia non è ricco. Anzi...
L'aria che si respirava
La presenza sovrabbondante di editori, autori, blogger, redattori, illustratori e di molti di coloro che fanno parte del piccolo circo del fantastico in Italia ha reso Stranimondi una sorta di suprema accademia dell'editoria, non solo limitata al fantastico ma che, fatalmente, finiva per coinvolgere autori come Philip Roth, Vonnegut, Garcia Marquez, Swift, Murakami e così via per altre secoli e altri nomi. Ho incontrato una densità e una ricchezza di conoscenze che mi hanno sorpreso. Non che mi aspettassi il solito fantascientista che ha letto tutto Van Vogt e Heinlein e poi basta, ma ho constatato con piacere il grado di competenza di molti traduttori, curatori ed editori.
Il buono dell'atmosfera venutasi a creare è che, pur in un ambiente nel quale non mancano affatto le faide e gli odii secolari, queste venivano momentaneamente tacitate per il piacere di trovarsi lì.
Torneremo?
Il mio problema è semplicemente legato alla nascita del prossimo ALIA, ALIA Evo 3.0. Conto di metterlo in cantiere con l'inizio del nuovo anno e farlo uscire entro maggio-giugno in versione e-book e in settembre in versione cartacea. Ma è meglio anticipare che non è molto probabile che riusciamo a rispettare questa scadenza e che è quindi probabile che nel 2017 saremo a Stranimondi in qualità di semplici visitatori.
In conclusione
Il problema sono e restano i lettori. In un paese dove a leggere sono 4 italiani su 10, e di questi molti si limitano a 1 (un) libro all'anno, si può capire che la sf, genere poco popolare in un paese di insufficiente cultura scientifica, non ha molte speranze di futuro. Stranimondi ha qualche possibilità di dare una mano a rilanciare il fantastico o, in fondo, è più simile a un raduno di ex-alpini, destinati prima o poi a scomparire? Ovviamente spero di no, ma mi sembra giusto cominciare a preoccuparsene, da domani in avanti.
Segue un modesto elenco di pregi e difetti:
Il luogo.
Disperatamente stretto. Gli spazi tra i banchi ridotti al minimo, tanto è vero che se più di una persona si attardava a parlare con chi stava dietro al bancone, gli altri passanti erano costretti a circumnavigazioni che di fatto impedivano di visualizzare i volumi presenti. È pur vero che si poteva ritornare, cosa che buona parte delle persone ha fatto, ma questo rendeva più folle la sarabanda e poteva capitare di rivedere la stessa persona ripassare sette o otto volte.
Mi rendo conto che il costo contenuto del bancone è dovuto anche all'utilizzo di quello spazio e non di altri più costosi, ma non esiste un modo per utilizzare altri spazi nella stessa struttura? Probabilmente no, ma a dirlo non si fa male.
I presenti.
Non si trattava (soltanto) dei soliti noti, ho anche visto passare individui privi di cartellino penzolante sul petto, quindi, si suppone, normali lettori, ma la sensazione di trovarsi ad un raduno di appassionati era comunque molto forte. Drammaticamente squilibrata la composizione media delle età, con una nettissima prevalenza di individui di età maggiore dei 40 anni. Maschi.
Di buono una presenza femminile non così minoritaria come si sarebbe potuto ipotizzare. Di mediocre la ridotta presenza di giovani under 20, come se la sf, in definitiva, non li toccasse né tanto né poco. In sostanza, l'attuale fantascienza parrebbe essere un genere per signori agé, categoria che ha il grosso difetto di comportare la scomparsa del genere insieme ai suoi datati rappresentanti. Possibile? Beh, forse all'estero non è così ma qui in Italia, per quanto ho visto a Stranimondi, la sf parrebbe avere gli anni contati. Probabilmente si tratta soltanto di una sensazione e in realtà il mondo, fuori, spasima per leggerci e semplicemente la pubblicità per l'evento è stata forzatamente modesta, ma onestamente i miei dubbi non vogliono lasciarmi.
L'atmosfera.
Inevitabile la sensazione di essere usciti dal giocattolo di Zuckerberg, pronti a ritornarci dopo un paio di giorni di licenza. Oltre al piacere di incontrare quelli che fino al giorno precedente erano semplicemente delle icone sullo schermo del pc o su quello del cellulare era però inevitabile una sottile sensazione di irrealtà, come se colui che presentava il suo nome sul cartellino arancione fosse in realtà qualcun altro, da un'incarnazione di Satana a un cavaliere templare immorto. Indubbiamente curiosa questa prossimità tra il mondo reale e quello virtuale, ma che fatalmente rafforza il dubbio di un'insufficiente presenza tra i lettori.
Gli incontri.
Qui posso dire ben poco. Ho partecipato alla presentazione di ALIA Evo 2.0 – ovviamente – e a frammenti di altre, incatenato com'ero al banco. Mia moglie ha partecipato ad alcuni incontri e il suo giudizio generale è stato positivo, quindi direi che i famosi cinquantasette incontri sono stati quantomeno utili. Ci si potrebbe lamentare dei 25-minuti-25 concessi dall'incrollabile staff di Stranimondi per ogni incontro, ma, di nuovo, si dovrebbe fare una fiera di 3-4 giorni per dare spazio a tutti e qui sorgerebbero altri problemi di spazio, di tempo, di costi... E chi gestisce la sf in Italia non è ricco. Anzi...
L'aria che si respirava
La presenza sovrabbondante di editori, autori, blogger, redattori, illustratori e di molti di coloro che fanno parte del piccolo circo del fantastico in Italia ha reso Stranimondi una sorta di suprema accademia dell'editoria, non solo limitata al fantastico ma che, fatalmente, finiva per coinvolgere autori come Philip Roth, Vonnegut, Garcia Marquez, Swift, Murakami e così via per altre secoli e altri nomi. Ho incontrato una densità e una ricchezza di conoscenze che mi hanno sorpreso. Non che mi aspettassi il solito fantascientista che ha letto tutto Van Vogt e Heinlein e poi basta, ma ho constatato con piacere il grado di competenza di molti traduttori, curatori ed editori.
Il buono dell'atmosfera venutasi a creare è che, pur in un ambiente nel quale non mancano affatto le faide e gli odii secolari, queste venivano momentaneamente tacitate per il piacere di trovarsi lì.
Torneremo?
Il mio problema è semplicemente legato alla nascita del prossimo ALIA, ALIA Evo 3.0. Conto di metterlo in cantiere con l'inizio del nuovo anno e farlo uscire entro maggio-giugno in versione e-book e in settembre in versione cartacea. Ma è meglio anticipare che non è molto probabile che riusciamo a rispettare questa scadenza e che è quindi probabile che nel 2017 saremo a Stranimondi in qualità di semplici visitatori.
In conclusione
Il problema sono e restano i lettori. In un paese dove a leggere sono 4 italiani su 10, e di questi molti si limitano a 1 (un) libro all'anno, si può capire che la sf, genere poco popolare in un paese di insufficiente cultura scientifica, non ha molte speranze di futuro. Stranimondi ha qualche possibilità di dare una mano a rilanciare il fantastico o, in fondo, è più simile a un raduno di ex-alpini, destinati prima o poi a scomparire? Ovviamente spero di no, ma mi sembra giusto cominciare a preoccuparsene, da domani in avanti.
Di seguito altri blog con post sul medesimo tema:
da blogsenzaper7ese di Derek Zoo:
http://blogsenzapre7ese.blogspot.it/2016/10/cronache-da-stranimondi-ii.html
da Unknow to millions di Andrea Viscusi:
http://unknowntomillions.blogspot.it/2016/10/son-tutti-lettori-col-culo-degli-altri.html
Da Obsidian Mirror
http://insidetheobsidianmirror.blogspot.it/2016/10/quel-che-ho-capito-di-stranimondi.html
Da Nocturnia di Nick il Nocturniano:
http://wwwwelcometonocturnia.blogspot.it/2016/10/nel-frattempo-stranimondi-2016-prima.html
http://wwwwelcometonocturnia.blogspot.it/2016/10/nel-frattempo-stranimondi-2016-seconda.html