28.9.18

Un vecchio romanzo, tanto per ridere

È più di un mese che non scrivo nulla su questo blog. Quanto sarebbe sufficiente a buttarmi fuori dalla compagine dei blogger. Ne sono ben conscio e, sinceramente, non mi sono mai considerato un vero blogger, al massimo uno che ogni tanto perde tempo davanti alla tastiera di un pc. 
Ho avuto particolarmente da fare in questi due mesi, in particolare a tentare di arredare una casa in montagna acquistata a un ottimo prezzo ma in condizioni non del tutto ottimali...


Questo nonostante l'espressione soddisfatta di mia moglie. 
Abbiamo dovuto (non nell'ordine): disfarci in qualche modo di mobili sia vecchi che "antichi" ma di valore pari a zero, sbarazzarci di quadri (Teomondo Scrofalo e affini) e immagini sacre (dozzinali) che, da bravi atei, trovavamo ridicole, ridipingere uno steccato (lavoro da terminare), ridipingere un muro della cucina, ridipingere ringhiere esterne e delle scale interne (altro lavoro da terminare) rintuzzare un'invasione di formiche (che in montagna è tutto tranne che una novità), eliminare alcune mantovane, reti da letto e materassi obsoleti, stuccare la cantina, lavare e incerare tutti i pavimenti in legno, eliminare il muschio dai muri esterni,  ridurre l'umidità degli ambienti, valutare la possibilità di riutilizzare il riscaldamento presente, acquistare nuovi mobili (IKEA, Leroy Merlin, Self, Brico) risparmiando il più possibile, acquistare nuove luci eliminando i pletorici e pesantissimi lampadari originali, acquistare vernici, stucchi, smalti, antimuffe e stucchi per legno… e mi fermo qui più che altro per non schiantare nessuno sotto il peso del mio elenco. 
Agosto se n'è andato così, con la gioia per la nuova casa e con la fatica che alla sera ci metteva tutti e due a letto dopo aver sonnecchiato sulle sedie o in poltrona. E settembre ha imitato agosto, anche se con la soddisfazione di vedere man mano la casa cambiare. Casa nella quale, comunque, non abbiamo ancora dormito, visto che i piedi dei due letti a doghe che avevamo recuperato dalla cantina di mia madre avevano rispettivamente gambe di 35 cm e di 30 cm. Avremmo anche potuto dormirci, certo, ma come fratello e sorella in una camera vuota come una cella monastica. 


Ma non ho avuto soltanto questo "problema", in realtà soluzione di un'antica passione – risalente più o meno all'infanzia – di mia moglie e mia, ma anche quello del trasloco di mia figlia e del suo nuovo lavoro, in realtà uno stage, ma condotto presso uno studio che rappresenta il suo ideale di lavoro. 
E millemila altre cose, talmente tante tutte insieme che ho persino lasciato da parte LN-LibriNuovi, ho letto a fatica (e senza ancora terminarli) i testi che dovevo leggere in quanto beta-reader, quelli da leggere per lavoro o per fornire una recensione o un parere… 
Ho il sospetto che non poche persone covino un certo risentimento nei miei confronti, a questo proposito, ma non posso che giurare che leggerò tutto quello che ho promesso di leggere non appena possibile. 
Inutile dire che il mio rapporto con i libri letti per diletto è sostanzialmente scomparso. Ho iniziato a leggere almeno tre libri ma soltanto di uno (Tokyo Soundtrack, di Furukawa Hideo) ho girato il capo di Buona Speranza, ovvero la metà del testo. È un libro di settecento pagine, va bene, ma lo leggo dalla metà di luglio. 
Oltre questo mi hanno comunicato soltanto ieri pomeriggio che il mio racconto per la futura antologia «DiveRgender», pur essendo stato apprezzato in sé, era fuori tema, come si dice a scuola anche dei compiti ben scritti ma che sono comunque tangenti e non secanti a ciò che viene proposto. Sinceramente il mio stupore è stato fatto più di depressione all'idea di doverne scrivere un altro (il terzo, dal momento che il primo non l'ho nemmeno inviato, visto che con i suoi 90.000 e passa caratteri superava largamente il termine proposto...) che per il giudizio. Personalmente sono convinto che il racconto sia buono, ma concordo che le aploidi umane non sono una minoranza sfruttata (finora) e che una storia della Corrente può non essere adeguata per un'antologia distopica.


In tutto ciò è evidente che questo povero blog rischia di essere semplicemente dimenticato, a parte ogni considerazione sulla sua utilità e sulla necessità di postare qualcosa.  Avrei non poche cose da dire sul nostro attuale governo e sui quattro tarli che lo popolano, tutti ugualmente ansiosi di rosicchiare la sedia a fatica guadagnata («e il PD allora?»... va bene, va bene...) ma le cose da dire sono davvero troppe e, vista l'aria che tira, cadrebbero nell'assoluto non cale. 
Sicché a questo punto dovrei scegliere se scrivere qui una volta ogni due mesi o chiudere decisamente il blog. La prima possibilità non mi piace e la seconda mi aggrada ancora meno. Poi qualche giorno fa più o meno all'alba mi è venuta un'idea (stupida quanto volete, va bene, come succede alle idee partorite dal dormiveglia) di pubblicare proprio qui un mio vecchio romanzo che non ho mai avuto il coraggio di sottoporre a nessuno… No, per la verità l'ho sottoposto a un editore che me l'ha restituito sbrigativamente commentando: «Troppi personaggi». Un romanzo, dicevo, di un tipo di fantascienza non comune, dal momento che si tratta di una storia buffa, sul modello di Guida galattica per austoppisti di Douglas Adams o di Terra!di Stefano Benni. Il suo titolo è Calibano e si potrebbe definire – ed è stata definita – una Space Opera delirante, nella quale mi prendo gioco non solo della fantascienza ma anche di tutto ciò che ci circonda, a cominciare dalle assurde forme di governo che l'umanità si è data nel corso della sua breve storia per arrivare ai nostri usi e costumi, alle nostre comunicazioni, ai nostri media e alla nostra intolleranza per le comunità straniere, pensando quanto sarebbe divertente far incontrare un legaiolo medio con un alieno… 


Pubblicherò il romanzo con intervalli variabili tra i tre giorni e la settimana e penso che ne avrò per qualche mese. Ovviamente qualsiasi commento, critica, stroncatura o minaccia sono più o meno graditi. Unica cosa, che ripeto qui nella speranza di non ripeterla ancora: «Il romanzo è nato dalla suggestione sviluppata da Guida galattica per austoppisti e alcune soluzioni stilistiche o d'intreccio sono evidentemente derivate da quello.» Quindi fatemi il favore di non dirmi «Ma assomiglia un po' a quell'autore inglese, quello dei Monty Phyton…». La risposta sarebbe inevitabilmente: «Lo so, l'ho fatto apposta». 
Ultimo particolare: so benissimo che pubblicare un romanzo in un blog è come gettarlo via ma non sto cercando un editore per Calibanoromanzo agée come il sottoscrittoe sarò contento se diverte qualcuno, punto e basta. 
Arrivederci mercoledì o giovedì prossimo.