Nei giorni scorsi (ci) è venuto a mancare Iain Banks. Nei giorni precedenti John Holbrook Vance, Jack Vance per chi lo conosceva e l'apprezzava. Banks ucciso da un tumore incurabile, dopo una sua dichiarazione di qualche mese fa nella quale raccontava con perfetto humour nero della sua condizione di walking dead e della sua convivente, sposata negli ultimi mesi della sua vita per poter diventare «la mia vedova». Vance, morto a 97 anni, aveva dovuto cessare la sua attività di scrittore già da qualche anno perché colpito dalla cecità. Un morbo inguaribile e una morte giunta in ritardo. Per due autori che sono stati per me - e per tutti i lettori di sf al mondo - estremamente importanti, per quanto mi riguarda innanzitutto come lettore ma anche come autore.
Solo nei mesi scorsi ho pubblicato un paio di articoli su Banks su Il futuro è tornato, precisamente qui e qui e che ho poi ripubblicato su questo blog. E un articolo sull'ultima opera di Jack Vance, pubblicato in origine su ALIA Evo e poi di nuovo su Il futuro è tornato. È stato un puro caso, in entrambe i casi, ma adesso, perlomeno per me, suona come un addio.
Ma non sarà l'unico né l'ultimo, lo prometto. Su ALIA Evo comincerò presto una serie di recensioni/presentazioni sui due autori, rivisitandone le opere principali. È una promessa [1].
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Ma, a fianco della sensazione di vuoto inevitabilmente provata, restano aperte una quantità impressionante di domande. E come sempre siamo noi che restiamo a dover fare i conti con ciò che rimane. E soprattutto con ciò che rimane disponibile in Italia. Della sorte della sf scritta e tradotta nella lingua di Dante.
Bene. In italiano rimane davvero molto, molto poco. Scomparse o mutate, come sappiamo bene, le principali case editrici, semplicemente nessuno ha i soldi - o, meglio, pensa di poterne investire - in un settore apparentemente marginale e foriero di naufragi come la SF. Ed è questo almeno in parte un problema non esclusivamente italiano, tanto più tenendo conto che è la sorte stessa del libro (cartaceo) a essere in discussione. Gli editori, non soltanto quelli italiani, avanzano su terre infide e se esiste un momento nel quale puntare sui nuovi talenti dev'essere nella direzione opposta a quella verso la quale stiamo avanzando.
Per noi appassionati non rimane altra possibilità che leggere direttamente in lingua inglese. O tedesca. O francese. O in russo... Più o meno come uomini colti e interessati del XVII secolo che vivevano in aree eccentriche dell'Europa dell'epoca e quindi obbligati a imparare a leggere e scrivere in latino.
Ma il panorama non si ferma qui.
Per noi appassionati non rimane altra possibilità che leggere direttamente in lingua inglese. O tedesca. O francese. O in russo... Più o meno come uomini colti e interessati del XVII secolo che vivevano in aree eccentriche dell'Europa dell'epoca e quindi obbligati a imparare a leggere e scrivere in latino.
Ma il panorama non si ferma qui.
Qui da noi - e non solo da noi - esiste tuttavia un ricco, anche se non sempre felice, sottobosco di nuovi e vecchi autori che pubblicano ugualmente, presso minieditori o autoeditandosi.
Non è tutto perfetto e meraviglioso, certo, si tratta di una letteratura grezza, spesso insufficiente sia da un punto di vista formale che di contenuti, ma qualcosa di vivo che caparbiamente resiste alla morte più volte dichiarata della fantascienza. La SF cacciata dalla porta ritorna in mille e mille rivoli, mutata, ibridata, incrociata, distorta ma sempre riconoscibile. Un fantasma inquieto e impossibile da cancellare. Qualcosa che ci dà, nonostante tutto, qualche speranza per il futuro.
6 commenti:
Certo la morte di due maestri a così breve distanza lascia sconvolti, aggiungiamoci i lutti dei mesi scorsi e lo scenario assume tinte più fosche, l' augurio che mi\ci faccio pur continuando a piangere Vance e Banks e di poter ricominciare da qualcosa che c' era.
@Nick: purtroppo gli autori classici e storici di sf hanno età tali che un ecatombe è inevitabile. Mentre che se ne sia andato via Banks è stato un po' meno fatale e in questo è davvero giusto e ragionevole prendersela con gli déi ingiusti, cinici e bari.
Quanto al futuro, beh, se non cambiamo noi (cosa che temo più di ogni altra) ci saranno altre occasioni e altre gioie, anche non dimenticando chi nel frattempo ci ha lasciato.
Vance mi accompagnava già da lungo tempo, Banks l'ho scoperto recentemente, con il primo del ciclo della Cultura. Un vero peccato.
Il Moro
@Il Moro: per me non è facile immaginare una sf senza Banks, ma d'altro canto in altri tempi si sarebbe detto che era impossibile immaginarne una senza Pohl, Williamson, Asimov... o senza Delany, Le Guin, Leiber... Ma la sf è una parte della letteratura e procederà, comunque vada.
Molti movimenti artistici sono nati nel sottosuolo, non è detto che da questo sottobosco possa partire un rinnovamento (locale) della SF.
@SX: infatti penso che andrà proprio così. Il problema vero, credo, nasce dalla situazione di blocco e paralisi dell'editoria italiana. Ma purtroppo questo è parte di un fenomeno molto più vasto e che riguarda più o meno tutte le economie avanzate. Diciamo che per far ripartire la sf - come per quasi tutto ciò che sta andando in malora - è necessario creare inflazione. Lo dice Krugman, non io. Lo so, fa ridere far collidere fantascienza ed economia, ma in fondo l'hanno già fatto in molti...
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