27.2.20

Il Mare Obliquo 57

Dopo un piacevole e inaspettato soggiorno nell'antica foresteria dei Gu'hijirr bruni, Kwister, Usif-Lizhi e gli altri giungono fino a Ulfa, ma una brutta sorpresa li attende.
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Un raffinato gioco di contrappesi permette di far scorrere nello stesso modo anche le finestre. La luce pallida del tramonto illumina un vasto ambiente circolare, vuoto e pulito. Lungo un segmento della circonferenza c'è un ampio caminetto e nel centro della sala una scala conduce al piano superiore.
– Non male, non male davvero. – Commenta Harvaiun, tuttora eccitatissimo per aver indovinato il segreto dei Bruni.
– Cristallo. Vero cristallo. – Noro Eban accarezza con la punta delle dita le finestre del loro asilo. – Anche a Dancemarare non saranno più di una trentina i palazzi che hanno veri cristalli alle finestre.
– Invece i bruni lo usavano anche per il semplice rifugio di una piccola guarnigione. Impressionante. Dovevano essere immensamente ricchi e potenti. – Aggiunge Jay Wediliun
– E tutti questi meccanismi? Se pensi che il re dei Gu'Hijirr va fiero solo per aver fatto mettere una cerniera girevole al basamento del suo trono, c'è proprio da ridere. Qui tutti i nostri artigiani avrebbero moltissimo da imparare.
– … e noi un sacco di soldi da fare.
– Proprio vero.
– Dobbiamo riuscire a tornarci.
– Piacerebbe a tutti tornarci. Se non altro perché sarebbe la prova che in un futuro più o meno vicino saremo ancora vivi.
– Hai ragione, Kirzil. Sarà meglio rimandare questi progetti.
– Già. Forse è il caso di accendere il fuoco.
– E cucinare qualcosa.
Liberare il tiraggio si rivela più facile del previsto e ben presto un allegro fuoco illumina e scalda la stanza. All'esterno la tempesta è ripresa, ma il vento e la pioggia battono inutilmente i vetri del rifugio. 
 

– Coraggio! Fuori il cielo è lucido e azzurro come uno specchio e il sole è caldo come il bacio di una donna innamorata. Muovetevi, sbrigatevi!
Una serie di grugniti e di imprecazioni accoglie l'ottimo umore di Kirzil Pennarossa e la luce del giorno che scivola nella stanza dalle finestre aperte dal gu'hijirr.
– Su, belli. Ulfa la bella ci aspetta, con le sue focacce calde alle olive e le sue femmine stanche dei mariti.
– Perché sono stanche dei mariti?
Una risata sottolinea l'imbarazzo di Kirzil, che ha dimenticato la presenza tra loro di Moridee. La bambina spunta con il naso dalla coperta e accanto a lei, seduto a gambe incrociate, Usif-Lizhi sorride maliziosamente. – Allora, Kirzil dei Mappin, perché mai le donne di Ulfa sono stanche dei loro mariti? Spiegalo a Moridee.
– … Ecco…

– Perché i loro mariti sono sempre in giro sul Drew – A togliere d'impaccio il gu'hijirr interviene Mahaderill. La sua voce morbida e profonda risuona nella stanza come una carezza e per un attimo tutti provano la medesima sensazione di abbandono e di pace di un bambino risvegliato dalla madre. – Non si fermano mai abbastanza a casa. – Continua la gwellyniuin – Non le guardano e non le baciano. Così sono stufe di loro.
– E Kirzil e gli altri vogliono baciarle?
– Certo. Così si sentiranno meno sole.
– Bello. – Moridee scivola completamente fuori dalla coperta e fissa bene in volto il gu'hijirr. Sorride divertita. – Devi proprio essere buono, Kirzil. E anche gli altri.
– Già… – Il gu'hijirr scuote la testa e le restituisce un mezzo sorriso perplesso. "Chissà se è giusto educare una bambina a questo modo"



Si lasciano alle spalle il Ghy-dunand accompagnati da un vento fresco e profumato, dopo una colazione a base di biscotti secchi e tisana al tiglio. La strada si incurva leggermente verso il basso, procedendo sul fianco dei monti. Sotto di loro il corso del Drew scivola argenteo e silenzioso, più lontano, oltre i Colli Grigi, il Deserto Scheggiato riflette la luce del sole come una gigantesca lastra di vetro adagiata sull'orizzonte.
– Bello spettacolo, non è vero?
– Devo ringraziare questo mantello magico se posso godere di queste meraviglie. Eppure voi, Duca, forse non sapete quanto possa essere bello il mondo illuminato dalla luce della luna, visto dalla schiena di un ippogrifo. Gli ippogrifi possono salire fin dove l'aria è tanto sottile e fredda che le loro grandi ali trovano appena sostegno.
– Fino a toccare la luna?
– Così dicevano i poeti.

"Oyster il bello raccolse la luna
in seno la nascose e volò
fin sulla schiena della nube più alta
al centro del cielo la depositò
perché le onde rabbiose dell'oceano
non potessero più rapirla al mondo."

– Questo è il Tempo Elisyum, non è vero? Il poema dei Notturni.
– Sì. È la traduzione fatta dal bardo Bylitisan-drai per i Re della Casa degli Odo di Dancemarare. Oyster è un nome che molti delle terre d'Occidente conoscono.
– In realtà la luna è un altro mondo, separato dal nostro da un oceano di vuoto. Così almeno mi hanno insegnato nella mia Marrak. E nessun ippogrifo o altra creatura volante potrà mai raggiungerla. Ma si dice anche che i Notturni provengano proprio dalla luna. E che il desiderio che provano per lei nasca dalla nostalgia.
– Conosco questa leggenda. Bella, come molte leggende, ma altrettanto assurda. E il sole?
– È ancora più lontano, fortunatamente. Le sorti del nostro mondo vi sono unite ed esso vortica come una pietra in una frombola, attorno alla mano che la regge. E grazie al cielo si tratta di una mano instancabile.
– Questo lo lessi anch'io nei libri della mia famiglia. Dufigh il Nero vi aggiungeva che il mondo si avvicina e si allontana al sole e a questo si debbono le stagioni. Ma in questo era contraddetto da Gayun il sottile che invece sosteneva che il mondo fosse rotondo come un'arancia e inclinato. Le terre più lontane dalla sua luce sono le più fredde e le stagioni sarebbero dovute al variare dell'inclinazione del mondo nel corso del suo viaggio intorno al sole.
– Ingegnoso. E quale ipotesi prevalse?
– Dufigh il Nero proveniva da una famiglia più in vista. E così nei nostri libri la sua tesi ha più spazio. Ma ciascuna rocca fa per sé. Nella mia la tesi di Gayun era preferita. Anche perché esistono altri mondi che, come il nostro, ruotano intorno al sole. E il mondo d'argento, per esempio, Urìa, si mostra periodicamente incompleta, come se un altro mondo gli facesse ombra.
– In questo la vostra famiglia sembra contraddire i vostri grandi viaggiatori, che sostengono di essere giunti al limite del mondo e aver visto le acque dell'oceano circolare, il mare obliquo, che cadono oltre l'Orlo e, grazie alla capillarità, ritornano al centro del mondo, alla Sorgente Ultima, a formare il grande ciclo dell'Acqua.
– I nostri grandi navigatori talvolta non si sono mai mossi dalle loro rocche. Ma erano ottimi narratori.
Il duca Kwister ride. – Siete un eccellente conversatore, cavaliere Usif-Lizhi, anche se non mi pare abbiate sufficiente rispetto per le vostre tradizioni.
– Le tradizioni ci stanno uccidendo. Siamo un popolo tanto colto e scrupoloso nel rispettare gli usi degli antenati che nessuno riesce più neppure a soffiarsi il naso senza aver consultato una dozzina di antichi libri. – Una punta di rabbia è penetrata nella voce del notturno, che ha distolto lo sguardo dalla strada e fissa l'aria davanti a sè. – Abbiamo paura di ciò che deve venire, paura delle nuove vite, terrore dell'infanzia. La nostra ansia per la fine che si avvicina è tale da volerla anticipare, rifiutando di dare vita a figli e nipoti. E il nostro popolo ha ormai una mente vecchia, timorosa, pavida. 

 
Educatamente Kwister preferisce tacere. Le riflessioni di quello strano notturno risvegliano in lui l'ansia per la sua missione. A muoverlo è una semplice profezia, versi e parole che da anni nelle marrak tutti si ripetono abbassando la voce. "Da dove vengono venti tanto forti da scuotere Ruthen e Lö?". E mentre Enklu ha attraversato le coste d'occidente, fino a Prospera, l'Isola-Continente, altri Lupi-Drago hanno percorso Uhbarr o le terre Asciutte oltre Klezmer, Lidele e Odeser, gli ultimi castelli di Bartsodesch, il suo compito è attraversare il sud e l'est per trovare finalmente il nemico che da anni i Lupi-Drago attendono.
«Il nostro nemico sta nella cinta di Dancemarare, e come un titanico ragno assassino tesse la sua tela tra Urag, le Porte d'Oriente e il Drew, ormai lo sappiamo. Ma anche qui, in queste terre lontane, vi è modo di combattere contro Konstantin, ferirlo, spezzare i suoi fili e i suoi nodi».


– Fumo. Lo vedete? – Usimbal, il secondo della Goren indica un punto oltre una cresta.
– Oltre quella cresta c'è Ulfa. Circondata dai monti, abbracciata dal fiume, come dicono a Farsoll. – Oakin fa un cenno a due suoi marinai. – Precedeteci. Arrivate alla cresta e guardate cosa accade.
I due marinai accellerano il passo e ben presto scompaiono oltre l'orlo della strada in salita.
– Ulfa è dunque terra gu'hijirr? – Chiede Enklu.
– Un'antica alleanza unisce la Lega delle Chiuse al regno dell'Estuario. – Conferma Oakin, stranamente solenne. – Dovere di ogni suddito del nostro re ("chiunque egli sia in questo momento" sussurra Usimbal)… del nostro re, dicevo, è difenderne le città della Lega come difenderebbero la cinta di Farsoll.
– I Semurgh?
– È probabile. Hanno già preso Villa Lou. Uxsiel Flynnen è deserta come una tomba e se cade Ulfa per la Lega non vi saranno più speranze.

Continuano a camminare in silenzio, attendendo che i due marinai portino loro notizie.
Non è passata più di un'ora che i due gu'hijirr ricompaiono correndo.
– I Semurgh. – Dice il primo di loro. – Hanno circondato Ulfa e hanno grandi macchine da guerra.
– Sono ovunque come formiche e le loro tende affollano i fianchi dei monti come funghi. – Continua il secondo.
– Vi sono anche le tende di cuoio degli Uhban e gli stendardi di Tedeki. – Termina il primo.
– Vi sono segni di resistenza sulle mura della città? – Chiede il Duca Kwister.
Il primo gu'hijirr annuisce. – Gli spalti sono sorvegliati e recano i colori di Ulfa.
– Bisogna andare a salvarli!
La frase di Kirzil, solitamente assai poco guerresco, li prende di sorpresa.
– E come faremo, Kirzil dei Mappin? Siamo appena una trentina. E i nostri nemici sono migliaia. – Risponde per tutti Noro Heban.
– Abbiamo i nostri mezzi, non è vero Oakin?
Il vecchio marinaio sospira e si stringe nelle spalle. – Sì. Ma bisogna ugualmente studiarsela bene. 

 

2 commenti:

Nick Parisi. ha detto...

Sempre presente! Suggerirei anche -per chi magari si affaccia adesso- un piccolo post di riassunto di quanto avvenuto in precedenza.

Massimo Citi ha detto...

Nick: mi fa molto piacere di non averti ancora perso per la strada... In quanto al riassunto ci penso, magari faccio un post di solo riassunto (che comunque temo non sarà troppo breve...), tenendo comunque conto che questa prima parte terminerà tra quattro o cinque puntate. Grazie della fedeltà e a presto.