Qui i racconti brevi finora apparsi sul blog
Briciole
08.06.2013
Un racconto pubblicato nel 2006, nell'antologia «Sviluppi imprevisti» della mia ottima amica Cettina Calabrò, antologia ora finita esaurita ma che rimane nel mio cuore.
Un racconto nato da una fotografia (Cettina è fotografa), anzi, che doveva nascere da una fotografia, quella che riporto qui sopra. Lo stesso valeva per gli altri sei autori, ciascuno guidato da una fotografia di Cettina. Venne un'ottima antologia, esaurita in pochi mesi.
Personalmente scrissi un racconto di sf che, però, si sviluppò eccessivamente, tanto da diventare inaccettabile per l'antologia - e che, opportunamente sistemato finì nell'ALIA autori italiani del 2008 - e in sostituzione questo. Un racconto fantastico ma non fantascientifico, nato da un incontro su un autobus che mi diede non poco da pensare. Buona lettura a tutti.
Autocombustione
25.03.2013
Per qualsiasi commento, osservazione, critica, rilievo o riflessione, si può scrivere a:
massimo[dot]citi[at]fastwebnet[dot]it
immancabilmente vi risponderò.
Briciole
08.06.2013
Un racconto pubblicato nel 2006, nell'antologia «Sviluppi imprevisti» della mia ottima amica Cettina Calabrò, antologia ora finita esaurita ma che rimane nel mio cuore.
Un racconto nato da una fotografia (Cettina è fotografa), anzi, che doveva nascere da una fotografia, quella che riporto qui sopra. Lo stesso valeva per gli altri sei autori, ciascuno guidato da una fotografia di Cettina. Venne un'ottima antologia, esaurita in pochi mesi.
Personalmente scrissi un racconto di sf che, però, si sviluppò eccessivamente, tanto da diventare inaccettabile per l'antologia - e che, opportunamente sistemato finì nell'ALIA autori italiani del 2008 - e in sostituzione questo. Un racconto fantastico ma non fantascientifico, nato da un incontro su un autobus che mi diede non poco da pensare. Buona lettura a tutti.
Un calco e un divertissement molto evidentemente ispirato a Mr. Stevenson e al suo notissimo Dr. Jeckyll e Mr. Hyde. Un racconto che fu utilizzato dall'ottimo Franco Pezzini per introdurre il suo articolo sulla letteratura vittoriana apparso su Carmilla, «Victoriana».
Pubblicato su Fata Morgana 11, Musica, note, pause, silenzi, fu in realtà scritto molto tempo prima, all'inizio del nuovo secolo, come semplice scherzo letterario. Probabilmente ciò che mosse la mia fantasia fu la capacità misteriosa di un pezzo banale di perseguitare a lungo e senza pietà la mia povera mente.
Un racconto al quale mi sono affezionato col tempo e che spero qualcuno abbia voglia di leggere.
Autocombustione
25.03.2013
Un
racconto nato da un momento di spleen, da una visione o forse da una sensazione. Uscito su LN 50, estate
2009, un paio di mesi prima del mio personale “accidente”. Un po'
diverso dai miei soliti racconti, se non altro perché (forse) esiste
qualcosa che porta la responsabilità dei morti. La breve prefazione
che segue è apparsa a suo tempo in apertura del racconto.
Capita
di dire di essere sprofondati in un libro. Di essere stati
trasportati altrove o rubati alla realtà. Persino di essersi
bruciati il cervello per comprenderlo. Da una parte noi – attivi,
vivaci, attenti – dall'altra parte il libro: passivo, silenzioso,
disponibile. Ecco: il libro di questo racconto è soltanto un po'
meno passivo dei suoi confratelli. Decisamente meno disponibile.
Ha probabilmente un lungo, lunghissimo passato e un futuro oscuro e
terribile. Si può tentare di leggerlo, certo, ma le conseguenze
possono essere davvero impreviste… Anche se non potrete comunque
dire che la lettura non vi ha fatto sudare…
Natura morta con libro
21.02.2013
Questo non è un racconto fantastico.
Non
che sia poi importante, dirlo, ma da uno che normalmente perde tempo e
fatica nell'incolonnare righe su misteriose ombre o su un lontano
futuro, ci si aspetta più o meno un piatto del giorno non troppo diverso
dal solito.
Non
è un racconto fantastico, non ci sono spettri né alieni, ma c'è un tipo
di mistero - le bizzarre, imprevedibili contorsioni di una vita
altrimenti normale - che non può non interessare anche un autore di
fantastico. E un libraio, dal momento che si parla di autori, libri,
best-seller e affannose corse a inseguire l'autore del giorno.
Questo racconto fu pubblicato per la prima volta su LN-LibriNuovi 42 del maggio 2007.
Rumore bianco
26.01.2013
Un
racconto relativamente recente - pubblicato su Fata Morgana 9, «Età,
tempo, passaggi, oblio». La presentazione che scrissi allora era: «Massimo
Citi, con frequenza non ancora allarmante, scrive racconti contorti e
enigmatici come questo. Se qualcuno gli chiede: “cos'hai voluto dire?”
balbetta qualcosa di oscuro e, appena possibile, si dà alla fuga.
L'unica spiegazione è che certe storie vengono, ti attraversano e se ne
vanno senza lasciare messaggi né recapiti. Probabilmente continuano a
esistere da qualche parte». Una buon presentazione, direi, anche se infiltrata da un po' di baricconismo
nella seconda parte. La realtà è che il titolo «Rumore bianco» mi
perseguita da anni e anni e ho tentato di appiccicarlo a una mezza
dozzina di racconti. Per il momento l'ho appiccicato a questo, ma se ne
scrivo uno più adatto questo diventerà «Perdere la voce» o qualcosa del
genere.Buona lettura.
In attesa.
06.11.2012
Un racconto, scritto nel 1999 e pubblicato nel 2001 su Fata Morgana 4, «Nuvole». Un racconto... beh, diciamo di sf, sottogenere catastrofico, tanto per sgombrare il campo, anche se inevitabilmente un po' ballardiano nell'approccio e nella storia raccontata. Nato da un frammento mal ricordato di una vecchissima canzone (1971) scritta da un gruppo praticamente sconosciuto e tratto da un album dal nome profondamente suggestivo (per me): «Alpha Ralpha Boulevard». Nel brano qualcuno cantava: «... E rido con i miei cani / ebbro di felicità...»
L'orologio della torre fa tic-tac
01.12.2012
Altro
«racconto perduto», scritto una prima volta nel 1990 e poi dimenticato.
Poi rivisto e riscritto nel 1998 per essere pubblicato - sotto
pseudonimo - in Fata Morgana 2 / Bugie.
Come molti debbo ammettere che i manichini mi creano una curiosa sensazione di disagio, nata da quando, poco più che seienne, accompagnavo mia madre nelle sue semieterne spedizioni in un «Grande Magazzino», con il nome doverosamente semifascista utilizzato come un neologismo invecchiato.
Come molti debbo ammettere che i manichini mi creano una curiosa sensazione di disagio, nata da quando, poco più che seienne, accompagnavo mia madre nelle sue semieterne spedizioni in un «Grande Magazzino», con il nome doverosamente semifascista utilizzato come un neologismo invecchiato.
Non a caso il «Centro commerciale» di questo racconto ha un nome come «GM», facilmente decodificabile.
Di racconti con i manichini in qualità di deuterogonista o di antagonisti ne ho letti più d'uno e ricordo persino, un po' vagamente, una puntata della serie TV de «Ai confini della realtà».
I «miei» hanno la sola caratteristica distintiva di non apprezzare particolarmente il silenzio e il buio di un sotterraneo.
E di non amare il management postmoderno.
Cinnamomo
18.10.2012
La betulla
02.10.2012
Morire in Africa
24.07.2012
Semplici inquilini
10.07.2012
Un racconto piuttosto vecchio, più o meno risalente al natale 2000.
Corteccia
Di racconti con i manichini in qualità di deuterogonista o di antagonisti ne ho letti più d'uno e ricordo persino, un po' vagamente, una puntata della serie TV de «Ai confini della realtà».
I «miei» hanno la sola caratteristica distintiva di non apprezzare particolarmente il silenzio e il buio di un sotterraneo.
E di non amare il management postmoderno.
Cinnamomo
18.10.2012
Un racconto datato 1993, cioé quasi vent'anni fa.
Scritto
quasi per scherzo, come una sfida a imitare i maestri del gotico,
«citando» l'ambientazione cara a M.R.James, Arthur Machen o
R.L.Stevenson. Quindi la Gran Bretagna della fine del XIX secolo, quindi
un avvocato, un praticante, un ufficiale reduce dall'India, un pastore e
una giovane popolana. E un fantasma, naturalmente. Non ho potuto
dimenticare, tuttavia, né i miei tempi né il mio temperamento né un
certo - per me inatteso - gusto romantico. Così la mia storia è sì
perfettamente «regolare», tanto da poter forse piacere persino a un fan
del gotico come Franco Pezzini, ma con una chiusa imprevedibile.
Buona lettura a tutti.
La betulla
02.10.2012
Un
racconto scritto nel 1990, ripescato in un'oscura latebra del pc,
sicuramente ripreso e più volte trasportato negli ultimi tre o quattro
computer che si sono succeduti sulla mia scrivania. Ripescato dalla
(mia) memoria nei giorni trascorsi a ridipingere la balconata,
guardando, in giardino, una grossa betulla.
Catalogabile
come horror - suppongo -, anche se poverissimo di sangue ed interiora.
Il racconto di un semplice incidente, in apparenza, narrato da chi non
ha nessuna intenzione di provare a ipotizzare qualcosa di più e di
terribilmente diverso. In fondo, un incidente è un incidente, nulla di
più. Anche se i lettori possono, forse giustamente, scorgere in esso
qualcosa di inatteso e agghiacciante.
31.08.2012
Un racconto relativamente recente, questa volta. Uscito nel 2007 nell'antologia Tutto il nero del Piemonte,
edizioni Noubs, e pubblicato in compagnia, tra gli altri, di Danilo
Arona, Fulvio Gatti, Elvezio Sciallis, Davide Mana, Silvia Treves e
Alessandro Defilippi.
Una
storia nata da un breve momento di smarrimento nel parcheggio del
Lingotto, molto prosaicamente mentre andavamo a fare la spesa. Buffo
come possono nascere certe storie. L'antologia ebbe comunque una certa
risonanza anche se, purtroppo, fu parzialmente danneggiata da
un'impaginazione errata, con una «errata corrige» perlomeno
sorprendente. D'altro canto chi non fa, non falla, anche nel campo degli
editori.
Buona lettura.
24.07.2012
L'ho pubblicato sotto pseudonimo su Fata
Morgana 4, dicembre 2001, ed è nato da un ricordo personale. Un amico
di mio padre, partito per l'Africa, sopravvissuto rocambolescamente alla
guerra civile in Congo e ammalatosi di silicosi. Ritornato a morire in
Italia e a lungo sopravvissuto, senza più desideri né speranze. Alto,
abbronzato, gentile e generoso, gli occhi protetti o nascosti da
occhiali da sole a specchio, un fazzoletto bianco dove tossiva fino a
sfinirsi. Aveva scelto di morire in Africa. Il suo nome non era né Luigi
né Amerigo, me lo ricordo. La sua morte, troppo a lungo attesa, è alla
fine giunta. Ma tardi, troppo tardi.
Dal suo ricordo è nato un racconto per molti versi curioso, un racconto surreale lentamente scandito dalla fatica di morire e da lenti, vischiosi ricordi.
Semplici inquilini
10.07.2012
Un
racconto degli anni '90, nato per una sorta di sfida o di scommessa.
Scegliere un punto di vista improbabile o assurdo per raccontare una
storia per altri versi del tutto normale. Accettai la sfida e produssi
il racconto per il natale del '97. Un racconto un po' strano,
probabilmente leggermente più angoscioso di quanto possa sembrare a
raccontare la storia in poche parole.
O almeno così mi è parso rileggendolo.
Buona lettura a tutti.
11.06.2012
Un racconto piuttosto vecchio, più o meno risalente al natale 2000.
Basato sull'incontro / contrapposizione
tra due voci narranti, l'una di una domestica a ore di problematica
discrezione e fedeltà, la seconda di una creatura lunare e misteriosa,
tanto da creare più di un dubbio sulla sua salute mentale.
E il racconto potrebbe essere tutto qui.
Il racconto di una domestica che un bel giorno scopre che la propria
datrice di lavoro ha definitivamente dato i numeri ed è scomparsa.
Da un certo punto di vista, infatti, è proprio così.
Ma ci sono le parole lasciate dalla nostra curiosa ninfa lunare. Ciò che accade alle piante. I disegni. Gli appunti.
Tanto piccolissimi indizi che conducono lontano. Verso l'oscurità, verso l'Ombra.
...
Sinceramente non ho mai stabilito se si
tratta di un racconto sufficientemente riuscito o di un tentativo
patetico. L'ho pubblicato anche su LN, nel numero 2.10, scoprendo, con
una certa sorpresa che in quanto autore non ho realmente preso posizione
e che, in fondo, mi sono garbatamente fatto beffe di tutti i
personaggi. Il che non è bene ed è una tecnica di narrazione che non
utilizzo quasi mai.
Ma forse l'apparente celia nasconde un
filo di paura, quella che deve aver provato la sottil creatura. Forse è
sufficiente spingere appena più in là la vostra immaginazione.
A voi decidere...
A voi decidere...
23.05.2012
Un
racconto di una lunghezza non eccessiva che spero venga letto e
gradito. Fa parte di una raccolta mai pubblicata, se non in un'unica
copia per mia moglie. Faceva infatti parte di una serie di 7 o 8
racconti che le ho scritto tra l'inizio e la fine degli anni '90,
accomunati dal particolare di essere tutti basati su una presenza in
qualche modo soprannaturale. Si tratta di fantasmi, per dirlo alla vecchia maniera, di revenants, di ossessioni, di incubi, di pericolose fissazioni.
In questo caso il revenant ha una forma davvero imprevista.
19.04.2012
Semplicemente
perché era un filino troppo lungo per LN e troppo breve o forse non
abbastanza fantastico per ALIA. O anche, semplicemente, perché non mi
ricordavo più nemmeno di averlo scritto.
Può capitare.
È nato
per esemplificare l'assunto che il vero fantastico nasce
dall'equilibrio perfetto tra il reale e il meraviglioso - come sostiene
Todorov - e che quindi un racconto fantastico non deve fornire una
spiegazione aderente a ciò che vi avviene ma rimandare a un quadro più
ampio dove sia possibile avanzare un'interpretazione che non possa però
essere in alcun modo provata.
Mi
rendo conto che non si può scrivere un racconto per illustrare una
convinzione o dichiarare un assioma, meno che mai in campo narrativo. Ed
è probabilmente questo il motivo per il quale Una vecchia giga non ha mai trovato una pubblicazione.
Riletto a vent'anni e più di distanza mi pare ancora leggibile.
Piccola
nota, il mio personale comportamento nei confronti delle donne è sempre
stato piuttosto diverso da quello del protagonista.
La luna sulla scrivania
27.03.2012
Probabilmente
no, ma sono tempi difficili, tempi di lavoro esagerato, affannato, di
improvvisi scatti di nervi, penose consultazioni con il commercialista,
trattative interminabili con chi verrà dopo di noi, libri da eliminare,
da regalare, da smaltire in qualche modo, accordi con chi deve portarsi
via mobili, computer e altri impedimenta. Il risultato è che non ho il
tempo né la testa per scrivere sul blog. D'altro canto, frugando tra le
antichità della libreria - incredibile la quantità di carte d'ogni
genere che si ritrovano su scaffali dimenticati o in fondo a un cassetto
- saltano fuori testi pubblicati e poi perduti. Un collected paper collettivo di tutti coloro che nel tempo hanno collaborato con noi.
Inevitabile
che tra tutti ci siano anche testi miei, sia pure pubblicati
rigorosamente sotto pseudonimo, e fatale che i lettori di questo blog si
trovino ad avere la possibilità di leggere questi brevi testi.
La luna sulla scrivania
è un racconto di tipo calviniano - nel senso di ispirazione, non certo
di qualità - pubblicato su Fata Morgana 1, della quale abbiamo ritrovato
una scatola in un corridoio del sotterraneo. Riletto oggi, direi che
rappresenta bene i miei sentimenti nei confronti dei «meneggment» che
infesta questo disgraziato paese.
Nulla
di violento, sia chiaro, e probabilmente, in ultima analisi,
un'ammissione di impotenza, ma anche una certa allegra, maligna
soddisfazione.
Buona lettura.
10.03.2012
Un vecchio racconto, ripescato casualmente in un dischetto mentre controllavo che diavolo ci fosse su una trentina di dischetti 3,5", ripescati in una scatola dimenticata sotto uno scaffale.
Ho
aperto «GraMeMec» senza sapere che diavolo fosse e mi sono trovato
davanti questo racconto, pubblicato, credo, in un LN della prima serie, a
circolazione limitata ai soli soci della CS. Pubblicato sotto
pseudonimo, per evitare commenti e giudizi da parte dei soci. Rivisto a
vent'anni di distanza non mi è sembrato poi così orrendo o
impubblicabile. Oltre tutto pubblicandolo sul blog evito di riperderlo.
Rileggendolo
mi è tornato in mente com'è nato: una scommessa fatta con un amico nel
tentare di scrivere un racconto su un tema molto banale, come la
quantità di ombrelli dimenticati in libreria. Scommessa che non saprei dire se vinta o meno. Comunque sia, buona lettura a tutti.
Scatola nera
Figurine
Un racconto breve, pubblicato nel 2003, mio ma allora apparso a firma Giulio Artusi nell'antologia Fata Morgana 2.
Nulla di che, anche se è un racconto di sf. Ma di un genere davvero particolare. A cominciare dal nome del protagonista, un anagramma facilissimo...
L'ultimo giorno dell'invasione
Mi è venuto in mente di pubblicare nel blog questo racconto perché, per quanto a suo tempo sia piaciuto molto poco, continua ad essere uno dei miei preferiti. E poi mi sembra adeguato alla data e al momento... Scritto nel 1997 ha oggi la curiosa caratteristica di essere un racconto di sf al passato, una specie di futuro anteriore, in sostanza.
Un racconto comunque, a ripensarci, piuttosto amaro.
Elmer...
Questo
racconto è apparso a suo tempo su LN-LibriNuovi, numero 3 dell'estate
1997. In coda al fascicolo, com'era antica tradizione della rivista. Non
è un racconto serio, sia chiaro, ma un semplice gioco nato dagli
esercizi sui tempi verbali nati nel seminario (autogestito) di scrittura
creativa che si teneva nei locali della libreria.
Più che una celebrazione del sottoscritto ha la funzione di ricordare altri momenti ed altri tempi. Momenti felici, non è vero Roberto?
Buona lettura a tutti.
Più che una celebrazione del sottoscritto ha la funzione di ricordare altri momenti ed altri tempi. Momenti felici, non è vero Roberto?
Buona lettura a tutti.
Scatola nera
Un racconto piuttosto breve. Di sf, a voler esagerare.
Nulla di che, ma può comunque vantare una bella trombatura al concorso per i racconti indetto qualche anno fa da Delos.
Tra me e i concorsi per racconti non corre troppo buon sangue, evidentemente.
Dev'essere colpa mia, ovviamente.
Nulla di che, ma può comunque vantare una bella trombatura al concorso per i racconti indetto qualche anno fa da Delos.
Tra me e i concorsi per racconti non corre troppo buon sangue, evidentemente.
Dev'essere colpa mia, ovviamente.
Figurine
Un racconto breve, pubblicato nel 2003, mio ma allora apparso a firma Giulio Artusi nell'antologia Fata Morgana 2.
Nulla di che, anche se è un racconto di sf. Ma di un genere davvero particolare. A cominciare dal nome del protagonista, un anagramma facilissimo...
Buona lettura!
L'ultimo giorno dell'invasione
Mi è venuto in mente di pubblicare nel blog questo racconto perché, per quanto a suo tempo sia piaciuto molto poco, continua ad essere uno dei miei preferiti. E poi mi sembra adeguato alla data e al momento... Scritto nel 1997 ha oggi la curiosa caratteristica di essere un racconto di sf al passato, una specie di futuro anteriore, in sostanza.
Un racconto comunque, a ripensarci, piuttosto amaro.
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