Sono messo malissimo a tempo. Non sto nemmeno a rispiegare perché, tanto siete tutti svegli e sapete perché. Avevo pensato di recensire un libro "enigmatico" ma non ho avuto mai il tempo e soprattutto la testa per farlo. Quindi torniamo alla musica, per questa settimana.
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Il clarinetto basso è quello strumento che, soprattutto nella prima metà del secolo scorso aveva il compito di introdurre nelle colonne sonore, possibilmente con una scala discendente, l'avvicinarsi di un mostro e/o di qualcosa di terrificante, inatteso, terribile, orribile ecc. ecc.
Il clarinetto basso, o clarone, non ha mai avuto una vita facile, anche perché con il suo suono nasale, profondo, legnoso e lento sembrava lo strumento meno adatto all'utilizzo nel jazz. Poi è arrivato Eric Dolphy, collaboratore tra gli altri di Charles Mingus e di John Coltrane a dimostrare che con il clarone si poteva fare praticamente tutto.
L'ho conosciuto in quanto flautista di talento ma mi è rimasto in mente proprio per il suo sgraziato, goffo e terrificante strumento, da lui divinamente suonato.
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