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–
Ci sono notizie?
Harvaiun,
il syerdwin, si inchina accompagnando il movimento con un ampio
cerchio del braccio. – Nessuna, mio signore.
Kwister
di Lö soppesa per un secondo il volume che sta leggendo, una
raccolta di odi in lode e gloria di un antenato dell'attuale Re,
Artamiro, e con un gesto di stizza lo scaglia contro il messaggero.
Quest'ultimo si abbassa con prontezza per evitarlo e, ancora chino,
corre a recuperarlo.
– Puoi anche tenertelo quel libro, serpe. Mi sai spiegare cosa
stanno facendo i tuoi compari nella Selva di Canddermyn? Raccolgono
mirtilli e fragoline?
–
Non ci piace la frutta di bosco. – Puntualizza il Syerdwin.
–
Attento, Harvaiun, alle mie spalle c'è un'intera biblioteca…
Il
Syerdwin fa un rapido cenno di assenso e inghiotte a vuoto. – Credo
che abbiano incontrato qualcuno… nella selva. In fondo anche Klog
il Boldhovin non sembra sia mai arrivato all'accampamento di Re
Barstodesh. La magia di Sealghan è molto potente e la selva è
stregata, Signore. Essa era dominio del gran Mago Kerfilluan, al cui
confronto anche Tiatikenn è solo un praticante.
–
La tua gente non è paurosa, vero Harvaiun?
Il
syerdwin ride, producendo un lamento singhiozzante che fa aggrottare
la fronte al Lupo-Drago.
–
Si ritiene comunemente che siamo noi una delle principali fonti di
paura nel grande cerchio del mondo. Ma anche noi siamo fatti di carne
e sangue, come tutti…
Kwister
si appoggia col palmo della mano aperta sullo scranno e inclina la
testa. – Ho i miei dubbi. In sostanza, secondo te, eventuali
staffette di re Bartsodesh sarebbero fuggite a gambe levate alla
vista dei tuoi… o meglio senza neppure averli veduti, visto che che
camminano in compagnia dell'Invisibile. Non vi è nulla che ti suoni
strano in tutto ciò?
Harvaiun
sorride, un largo sorriso aperto sulla gola nera. – Questo è vero,
mio signore… Un buon mago può averli visti, non c'è dubbio, ed
aver loro tolto la protezione dell'Invisibile, un mago almeno
altrettanto potente di Tiatikenn, tuttavia.
Kwister
ed Harvaiun lasciano che i loro sguardi si incontrino ed il
Lupo-drago scopre leggermente i canini con uno sbuffo, che il
Syerdwin interpreta come un tacito giudizio verso l'Arcimago.
–
Come sempre parlare con voialtri non serve ad altro che a riempirsi
la mente ed il cuore di presagi, dubbi senza costrutto e malanimo. –
Il Duca si alza in piedi di scatto in tutta la sua statura ursina e
sbadiglia. – In quanto a Klog sarà da qualche parte del bosco a
zufolare, in compagnia di Fate ed Erbani. Tutto ciò dimostra solo
che i brillanti piani di Tiatikenn sortiscono solo confusione ed
esitazioni colpevoli. Vattene, Harvaiun, vai a mangiare il tuo pesce
crudo.
Il
Syerdwin non si fa ripetere l'invito due volte ed infila l'uscita
della tenda dopo un ultimo, profondissimo inchino, salutato da un
lieve ringhio del Duca di Lö.
Egli
esita ancora per qualche minuto, cinge la sua spada, afferra il suo
elmo , appartenuto al grande Orrtha, il Reggitore di Therrelise, ed
esce a sua volta, diretto alla grande tenda di Re Artamiro.
–
Magnifico Duca di Lö, è un immenso piacere incontrarla!
Kwister
abbassa lo sguardo per scorgere l'autore di quel saluto così
cortigiano e riconosce, a più di un braccio dai suoi occhi la
piccola figura di Ant'Kisiel, primo Consigliere e Gran Siniscalco di
Re Artamiro.
–
Buongiorno a voi, Siniscalco. – Il Duca, per nulla amante delle
finezze da cortigiani e cresciuto nel rarefatto silenzio della corte
di Ruthen e Lö, esita lo stretto necessario per il saluto ed entra
risolutamente nella tenda, seguito da presso da Ant'Kisiel.
Re
Artamiro sta dedicandosi ad uno dei suoi svaghi preferiti: il duello
tra animali, in qusto caso due enormi mastini tenuti alla catena da
due gu'hijirr semiparalizzati dalla paura. Il suo ingresso non è
neppure notato dal Re, affascinato dalla vista del sangue che sgorga
copioso dalle ferite dei due animali.
Kwister
di Lö si ferma al limite del cerchio formato dai cortigiani che
strepitano ed incitano a gran voce i due mastini. Uno dei due, dal
pelo più chiaro, con il passare dei minuti sembra avere la peggio
nello scontro e reagisce con sempre minor vigore agli attacchi
dell'altro, un animale dal pelo scuro come la notte, esaltato dal
rumore e dalle urla dei presenti.
Il
Re è un uomo sulla quarantina, dalle labbra sottili, gli zigomi
fortemente sporgenti, il viso attraversato da profonde rughe che
regalano al suo viso una ventina d'anni in più e racchiudono occhi
nerissimi e profondamente infossati., La bocca è piegata in una
perenne smorfia, ricordo del tentativo di ucciderlo del traditore
Jere Enwu, una ventina di anni prima.
Egli
osserva con attenzione ipnotica l'animale più vecchio che si
trascina ai piedi del Gu'hijirr, costretto anch'egli a rinculare per
evitare gli assalti dell'altro animale. Re Artamiro trova
particolarmente soddisfacenti i suoi duelli quando qualcuno dei suoi
animali, ancora in preda al furore, attacca i suoi cortigiani o un
membro della servitù. Kwister si guarda intorno e nota che non vi
sono uomini d'armi presenti, pronti ad intervenire e ringhia piano.
Il re definisce quegli episodi "scherzi" e riempie di
denaro le sue vittime o, in qualche occasione, vedove ed orfani.
Un
urlo emesso da uno dei due mastini interrompe i suoi pensieri: il
Gu'hijirr ha dovuto colpire con la catena l'animale scuro che l'aveva
morso e che ora, acquattato e pronto al balzo, sta per attaccarlo.
Paralizzato, il servo lo guarda, arretrando lentamente e trascinando
con sé il corpo dell'altro mastino, che lascia sulla stuoia stesa
per terra un'ampia scia di sangue. Il re sorride leggermente e fa un
gesto al secondo gu'hijirr che libera l'animale dalla sua catena. Il
balenare rapido dell'acciaio interrompe il volo del mastino verso la
sua prossima vittima, caduta in ginocchio, con le mani incrociate sul
volto. Il corpo dell'animale, decapitato, cade ai piedi del Duca
Lupo-Drago, mentre la testa rotola fino ai piedi del re che la guarda
con disgusto.
–
Povera bestia. – Mormora Kwister, pulendo la spada nell'orlo del
mantello.
–
Splendido, magnifico, Duca! Voi certo avete il talento dello
spettacolo con il finale a sorpresa. – Artamiro lo applaude e fa un
piccolo gesto del capo, ad esprimere ammirazione ed insieme sottile
scherno, applauso al quale si uniscono subito i suoi cortigiani.
–
Sono un Lupo, Re Artamiro, ed non amo il sangue sparso inutilmente. –
Risponde il Duca di Lö con voce cupa.
–
Siete antico, caro Duca. È antica la vostra gente e sono antichi i
vostri costumi. È forse questo che vi rende così tetro, così poco
amante della buona compagnia e del divertimento?
Kwister
si china a raccogliere la testa del mastino che un cortigiano, con un
calcio, ha allontanato dai piedi del re. – In altri tempi, tempi
più antichi, anche gli uomini avrebbero trovato inutilmente crudele
tutto questo. – Il Lupo-drago alza fino all'altezza dei suoi occhi
il cranio del mastino, lasciando che il sangue dell'animale scorra
sul metallo della sua armatura. I cortigiani guardano con
raccapriccio la scena, allontanandosi da lui. Il duca ride: – Non
ho appetito in questo momento, signori, non temete. Voglio solo
dimostrarvi che io, come tutti quelli della mia razza, non temo il
sangue come voi, uomini. Esso non ha per me l'oscuro e morboso senso
che ha per voi, quello che vi spinge a spargerlo per sfidare l'Ultima
Notte. Se questo è il vostro divertimento, tenete: giocate! – Con
un movimento improvviso il Duca di Lö getta la testa del mastino in
mezzo al gruppo di cortigiani che fuggono inorriditi.
Re
Artamiro osserva la scena a braccia conserte, sorridendo. Poi fa un
cenno ad Ant'Kisiel che fa uscire tutti dalla tenda.
–
Penso che aveste altro da dirmi , Duca, oltre ad insegnarmi l'etica
dei Lupi-drago.
–
Sì, Re Artamiro. Voglio informarvi che le spie da noi inviate
nell'accampamento di re Bartsodesh non sono giunte a destinazione.
Qualcosa o qualcuno ha impedito loro di uscire dalla Selva di
Canddermyn.
Il
re si siede sul suo alto scranno accarezzandosi una tempia con un
lento movimento circolare. – Avete qualche proposta da fare per
raggiungere lo stesso risultato, Duca?
–
I nostri ed i loro maghi si annullano a vicenda. Ritengo di lasciarli
continuare a giocare tra loro e di inviare sul luogo alcuni che
abbiano buona vista e buone orecchie. Dovranno fare il giro più
largo, attraversando le paludi del Defin, ma potranno mischiarsi con
coloro che portano cibi e bevande all'esercito di Re Bartsodesh,
provenendo da Fulleren e da Kroto.
–
Avete già le persone giuste?
Kwister
esita per un istante. – Ho le persone giuste per almeno due
missioni. Quali devo scegliere?
–
Ma è ovvio, caro Duca di Lö. Sono preferibili coloro che sanno
muovere meglio un pugnale nell'ombra e con parole di miele guadagnare
la fiducia degli intimi del nostro nemico. Preferiamo coloro che
temono la rudezza dello scontro aperto e, veri artisti, prediligono
la sottile arte dell'agguato, del tranello e dell'insidia. Gli
splendidi artigiani ed orafi della lusinga e della cortese piaggeria.
Non è ovvio?
Kwister
inclina la testa da un lato per guardare con maggior attenzione
l'autore di quella frase. – In questo caso, Siniscalco, io credo
che voi dovreste essere messo a capo di tale meritevole centuria, se
non altro per i meriti acquisiti presso questa corte.
Ant'Kisìel
non cessa di sorridere cortesemente ma il suo sguardo si congela
all'improvviso, come colpito da un incantesimo di Lungo Inverno.
Re
Artamiro ride. – Servito, Ant'Kisìel. Ormai dovresti sapere che è
meglio non "recare torce all'incendiario", come dice un
vecchio detto di Runnegar. – Poi rivolto al Duca: – Provvedete
nei modi indicati dal mio siniscalco. In fondo se Re Bartsodesh ed i
suoi migliori comandanti fanno una triste fine avremo evitato una
strage ed i soldati, nostri e loro, avranno motivo di rallegrarsi.
Non è vero?
– Non
c'è allegria senza onore. – Dice a mezza voce il Duca, dando
l'impressione di parlare con se stesso e con uno scatto secco del
capo si accomiata dal re.
–
Ubbidirà? – Chiede con un sussurro il siniscalco di Re Artamiro,
non appena sono trascorsi alcuni momenti.
–
Rassicurati, Ant'Kisìel. Il duca di Lö sarebbe felice di vedere il
colore delle nostre budella anche subito, ma il patto stretto dalla
sua Marrak lo vincola a servirci. Non è divertente? Il senso
dell'onore che lo porta ad odiarci è anche la catena che lo lega ai
nostri destini.
–
Orsi e lupi finiscono sempre per ribellarsi alla catena e anche
quando sembrano vinti è solo per preparare le loro energie
all'assalto finale. – Sentenzia il siniscalco.
Il
re annuisce. – Non sono così pazzo di fidarmi solo dell'onore di
Kwister, anche se questo è una garanzia quasi assoluta. Un
incantesimo contenuto nel medaglione che porta al collo, il Collare
di Therrelise, permette a Siah Teh, il negromante Syerdwin, di vedere
ciò che vedono gli occhi del duca ed udire le parole che egli dice
ed ascolta. Siah Teh ha l'ordine di guardare e riferire solo a me,
nel caso vedesse o udisse qualcosa di strano. Questa doppia sicurezza
mi rasserena, caro Ant'Kisìel e mi permette di prevedere il momento
nel quale potrò privarmi anche dei servigi del nostro buon Duca.
Il
re ride, ed alla sua risata si unisce il suo siniscalco. Chi passa in
quel momento accanto alla sua tenda rabbrividisce, guarda il cielo
basso ed ingombro di nubi del colore del ferro non battuto e tira
dritto allungando il passo.
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