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LA
STORIA DI TEARDRAET, IL NON-CAMBIATO E DI ESS TAMESIUN
«Erano
altri tempi, quelli, cara Debah. Gli uomini erano pochi e vivevano
nei loro piccoli villaggi nelle valli dei Monti del Branzh, oltre il
Grande Dorso. La Terre interne erano dei Lupi-Drago e le coste e le
isole dei Syerdwin, come era stato fin dal mattino del Mondo, dopo
l'Ultima Notte degli Antichi Primi.
Regnavano
in quei giorni Albe degli Ulrhin sui Lupi-Drago ed Ess Tamesiun sul
popolo dei Syerdwin. Li hai almeno già sentiti questi nomi? Sì?
Meno male. Non erano molti i motivi di contrasto nel mondo di allora,
ma i due popoli non si amavano: troppo diversi, troppo strani gli uni
per gli altri e così per farlo esplodere bastarono solo pochi
pretesti. Fu una guerra lunghissima e senza pietà, combattuta in
ogni angolo illuminato e nascosto dell'ampia curva del mondo, senza
che nessuno ottenesse un vantaggio decisivo. I soldati ed i cavalieri
di Ess Tamesiun entravano coraggiosamente nelle piane e nelle foreste
dei Lupi-Drago, ma, lontani dalle loro acque soffrivano. Dal canto
suo l'esercito di Albe degli Ulrhin portava la guerra fino al limite
del mare e sulle isole, ma non riusciva poi a difendere le sue nuove
conquiste.
Dopo
anni di guerra nessuno ricordava neppure il motivo per il quale essa
era cominciata, ma i due popoli, come cieche formiche, non cessavano
di combattersi sulle terre e sui mari, coinvolgendo anche gli altri
popoli del mondo.
In
quella guerra voi syerdwin avevate uno svantaggio che non avevano i
vostri avversari: il Cambiamento. I migliori generali e ufficiali, i
più generosi combattenti quando Cambiavano non erano più
utilizzabili per la guerra e dovevano essere sostituiti con individui
senza esperienza. Tu certo saprai che gli Spettri del Acque del
Crepuscolo hanno un diverso giudizio del Mondo, rispetto a voi
Syerdwin e, a dirla francamente, anche allora se la ridevano dei
vostri affari e della vostra guerra, come se non ci fosse il legame
del Cambiamento ad unirvi.
In
un momento molto grave della guerra, quando Albe era giunto a cingere
d'assedio la vostra capitale: Dharlemhiun, la Corona d'Acqua,
Teardraet, Conte-Mago di Baran e di Verhima, propose al re ed ai suoi
ministri di fare uso del filtro da lui inventato, che impediva il
Cambiamento.
Il
Ministro di Casa Reale di Re Ess Tamesiun, Krenn Visadhiun, si mostrò
inorridito di quell'idea e propose al Re di far arrestare l'empio, ma
re Ess, duramente provato da quella guerra infinita, pur rigettando
l'idea del Conte-Mago non trovò il coraggio per far arrestare
Teardraet.
Questi
nel frattempo sobillava i nobili di Dharlemhiun, giungendo al punto
di vantarsi di essere lui stesso un Moeld, cosa che gli garantiva una
vita quasi eterna ed un potere altrettanto eterno. I Lupi-Drago si
accampavano da vincitori sulle vostre terre, allora, e Re Ess non
poteva fare altro che guardarli dall'alto delle torri di Dharlemhiun
ed ascoltare ogni giorno altre notizie sulle loro scorrerie e sulle
loro vittorie.
Quando
il pugnale di un sicario uccise durante la cerimonia della Marea
Krenn Visadhiun, la situazione era diventata tale da permettere a
Teardraet di condurre in porto i suoi piani. Divenuto il Ministro del
Re al posto di Krenn spinse con la lusinga o l'inganno tutti gli
ufficiali ed i nobili di Re Ess a bere il suo intruglio,
trasformandoli in Moeld. Il solo re si rifiutò di bere, ma le sue
condizioni di salute, che peggioravano di giorno in giorno, non gli
permisero di opporsi al potere del suo nuovo Ministro.
Il
popolo rumoreggiava spaventato dalle voci che circondavano la corte
di Re Ess ed il Conte-Mago e gli stessi Spettri venivano sempre più
spesso ad interrompere le Cerimonie della Marea per cantare le loro
ragioni.
"Se
noi moriremo tutti, come potrete voi sopravvivere?" Diceva loro
Teardraet, ma quelli scuotevano il capo bianco e nero e cantavano
altre canzoni, che nessuno dei Syerdwin aveva mai udito, canzoni che
terrorizzavano la tua gente, ma non Teardraet, che come una polena di
nave fissava le acque con un sorriso immobile.
Quando
un giorno i Lupi-Drago, colpiti da uno strano morbo che allignava
solo sulle isole, levarono l'assedio, Teardraet fece circolare la
voce che il morbo che aveva sconfitto Albe ed i suoi era stato una
sua creazione, molti non vi credettero e una fazione, comandata dal
figlio di Re Ess, Larr Kudeliun, scacciò il Conte-Mago ed i Moeld da
Darlhemhiun.
Tornato
nelle sue terre, Teardraet, ricominciò a cospirare contro il
legittimo Sovrano dei Syerdwin, e la sua ribellione costò molte vite
e molto dolore, anche dopo che Larr Kudeliun e Albe degli Ulrhin
ebbero firmato la pace eterna tra Syerdwin e Lupi-Drago.
Quella
ferita non si è mai chiusa, cara Debah, e ancora adesso i Syerdwin
ricordano con orrore il nome di Teardraet, il non-Cambiato, e i canti
degli Spettri delle Acque del Crepuscolo, quei canti che nessuno ha
più dovuto udire.»
–
Vuoi dirmi, Diffy, che quel Teardraet è lo stesso che è entrato
mezz'ora fa nella Rocca?
–
La vuoi smettere di chiamarmi con quel nome così stupido? Certo. Il
Conte-Mago disse allora che rinunciare al cambiamento l'aveva reso
quasi eterno e così è stato.
Debah
guarda la civetta con una punta di diffidenza. – Il mio maestro non
mi ha mai detto una cosa simile, Difiduanna. Non è per caso che mi
stai raccontando un sacco di frottole?
L'indignazione
fa gonfiare le piume della civetta che volta la testa di scatto senza
ribattere.
–
…Difiduanna? – La chiama dopo un minuto Dama Maldanea, ormai
irrimediabilmente Debah. Nessuna risposta.
–
Difiduanna, non ti sei mica offesa? – La piccola civetta si scuote
con fastidio e non si volta.
–
Hai un cattivo carattere, Diffy. Sei permalosa e non hai nessun
pudore dei tuoi sentimenti, come dicono le mie dame di compagnia. E
poi cosa sarebbe venuto a fare qui T rovesciata, sempre che sia vera
tutta la storia che mi hai raccontato? Cosa può ancora combinare?
–
Dama Maldanea, siete lassù?
Debah
lancia uno sguardo alla porticina della torre ed ha un gesto di
stizza. – Ecco, vedi, adesso mi verranno a prendere e io non so
ancora come comportarmi con T rovesciata Eh, Diffy?
–
Dama Maldanea, scendete, vi prego, non fatemi salire le scale. Non è
una cosa per me. – Invoca la voce che l'ha chiamata.
–
Diffy, maledizione, vuoi parlarmi? Difiduanna, per la miseria! –
–
Non fate mostra dei vostri sentimenti, Dama Maldanea. – Le civette
non possono sorridere malignamente, ma qualcosa nello sguardo del
piccolo rapace notturno suggerisce quell'emozione quando finalmente
Difiduanna si volta verso di lei. – Stai in guardia, questo è
tutto. Io non so perché la tua famiglia lo abbia chiamato…
–
Dama Maldanea, il vostro comportamento è veramente crudele!
–
Ma sì, un attimo e scendo. Cosa dicevi Diffy?
–
… E se sia stata la tua famiglia. Ma non perdere una sola parola né
un solo gesto di Teardraet, se vuoi fare un servizio alla tua gente.
E adesso vai o finiranno per sfrattarmi dalla mia torre.
Dama
Maldanea fa un rapido cenno di intesa, con un'espressione
scherzosamente risoluta e si alza in piedi, scuotendo i fili di
paglia dal lungo abito. – Arrivederci Difiduanna, tornerò per
dirti cosa accade. Vengo, Dama Pascalina, non salite, i gradini sono
umidi.
–
Maldanea…– Dama Pascalina, abbigliata con un ampio abito di
velluto blu notte ed un alto turbante di color arancio fornito di due
prominenze appuntite sulla cima, cosa che la rende bizzarramente
simile ad un lupo-drago con la testa e le orecchie fasciate, la
guarda a bocca aperta e con le braccia spalancate. – …Ma in che
stato…
–
Ho qualcosa di strano? – Chiede Maldanea, abituata da tempo a
fingersi ingenuamente superficiale, atteggiamento che sembra sortire
i migliori risultati con la testarda pignoleria delle sue dame di
compagnia. Dama Pascalina non è certo la peggiore di loro, anzi,
ella è forse l'unica per la quale provi affetto, come per una zia un
po' intronata e di un'ineleganza quasi imbarazzante.
–
Come, come? Ma ragazza mia, sembra che tu ti sia rotolata nella
paglia.– L'anziana dama la guarda per un attimo con sospetto, ma
Maldanea ride. – Non ho ancora un amante, Pascalina, se è questo
che temi. E poi in quel caso dovrei la paglia sotto gli abiti e non…
–
Nel nome delle Maree, Maldanea, sii meno sfacciata! – La Dama è
arrossita, ma per un attimo un lampo di divertimento le ha
attraversato gli occhi. – Vieni con me, ora, devi indossare un
abito più adatto alle circostanze. Se sarai veloce e precisa non
dirò nulla della tua fuga alla Famiglia.
–
Che accade?
–
C'è un ospite di grande riguardo, un sovrano delle Isole Lontane. È
venuto il tuo Padre-Adulto in persona a cercarti nel tuo appartamento
e non sai che cosa ho dovuto raccontare per spiegare la tua assenza.
–
Come si chiama questo ospite, lo sai Pascalina?
La
Dama scuote la testa ed apre la porta dell'appartamento facendo cenno
a Maldanea di precederla.
–
Devi indossare l'abito verde scuro, con la redingote nera. Ed il
turbante floscio di raso nero.
–
Pascalina, non sopporto la redingote. Mi sembra di essere un cavallo
con il paraocchi. Ed il turbante tende a scivolarmi dalla testa
appena mi muovo…
–
È perché ti muovi troppo, Maldanea. Una Dama Syerdwin deve tenere
il collo ben eretto e rigido per mostrarne la delicatezza ed il
pallore ed insieme l'elegante curva della nuca.
–
Io preferisco l'abito da caccia, cara Pascalina.
L'anziana
dama la guarda inorridita. – Vuoi che il nostro ospite creda di
avere a che fare con una zotica? L'abito è qui, indossalo.
–
Il turbante, no, comunque. Preferisco indossare la coccarda color
senape con il velo di seta.
–
Ma il velo cade male sulla redingote… – Obietta Dama Pascalina.
–
Hai ragione. Indosserò l'abito grigio, allora
La
Dama si stringe nelle spalle e borbotta qualcosa tra sé. Nel
frattempo Maldanea si spoglia completamente per indossare il
sottoabito di cotone. "È un po' magra." Pensa la dama
guardandola aggirarsi per la stanza vestita solo del suo braccialetto
di corallo ed ambra. Maldanea le volta la schiena per aprire
l'armadio ed estrarne l'abito che vuole indossare.
La
pelle nera della schiena della giovane Syerdwin è lucida come seta e
dà una sensazione di vigore e salute. Dama Pascalina mentalmente la
confronta con la consistenza un po' dubbia della sua e scuote il
capo. Il Cambiamento non deve essere troppo lontano per lei, e la
cosa non la spaventa più come un tempo. E anche quello è un segno
degli anni che passano. Quando solleva nuovamente lo sguardo Maldanea
è di fronte a lei, pronta.
–
Non mi hai detto chi è l'ospite, Pascalina.
La
dama scuote il capo. – Il tuo Padre-Adulto non mi ritiene tanto
importante da mettermi al corrente della politica della famiglia.–
Nel tono di voce dell'anziana Syerdwin si riconosce una punta di
amarezza che spinge Maldanea ad accarezzarle una spalla con un gesto
quasi imbarazzato.
–
Te lo dirò io, Pascalina, allora.
Nella
Sala dei Colloqui gli altri membri della Famiglia la attendono
schierati su due ali intorno al Padre-Adulto, Conte Gast Wessiun, che
assiste al suo ingresso con malcelato disappunto. – Dama Maldanea,
il vostro ritardo ci ha messo in serio disagio. Il nostro ospite ha
atteso finora per incontrare l'intera Famiglia.
Maldanea
si inchina leggermente. – Perdonatemi, Padre-Adulto Wessiun,
perdonatemi cugini e fratelli. – I volti intorno a lei hanno
espressioni molto diverse. Le altre dame di compagnia ed molti membri
anziani della Famiglia la guardano con sussiegosa disapprovazione,
mentre i giovani, rigidi davanti a lei cercano di non sorridere.
–
Come sempre Dama Maldanea è riuscita a non passare inosservata ed a
far sentire molti dei presenti, me compreso, assai più vecchi e
noiosi del necessario. Prendete il vostro posto, Maldanea, e cercate
di non essere eccentrica come sempre. – Il conte fa un gesto verso
gli altri membri della Casa in livrea azzurra e grigia, i colori
della Famiglia. – Aprite le porte.
Dalla
sua posizione Maldanea può vedere agevolmente chi entra dalla porta
principale, ma Teardraet, un Syerdwin di bassa statura e dalla
carnagione stranamente scura, non sembra, almeno fisicamente,
all'altezza della sua sinistra fama.
Il
Padre-Adulto lo accoglie con una cortesia fredda e cerimoniosa, che
non riesce a nascondere completamente un certo impaccio. Maldanea
osserva la scena con attenzione e ben presto giunge ad una
conclusione singolare. Il conte Wessiun dimostra un vero e proprio
disgusto fisico verso il suo ospite, sia pur mascherato da ritegno.
Gli
altri membri della Famiglia sembrano altrettanto turbati e come lei
osservano la scena da rispettosa distanza. In quanto a Teardraet è
difficile capire se la cosa lo colpisca o meno. Egli ha modi quasi
timidi, una voce sussurrata e leggermente roca e non solleva lo
sguardo per guardare il Conte suo interlocutore.
–
Il conte-Mago Teardret si trova qui per incontrare Re Artamiro, e la
nostra ospitalità è un dovere verso il nostro re, Horr Vaiun, e
verso Re Artamiro. Vi prego di ricordarlo.
Non
si tratta precisamente di un benvenuto, ma evidentemente il
Padre-Adulto non si preoccupa dei sentimenti del loro ospite.
Il
lieve suono della campana tubolare rompe il silenzio caduto nalle
sala dei Colloqui, annunciando il pranzo.
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