C'è stato un momento nel quale ad andare da dio era il "cannibale", uno stile derivato dai comics di autori come Pazienza e Tamburino, nato per épater le bourgeois, continuato per qualche tempo e che si può tuttora cogliere in qualche racconto pubblicato on line. Tra gli autori in qualche modo compresi sotto la definizione di «cannibali» c'era anche Enrico Brizzi, esordiente con Jack Frusciante è uscito dal gruppo e successivamente autore di Bastogne, storia alla American Psycho, tanto esagerata da assurgere felicemente al cielo dell'autoparodia.
Per chi scrive è quasi fatale giungere a misurarsi con questo genere...
CANNIBALE
«...l'unica
speranza per smuovere cervelli imputriditi di rancidume è vomitargli
sotto il naso storie intollerabili, sghembe, dure, gratuite, cariche
di rabbia
inacidita e di cocaina. Io scrivo queste storie per far tremare pance
biancastre troppo piene e far fremere boccucce obese. Io racconto la
realtà dei giovani della provincia metropolitana, non ci metto
niente di mio. Se fa schifo è giusto perché è la vita a fare
schifo.»
Una
mano da un amico
di
Alessandro "Mannaia" Trombosi
...Pupa
ha smesso da qualche minuto di fissare i propri intestini, scivolati
dal ventre aperto da una rasoiata, e finiti sul pavimento coperto di
segatura e merda secca di gatto. Era scivolata su un fianco come una
statuina di cera su una caldaia accesa. Ha anche smesso di
lamentarsi. La segatura bagnata di sangue ha un bel colore intenso
che li mette di buon umore. La sua amichetta del cuore, Chicca, ha la
testa infilata nello scarico della turca. Lucchetto aveva fatto
fatica a inzaccarla lì, prima perché si agitava troppo, dopo perché
voleva evitare che scivolasse di fianco, ma è un tipo tranquillo,
che non perde la calma. Dalla sua posizione Ix-Fail riesce a scorgere
un pezzetto dei suoi jeans firmati da ragazza di buona famiglia e il
calcagno fasciato nei collant da trentamila al paio.
-
E la terza? - Chiede Uncino.
-
Chi?
-
L'altra, la tipa in giubbotto.
-
Mi sa che ci è scappata. O magari peggio. - Ix-fail si stringe nelle
spalle e si morsica un'unghia mentre continua a sorridere. - La
tenevo con Grillo. Mi ha dato una mano.
-
Una mano a far che?
Ix-Fail
sogghigna. - Mi ha dato una sua mano, una mano di lei. -
Estrae un sacchetto di cellofan dalla tasca dello spolverino. Nel
sacchetto c'è una mano femminile ben curata, con piccoli anelli a
ciascuna delle dita.
-
E il refto?
-
Sta' zitto Verza.- Urla Uncino. Poi rivolto agli altri. - E se la
pulzella monca va dalle giubbe blu che si fa?
-
Sarà meglio telare, mi sa. - Ipotizza Ix-fail
-
Ma io me le volevo fare! - Grida Verza. - Perché io no?
-
Stai buono, Verza, non ti capiterà mai più di riuscire a dire nove
parole senza nemmeno un'esse. Accontentati.
-
Almeno quella di là nel ceffo. Dev'essere ancora calda.
Ix-fail
storce la bocca. - Fai schifo, Verza. Si scopano e poi si
accoppano, non il contrario.
-
Avevo un bifognino, cazzo. E voi avete fatto tutto di corfa.
E quello ftronzo di Grillo magari ha fatto i fuoi porci
comodi fenza ricordarfi degli amici.
-
Già, Ix-Fail, Che fine ha fatto Grillo? Perché non torna?
-
Lo sai che le assaggia, almeno un pochino. Magari ha prelevato
qualcos'altro oltre alla mano. - Ix-Fail ride mostrando i pochi denti
rimastigli in bocca. - Adesso però ho bisogno di una bella
meravigliosa. Qualcuno ne ha?
-
Ne aveva la Chicca. Cinque bustine col filino colorato. Una vera
ragazza di buona famiglia. - Lucchetto le estrae di tasca. - Mi fanno
proprio schifo quelle come lei.
-
Cazzo, hai ragione. Hanno tutto e la mollano folo a quelli coi
foldi. Ma ftafera gli abbiamo infegnato a
vivere.
-
Mi sto rompendo i coglioni. - Annuncia Uncino. - Andiamo fuori, per
stasera non mi sento ancora sazio. Potremmo
andare al Guido's a caricare qualche frocetto.
-
Non mi piacciono. - Dichiara Verza. - E poi non fono
nemmeno...
-
Non rompere il cazzo, Verza. Dai carioca della tangenziale va bene?
Va bene a tutti, così anche Verza è contento?
-
Per me va bene. Ma Grillo?
-
Fottitene, Lucchetto. Grillo si arrangi, stia pure a giocare con le
sue falangette mentre noi sfondiamo un po' di finocchi. Andiamo!
Nota
del curatore: al momento di stampare ci è arrivata una
lettera dell'autore che ci invitava a modificare il suo
testo,
aggiungendo alcune parole che egli ritiene essenziali al senso della
narrazione. Dati gli strettissimi tempi tecnici non ci
è stato possibile inserirli nel testo. Li pubblichiamo quindi qui di
seguito come da lettera autografa dell'autore invitando i lettori
a provvedere autonomamente:
"Rottinculo,
fica (3 volte) buco di culo (4 volte) tetta (una sola, staccata dal
busto), brodaglia, osso fuoriuscito dalla carne, brandello trattenuto
da un filo di cartilagine, mandibola staccata dal cranio, cervello
spappolato sul pavimento di cemento, luce al neon (3 volte), peli (2
volte) culo (solo
una volta, non siamo mica bambini), diarrea (1 volta), mestruo (non
so bene dove, ma ci va assolutamente), capelli staccati alla radice,
flatulenze (qua e là), scarafaggi (13 volte), topi (5 volte), porta
cigolante (almeno una volta), puzzo di diesel, fiotto di sangue,
pezzo di merda, puzzo di merda, cazzo (22 volte), lampadina con la
reticella, camion e rimorchio con dentro un bambino morto da un mese.
Penso che possa bastare così. Scusatemi per le precisazioni, ma
un'importante rivista per lettori cannibali ha respinto il mio
precedente racconto perché non c'erano abbastanza parolacce e così
ho preferito abbondare. Grazie, vi voglio bene. (Alessandro Bartolini
detto Mannaia)
2 commenti:
Il più talentuoso del gruppo era Pazienza, che è anche quello morto giovanissimo causa overdose,gli altri...
A parte Scozzari (beh, un poco pure lui) sono solo dei sopravvissuti che non sono riusciti a rinnovarsi e a capire che i tempi sono cambiati.
@Nick: anche Tamburini - l'autore di Ranxerox - è morto giovane, che io mi ricordi. Quanto ai cannibali "letterari" hanno avuto un certo successo (basta pensare ad Ammaniti o a Scarpa) ma cambiando un po' per volta modi e forme. Paradossalmente debbo dire che mi dispiace per soggetti come il buon Massaron, ora caduto nel dimenticatoio: una penna meno grossolana di quella di Brizzi.
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