28.6.19

Il Mare Obliquo 18

Maldanea è un'ottimo successore per la Casa Wessiun ma Teardraet è un ottimo giocatore di scacchi. E chi gioca a scacchi conosce il valore di una mossa di cavallo.
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– Ma ne siete certo? Voglio dire non si tratterà di Oresmea? – Il Padre-Adulto Gast Wessiun mormora a denti stretti: – Se penso che un tempo c'era la frusta per chiunque contraddicesse un capofamiglia…
Dama Pascalina si morde le labbra. – Scusatemi, non volevo mancarvi di rispetto. In tanti anni…
– Dama Pascalina volete dirmi una buona volta dov'è finita Maldanea? I colloqui cominceranno tra pochi minuti e quel maledettissimo serpente di un Moeld chissà perché pretende la presenza ad essi della vostra beniamina. Allora?
La dama di compagnia ingoia a vuoto. – …Sul tetto.
– Eh?
– Nella Torre del Simileun.
– E cosa mai può fare là?
– Discorre con una civetta di nome Difiduanna.
Il Conte Gast inclina la testa e sbatte due volte le ciglia. – Gran Dio delle Acque Eterne, se venisse ora il cambiamento potrei dire "Ho proprio visto tutto". E come è possibile farla discendere da lì?
Dama Pascalina fa una piccola riverenza. – Se desiderate vado a chiamarla.
Il Conte Gast, corrucciato, prima fa un cenno di assenso poi scuote la testa con improvvisa decisione. – No! Andrò io. Attendetemi qui.
Il Conte Gast percorre gli scalini stretti e sbrecciati che conducono all'ultimo piano della torre, rigati dalla pioggia che scende rabbiosa da un cielo del colore del ferro, acceso a tratti dalla luce accecante dei fulmini. Deve procedere lentamente per non scivolare e così ha il tempo per guardare sotto di sé il grande bosco che si stende verso il Piccolo Mare di Vernuil, accarezzato dai soffi del vento, il prato di un incredibile verde steso davanti alle mura e il colore scuro e rassicurante della Rocca dei Wessiun, costruita dal secondo Conte Eghan e che da allora domina le valli, le coste e le morbide colline del Nuinn.
Quasi senza rendersene conto il Padre-Adulto rallenta ancora colpito dallo spettacolo di silenziosa bellezza di quel luogo e per un breve, bizzarro attimo si sente nuovamente un Syerdwin giovane e libero, con una vita ricca e interessante perta davanti a sé, pronta a qualunque possibilità. Si ferma a riprendere fiato su un gradino più largo. Ora il suo tempo è quasi completamente consumato e se la sua non è stata una vita particolarmente avventurosa non è stata neppure noiosa o poco onorevole.
Più di duecento nipoti hanno accresciuto la stirpe dei Wessiun e tra di loro non pochi sono degni di succedergli. Maldanea è tra essi. I tempi che stanno venendo sono tempi crudeli e assurdi, Gast lo sa. Il mondo sta cambiando troppo velocemente per creature come lui, nate e cresciute quando il grande Orlo del Mondo era ancora amico delle creature che lo popolavano e si adornava della varietà delle forme e dei colori, della diversità dei popoli e del calmo procedere delle loro esistenze.
Adesso i grandi sovrani degli Uomini combattono senza fine una guerra che obbliga tutti loro a cambiare, a trasformarsi per diventare quello che non sono e che non potranno mai essere. È questo è esattamente ciò che sa di non poter spiegare al loro stupido sovrano ed a Teardraet, così simile agli Uomini da aver rifiutato il Cambiamento, nemmeno se il loro incontro dovesse durare anni.
– Padre-Adulto non state lì, vi bagnerete. – La voce di Maldanea lo fa sussultare come un ragazzino sorpreso a fare qualcosa di illecito e la sensazione è talmente bizzarra per lui che il Conte Gast non riesce a trattenere una risata.
– Non vi riparate? – Insiste Maldanea. – Non vorrete mica ammalarvi?
– No, dama Maldanea. Venite, presto, la vostra presenza è stata sollecitata al tavolo delle trattative.
– Io? – Riesce solo a dire la giovane Syerdwin. 

 
– Sì, proprio voi. E magari anche la vostra amica Difiduanna che il Conte-Mago Teardraet sostiene comunque di avere già veduto nella sala dell'Incontro.
La piccola civetta, appollaiata sulla spalla di Maldanea, fa un profondo cenno di assenso sentendo il proprio nome pronunciato correttamente e indirizza al conte Gast un piccolo inchino.
– Ma, Padre-Adulto…
– Suvvia, mi avete già obbligato a venire fin qui per scovarvi. Non fatemi aspettare ancora e venite.
– Ma devo andarmi a cambiare.
– Andate bene così, Maldanea, ve lo assicuro. Horr Vamaiun ha passato la mattinata ad asfissiarmi con domande sul vostro conto e in quanto a Teardraet è stato lui a richiedere la vostra presenza alle trattative. Venite. – Termina imperioso il Conte.
Maldanea annuisce e riprende la discesa seguendo il Padre-adulto che procede alla maggiore velocità compatibile con la proprio incolumità.
Una volta giunti nei corridoi degli appartamenti dei giovani il Conte Gast la investe con una raffica di raccomandazione senza minimamente rallentare.
– Parlate solo se sarete interrogata. Lo stesso vale per la vostra amica. Non vi preoccupate se udirete urla, minacce o insulti, Vamaiun detesta Teardraet e ne è cordialmente ricambiato. Alla riunione è presente anche il Primo Consigliere del Re, Elid Kaidiun, una specie di murena di terra, altrettanto freddo e velenoso, i miei due alfieri e tuoi cugini, Odden e Daff, il capo delle guardie di Casa Wessiun, Toro Kalnedhiun e il Ministro di Teardraet, Aue Bediun. Domande?
– Sì. Perché il Moeld desidera la mia presenza?
– Non lo so. – Ammette semplicemente il Conte Gast Wessiun. – Adesso lo vedremo.
Al loro ingresso i presenti nella sala si alzano in segno di rispetto verso il padrone di casa ed il conte li invita a sedersi con un gesto rapido e nervoso.
– Grazie. Scusatemi per il ritardo che spero non vorrete ritenere intenzionale. – Un lieve mormorio lascia capire che no, non lo ritengono intenzionale.
– Con il vostro permesso…– Un Syerdwin magro come un'acciuga, altissimo e dagli occhi grandi persino per uno della sua razza, vestito di un abito di velluto verde acido, si è alzato in piedi.
– Prego, Liest Kaidiun. – Risponde il Padre-Adulto.
Maldanea, dopo la maligna definizione udita dal Conte Gast, solitamente molto cauto, lo guarda con attenzione giungendo in breve a tre conclusioni: il Liest Kaidiun è un individuo molto brutto, evidentemente fanatico e del tutto privo di senso dell'umorismo.
– Hai visto che bel tipo? Sembra un luccio vestito da monaco. – Gli sussurra in un'orecchio Difiduanna. Maldanea osserva la mandibola molto prognata del Ministro reale ed il suo sguardo fisso e risentito, come se fosse stato contraddetto ancor prima di aprire bocca e non può trattenere una risata soffocata che le attira un'occhiataccia da parte dell'interessato e del Conte Gast.
– Come stavo dicendo… – Riprende il Liest Kaidiun.
– Abbiamo capito, primo Consigliere. – Ad interromperlo questa volta è stato il Conte-Mago Teardraet. – Il nostro sovrano sarebbe ben contento che al suo fianco marciassero anche i Wessiun, un po' perché di me non si fida e un po' perché teme che gli altri Liest se la possano prendere a male. Dico bene?
– No! – Replica stizzito il Primo Consigliere, volgendo il suo sguardo allarmante verso il Moeld. – Come sempre, Conte Teardraet, vi sforzate di essere inutilmente provocatorio.
– E voi inutilmente pomposo, caro Liest Kaidiun. Né io né il conte Gast abbiamo molto tempo da perdere per vedervi guadagnare la real pagnotta a forza di chiacchiere. Se non vi dispiace giungere al punto…
Teardraet indossa un'abito di un grigio chiarissimo, scelto a bella posta, si direbbe, per mettere in evidenza il colore innaturale della sua carnagione, simile a quella di un tipo di Uomini che vivono oltre il Mare-Giardino. Quando il suo sguardo incontra quello di Maldanea il Conte-Mago si inchina profondamente con un sorriso indecifrabile dipinto sul viso, un sorriso che vuole richiamare alla mente di lei il loro incontro. La giovane Syerdwin risponde con una leggera riverenza molto formale e quindi si volge verso Horr Vamaiun al quale rivolge un saluto dello stesso genere, guadagnandosi un impercettibile segno di approvazione dal Conte Gast Wessiun.


Nel frattempo Kaidiun ha terminato il suo discorso ostentando un tono violentemente sarcastico, ripetendo praticamente parola per parola ciò che aveva riassunto Teardraet, ed è tornato a sedersi.
– Ebbene Maestà, mi duole ammettere che la mia posizione non è minimamente cambiata da ieri. – Il Conte Gast Wessiun non si alza in piedi, conformemente ai suoi privilegi di rappresentante della Casa. – E temo che essa possa in qualche modo cambiare. In nome dei Wessiun non posso partecipare ad una guerra nella quale non esiste minaccia ai beni ed alle terre di alcun Syerdwin. Comprendo le ragioni, che il Liest Kaidiun ha avuto la bontà di illustrare, per giustificare l'intervento del nostro Re…
– Io non ho giustificato nulla! – Lo interrompe Kaidiun. – Il Seliest non ha certo bisogno di giustificazioni e…
– Voi sì, liest. O forse è usuale presso i Kaidiun interrompere un Padre-Adulto nella propria Casa?
La voce profonda di Toro Kalnediun, capo delle Guardie di Casa Wessiun ha spezzato la voce del Consigliere come un tuono fa tacere il suono pedante di una sega e Maldanea, che quando portava ancora il nome di Debah aveva una gran paura di Toro, un Syerdwin di struttura fisica poco comune, gli indirizza uno smagliante sorriso.
– Dicevo… – Il conte Gast ignora le interruzioni e riprende. – …Che comprendo le ragioni per giustificare l'intervento del nostro Re, ma non vedo come queste ragioni possano spingere i Wessiun a correre in soccorso di un Re degli Uomini dei quali molti, Uomini, Syerdwin o Gu'Hijirr dicono molto male. So benissimo che all'atto dell'elezione… Vi prego, Liest Kaidiun. So benissimo che mi sono impegnato a difendere il nostro popolo ed il nostro Re ma qui non dobbiamo difendere nessuno, mi pare, se non qualcuno che ha preso decisioni delle quali non ha reso conto al Liesstion.
– Tradimento! – Kaidiun interrompe per la seconda volta il conte Gast. – Il Liesstion si riunisce solo per eleggere un nuovo Seliest, non per decidere. È questa una prerogativa reale, conte Gast Wessiun, e sarà bene che lo ricordiate se non vorrete essere trattato alla stregua del Liest Fald di Ghyliun.
Odden e Daff, i due Alfieri del conte Gast si alzano in piedi di scatto. – Traditore sarai tu, Liest Kaidiun, che per smodata brama di potere hai trascinato il nostro popolo in una guerra assurda. – Lo rimbecca Odden.
– E ricordati che il Liest Fald ed i Ghyliun sono benvenuti in questa casa, come e forse più di te. – Rincara Daff con una mano sull'elsa della spada.
– Vedete, maestà? – Il primo Consigliere di re Vamaiun sorride. – Vedete come questi giovani squali ardono dal desiderio di combattere con le Porte d'Oriente contro il loro legittimo sovrano ed il suo alleato? Non avevo forse ragioni quando, giorni fa, vi ho esortato a non credere alle rassicurazione del conte Gast? Egli è scaltro tanto quanto i suoi familiari sono ingenui e sinceri. Cosa dobbiamo ancora aspettare…
– Un momento, Liest Kaidiun, solo un momento. – Maldanea si è alzata in piedi senza neppure sapere cosa dire, spinta dalla rabbia e dall'incredulità. – Chi vi ha detto e quando che noi Wessiun siamo pronti a batterci con re Bartsodesh?
– Suvvia, dama, non cercate di fare l'ingenua… – Liest Kaidiun la guarda con sufficienza, come si guarda una bambina che abbia l'ardire di contraddire un aio.
– Dama Lie Maldanea di Rocca Wessiun, per Voi, Liest Kaidiun. – Ribatte Maldanea. – In quanto alle vostre ridicole accuse torno a chiedervi, quando e chi ha detto che noi intendiamo batterci per re Bartsodesh? Tu, Toro? Odden? O forse tu Daff? No, nessuno di voi? O siete stato forse Voi, Conte Padre-Adulto? – Gast Wessiun, scuro in volto, scuote la testa. – Nessuno. Allora forse si è trattato della mia dama di compagnia, Dama Pascalina… O no, che sciocca, sei stata forse tu, Difiduanna? – La piccola civetta scuote il capo con decisione mentre qualcuno dei presenti sorride. – No?, nemmeno tu? E allora come è possibile? Forse voi lo sapete, maestà, forse sapete come mai il vostro primo consigliere ode cose che nessuno ha detto.
– Credo si sia trattato di un piccolo equivoco. – Si schernisce Horr Vamaiun. – Dama Lie Maldanea siate paziente, Liest Kaidiun è talvolta impetuoso e la sua fedeltà lo porta fuori dai limiti. 
 
– Il suo atteggiamento l'avrebbe potuto portare anche sotto un palmo di terra, Maestà. – La voce piana e bassa di Aue Bediun, ministro di Teardraet si ode per la prima volta quella mattina. – Io consiglierei il Liest Kaidiun di prendere un bagno ben freddo prima di provocare nuovamente tanta giusta indignazione, anche se noto che l'incidente ci ha permesso di capire che a Wessiun non mancano né gli argomenti né lo spirito.
Maldanea incontra lo sguardo divertito del Consigliere del Conte-Mago e fa una leggera riverenza.
– Grazie Liest Bediun. È bello vedere che almeno in Baran e Verhida non si è perso il ricordo delle buone maniere. – Conclude Maldanea e torna a sedersi.
– Ebbene a questo punto sarà forse bene riassumere un poco la situazione. – È la voce di Teardraet ad interrompere il silenzio carico di tensione che è seguito alle parole di Maldanea. – Essa ci vede su posizioni ben diverse. Come ho già detto ieri da parte mia esiste la volontà di fornire al Re duemila lance e quattro navi, sebbene comandate da ufficiali di mia scelta, mentre ancora adesso Wessiun ha esposto con molto vigore i motivi che lo inducono a non dare né un soldo né un soldato per questa guerra. – Nel dir questo il Conte Mago indica con la mano Maldanea ed i suoi cugini Odden e Daff, schieratisi in piedi accanto a lei. – Troppo buoni motivi per ignorarli. A questo punto già immagino la domanda di Liest Kaidiun: "E cosa mai vorrà in cambio quel maledetto Moeld, per combattere per Artamiro?", dico bene?
Kaidiun, torvo, non si muove.
– Il Primo Ministro non dice, per il momento. Forse i Wessiun dovrebbero abbandonare la propria sala per non turbare oltre il Liest Kaidiun, ma credo che questo sarebbe troppo anche per l'ospite più compito. – Alcuni mormorii divertiti attraversano l'uditorio alleggerendo per una attimo la tensione. – Allora sarò io a fare le mie richieste. Io non chiedo denaro, né particolare considerazione. Non chiedo neppure di poter rientrare nel Liesstion, cosa che pure sarebbe nel mio diritto, non chiedo il perdono del Sovrano per la mia scelta e neppure la simpatia del popolo di coloro che Cambiano. No, nulla di tutto ciò. – Il riferimento alla sua peculiarità fisica provoca un brivido ben distinto nei presenti, che erano quasi riusciti a dimenticare l'empietà di Teardraet ed ora tutti lo ascoltano, immobili e tesi, con la stessa concentrazione con la quale si guarda la danza di uno scorpione o il movimento di un ragno velenoso. – Io voglio un pegno da parte di voi tutti, voi che cambiate e ne andate orgogliosi, voi che rinunciate ai vostri pensieri, alla vostra vita, ai vostri sogni per potervi confondere nei vostri discendenti.
– Conte Teardraet siete disgustoso. – Sbotta Kaidiun, ma nessuno lo ode.
– Questo pegno lo dovranno pagare i Wessiun, sempre che siano disponibili a farlo, per conto di tutti i Syerdwin. È un pegno dolce per me e spero lo sia altrettanto per lei. Conte Liest Gast di Rocca Wessiun io vi chiedo di dividere la mia acqua con Dama Lie Maldanea
L'esclamazione di stupore più forte non proviene dal gruppo dei presenti ma da una voce che si materializza da dietro una tenda. Toro Kalnediun è il primo a reagire e a lanciarsi con la spada sguainata verso la tenda. – Vieni fuori di lì, chiunque tu sia.
– Pascalina! – Esclamano all'unisono Maldanea ed il Padre-Adulto Conte Gast, alla vista dell'anziana dama che scivola fuori dalla tenda con le mani alzate.
Kalnediun guarda con espressione incerta il Conte Gast che ha nascosto il viso tra le mani.
– Buongiorno, dama Pascalina. – La saluta Teardraet. – Vi prego rimanete con noi. Il vostro parere in queste genere di questioni è prezioso.
La povere dama, confusa, fa un cenno di assenso e corre vicino a Maldanea che l'accoglie con un abbraccio.
– Non posso darvi subito una risposta. – La voce del Conte Gast suona stranamente alterata. – Spero che ve ne rendiate conto.
Teardraet fa un lieve cenno di assenso.
– Credo che la richiesta del Conte-Mago sia perfettamente giustificata. – Kaidiun ha evidentemente ritrovato fiato e coraggio. – E trova il parere favorevole del Re. – Horr Vamaiun, scuro in volto, approva.
– Tre giorni sono un tempo sufficiente? – Chiede Bediun, il consigliere di Teardraet.
– Sì, certo. – Risponde il Conte Gast, senza avere il coraggio di guardare in faccia Maldanea.


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