Il video di ALIA è una realtà.
Girato da Marco Iavarone, con l'aiuto di Morgana Citi presso il Salone del Libro di Torino, lo scorso 17/05/2013.
L'ho pubblicato giusto oggi su You Tube all'indirizzo:
È lungo 43' e spiccioli, quindi non so in quanti avrete voglia di sciropparvelo tutto di seguito, ma anche solo ad assaggiarne qualche tratto può regalare la sensazione di un progetto che è stato vivo a lungo e che non ha nessuna intenzione di morire. Anzi.
Guardandolo non ho potuto evitare la sensazione di essere come quei tizi che si piazzano accanto a una personalità nota, sperando di essere ricordati e non sapendo di suscitare in molti la domanda: «Beh, sì è lei, lo so, ma chi quel piffero seduto lì a fianco?». Il piffero a un certo punto ha anche parlato. Nulla di troppo serio o di davvero importante, secondo me, ma giudicate voi.
Per Davide Mana debbo ammettere che non è sempre facilissimo il comprendere che cosa stia dicendo, ma il vero problema è stato quello di un violinista Klezmer che si esibiva proprio a fianco al nostro stand. Ma abbiamo tirato avanti ugualmente, forti del nostro forte impegno anti-antisemiti.
Il buon Fulvio, infine, ha raccontato un pezzo di storia di ALIA vista dall'esterno. Non so l'effetto che farà a voi, a noi ha creato un sentimento curioso, fatto per metà di soddisfazione e per metà di imbarazzo.
Insomma, ecco qua ALIA:
7 commenti:
Me lo godo con calma stasera. ;)
@Nick: cosa non si fa per sfuggire alla tristezza televisiva serale... Buona visione, sperando che sia almeno decente.
Dai, si sente più che bene, considerato il volume di quel violino!
@SX: sì, si sente abbastanza bene ma mi dispiace per i benintenzionati che nonostante tutto lo vorranno ascoltare. E poi tu eri presente, subconsciamente sai già che cosa ci siamo detti...
Beh, in ogni caso chi ha fatto il video si è impegnato il più possibile! -.-'
Ah, comunque bello il racconto del successivo post, amaro e un po' angosciante, ma bello.
@Lyra Nerina: non ho motivi per dubitarne, anzi. Grazie per il commento sul racconto. Temo che i miei racconti siano un po' troppo spesso "amari e un po' angoscianti", perlomeno a giudicare dalla frequenza con la quale sono letti. Ma pazienza, se bisogna esibirsi cerchiamo di farlo onorevolmente.
Posta un commento