16.12.12

A Kind of Blue


Qualche tempo fa - direi più o meno due settimane fa - feci il punto della situazione sulla pubblicazione dei post di argomento musicale, osservando che i musicisti jazz avevano, fino a quel momento, avuto uno spazio del tutto trascurabile in rapporto al mio interesse per quel genere di musica. 
Promisi anche che nel nuovo anno avrei dato loro molto più spazio, tanto più ricordando quanto il jazz avesse contato nella mia vita. 
Quindi, anche se il nuovo anno non è ancora iniziato, comincerò a mantenere la mia promessa. 
E comincerò con il «Principe delle tenebre», Miles Davis.
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Trombettista, compositore, session-man, Miles Davis è un tipo di strumentista che è facile riconoscere dopo un paio di battute. Il suo particolare timbro, il lento, ipnotico snodarsi delle note della sua tromba ne fanno un interprete assoluto, indiscutibile. 
Miles Davis nel corso della sua carriera - dal 1944 al 1991 - ha suonato Bebop, Cool Jazz, Hard Bop, Fusion, Rock-Jazz, Funk ed Electric Jazz e ha collaborato con musicisti come John Coltrane, Dizzy Gillespie, Billy Cobham, Keith Jarrett, Gerry Mulligan, Armando «Chick» Corea, Miroslav Vitous, Joe Zawinul, John McLaughin, Jack DeJohnette e mi fermo qui per non scrivere le pagine gialle del jazz. 
In casa ho un numero imprecisato di suoi CD, LP, MP3, frammenti, antologie e collaborazioni. Scegliere un suo brano davvero rappresentativo è ovviamente impossibile. Mi accontenterò di proporre un brano dell'ultima parte della sua carriera, la collaborazione con il bassista Marcus Miller e un brano da quello è considerato il suo miglior album e anche uno dei migliori albi della storia del Jazz, A kind of blue
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Qui con Marcus Miller in Mr. Pastorius,



E qui con John Coltrane in Kind of Blue.

 


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