Non è una domanda retorica rivolta all'intero mondo dei lettori, ma semplicemente un'osservazione rivolta a me stesso, ora che i libri non vengono più a me e devo, viceversa, andarmeli a cercare nelle altre librerie. Ed è una domanda che curiosamente mi rende moooolto più giovane, più o meno intorno ai vent'anni.
... Andarmeli a cercare in un'altra libreria. Già, ma quale?
Faccio un passo indietro.
Dalla chiusura della libreria ho recuperato più o meno una ventina di libri, quelli che desideravo più intensamente e che non hanno trovato clienti che li desiderassero più intensamente di me. Questo semplicemente per motivi di cassa. Il concetto, infatti, era quello di vendere quanto più possibile allo scopo di rastrellare soldi.
Tra i venti libri posso annoverare cinque o sei titoli di Codice edizioni, qualche piccolo Sellerio, un ottimo libro di Tristam Hunt, La vita rivoluzionaria di Friedrich Engels, edito da ISBN, un paio di P.K.Dick riediti da Fanucci, un Oe Kenzaburo pubblicato da Garzanti, La vergine eterna e Le passioni dell'anima di Raffaele Simone, sempre Garzanti, dove si narra delle ultime ore di vita di René Descartes.
Più o meno quanto potrebbe bastarmi per leggere per qualche mese.
Ma il mio vero problema è «avere gli occhi più grandi della bocca», come avrebbe detto mia suocera buon anima. Questi trenta e passa anni di «mestiere» mi hanno guastato senza possibilità di redenzione. Ho sempre avuto 2-3 libri in lettura contemporaneamente, possibilmente di temi, approccio e argomento diversi, e non riesco ad abituarmi all'idea di leggere soltanto un libro alla volta.
Non sono ricco, aggiungo, e meno che meno lo sono adesso. Ho una biblioteca decentemente fornita, ovviamente, con non pochi libri da iniziare o da finire, ma non riesco a sopravvivere senza dare un'occhiata in libreria e, necessariamente, spendere qualcosina.
E ritorniamo al punto di prima: in quale libreria?
La situazione delle librerie mi è nota, naturalmente. Un'occhiata in vetrina il più delle volte mi è sufficiente per immaginare lo stock, la sua composizione e le scelte praticate dal responsabile del punto vendita. Quanto basta, in sostanza, per resistere senza troppa fatica all'impulso di entrare.
Esemplificando: a non più di 5-minuti-5 da casa mia c'è una Feltrinelli-Village, ben sistemata nell'atrio del centro commerciale «8 Gallery», nel Lingotto. Fino a un paio di mesi fa passarvi davanti e fuggire a gambe levate erano tendenze consustanziali in me. Pile terrificanti di Brunovespa, Paulocoehlo, Alessandrobaricco e di qualche altro pirolotto o pirlotta erano la norma in vetrina e si tratta di merce che preferisco - e preferivo - non trattare. Poi un comando dall'alto ha modificato la faccia della libreria, eliminando le ziggurat di titoli tutti uguali e presentando un certo numero di novità diversamente sistemate. Sono perfino entrato un paio di volte, tutte e due le volte cercando un ben preciso regalo - che ho trovato anche senza dover chiedere aiuto ai commessi - ma senza aver molta voglia di soffermarmi.
Ho poi visitato - per altri motivi - la libreria Millevolti, dove non ho potuto fare a meno di acquistare un saggio di Sean Carroll nella Biblioteca Scientifica Adelphi e sono persino passato da FNAC in Via Roma, dove ho acquistato l'ultimo saggio di John D. Barrow, ma senza desiderare di perdere altro tempo in una libreria tanto anonima [1].
Ma il mio personale sogno l'ho trovato altrove, in una piccola libreria remainder's a Sestri Levante. Due mesi fa vi acquistai quattro libri, spendendo un totale di 20 € e lo scorso week-end l'ho nuovamente visitata, andandomene via con altri cinque libri e più povero in maniera assai poco allarmante.
Mi piace che i libri siano organizzati in maniera razionale ma non idiota, che nessuno venga a chiederti che diavolo stai facendo lì, che nessuno ti guardi storto se giri per una mezz'ora con un paio di libri in mano, se esiti, dubiti, prendi e rimetti a posto, controlli e confronti, se leggi un paio di pagine e poi rinunci. Che non ci siano i soliti quattro farlocchi sparati in vetrina, che non ci siano offerte in corso - se non quella ovvia dello sconto del 50-60% sul prezzo di copertina - e che esista perfino una piccola sezione dei libri a 1 o 2 cadauno.
Assomiglia un po' alle librerie di una volta, questo genere di esercizio. Mancano le ultime novità, è vero, ma non è che questo mi dispiaccia più che tanto. Tra i libri che ho trovato c'è un China Mieville che non avevo mai letto, un Eça de Queiroz, un Thomas Hardy, un Ibarguengoitia, un Peter Ackroyd... No, la curiosità è che adesso che non lavoro più come libraio sono, inevitabilmente, molto più libero, ovvero non devo più scegliere tra le novità presentate oggi dai Signori Editori.
E evidentemente, nonostante le mie paure, posso continuare a leggere.
[1] Ho trascurato di riportare i miei giorni di lavoro presso il Salone del Libro dove ho rastrellato una dozzina di libri. Di Carocci, ma anche di Einaudi - un Aravind Adiga e un Cortazar - di Codice (un piccolo vizio personale), un saggio di Paul Krugman e un divertentissimo saggetto che finalmente parla male di Steve Jobs.
E, naturalmente, il mio edicolante dove mi procuro a modico prezzo la mia cattiva droga: Urania.
15 commenti:
Vediamo...quest' anno non ho comprato molti libri, però qualche Urania lo prendo ancora-non tutti i mesi in edicola, rimpiangendo molto i tempi in cui le edicole erano un piccolo scrigno carico di tesori.
Riguardo alle librerie , a volte vado al "Libraccio" a Padova, in passato anche da MEL Bookstore, ma è parecchio che non ci vado e quindi non saprei dirti.
La mia preferita era SOLARIS DUE a Venezia, gestita da Giampaolo Cossato, ma anche quella ha chiuso.
@Nick: vero, anche le edicole ultimamente sono diventate luoghi allegramente sinistri. Senza contare che nascondono Urania che anch'io non compro tutti i mesi e mi rendono complicato valutare se è o meno il caso di spendere del denaro per un pisquano qualunque o per un genio sconosciuto.
Quanto alle librerie stanno scomparendo, temo, e bisognerà cominciare a pensare a qualcosa che possa sostituirle. A me, come spiegavo, per il momento mi bastano e avanzano le librerie remainder's. Oltre, naturalmente, a tutti i libri che ci si può procurare on line :)
Io attualmente ho qui vicino libri fino alla fine dell'anno. Ne prenderò altri, immagino, se capita.
Per esempio a me incuriosiva quel "Contro Steve Jobs", se è il libro che citi nella nota. Chi sa, chi sa...
@Salomon Xeno; tombola, si tratta proprio di quello, editore Codice, prezzo tra i 5 e i 7 euro. Se ti capita non fartelo scappare.
Ho finito adesso di leggere "il giardino delle bestie", di Erik Larson, Neri Pozza. Avvincente.
Io non ho una libreria di fiducia. Mi piace stare in qualsiasi posto in cui ci sono dei libri, anche solo per la loro presenza e il profumo che emanano. Non sopporto però dove si vendono i libri come affettati al banco dei salumi, in pacchetti da tre e cose simili...
@anonimo: grazie! Mi ricordavo vagamente il libro per la presentazione che ne lessi sul folder dell'editore. Ne ho preso debitamente nota e cercherò di procurarmelo.
@Romina Tamerici: avere una «propria» libreria è un piccolo modesto sogno di molti. Anch'io sono a terra, qui in città, e provo una certa, invincibile ripugnanza a infilarmi in una Feltrinelli o in una FNAC. Ciononostante stamattina ho dovuto resistere e comprare da Feltrinelli l'ultimo romanzo di Qiu Xiaolong... Mia figlia ha commentato con freddo disprezzo il mio gesto, ma d'altro canto, visto mio precedente lavoro, preferisco nascondermi nell'anonimato di una libreria da un tanto al chilo che dover subire un gentile, benintenzionato interrogatorio da qualche addolorato collega. Sono un verme, lo so, compatiscimi... ;)
Non sei un verme... L'anonimato può avere tanti, tantissimi vantaggi!
E poi dovresti essere felice per la reazione di tua figlia!
@Romina Tamerici: infatti, sono molto soddisfatto dal comportamento di mia figlia. Atteggiamento, bisogna dire, comunque creato da alcune cattive esperienze fatte in una Feltrinelli. Un cheeke-to-cheeke con un commesso piuttosto ignorante ma in compenso decisamente supponente. Morgana, in sostanza, non comprerebbe libri alla Feltrinelli nemmeno se fossero l'unica libreria al mondo... Quanto all'anonimato, per il momento è il mio solo abito. C'è qualcosa che non va nel mio cervello...
@Maxciti: Io compro libri nelle Feltrinelli se necessario. Bisogna piegarsi al mondo così come va. E poi dalle mie parti non è che ci siano poi tante librerie.
Non c'è niente che non va nel tuo cervello. Questa è una fase di elaborazione della transizione nella tua vita... vai tranquillo!
Ma quanto capisco il tuo spaesamento!
Affidandomi agli ebook diciamo che il problema della libreria lo ho risolto.
Considera che ho varie librerie vicino casa ma ogni volta mi viene un senso di nausea quando vedo i soliti libri in vetrina. Non so credo dii essere sfiduciata.
Alla fine la mia mancanza di tempo mi aiuta a non divorare tutto troppo velocemente e gli ottimi consigli che leggo sul web mi aiutano a rimpinguare la lista dei titoli da leggere.
E comunque la mia ultima follia è stata la ricerca di un libro fuori stampa da anni.
Preso in biblioteca sperando che dopo le prime pagine mi passasse la voglia di leggerlo. Ovviamente la mia febbre di averlo è cresciuta dismisura e mi sono lanciata in una ricerca disperata su internet.
Gran brutto posto le biblioteche. Nel mio caso non risolvono mai nulla.
Io certi libri li devo avere.
@Cily: a me è capitato di decidere che un libro mi aveva stancato e venderlo. Dopo di ché, passati due o tre mesi mi lanciavo alla ricerca per ricomprarlo. La stessa cosa - o anche peggio - mi è capitata con i dischi. Sicché adesso sono molto cauto nel liberarmi di alcunché. Il che, come si può capire, crea un altro genere di problemi... Vero che le biblioteche servono a poco, ma questo non mi stupisce. Ognuno cerca di sopravvivere come può. Se è troppo oscura scrivimi qualcosa qui sotto e la spiego.
Non sono sicura di aver capito il senso...
Se ti va spiegati che leggerti è sempre un gran piacere! :)
Ti ho mandato una mail per gli ALIA, fammi sapere se la hai ricevuta.
@Cily: ho risposto un po' troppo in fretta, adesso provo a spiegarmi. Piccola nota: ho ricevuto la tua e-mail e in giornata conto di risponderti.
La biblioteche - mi baso sul poco di conoscenza diretta che ho avendo fatto il bibliotecario per qualche mese - vivono di frequenza dei prestiti. In questo modo riescono a giustificare la propria esistenza. Ovviamente, essendo un bibliotecario e cercando di sopravvivere, quando si tratta di ordinare nuovi libri ti baserai sulle richieste dei lettori e sulle classifiche di vendita. Una piccola parte del tuo ordine sarà, ovviamente, dedicato a ciò che reputi importante, ma il 70-80% del tuo ordine sarà imperniato sui titoli di successo. Questo è tanto più vero quando la biblioteca dove lavori serve un bacino di lettori di 20-30.000 persone. Per trovare un libro «particolare» e che non ha avuto un particolare successo dovrai, penso, rivolgerti a una biblioteca «grande» o a una biblioteca NAZIONALE. Quest'ultima poiché riceve per legge copia di TUTTI i libri pubblicati in Italia. In particolare ne esiste una a Roma e una a Firenze.
Quella di Roma è in Via Castro Pretorio 105. Così va meglio? Un abbraccione.
Chiarissimo!
E infatti... conosco la biblioteca Nazionale.
Puoi considerare che conosco quasi tutte le biblioteche di Roma perchè quando ero all'Università le frequentavo molto.
Non avendo soldi per comprare tutti i libri che avrei letto...
Che poi adesso c'è pure un sito internet che ti dice il libro che cerchi chi ce lo ha e se è disponibile.
Lo avessi avuto ai tempi mi sarebbe stato utilissimo anche se parte del divertimento del giro delle biblioteche era proprio andare cercando un libro e tornare avendone presi altri... :)
Ahhh il libro in questione era un libro di lettere di Calvino.
"I libri degli altri" che mi era venuta una gran curiosità di leggere, visto che mi piace molto Calvino.
Lo ho trovato davvero interessante.
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