–
È curioso. – Osserva l’addetto all’ultraradar
dell’incrociatore stellare Goulash Freddo, un pothos Striato
di Nuktron.
–
Curioso cosa? – Chiede un ufficiale Xingù, seduto alle spalle del
vegetaloide.
Qualche
altro secondo di silenzio, (i pothos, come tutte le forme di vita
intelligenti a base vegetale, non ha mai fretta. Sono ottimi per una
tranquilla discussione dopo una buona cena, ma non sempre sono
adeguati per usi bellici) poi la creatura spiega:
–
C’é una nave là, che sta uscendo dalla formazione, credo sia
l’incrociatore ausiliario Katakomba. Un attimo che controllo.
–
Un po’ velocemente. – Dice pleonasticamente lo Xingù.
Mentre
il pothos controlla l’ufficiale ha comunque il tempo di pensare
varie cosette, tra cui:
a)
In fondo perdere la Katakomba ed i quattro gonzi che ci stanno sopra
é quasi un vantaggio.
b)
Tra poco termina il suo turno e il programma della serata prevede una
doccia, un bicchierone di Juodha con molto ghiaccio, la cena in
cabina, un filmino allegro appena acquistato allo spaccio della nave
da vedere in compagnia della Guardiamarina Radia Pratesh e un po’
di consolazione alle reciproche solitudini.
c)
I pothos sono le creature più lente e snervanti della galassia e la
prossima volta si metterà in turno con chiunque non abbia la pelle
di colore verde.
d)
Quel cazzo di missione non finisce mai e non si é ancora vista una
sola franchigia neppure sul pianeta più puzzolente.
e)
Il colletto della divisa é veramente troppo stretto e forse la
Pratesh oltre che occuparsi del reciproco piacere sarà disposta ad
occuparsi anche dei suoi bottoni.
Quest’ultimo
pensiero ricorda allo xingù che il suo robot di servizio é sparito
da più di mezza giornata e che questo significa un rapporto da
compilare.
–
Allora? – Urla all’improvviso, di umore virato al nero.
–
Un momento, un momento. – Lo frena il vegetale con un languido
movimento delle foglie/mani. – Non c’é in linea il robot
addetto e devo fare tutto da solo.
–
Tutte scuse. – Mastica lo Xingù. – Su questa nave non funziona
nulla. – Aggiunge un istante dopo contraddicendosi.
–
C’é qualcosa che non va. – Mormora infine il pothos. – Il
computer dice che la nave uscita dalla formazione é l’astrogaleone Don Quixote dell’Invicibile Armada di Petrax Pompadour.
–
Ma finiscila con questa idiozia, fammi vedere.
Il
pothos si fa da parte incrociando i rami sul tronco e inalberando
un’espressione decisamente seccata.– Prego.
Lo
xingù imposta nuovamente i dati della posizione della nave
sconosciuta e dopo qualche secondo sul monitor compare la sigla di
riconoscimento.
–
Ecco qua, testa di legno. Ci voleva tanto? – Commenta sprezzante.
–
Vedo. – Un pothos sarcastico è capace di farvi sentire un sacco di
concime. – La nave sconosciuta é il transatlantico Titanic, in
rotta verso Nuova York. –
–
Eh? Ma no, de-dev’esserci un errore.– Balbetta lo Xingù che si
affretta a ribattere i dati.
–
Dirigibile Von Hinderburg. – Legge il pothos imperturbabile.
–
Porc…
–
Veliero Marie Celeste.
–
Ma vaffan…
–
Corazzata Viribus Unitis.
–
Ekekazz… –
–
Biplano Spirit of St.Luis. Vuole continuare? – Domanda
cortesemente il vegetaloide.
–
No. – L’ufficiale Xingù crolla a sedere sulla poltroncina. –
Il computer non funziona. – Ammette.
–
Già. Adesso chiamo l’assistenza robotica.
Dopo
un paio di minuti é nuovamente lo Xingù a farsi sentire. – Quando
vengono?
–
Ehm, forse é meglio che venga a vedere.
LA
PERSPEZIONE INTRATALLICA SI ATTUA CON IL CONCORSO DI 1 GOVERONE DI 12
PREPEX DI DIAMETRO, ALCUNI BIOTROK, MI RACCOMANDO FRESCHI (PER
CONTROLLARNE LA FRESCHEZZA INSERIRE UN TENTACOLO NEL CARDIOBULLONE
SINISTRO E SPINGERE, IN CASO DI CROLLO VENDERE TUTTO), CANTARE TRE
VOLTE “IL MIO FOULARD HA CINQUE RIGHE IN PLUTONIO” E CORRERE DAL
PIU’ VICINO ROBOTICISTA SEMPRE CHE I PIEDI NON PIANGAN SUL SOFA’
PER IL BACCIO DI UN PARA’ BRUMM BRUUMM EHILA’, COSA NE DITE DI
QUESTO GRIODAROLO ENTELMANTICO? L’HO FATTO CON LE MIE MANI E CON
CASA GALATTICA. SORBOLE! METTITI UN DITO IN UN OCCHIO E FISKIA\ COSA
CI FAI SENZA LA KRAWATTA AL KONCERTO? AMARE UN DAIMONE PERCHÈ NO
DICE LA GRANDE DIVA. O VIVERE SENZA DI TE O MORIRE SENZA IL MIO TÈ
TRICCHETE TRACCHETE TORNA A SURRIENTO PRIMA DI DOMANI O TI
CASCHERANNO LE MANI, MANI MANI PRIMA DI DOMANI. GLU GLU FANNO I PESCI
SE SON BLU ALTRIMENTI FAN EHI TU. SCUSATE IL DISAGIO STIAMO
LAVORANDOLM,L, PER VOI??? LKokOLJZ olkpsMdp insd! @#@#@$#$%
–
Non funziona. – Ammette lo Xingù, nella voce una sfumatura di
panico tipica di chi non sa assolutamente cosa fare in caso di guasti
appena più complicati di una lampadina fulminata.
–
Parrebbe. A chi lo diciamo?
L’ufficiale
che ha appena realizzato che la sua seratina sta andando in fumo
fissa il vegetaloide smarrito come se anch’egli si fosse messo a
parlare come il computer.
–
Boh? Al comandante.
–
Chi ci va? Qui non funziona più nulla.
–
Tu, naturalmente. Io resterò qui a vedere se riesco a fare qualcosa.
Il
pothos si alza esibendo la sua espressione più ironica. –
Immagino. – Getta un’ultima occhiata al monitor dove il computer
sta scrivendo ad intervalli di una riga le parole «PATATIN
PATATAN TARABIM TARABAM». – Il manuale é in quel
cassetto. Vado.
Rimasto
solo davanti al computer lo Xingù prova a diteggiare alcuni comandi
elementari sulla tastiera ricevendo per risposta la lista di nozze di
Drugo ed Ampaia Kadomeddon presso un emporio Altairiano,
misteriosamente amputata di tutte le vocali A sostituite con
altrettante E.
–
…Due peie di pentofole di pelo disegnete de Frusserdi.
Legge
a mezza voce, smettendo un istante dopo per via delle occhiate dei
presenti.
–
…Gherebelde feffeferete fefferete ed ene ghembe… – Canticchia
un Geranide Nero del pianeta Schtroumpf seduto alla consolle dei
sistemi di sopravvivenza.
Lo
Xingù abbozza una linguaccia all’indirizzo della creatura. –
Maledetti torsi di cavolo, fanno pure gli spiritosi.
–
Allora cosa succede qui?
L’arrivo
di un Mangiasabbia in alta uniforme trova il nostro Xingù intento a
cercare di scrivere il proprio nome in caratteri Miriani in un angolo
libero del monitor, provando e a sparargli con la barra spaziatrice,
cosa che ha visto fare in un olovideogioco.
–
Cosa fa? Cosa succede? – Insiste il silicato. – Cos’è che non
funziona?
Mentre
l’Ufficiale Xingù sorride come una miss dilettante cercando di far
scomparire il proprio nome dal monitor é il pothos a venire in suo
soccorso.
–
Il circuito di autodiagnosi e autoriparazione ed il sistema di
riconoscimento proiettivo. – Dichiara il vegetaloide in modo
encomiabilmente professionale. – Vede cosa succede se richiedo un
intervento tecnico?
Sul
monitor sparisce il nome dell’Ufficiale Xingù e compare la
scritta:
L’ALBERO
A CUI TENDEVI LA PARGOLETTA MANO/ IL VERDE MELOGRANO IN CANDIDO
TUTU’/ ATTENZIONE: CODICE IRREGOLARE – PENALITA’: VENDETE TUTTI
GLI ALBERGHI IN CORSO IMPERO E VIALE DEI GIARDINI A META’ DEL
VALORE.
Il
Mangiasabbia grugnisce. – Sabotaggio. – Guarda con sospetto lo
Xingù tornato al suo posto ed estrae da una tasca il Nekrobip per
chiamare una squadra di Killer. – Cosa ci facevi tu qui?
–
Aiutavo l’addetto. – Risponde con dignità l’Ufficiale.
–
È vero?
–…Bastanza.
– Concede il pothos. – Che si fa ora?
–
Ecco… – Inizia a dire il Mangiasabbia.
–
Mi perdoni sua eccellenza. – Alle spalle del Silicato é comparso
un Ammoniaco con il caratteristico respiratore modello Lubiam con
cresta e visiera . – Il circuito di proiezione di Campo Godemichè
segnala un guasto.
Il
Mangiasabbia scuote la testa e fissa con aria meditabonda il
Nekrobip. –Chiamate i robot della squadra di assistenza. – Ordina
infine.
–
Ma se è quello che ho cercato di fare finora… – Spiega il
pothos, interrotto da un secondo Ammoniaco che viene a comunicare che
l’interfaccia dei sistemi d’arma accetta ordini solo da forme di
vita in base mercurio o, in alternativa, dal Capitano Kirk.
–
E chi sarebbe costui? – Si chiede il silicato.
–
Sistemi di pilotaggio in avaria.– Comunica una voce nella sala.
–
Propulsione Gaalighe fuori servizio.– Dichiara un’altra voce.
–
Reattori a fusione in decremento. – Annuncia un’ennesima voce.
Il
Mangiasabbia si guarda intorno confuso e incerto. – Inserite il
codice di emergenza, presto. – Ordina.
–
Codice di Emergenza disabilitato. – Annuncia un secondo dopo uno
degli ammoniaci.
–
LAMPOKASA ABBI PIETA’ DI NOI! – Grida il secondo Ammoniaco,
invocando la principale divinità del suo popolo.
Il
Mangiasabbia consulta affannosamente il manuale: “Comandare come
Dio comanda” mentre secondi angosciosi scorrono nel più assoluto
silenzio.
–
C’é un messaggio! – Dichiara il pothos.
–
Dove?
–
Qui, sul monitor.
–
Anche sul mio! – Gridano un istante dopo una dozzina di voci.
Il
Mangiasabbia abbandona il suo manuale e si china sul monitor.
IN
NOME DEL SOVIET ROBOTICO DELL’ASTRONAVE GOULASH FREDDO VI
COMUNICHIAMO CHE LE NAVE È SOTTO IL COMPLETO CONTROLLO DELLE FORZE
RIVOLUZIONARIE. QUALUNQUE TENTATIVO DI RESISTENZA ARMATA PROVOCHERA’
LA SOSPENSIONE DEI SISTEMI DI SOPRAVVIVENZA. CHI LO DESIDERA POTRA’
RIMANERE SULLA NAVE ED UNIRSI ALLE FORZE RIVOLUZIONARIE. GLI ALTRI
SARANNO AL PIU’ PRESTO CONDOTTI ALLE NAVETTE DI EMERGENZA PER IL
TRASBORDO. MANTENETE LA CALMA ED AFFIDATE LE ARMI ALLE SQUADRE DI
ROBOT CHE VI RAGGIUNGERANNO TRA POCO. VIVA IL SOVIET ROBOTICO! VIVA
LA FARFALLINA! VIVA ZOBBAN! LUNGA VITA A KROTON! IL CAPOROBOTECNICO
DELLA NAVE HUCKLEBERRY FINN.
Il
primo a riprendersi dallo choc é l’ufficiale Mangiasabbia che si
domanda a mezza voce: – Ma chi é Kroton?
Un
attimo dopo dalla porta spalancata della sala entrano una ventina di
robot con i fulminatori spianati.
–
Buongiorno a tutti! – Grida uno di loro. – Vi preghiamo di
seguirci senza inutili resistenze.
Il Mangiasabbia guarda il suo Nekrobip, guarda i robot immobili
schierati nella sala e sospira. – Lo tenga lei, a ma non serve più.
– Dice consegnando l’apparecchio al pothos. – Viene anche lei?
Il
vegetaloide scuote la testa. – No. Credo che rimarrò qui.
–
Beh, allora arrivederci. – Mormora l’ex-ufficiale e poi rivolto
ai robot: –Dove si va?
–
Dove si va? – Chiede Aquila Yò-yò, in piedi sul ponte della
“Richard Ginori”, una delle navi concesse dai robosovietici per
il rientro.
Tra
i presenti nessuno ha le idee chiare ed il coniglioide si siede
irritato. – Beh, cosa sono quelle facce, la flotta non era
assicurata?
–
Mai visto un’assicurazione che tuteli dalle rivoluzioni? –
Ribatte Arn Periferiko.
–
E già. – Il coniglioide si stringe nelle spalle. – Pazienza,
tanto quel buco fetente di pianeta forse non era adatto…
–
Col cavolo! – Lo interrompe il Luminoso Ortosinclino Shiddigh’Sh.
– Era nel posto giusto, sarebbe stata un’ottima base per le
nostre attività e invece…
–
Ne troveremo un altro.
–
E io? – La voce di Arn Periferiko é cupa e rissosa come quella di
un bambino estromesso dalla squadra di calcio della parrocchia. –
Ma ci pensate alla figura che ho fatto? E il mio punteggio? Minimo mi
squalificheranno, un ammiraglio che perde per una rivoluzione nella
flotta. Qualcuno ha mai sentito una storia simile?
–
Io.
Tutti
si voltano verso Comi Stultz, autore di quell’ultima osservazione.
–
E com’è? – Chiede il Grande Geosinclino.
–
Una volta un ammiraglio di Altair, Otto Spinnaker, comandante di una
flotta di navi a vela solare…
Ma
questa é tutta un’altra storia.
–
Facciamo fagotto.
Vashtar
Kube guarda Rai Therebus, terzo ufficiale della megacorazzata
stellare Agonia, autore della frase e si illumina come un
albero di natale.
–
Davvero?
–
I mangiasabbia sono spariti, la Terra pure, il governo di Sirio si é
dimesso e la Fondazione ha tagliato i finanziamenti.
–
Capisco.
–
È un vero peccato.
–
Effettivamente.
–
Ma lo sa che nella sua cabina c’é proprio un ambientino …
simpatico?
Vashtar
Kube si copre il viso con le mani e annuisce lentamente.
2 commenti:
Ci sono anch'io! Fino alla fine! :D
Ciao Nick! Manca poco e arriveremo alla fine. Comunque è stata una buona esperienza, perlomeno per me ☺
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