Visto
dalla navetta per lo sbarco Etico Cupo non sembra un pianeta tanto
diverso da altri: i soliti oceani, le solite nuvole, le terre verdi,
giallastre o brune con i sottili filamenti argentei dei fiumi e le
calotte glaciali installate con silenziosa dignità ai poli.
In
realtà la caratteristica principale di Etico Cupo non é visibile da
lì e nemmeno da una quota più bassa, dalla quale si vedrebbero al
massimo le cupole nere delle Chiese dell’Ultima Possibilità,
sovrastate dalla Spada dell’Intervento accesa di riflessi
fiammeggianti.
Con
filosofica pazienza Ahriman osserva le tre astronavi a forma di croce
avvicinarsi nella simulazione olografica del computer di bordo e dà
istruzioni per una rotta geostazionaria in modo da permettere agli
Etici Cupi di perquisire la sua nave alla ricerca di libri di
argomento non strettamente religioso, pornografia, musica,
anticoncezionali, spinelli, biologi evoluzionisti, astrofisici,
liberi pensatori o membri della Chiesa Del Faidaté.
Il
fanatismo religioso, ben lungi dall’essere una caratteristica
esclusivamente terrestre, ha una solida presenza tra i popoli della
galassia.
A
tale proposito sono da ricordare i Conservatori di Katapulta III,
così chiamati per la loro convinzione di essere predestinati alla
difesa dell’opera del loro dio. Questi è raffigurato come una
sorta di Asso di Picche dotato di un unico occhio irato e piace
praticamente solo a loro, ma non importa: i Conservatori scrivono
comunque lettere indignate a chiunque – stelle trasformatisi in
nove comprese – abbia preso qualche iniziativa senza ottenere la
loro speciale dispensa.
Anche
meritevoli di menzione sono i Candidi di Rotula IV, che convinti che
l’innocenza dell’infanzia sia la condizione più amata dal loro
Dio – un’ enorme Orsacchiotto vestito di una salopette rosa –
si ostinano ad obbligare i pochi turisti che visitano Rotula a
vestirsi da bebé ed a parlare come infanti di una pubblicità di
merendine, pena la morte data per ingestione di una spilla da balia
aperta.
Ma
tra tutti i fanatici religiosi solo gli Etici Cupi sono stati
segnalati su tutte le guide turistiche galattiche con la quadruplice
croce dell’intolleranza assoluta.
Ostili
al divertimento, al sesso, alla cultura, alla scienza, all’arte,
agli alcoolici, al fumo, alle droghe, a tutto ciò, in breve, che
rende il passaggio in questa valle di lacrime un po’ meno lugubre,
gli Etici Cupi non si limitano a praticare i loro precetti nella loro
vita privata e sociale, ma si adoperano ad imporli a chiunque capiti
a tiro, assolutamente convinti di dover scegliere anche per gli altri
e soprattutto timorosi di scoprire che il peccato è molto più
interessante della loro vita da vegetali perennemente con la luna
storta.
Il
fatto che esista gente di questa risma anche sul nostro pianeta e
particolarmente sul continente americano, non è il risultato di uno
sbarco degli Etici Cupi nella Bible Belt, ma solamente della
facilità con la quale idee così idiote possono germogliare nella
testa di creature supposte intelligenti.
(Notabene:
il quarto capoverso dell’Assoluto Parziale, il notissimo testo del
grande filosofo Thinbam, recita: «Il pensiero è fatica, la cultura
è fatica, il dubbio è fatica quasi insopportabile, ma di queste
fatiche devi intessere la tua vita, o ranocchio, (Thinbam fa parte di
una razza di anfibi, N.d.A.). Diffida del tuo primo pensiero, del
primo impulso, della convinzione più salda. Attendi senza giudicare,
sii occhio ed orecchio. Coloro che hanno paura della propria mente
nuoteranno in uno stagno putrido in cerchi sempre uguali.»)
In
seguito a questo scritto Thinbam è stato condannato a morte per rogo
(in contumacia) dopo lunga tortura (in effigie) dalla Sacra Cattedra
della Chiesa dell’Ultima Possibilità.
Nell’edizione
successiva dell’Assoluto Parziale Thinbam ha posto una nota al
quarto capoverso nella quale definisce gli Etici Cupi «Un numero
eccessivo di ignoranti microcefali plagiati da un’accolita di
fanatici moralmente corrotti e sessualmente sgradevoli».
Su
Etico cupo si è reagito con l’esumazione (sempre in effigie) ed un
nuovo rogo.
Ahriman
si specchia in una pozzanghera di una viuzza laterale di Espiazione
Costante, la capitale del pianeta.
L’immagine
che la pozzanghera imparzialmente gli rimanda è quella di un
distinto sauroide dagli occhi verde smeraldo vestito di un saio
grigiastro con una scritta sul petto che recita: “STRANIERO” e
sotto in lettere più piccole “Arcipeccatore, incredulo, appena
appena tollerato dalla Sacra Cattedra sempre che righi dritto”.
Ahriman
guarda le lettere rovesciate nella pozzanghera e si chiede come farà
a compiere la missione affidatagli dalla società, dal momento che
finora anche una semplice richiesta di informazioni toponomastiche è
stata accolta da sbatter di porte, preghiere, ostensione di
crocifissi ed anatemi.
In
subordine Ahriman si chiede se alla partenza gli saranno restituiti
gli abiti che indossava, giudicati da Fratello Krissdahl,
perquisitore della nave, un’empia arca di peccato, al pari
dell’accendino, dell’orologio, del minicomputer (“Credi Forse
Che Dio Non Sappia Contare, Eh?”) dell’olofoto della figlia Ghia
in divisa da collegiale e del figlio Neurite neonato, nudo su una
pelle di ragno-lucertola.
Il
ricordo dello sguardo di Fratello Krissdahl alla vista del figlio
infante in costume adamitico lo convince che perlomeno sarà molto
difficile farsi restituire quella foto, se non anche quella della
figlia.
A
un centinaio di metri dietro di lui una trentina di bambini e ragazzi
ha iniziato un lancio di pietre al suo indirizzo, al grido di “Morte
all’Arcipeccatore”. Ahriman solleva l’orlo dell’abito e a
grandi passi opta per un cambiamento d’aria non senza aver gridato
ai suoi assalitori “Pensate al turismo!” facendoli se non altro
esitare per qualche secondo.
Ahriman,
privo del minicomputer che contiene l’indirizzo ed il modo di
arrivare a Doppio Kuemmel, giovane regista nonchè il più grande
esperto di effetti speciali del cinema galattico, infila prima un
vicolo, poi un altro, attraversa una piazzetta, sempre inseguito da
una torma di ragazzini urlanti, impreca contro la politica
demografica di Etico Cupo, inciampa in una pila di giornali ad un
angolo di strada con in prima pagina la frase: “Bruciati i
peccatori colpevoli di fantasie impure” e si infila in un vicolo
cieco.
Ahriman
fissa il muro scrostato davanti a sé sul quale c’è una scritta
stinta che incita alla masturbazione libera.
Alle
sue spalle i mostriciattoli avanzano rumorosi, preceduti dalle pietre
ed il sauroide si chiede se non sia il caso di abbandonare la Terra
al suo destino. Per non pensare allo scoperto Ahriman si è comunque
rimpiattato dietro una pila di bidoni che risuonano allegramente
delle pietre lanciate dai piccoli cannibali.
–
Psstt.
Il
sauroide rotea gli occhi a destra e poi in basso. Da un tombino
semiaperto un individuo incappucciato gli fa dei frenetici cenni con
la mano indicando il buio sotto di lui.
Momentaneamente
a corto di alternative, Ahriman si infila nel tombino e scompare alla
luce del sole e agli occhi della torma di piccoli fanatici, dei quali
alcuni, al primo linciaggio, resteranno delusi fino alle lacrime.
Giù
per una serie oscura ed interminabile di corridoi debolmente
illuminati dalla luce polverosa che spiove dalle inferriate dei
marciapiedi, attraversando diramazioni delle fognature cittadine che
dal puzzo sembrano perfettamente identiche alle omologhe di altre
città galattiche.
La
sua guida cammina veloce, con il piglio sicuro di chi conosce l’urbe
ipogea. Procedono per una mezz’oretta poi il suo salvatore si ferma
sotto una grata molto ampia ed abbassa il cappuccio. Ahriman
impallidisce trovandosi di fronte la maschera metallica da cavaliere
teutonico di un Fratello Correttore, i robot poliziotti della Sacra
Cattedra.
–
Calma – dice questi. – Devo condurti davanti al Fatale Severo
Custode della Sacra Cattedra.
Ahriman
ha la sensazione che qualcuno abbia approfittato della sosta per
rubargli le ginocchia e sostituirle con equivalente quantità di
gelatina. Vorrebbe rispondere che invitarlo alla calma davanti a
quella prospettiva è come chiedere ad un invitato ad un barbecue di
sedersi sulla griglia, ma scopre che i suoi organi per la fonazione
hanno fatto la stessa fine delle ginocchia.
Il
fratello correttore gli fa cenno di seguirlo e Ahriman, troppo
stordito per discutere, si avvia con passo da bambino al primo giorno
di scuola verso un ampio corridoio illuminato da alcuni neon coperti
da griglie molto sporche.
Un
breve tragitto e sbucano da un altro tombino ai piedi della Torre
dell’Infinito Dolore, una costruzione che per l’aspetto e il
contenuto scatenerebbe l’entusiasmo del Dottor Mengele.
Stranamente
il robot supera la Torre e si dirige verso la sede della Cattedra.
Sale la scalinata, attraversa grandi stanze e corridoi, si inerpica
su per altre scale con Ahriman, depresso e instupidito dalla
preoccupazione, sempre alle calcagna.
La
sala, foderata di legno nero ed arredata con arazzi che raffigurano
le Quattordici Grandi Rinunce del Vero Credente, ha un solo occupante
che Ahriman riesce a vedere quando finalmente il fratello correttore
si toglie di mezzo.
–
Doppio Kuemmel! – La voce del sauroide è insolitamente stridula e
strozzata.
Il
Severo Custode, che somiglia come una goccia d’acqua a un Richard
Harris giovane, sfoggia un paio di eleganti baffetti biondi e una
lunga tonaca bianca e nera. E sorride.
–
Ahriman, vecchio brigante, ho saputo che mi cercavi.
Il
sauroide annuisce con un cenno secco del capo. – Sì, ma non avrei
mai pensato che…
Richard
Harris /Doppio Kuemmel sorride di nuovo con minore convinzione. –
Ti riferisci al mio lavoro, immagino.
–
…
–
Il fatto è… Ma siediti. Ragazze, scusatemi.– Il Custode schiocca
le dita. Si apre una porta laterale e appare una giovane umana dalle
forme procaci, con indosso solo un paio di autoreggenti nere che
spinge un carrello di liquori, seguita da una coetanea vestita di un
velo da suora (e nient’altro) che porta un vassoio carico di
tartine. – Serviti pure. Grazie, ragazze, potete andare.
–
Ma… – Dice una delle due.
Il
Fatale Severo Custode annuisce paziente, le dà una pacca distratta
sulle rotondità posteriori e quindi accarezza il seno della sua
compagna.
–
Sono la perpetue del mio predecessore. Queste abitudini gliele ha
date lui. Non che io le trovi sgradevoli, intendiamoci, ma non è
questo il mio modo di vedere il rapporto tra i sessi… Probabilmente
loro pensano che sia omosessuale. Vabbé, niente di male in questo,
ma c’è anche gente che mi guarda un po’ allarmata e giorno sì e
giorno no mi arriva qualche giovinetto deciso a diventare il mio
favorito. Buttare fuori le ragazze comunque mi dispiace: vivono e
lavorano qui da molto prima di me… Ma serviti, dai.
Ahriman
si versa un abbondante bicchiere del primo liquore che gli capita
tiro e si siede su un divano.
–
Sarai stupito, immagino, di trovarmi qui. Il fatto è che io speravo
di liberare questo pianeta dalla tirannide della Sacra Cattedra.
–
Infatti. Sapevo che le tue idee erano, diciamo, molto radicali. –
Ahriman, con in corpo un bicchiere di liquore è più incline alla
conversazione.
–
E lo sono tuttora. – Doppio Kuemmel stringe le labbra e aggrotta la
fronte. – È per combatterli meglio che sono entrato nella Sacra
Cattedra. Poi, dal momento che dovevo rendermi conto della
situazione, ho giocato al loro gioco per un po’ e sono stato
promosso una prima volta. Dalla mia nuova posizione mi sono reso
conto che salendo ancora di grado avrei potuto meglio colpirli e
così, sia pure con dolore ho fatto la parte del boia e
dell’assassino, del sicario e del giudice di un diritto criminale,
la parte del confessore spergiuro e del predicatore che spinge al
linciaggio… Fa schifo, lo so, ma vedi, sapevo che era per meglio
combatterli, per minare l’organizzazione dall’interno, per
svuotarla. – Beve. – Fatto sta che l’anno scorso ho fatto
assassinare il precedente Custode e sono diventato il capo
dell’organizzazione giudiziaria della Sacra Cattedra, il passo
subito precedente al Supremo Decanato.
–
Un risultato… notevole. – Ammette Ahriman.
–
Già, notevole. Il fatto è che non c’è sostegno da parte del
popolo. Io sono un Custode molto più feroce e sanguinario del mio
predecessore, ma è tutto inutile: il popolo non ne vuole sapere di
ribellarsi. Hanno solo paura, non cospirano, non lottano, non hanno
solidarietà, passano il tempo a denunciarsi tra loro ed a linciare i
turisti. Sono molto deluso.
–
Ehm, succede.
–
Eh sì, succede, purtroppo. Il fatto è che temo di non farcela.
Anche se arrivassi al Supremo Decanato cosa potrei fare di ancora
peggiore per spingere questa mandria di imbecilli alla rivoluzione? –
Doppio Kuemmel solleva lo sguardo e fissa Ahriman. – Sono deluso,
stanco. Alle volte mi chiedo se non sarebbe meglio mollare tutto e
tornare al mio precedente lavoro, che non aveva nulla di
rivoluzionario, è vero, ma almeno non mi obbligava a torturare
nessuno. Tu che sei stato il mio produttore un sacco di volte,
Ahriman, cosa ne dici?
Il
sauroide annuisce con cautela: – Sono qui appunto per proporti un
lavoretto…
Un
anno dopo la fuga del Custode Kuemmel su Etico Cupo scoppiava una
sanguinosa rivolta. Elemen Scharwadetter, nuovo Supremo Decano – in
realtà un importante membro dell’intersistemi liberazionista –
aveva vietato il linciaggio dei turisti, ordinando ai Fratelli
Correttori di sparare sulla folla.
Mentre
scrivo Etico Cupo, ora ribattezzato Playboy Fumato, è divenuto il
pianeta “dove tutto è permesso”. Ma Elemen Scharwadetter è già
disgustato dalla scarsa serietà del nuovo governo e ha deciso di
partire per Plumbeo Granito, dove una casta ereditaria di feroci
militari opprime il popolo.
2 commenti:
Ci sono sempre, puntatone "divino" oggi, eh?
@Nick: Ho una profonda intolleranza verso gli intolleranti e in particolare per coloro che sono mossi dalla convinzione assoluta di avere sempre ragione... In quanto a Dio, ecco… diciamo che l'immagine che costoro ne regalano è semplicmente grottesca: un dio guardone, permaloso, pettegolo,noioso, intollerante, pieno di schadenfreude, meschino e autoritario. Come un vecchio zio da evitare assolutamente.
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