Ahriman
Godetai abbandona a metà l’esecuzione della Sonata n° 5
“Dell’albero in fiamme”, lasciando che Biscroma, il
robodomestico di casa la termini al suo posto (l’autore, Ereo
Kamy-Ky, aveva sostenuto in un’intervista che “nessuno può
sospendere l’esecuzione della mia sonata senza soffrirne gravi
conseguenze morali ed intellettuali”).
Attraversa
la passerella in legno che dalla villa scende alla scogliera dove
sorge il suo eremo, solleva leggermente l’orlo dell’abito bruno
decorato con l’avito simbolo del Cane-pavone ed approda nella
grande sala a vetri della sua villa.
Ahriman
si guarda intorno con blanda soddisfazione. Il mare ambrato dona ai
tappeti e alle tappezzerie una calda sfumatura topazio. L’aria che
entra dalle finestre è intiepidita dai raggi del sole Azuki, ma non
nasconde un tenue presagio della languida freschezza del tramonto.
Insomma,
nella sua Casadolcecasa il Sauroide ci sta da papa.
Tra
poco arriveranno i suoi soci. Ahriman affida ad un altro
robodomestico, Semibiscroma, la scelta di una serie appropriata di
temi per musica d’ambiente ( “Costruiamo un futuro aereo e
vitale”, di Solla Tama andrà benissimo. ) accompagnati da immagini
colorate e blandamente ipnotiche proiettate sul soffitto (“Sogni di
un meriggio astrale”? Cosa dici? Troppo animato? “Eternità al
tramonto”? Semibiscroma, ma ti rendi conto delle circostanze?
“Volubile irrealtà”? Mmmmh, perfetto.)
Non
che i suoi soci meritino tante attenzioni. No di certo. Ma il
sauroide pensa che un ambiente equilibrato e stimolante faccia
miracoli nel suscitare idee e proposte anche in un ensemble di zucche
vuote come la Satan-Luxiferus-Ahriman- Iblis.
Appena
il tempo di gustare un aperitivo delicato e leggermente stimolante ed
ecco i suoi ospiti: Satan, con il cipiglio feroce di un richiamato
cinquantenne nell’Armata Galattica, Luxiferus, un grilloide alto più o meno due metri, con un bel panama
chiaro ed eccitato come uno scrittore esordiente in attesa dei
fotografi, Iblis, un androide prototipo dallo scheletro in lega
metallica, cigolante come un carrello di supermercato e semiannegato
nel suo consueto camicione bianco e, a chiudere il corteo, Neurite
vestito da pilota di Caccia stellare, abbigliamento adottato all’età
di sei anni galattici standard unificati e mai più abbandonato.
–
Vi prego di voler prendere piacere della mia modesta abitazione,
indegna del nostro magnifico capostipite Shakamel.
La
formula rituale della Casa del Cane-pavone é accolta con un grugnito
da Satan, con un sorriso di leggero stupore da Luxiferus e con una
scrollata di spalle da Neurite che trova ridicole le tradizioni di
famiglia.
–
Checc’é da bere? – Chiede il reprobo aprendo una mezza dozzina
di sportelli ed allineando sul tavolo della riunione altrettante
bottiglie.
Ahriman
si sforza di rimanere calmo. Lo fa praticamente da quando il suo
rampollo é uscito dall’uovo ed ha spalancato sul mondo uno sguardo
eccitato e famelico: non è contento ma perlomeno c’è abituato.
Riesce
persino a sorridere, disinvolto come un ambasciatore a un ballo di
carità. – Servitevi pure. – Poi lancia un’occhiata di scusa al
ritratto dell’Antenato Shakamel, in abito da guerriero del periodo
Motjan e si versa una seconda, più robusta dose di aperitivo.
–
Qualcuno ha protestato presso il governo di Sirio? – Chiede Satan,
tatticamente installato alle spalle dello sbarramento di bottiglie.
–
Io. – Luxiferus è il primo ad essere stupito da tanta audacia ed
ammutolisce subito.
–
E allora?
–
Un tizio mi ha fatto un lungo discorso zeppo di paroloni e mi ha
suggerito di rivolgermi ad un avvocato. Ho protestato vivacemente ed
ha riso, anzi per l’esattezza si é sbellicato. Mi ha suggerito di
usare il brevetto di concessione per… Non importa. E ha minacciato
di rovinarci. “Vi manderemo a far marchette!” Mi ha detto. Credo
che il significato più corretto della locuzione sia per l’appunto…
–
Lasciamo perdere.– Ahriman non ama l’uso di espressioni forti tra
i muri della magione ed ancor meno sopporta i risolini da deficiente
di Neurite. – In sostanza é stato un fiasco. Il problema a questo
punto é stabilire se ricorrere a vie legali...
–
Palle!
Ahriman
ignora l’interruzione di Satan che ha espugnato la prima bottiglia
e sta coraggiosamente attaccando la seconda. – … Oppure se
provvedere in qualche altro modo a tutelare i nostri diritti,
sebbene…
–
Non si può togliere st’accidenti di musica? Mi fa venire il mal di
testa.
Il
nobilsauro guarda con intenso disgusto il frutto del suo amore per
Llalith Ele, sua prima e unica legittima moglie, attualmente in
crociera circumgalattica in compagnia dei suoi alimenti e di un
sauroide giovane ed esibizionista a nome Thelgan, ex-fotomodello.
Sospira e con un gesto impercettibile abbassa il volume della musica
ad un remoto frinire. Si versa ancora da bere prima di terminare.
–
… Sebbene, dicevo, non vedo come le nostre limitate risorse
possano…
La c-assa della società conta a-ttualmente 4.235 galattodindi, i
crediti a b-reve sono p-ari a 34.890 galattodindi mentre
l’e-sposizione nei confronti di d-ipendenti, banche e fornitori
a-a-scende a 9.231.902 g-alattodindi. Te-tecnicamente siamo falliti.
A
qualcuno era parso geniale produrre androidi con lo scheletro
acciaio-cromo-molibdeno-palladio. Ma era un’idea cretina, degna uno
sceneggiatore di fumetti. Il povero Iblis si inceppa spesso a metà
di un movimento, rischia la ruggine come una bici in cantina e
balbetta come
un vecchietto con la dentiera smisurata.
–
Grazie Iblis, basta così. – Ahriman lancia uno sguardo di
contenuto livore al capocontabile della società, il genere di
sguardo che i suoi antenati guerrieri e feudatari riservavano ai
latori di cattive notizie subito prima di appenderli a testa in giù
sopra un falò ardente. – Come ha egregiamente riassunto l’amico
Iblis la nostra situazione non é tale da permetterci un impegno
adeguato alla contingenza, quindi...
–
Ma nemmeno per idea! – Satan, vincitore indiscusso della tenzone
con i liquori di casa Godetai, fa un gesto di sfida che spedisce a
terra due preziose sculture del periodo Daldhakor e minaccia con un
dito il socio rammollito e aristocratico. – È in questi momenti
che i tipi come noi devono mostrare quanto valgono. – Saetta
intorno sguardi incendiari. Istintivamente tutti si abbassano. – Se
dovremo combattere, ebbene, noi combatteremo! Ci batteremo!
–
Sì, combatteremo! – Neurite, discreto collaboratore di Satan nel
massacro della dotazione alcolica di famiglia, si alza in piedi
dondolandosi sul busto. – VRRRRHHH! WHAM! POW! FIIUUUuuuu! Li
massacreremo, li distruggeremo!
Ahriman
lascia che i due si sfoghino, raccoglie i miseri resti delle due
statuette, dà una botta alla sedia di Iblis che si é disattivato e
chiude a chiave l’altro armadio che contiene il grosso della
dotazione di liquori.
–
CON COSA COMBATTEREMO? – Chiede troncando di netto l’ennesimo
duello spaziale ingaggiato dal figlio.
Seguono
diversi secondi di silenzio interrotti dalla voce rugginosa di Iblis
che sussurra: – Bisognerebbe sabotarli.
–
E come? – Si informa educato Ahriman.
–
Boh? Facendoli perdere nello spazio, mandandoli sul pianeta
sbagliato, non so…
Sul
pianeta sbagliato, sentilo! – Satan sghignazza. – I piloti
Kerrabbia sono i migliori della galassia.
–
Dovrebbero trovare al posto giusto il pianeta sbagliato…
Mormora
tra sè Luxiferus mentre fissa il soffitto dove lievi forme colorate
danzano incorporee e si gratta il torace con le zampe mediane.
Nessuno lo ascolta ed il grilloide, cullato dalla musica, continua
silenziosamente a riflettere.
–
Dovremo introdurci a bordo dell’ammiraglia e sabotarla. – Ulula
Neurite, poi con voce cavernosa: – Pronto Ammiraglia, qui navetta
tattica codice “Sterminio”, chiediamo autorizzazione per
l’aggancio. Eh, cosa ne dite? –
Nel
silenzio che segue al frammento di sceneggiatura si ode, questa volta
distintamente, la voce di Luxiferus. – … Un pianeta fasullo, un
semplice trucco, come nel film “Abissi Stellari”…
–
Tombola! – urla Ahriman, rievocando l’antico gioco invernale dei
contadini sauroidi. – Luxiferus, hai fatto tombola!
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