24.12.18

Calibano Vigesimo Secondo: L’Armata delle Tenebre.


Satan osserva Fangoso III dal grande oblò dell’ammiraglia della sua piccola flotta, la Ninetta.
Pensa che il pianeta é una latrina, la sua ammiraglia un bidone, Ahriman, il suo vice, un cicisbeo con la puzza sotto il naso e tutte le astronavi della sua compagnia un’accozzaglia di cimeli da rottamazione.
Lontano dai suoi fiori, impegnato nel disperato tentativo di salvare un investimento abortito sul nascere ma che Iblis continua a mettere nella voce attivi del bilancio della società, per farsi prestare soldi dalle banche galattiche, il Daimone sperimenta un tipo di infelicità che in altri momenti avrebbe giudicato una “ridicola esagerazione da scrittore fallito.”
– Nessun segnale dalla superficie del pianeta – gli comunica per interfono Neurite, con il consueto tono entusiasta da primo della classe.
– Crepa. – Sibila Satan.
– Come ha detto capo? – Cinguetta il rampollo di Ahriman.
– Sicuro? – Si obbliga a dire il Daimone.
– Più che sicuro. Nessuna traccia della nave di Pelagio e nessuna trasmissione dal pianeta.
– Riprova.
– Ma…
– Riprova, testa di legno.
– Sì capo, subito. – Neurite chiude il collegamento e contempla il simulatore vuoto e il comunicatore silenzioso.
Si chiede se interpellare nuovamente Satan, poi, saggiamente, afferra il microfono per il collegamento in Spazio 1 nel modo in cui l’ha visto fare da Tubis Ra, il suo cantante preferito, e canta «Se il tuo cuore mi guardaaasseeee…»
– Nessuna comunicazione, Ammiraglio.– Annuncia con voce stentorea Luxiferus, vestito da primo ufficiale dell’Invicibile Armata di Petrax Pompadour, l’unico abito gli sia sembrato adeguato alla circostanza tra quelli in vendita presso il rigattiere Lidmo, suo abituale fornitore.
– Ti hanno già detto che sembri la controfigura di un gallinaccio? – Satan decisamente non fa nessuno sforzo per nascondere il malumore.
– Perchè la controf…? Beh, se ci fosse bisogno di parlamentare con i Kerrabbia, questa divisa potrebbe incutere loro un certo… diciamo rispetto. 

 
Il daimone considera i calzoni di raso azzurro cielo molto scampanati, il mantello color ciliegia, le spalline alte quattro dita, gli alamari dorati e la feluca a due piani, simile ad una fruttiera rococò e sospira dolorosamente.
– Luxiferus, lo sai cosa ne farebbero di te e della tua divisa i Kerrabbia?
L’interpellato, un B.E.M., cioè un grosso grillo ritto sulle zampe posteriori, è un tipo simpatico, sportivo, giocoso e apparentemente sempre distratto. È stupito quando Satan lo maltratta, ma mai che se la prenda.
Interrogativo, inclina la testa adorna di mandibole, antenne e occhi sfaccettati. – Cosa?
– Quello che faranno delle nostre navi e di tutti noi: un modesto grumo di immondizia eternamente vagante intorno a questo pianeta dimenticato!
Luxiferus annuisce debolmente, schiocca le mandibole e si mette a pensare.
Satan scruta il socio, ne immagina l’attività intellettuale e rabbrividisce. Torna al grigio paranoia di Fangoso III inquadrato dalla vetrata di plancia e si chiede se non sia il caso di unirsi ai Lugubri Trappisti di Penitenza Impotente, che in rispetto della loro Regola cercano la compagnia di creature noiose, squallide o idiote (nell’ipotesi migliore tutte e tre le cose insieme), frequentando assiduamente concerti di artisti d’avanguardia, feste danzanti organizzate dalle forze armate e Karaoke sotto il campanile.
Non è così depresso, comunque, da non accorgersi che l’unica porta della sala si trova esattamente alle spalle di Luxiferus. Non sono possibili fughe onorevoli, in sostanza, e non resta che disporsi serenamente ad ascoltare la più che probabile scemenza che sortirà da un momento all’altro dalla bocca mandibolosa del socio.
Silenzio. Respiro. Silenzio.
– Satan?
– Eh?
– Non potremmo vendere i diritti del pianeta…
– E a chi? Eh? Chi pensi che voglia comprare un pianeta che al massimo tra due settimane sarà visitato dai Kerrabbia?
– Il governo di Sirio. – Luxiferus nasconde la testa tra le zampe anteriori in attesa della reazione rozzamente materiale suscitata dalla maggior parte delle sue idee.
Passato qualche secondo fa capolino con un occhio dall’orlo del mantello e vede Satan che sorride strofinandosi il mento.
– Il governo di Sirio… Con quello che costano due settimane di mercenari Kerrabbia… A un buon prezzo…
– Cosa te ne pare, eh, Satan? – Si azzarda infine a chiedere il Pubbliche relazioni della società.
– Che può essere un’idea migliore della tua divisa.
– PELAGIO IN LINEA. – Nella voce di Neurite c’è una sfumatura di autocompiacimento che desta in Satan il desiderio di vederlo ingoiato da un buco nero subito e non entro i prossimi cinque minuti come d’abitudine. – E poi ho una grandissima notizia…


– Passami Pelagio.
– E la grandissima notizia?
– Fottitela e buon divertimento. – Esplode il Daimone. – Passami Pelagio subito!
– Vabbè. – Mugola Neurite ed un attimo dopo dall’interfono si esce la voce pacata del tartoide, questa volta meno pacata di altre.
– Salve Boss.
– Pelagio! È un vero piacere sentire la voce di una persona intelligente.
– Grazie, ma…
– Qualcosa non va?
– Insomma… la cucina dell’astronave é andata distrutta, ho perso l’antenna per la comunicazione nello spazio Gaalighe, sulla nave ho tre terrestri – due umanoidi ed un felino – che passano il tempo a litigare tra loro o a fare domande cretine, il robot di bordo dà i numeri ed infine…
– Infine…
– …Un idiota che imita la voce di Tubis Ra mi ha tenuto occupata la linea con la vostra nave finora…
Ormai avrete capito che Satan è individuo sincero, di cuore e sanguigno. Tipi come lui in un’occazione del genere inarcano le sopracciglia, prendono un’aria amara, stancamente delusa e infine – duole dirlo – si abbandonano al turpiloquio.Trascriverlo puntualmente non mi sembra edificante quindi, per puro dovere di completezza, mi limiterò ad informarvi che il Daimone sta attualmente augurando al rampollo di Ahriman di essere oggetto di pesanti approcci sessuali da parte di Kerrabbia ammalati di morbi orribili e contagiosissimi, al cospetto di un vasto pubblico plaudente ed ansioso di unirsi a loro.
Il lungo sfogo di Satan, prima di giungere al termine é interrotto dall’ingresso (… Gnik-krik-gnik-krik…) dell’ultimo componente del Consiglio di Amministrazione. Come sempre immerso nel suo camicione candido di tre misure più grandi del necessario e cigolante come una vecchia serratura, Iblis solleva un braccio con un lamento prolungato.
– Cosa c’é? – Chiede Satan, di un bel colore colpo apoplettico. – Ci mancavi solo tu, vecchio rottame per completare il quadro. – Il Daimone lascia che il suo sguardo incontri la divisa da operetta di Luxiferus ed il paludamento da eremita marittimo di Iblis, senza dimenticare l’espressione felicemente beota di Neurite che per sua fortuna non é presente. – Se vi vedo uno alla volta posso anche illudermi di non presiedere una società formata da idioti assoluti, ma se ci siete tutti…
– È una notizia important… AAAgh! GRgghh, Ghhhgh, AAAAgh!
Il sintetico riesce a sopravvivere all’attacco di tosse, si massaggia il petto con espressione di meditabondo allarme e riprende. – Era una breve di TeleEone: i Kerrabbia di Sirio si sono fermat… AAARgh, Rgh, Rgh!
– Fermat… – Ripetono all’unisono Luxiferus e Satan.
– Sciopero. Il governo di Sirio ha sospeso i pagamenti.


Post Scriptum: non essendo ignaro che questa è la sera di Natale inserisco questo poche frasi che non c'entrano per nulla con il romanzo. Abbiate pazienza. 
I migliori auguri di buon Natale e felice Anno Nuovo a tutti coloro che non si chiamano Matteo. Giusto per non sbagliare. A coloro  che si chiamano Matteo ma sono incolpevoli risponderò con una frase del grande stratega Carl Von Clausewitz: «Purtroppo è inevitabile che nel corso di una grande campagna militare muoiano anche dei Mattei. Ostinarsi a tenere un nome sbagliato è una palese dimostrazione di inettitudine»
Tanti auguri!

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