Pantaleone
Grimaldi Torralta, Conte di Santacroce non é certo un nome adatto
per un galattico, tuttalpiù per qualche relitto di nobiltà
nostrana.
Ed
effettivamente Pantaleone ecc. è originario di Ventimiglia (come il
Corsaro Nero, ci tiene a dire). Rapito nel 1966 nei dintorni di
Fiuggi da un disco volante, dopo un rapido check-up è finito a
scavare torio su una remota luna del quarto pianeta di Beta del
Cigno.
Sennonché
il capo cantiere amava talmente la pinnacola – nome galattico:
“Bacia il Generale” – da perdere in una sola rovente partita
con Pantaleone la casetta acquistata coi piccoli risparmi, il
fuoristrada, la moglie, l’amante, la foto della nonna in divisa da
assaltatore Zukunft, la collezione di fumetti e la proprietà di
Pantaleone medesimo.
Il
conte di Santacroce – autopromossosi Duca – é adesso uno dei più
attivi faccendieri dell’universo conosciuto. La sua fortuna si basa
sulla costruzione di villaggi turistici in pseudomasonite su pianeti
di astri instabili, ubicati nei pressi di un buco nero o posti
all’ombra di una stella a neutroni. All’indomani dell’inevitabile
tragico incidente Pantaleone passa ad incassare polizze miliardarie
sottoscritte da agenti assicurativi corrotti e via, a costruire altri
Porto Sorriso, Ville Arcobaleno e Residence dei Colli.
Complice
nella creazione del Ducato è stato l’ex-speaker del parlamento
Galattico (prima dello scandalo Tacchi-a-spillo): Aquila Yò-yò, un
coniglioide dalle fattezze simili in modo allarmante a quelle di Bugs
Bunny, collezionista di calzature femminili di tutte le razze della
galassia.
Il
duca di Kroton ( Kroton é o meglio fu un villaggio-vacanze costruito
su Sperduto III, marinato da una nube di acido acetico di provenienza
extragalattica tre giorni dopo la sua inaugurazione) é anche il
fondatore della Fratellanza degli Onesti Cavalieri del Sacro Cimento
Modulabile, paravento di una multisistemi del crimine collegata con
gli estremisti Nazisauri di “Onore e Artigli” e con i
Mangiasabbia di Aridomeriggio, trafficanti di armi, droga, sesso,
profumi psicotropi, videooloriproduttori farciti di sassi e in
generale di tutto ciò che di illegale prevedano le memorie di
“Principe del Foro IV”
I
soggetti di maggior interesse in questo olimpo del crimine sono i
Mangiasabbia, unico esempio di forma di vita a base silicio, creature
che godono dell’invidiabile situazione di non aver mai sviluppato
un codice morale. Criminali naîf in sostanza, candidi come ragazzini
che bucano pneumatici .
Non
esistono ricerche attendibili sulla società Mangiasabbia.
Alcuni
xenoetnologi che si sono dedicati alla studio dei loro usi e costumi
sono ritornati alle rispettive università improvvisamente ricchi,
per presentare brevi relazioni ricche di frasi come “splendente
società eticamente superiore” o anche “inaspettata sintesi di
estremi polimerici” o persino “Vetusta venustà fischiando
falpalà” e spedire al direttore di Dipartimento a tutti i pezzi
grossi dell’Ateneo enormi pacchi di letame con dedica.
Altri,
i più curiosi e seri, sono tornati in forma di pietosa salma,
vittime di strampalati incidenti avvenuti tentando di accendersi una
sigaretta con un lanciaraggi laser o bevendo per errore una miscela
di minuscoli frammenti di vetro.
Dal
momento che non sono riuscito a scovare personaggi con il fegato di
venire fin qui (ho ignorato una vocina che suggeriva Sandokan), sono
presente di persona ad una riunione (Rutilante Appello, nel
linguaggio del Duca) della Fratellanza degli Onesti Cavalieri ecc.
L’Adunanza,
convocata con uno spot subliminale trasmesso da TeleMorbidona, ha
luogo in una sala ipogea ricavata in una delle caverne di Apatico, il
pianeta più bucherellato della Galassia.
Lo
stravagante numero di crateri e caverne di Apatico è dovuto al moto
peculiare del pianeta, oscillante intorno ai tre soli del sistema:
Infido, Ingrato ed Incoerente. Questa caratteristica lo rende un
eccellente bersaglio per ciottoli di tutte le dimensioni, attratti
dal campo gravitazionale dei soli gemelli.
Naturalmente
appena il Duca di Kroton aveva avuta notizia dell’esistenza di
Apatico, vi aveva subito fatto costruire il residence turistico
“Sorriso”, sul continente-isola di Ortica.
Il
residence, prontamente assicurato con polizza miliardaria da un
funzionario della Prima Compagnia di Securtà Galattica (fatalmente
sotto di qualche milioncino perso alla roulette quantistica di
Megabau), é durato ben nove settimane e mezzo prima di essere
affondato a 35 miglia galattiche sotto la crosta di Apatico
dall’asteroide Torta Pasqualina.
Il
tragicocomico incidente ha avuto per vittime i congressisti di un
Movimento ostile alla libertà sessuale riuniti a congresso –
rimpianti praticamente da nessuno – ed ha procurato qualche soldino
fresco al Duca, da riinvestire nell’acquisto di un certo numero di
membri influenti dei principali partiti della Galassia.
Siamo
seduti a cuneo ed al vertice, abbigliato come Mandrake, sta il Duca,
bel volto drammatico ed abbronzato, baffetti curati e nervosi,
capelli neri e impomatati, all’occhiello un narciso e intorno a lui
un sentore di esotici profumi.
Il
Duca (Fastigio Lucente dell’Orbe Pacifico) saluta sfiorandosi con
due dita il bordo del cilindro di raso nero, apre il libro del rito
(Cripta della Ricordanza) e legge con impeto una frase: – Nulla
muta. Tutto resta sempre se stesso.
E
l’Uditorio: – Il tempo crea le apparenze che la volontà
distrugge
–
L’Ordine é uno ed é interminabile. – Salmodia Pantaleo.
-Sii
unviaggiatore dell’Interminabile.– Rispondono Mangiasabbia,
Nazisauri, Picciotti, Kerrabbia pensionati ed Aquila Yò-yò in
completo argento da prestidigitatore.
–
L’Ordine é luce…
Non
sono pagato a parola, quindi trascurerò di trascrivere le
interminabili scemenze del Duca e dei suoi accoliti. Gli eventuali
interessati possono scrivermi o telefonarmi.
Mentre
mi annoio osservo un mangiasabbia tediato quanto me, intento a
sfogliare un catalogo di soprammobili di cristallo ed a schioccare la
lingua, producendo un orripilante rumore di unghie su vetro, davanti
ai pezzi più ghiotti.
Finalmente
Pantaleone recita: – L’ordine é la nostra Eternità. – Ed un
ciottolone si schianta con un bel boato a poche miglia da lì.
Si
guarda intorno compiaciuto come se il meteorite l’avesse convocato
lui e dichiara: – È aperta la seduta. La parola all’Arcano
Clavigero Ketten per una breve relazione sulla situazione.
Aquila
Yò-yò, che da sempre ostenta il massimo disprezzo per le cerimonie
della Confraternita, continua a guardare il soffitto della caverna e
a sbadigliare.
–
Ehm… – Bisbiglia il Duca.
Il
Coniglioide si volta, sbatte le ciglia e sbadiglia ancora.
–
Arcano Clavigero Ketten! – Ulula Pantaleo ed Aquila Yò-yò
finalmente ricorda che l’Arcano é lui. Deglutisce e inizia: – Ci
stanno fottendo.
Panico.
I
mangiasabbia che si riproducono per gemmazione e hanno un’idea
quanto mai vaga e distorta del comportamento sessuale delle razze
carbonio picchiettano sugli auricolari con una faccia assorta da
adolescenti con l'MP3 scarico.
Il
coniglioide ammaina un orecchio e prosegue:
–
La Terra, come la chiamano quei quattro gonzi che ci abitano, Foxtrot
12.AB.42 per la gente civile, la prossima sede della più grande
roulette quantistica della Galassia, delle nostre finanziarie, delle
nostre banche, di tutte le nostre attività più ricche e lucrose…
Ebbene, Foxtrot sta per essere DISTRUTTA! (pausa drammatizzante) Il
governo di Sirio e la Fondazione per la Difesa della Panlingua hanno
ingaggiato i Kerrabbia. Non ho bisogno di ricordarvi che passati loro
di Foxtrot non rimarrà abbastanza nemmeno per un banchetto di
nascita su Aridomeriggio.– Soffia sul palmo della mano aperta
inguantata in giallo e piega in alto l’angolo della bocca. – E i
nostri soldi voleranno via…
Il
riferimento alla festa sociale dei silicati che la tradizione vuole
composto da una scheggia di ardesia (piccola) per invitato, e quello
alla scomparsa del denaro scuotono i silicati che con un sordo,
prolungato ruggito manifestano malumore.
Chiudo
gli occhi e vedo antiche metropoli sepolte da immani tempeste di
sabbia.
–
… A meno che… – Riprende Pseudo Bugs Bunny.
Il
duca di Kroton sceglie proprio quel momento per urtare con il gomito
il massiccio dado in iperghisa appoggiato sul bordo del tavolo a
simboleggiare la sua autorità. Il coso si schianta a un soffio dal
piede di Dsh‘Gh(iii)2, Grande Geosinclino dei Mangiasabbia,
creatura amabile quanto una doccia al vetriolo ed altrettanto letale.
Pantaleone
rimira il cratere piccino picciò aperto dal simbolone e meditabondo
interrogasi sulle possibilità di recupero.
Cosa
sarebbe successo se il Duca di Kroton non avesse fatto cadere il
dadone, mostrandosi una volta di più infantile e casinista?
Il
fatto è che sotto il tavolone della Fratellanza già gorgogliava
un’inconcepibile e aberrante forma biotica locale che, se fosse
sopravvissuta, avrebbe spazzato via ogni altra specie dalla Galassia,
sostituendola con concrezioni argilloso- cristalline dalla forma
inesplicabilmente simile a quella di un grosso e rumoroso Fast-Food.
Non
era essenziale dirlo, lo so, ma ci tengo che prendiate a benvolere il
Duca, persona amorale ma squisita.
Ignaro
del suo ruolo di Salvatore dell’Universo Abitato il Duca si
inginocchia per tentare di recuperare il dado (Erma della Casualità)
evitando così lo sguardo assassino di Aquila Yò -yò, che ignora
cosa sia successo ma è irritato per il tramestìo, borbottìo,
armeggìo prodotto da Pantaleone. Quando Aquila si arrabbia le
orecchie gli planano sulle spalle, rendendolo molto simile a Sandie
Shaw (pochi la ricorderanno, pazienza).
–
…A meno che, DICEVO, noi non si alzi il nostro deretano lardoso in
fretta per fermare i Kerrabbia. Io non ho nessuna soluzione in tasca
e non tirerò fuori conigli dal cappello. (Pantaleone-sotto-il-tavolo
ridacchia). DICIAMO CHE mi affido all’intelligenza ed alla fantasia
dei presenti.
Ha
finito in calando, delusoperplesso, il coniglioide. Scettico si
guarda intorno e si siede.
–
Potremmo assssumere noippure dei Kerrabbia. – Il Grande Geosinclino
ha una bella voce profonda, simile al rumore prodotto da un
commensale allegrotto che soffi nel collo di un grosso fiasco e
dispone di tre occhi simili a rose del deserto dei quali uno spianato
sul Duca di Kroton, inginocchiato a frugare nella terra borbottando
qualcosa.
–
Assssumere molti Kerrabbia noi possssiamo, una gigantesssca flotta
kettutto distrugge, tutto. Nesssuno kesssopravvive: lassser,
termoannichilatori, cannoni quantici, missssili a fussssione…
L’eccitazione
di Dsh‘Gh(iii)2 aumenta di pari passo con il numero di sibilanti e
Aquila Yò-yò decide di intervenire prima che l’eminente Sabbione
si avventuri a dire “assassini”, parola che notoriamente fa
deragliare la favella dei Mangiasabbia rendendoli simili a 78 giri
graffiati.
–
Grande Geofinclino, lo fa quanto coftano i Kerrabbia?
Uno
degli effetti della vicinanza di un nativo di Aridomeriggio è la
tendenza alla scomparsa della lettera “S” dall’alfabeto degli
interlocutori, fenomeno a suo tempo previsto dal teorema linguistico
di Ter- Dat- Bandora sui fonemi come quantità finita.
–
No. – Replica impavido il grosso silicato.
–
Un Kerrabbia, senza contare l’attrezzatura costa all’ora quanto
dieci dei vostri sicari per un anno. – Spiega il Duca di Kroton
facendo capolino sull’orlo del tavolo come il teschio del povero
Yorick.
–
Lassciamo perdere. – Shiddigh’Ssh, il luminoso Ortosinclino fa
gli occhiacci a Dsh‘Gh(iii)2. – Ricorreremo ai Kerrabbia ssolo
sse non ci viene in mente nulla di meglio. Qualcun altro che ha
un’idea migliore?
Il
mio vicino, quello che sfogliava il catalogo di soprammobili di
cristallo, si scuote, schiarisce l’ugola e propone di rapire la
figlia del Governatore di Sirio per ricattarlo, come nella 126ª
puntata di “Sono un pirata, sono un Signore”, la telenovela
avventurosa trasmessa da Telemassaia di Aldebaran.
–
Bah! – Commenta Aquila Yo-yò. – Cos’ altro?
Seguono
proposte varie mentre il mio vicino, fa le spallucce e torna alla
lettura del suo catalogo.
Tra
le tante idee germogliate nelle zucche sabbiose o decisamente vuote
dei presenti una attira la mia attenzione. Riguarda un certo Cilicio
Benelli, Gran Cavaliere di Gigosh della Fratellanza attualmente
residente su Foxtrot, da spedire su Sirio a corrompere o a eliminare
quanti più membri possibile del locale governo.
–
Dopo
i notevoli successi ottenuti penso possa essere l’uomo giusto anche
per noi. – Suppone l’autore della proposta, una verdalmata dagli
occhioni di foglia ed un corpo da sogno perverso.
–
Mmhh.– Aquila Yo-yò annuisce fissando scollatura e polacchine di
vitello della ragassa. – I politici di Sirio sono talmente corrotti
che ci costeranno poco di meno, ma tanto vale provare. Tra ricatti,
stragi, minacce, promesse, finanziamenti ai partiti di maggioranza,
all’estrema destra ed alle chiese di Sirio qualcosa quaglieremo.
Aquila
Yo-yò diteggia brevemente su un arnese grosso come un portachiavi.
L’allarme ipersonico della sua astronave parcheggiata fuori dalla
caverna comincia a ululare.
Il
coniglioide si guarda intorno imbarazzato e scuote l’aggeggio che
si mette a barrire. Le vibrazioni ultrasoniche provocano un piccolo
assestamento tellurico che fa tintinnare i Mangiasabbia come calici
da Champagne. Qualcuno di loro fa la faccia scura.
–
E allora? Me l’avete venduto voialtri. – Aquila spazientito
afferra l’arnese e lo sbatte più volte sul tavolo fino a che sulla
parete di fronte si accende l’immagine di Cilicio Benelli, Savio
Adorabile per i settimanali di Foxtrot e Gran Cavaliere ecc. per i
Galattici.
Scende
il buio nella caverna mentre l’ex-speaker bugsbunnesco del
Parlamento Galattico dialoga con il mellifluo personaggio: un fitto
cicaleccio di cifre e nomi impronunciabili.
Io,
sopraffatto dall’agnizione, (cfr. Umberto Eco) sento la mente
vacillare (cfr. H.P.Lovecraft) e, approfittando dell’oscurità, mi
appropinquo all’uscita (cfr. Totò) nel mio travestimento da
estremista di destra – tuta mimetica, capelli a zero e sopracciglia
esagerate – ben deciso a non muovermi più personalmente.
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