1.12.18

Calibano diciassette: Miseria e Nobiltà


Pantaleone Grimaldi Torralta, Conte di Santacroce non é certo un nome adatto per un galattico, tuttalpiù per qualche relitto di nobiltà nostrana.
Ed effettivamente Pantaleone ecc. è originario di Ventimiglia (come il Corsaro Nero, ci tiene a dire). Rapito nel 1966 nei dintorni di Fiuggi da un disco volante, dopo un rapido check-up è finito a scavare torio su una remota luna del quarto pianeta di Beta del Cigno.
Sennonché il capo cantiere amava talmente la pinnacola – nome galattico: “Bacia il Generale” – da perdere in una sola rovente partita con Pantaleone la casetta acquistata coi piccoli risparmi, il fuoristrada, la moglie, l’amante, la foto della nonna in divisa da assaltatore Zukunft, la collezione di fumetti e la proprietà di Pantaleone medesimo.
Il conte di Santacroce – autopromossosi Duca – é adesso uno dei più attivi faccendieri dell’universo conosciuto. La sua fortuna si basa sulla costruzione di villaggi turistici in pseudomasonite su pianeti di astri instabili, ubicati nei pressi di un buco nero o posti all’ombra di una stella a neutroni. All’indomani dell’inevitabile tragico incidente Pantaleone passa ad incassare polizze miliardarie sottoscritte da agenti assicurativi corrotti e via, a costruire altri Porto Sorriso, Ville Arcobaleno e Residence dei Colli.
Complice nella creazione del Ducato è stato l’ex-speaker del parlamento Galattico (prima dello scandalo Tacchi-a-spillo): Aquila Yò-yò, un coniglioide dalle fattezze simili in modo allarmante a quelle di Bugs Bunny, collezionista di calzature femminili di tutte le razze della galassia.
Il duca di Kroton ( Kroton é o meglio fu un villaggio-vacanze costruito su Sperduto III, marinato da una nube di acido acetico di provenienza extragalattica tre giorni dopo la sua inaugurazione) é anche il fondatore della Fratellanza degli Onesti Cavalieri del Sacro Cimento Modulabile, paravento di una multisistemi del crimine collegata con gli estremisti Nazisauri di “Onore e Artigli” e con i Mangiasabbia di Aridomeriggio, trafficanti di armi, droga, sesso, profumi psicotropi, videooloriproduttori farciti di sassi e in generale di tutto ciò che di illegale prevedano le memorie di “Principe del Foro IV”


I soggetti di maggior interesse in questo olimpo del crimine sono i Mangiasabbia, unico esempio di forma di vita a base silicio, creature che godono dell’invidiabile situazione di non aver mai sviluppato un codice morale. Criminali naîf in sostanza, candidi come ragazzini che bucano pneumatici .
Non esistono ricerche attendibili sulla società Mangiasabbia.
Alcuni xenoetnologi che si sono dedicati alla studio dei loro usi e costumi sono ritornati alle rispettive università improvvisamente ricchi, per presentare brevi relazioni ricche di frasi come “splendente società eticamente superiore” o anche “inaspettata sintesi di estremi polimerici” o persino “Vetusta venustà fischiando falpalà” e spedire al direttore di Dipartimento a tutti i pezzi grossi dell’Ateneo enormi pacchi di letame con dedica.
Altri, i più curiosi e seri, sono tornati in forma di pietosa salma, vittime di strampalati incidenti avvenuti tentando di accendersi una sigaretta con un lanciaraggi laser o bevendo per errore una miscela di minuscoli frammenti di vetro.
Dal momento che non sono riuscito a scovare personaggi con il fegato di venire fin qui (ho ignorato una vocina che suggeriva Sandokan), sono presente di persona ad una riunione (Rutilante Appello, nel linguaggio del Duca) della Fratellanza degli Onesti Cavalieri ecc.
L’Adunanza, convocata con uno spot subliminale trasmesso da TeleMorbidona, ha luogo in una sala ipogea ricavata in una delle caverne di Apatico, il pianeta più bucherellato della Galassia.
Lo stravagante numero di crateri e caverne di Apatico è dovuto al moto peculiare del pianeta, oscillante intorno ai tre soli del sistema: Infido, Ingrato ed Incoerente. Questa caratteristica lo rende un eccellente bersaglio per ciottoli di tutte le dimensioni, attratti dal campo gravitazionale dei soli gemelli.
Naturalmente appena il Duca di Kroton aveva avuta notizia dell’esistenza di Apatico, vi aveva subito fatto costruire il residence turistico “Sorriso”, sul continente-isola di Ortica.
Il residence, prontamente assicurato con polizza miliardaria da un funzionario della Prima Compagnia di Securtà Galattica (fatalmente sotto di qualche milioncino perso alla roulette quantistica di Megabau), é durato ben nove settimane e mezzo prima di essere affondato a 35 miglia galattiche sotto la crosta di Apatico dall’asteroide Torta Pasqualina.
Il tragicocomico incidente ha avuto per vittime i congressisti di un Movimento ostile alla libertà sessuale riuniti a congresso – rimpianti praticamente da nessuno – ed ha procurato qualche soldino fresco al Duca, da riinvestire nell’acquisto di un certo numero di membri influenti dei principali partiti della Galassia.
Siamo seduti a cuneo ed al vertice, abbigliato come Mandrake, sta il Duca, bel volto drammatico ed abbronzato, baffetti curati e nervosi, capelli neri e impomatati, all’occhiello un narciso e intorno a lui un sentore di esotici profumi.


Il Duca (Fastigio Lucente dell’Orbe Pacifico) saluta sfiorandosi con due dita il bordo del cilindro di raso nero, apre il libro del rito (Cripta della Ricordanza) e legge con impeto una frase: – Nulla muta. Tutto resta sempre se stesso.
E l’Uditorio: – Il tempo crea le apparenze che la volontà distrugge
– L’Ordine é uno ed é interminabile. – Salmodia Pantaleo.
-Sii unviaggiatore dell’Interminabile.– Rispondono Mangiasabbia, Nazisauri, Picciotti, Kerrabbia pensionati ed Aquila Yò-yò in completo argento da prestidigitatore.
– L’Ordine é luce…
Non sono pagato a parola, quindi trascurerò di trascrivere le interminabili scemenze del Duca e dei suoi accoliti. Gli eventuali interessati possono scrivermi o telefonarmi.
Mentre mi annoio osservo un mangiasabbia tediato quanto me, intento a sfogliare un catalogo di soprammobili di cristallo ed a schioccare la lingua, producendo un orripilante rumore di unghie su vetro, davanti ai pezzi più ghiotti.
Finalmente Pantaleone recita: – L’ordine é la nostra Eternità. – Ed un ciottolone si schianta con un bel boato a poche miglia da lì.
Si guarda intorno compiaciuto come se il meteorite l’avesse convocato lui e dichiara: – È aperta la seduta. La parola all’Arcano Clavigero Ketten per una breve relazione sulla situazione.
Aquila Yò-yò, che da sempre ostenta il massimo disprezzo per le cerimonie della Confraternita, continua a guardare il soffitto della caverna e a sbadigliare.
– Ehm… – Bisbiglia il Duca.
Il Coniglioide si volta, sbatte le ciglia e sbadiglia ancora.
– Arcano Clavigero Ketten! – Ulula Pantaleo ed Aquila Yò-yò finalmente ricorda che l’Arcano é lui. Deglutisce e inizia: – Ci stanno fottendo.
Panico.
I mangiasabbia che si riproducono per gemmazione e hanno un’idea quanto mai vaga e distorta del comportamento sessuale delle razze carbonio picchiettano sugli auricolari con una faccia assorta da adolescenti con l'MP3 scarico.
Il coniglioide ammaina un orecchio e prosegue:
– La Terra, come la chiamano quei quattro gonzi che ci abitano, Foxtrot 12.AB.42 per la gente civile, la prossima sede della più grande roulette quantistica della Galassia, delle nostre finanziarie, delle nostre banche, di tutte le nostre attività più ricche e lucrose… Ebbene, Foxtrot sta per essere DISTRUTTA! (pausa drammatizzante) Il governo di Sirio e la Fondazione per la Difesa della Panlingua hanno ingaggiato i Kerrabbia. Non ho bisogno di ricordarvi che passati loro di Foxtrot non rimarrà abbastanza nemmeno per un banchetto di nascita su Aridomeriggio.– Soffia sul palmo della mano aperta inguantata in giallo e piega in alto l’angolo della bocca. – E i nostri soldi voleranno via…
Il riferimento alla festa sociale dei silicati che la tradizione vuole composto da una scheggia di ardesia (piccola) per invitato, e quello alla scomparsa del denaro scuotono i silicati che con un sordo, prolungato ruggito manifestano malumore.
Chiudo gli occhi e vedo antiche metropoli sepolte da immani tempeste di sabbia.
– … A meno che… – Riprende Pseudo Bugs Bunny. 

 
Il duca di Kroton sceglie proprio quel momento per urtare con il gomito il massiccio dado in iperghisa appoggiato sul bordo del tavolo a simboleggiare la sua autorità. Il coso si schianta a un soffio dal piede di Dsh‘Gh(iii)2, Grande Geosinclino dei Mangiasabbia, creatura amabile quanto una doccia al vetriolo ed altrettanto letale.
Pantaleone rimira il cratere piccino picciò aperto dal simbolone e meditabondo interrogasi sulle possibilità di recupero.
Cosa sarebbe successo se il Duca di Kroton non avesse fatto cadere il dadone, mostrandosi una volta di più infantile e casinista?
Il fatto è che sotto il tavolone della Fratellanza già gorgogliava un’inconcepibile e aberrante forma biotica locale che, se fosse sopravvissuta, avrebbe spazzato via ogni altra specie dalla Galassia, sostituendola con concrezioni argilloso- cristalline dalla forma inesplicabilmente simile a quella di un grosso e rumoroso Fast-Food.
Non era essenziale dirlo, lo so, ma ci tengo che prendiate a benvolere il Duca, persona amorale ma squisita.
Ignaro del suo ruolo di Salvatore dell’Universo Abitato il Duca si inginocchia per tentare di recuperare il dado (Erma della Casualità) evitando così lo sguardo assassino di Aquila Yò -yò, che ignora cosa sia successo ma è irritato per il tramestìo, borbottìo, armeggìo prodotto da Pantaleone. Quando Aquila si arrabbia le orecchie gli planano sulle spalle, rendendolo molto simile a Sandie Shaw (pochi la ricorderanno, pazienza).
– …A meno che, DICEVO, noi non si alzi il nostro deretano lardoso in fretta per fermare i Kerrabbia. Io non ho nessuna soluzione in tasca e non tirerò fuori conigli dal cappello. (Pantaleone-sotto-il-tavolo ridacchia). DICIAMO CHE mi affido all’intelligenza ed alla fantasia dei presenti.
Ha finito in calando, delusoperplesso, il coniglioide. Scettico si guarda intorno e si siede.
– Potremmo assssumere noippure dei Kerrabbia. – Il Grande Geosinclino ha una bella voce profonda, simile al rumore prodotto da un commensale allegrotto che soffi nel collo di un grosso fiasco e dispone di tre occhi simili a rose del deserto dei quali uno spianato sul Duca di Kroton, inginocchiato a frugare nella terra borbottando qualcosa.
– Assssumere molti Kerrabbia noi possssiamo, una gigantesssca flotta kettutto distrugge, tutto. Nesssuno kesssopravvive: lassser, termoannichilatori, cannoni quantici, missssili a fussssione…
L’eccitazione di Dsh‘Gh(iii)2 aumenta di pari passo con il numero di sibilanti e Aquila Yò-yò decide di intervenire prima che l’eminente Sabbione si avventuri a dire “assassini”, parola che notoriamente fa deragliare la favella dei Mangiasabbia rendendoli simili a 78 giri graffiati.
– Grande Geofinclino, lo fa quanto coftano i Kerrabbia?
Uno degli effetti della vicinanza di un nativo di Aridomeriggio è la tendenza alla scomparsa della lettera “S” dall’alfabeto degli interlocutori, fenomeno a suo tempo previsto dal teorema linguistico di Ter- Dat- Bandora sui fonemi come quantità finita.
– No. – Replica impavido il grosso silicato.
– Un Kerrabbia, senza contare l’attrezzatura costa all’ora quanto dieci dei vostri sicari per un anno. – Spiega il Duca di Kroton facendo capolino sull’orlo del tavolo come il teschio del povero Yorick.
– Lassciamo perdere. – Shiddigh’Ssh, il luminoso Ortosinclino fa gli occhiacci a Dsh‘Gh(iii)2. – Ricorreremo ai Kerrabbia ssolo sse non ci viene in mente nulla di meglio. Qualcun altro che ha un’idea migliore?


Il mio vicino, quello che sfogliava il catalogo di soprammobili di cristallo, si scuote, schiarisce l’ugola e propone di rapire la figlia del Governatore di Sirio per ricattarlo, come nella 126ª puntata di “Sono un pirata, sono un Signore”, la telenovela avventurosa trasmessa da Telemassaia di Aldebaran.
– Bah! – Commenta Aquila Yo-yò. – Cos’ altro?
Seguono proposte varie mentre il mio vicino, fa le spallucce e torna alla lettura del suo catalogo.
Tra le tante idee germogliate nelle zucche sabbiose o decisamente vuote dei presenti una attira la mia attenzione. Riguarda un certo Cilicio Benelli, Gran Cavaliere di Gigosh della Fratellanza attualmente residente su Foxtrot, da spedire su Sirio a corrompere o a eliminare quanti più membri possibile del locale governo.
– Dopo i notevoli successi ottenuti penso possa essere l’uomo giusto anche per noi. – Suppone l’autore della proposta, una verdalmata dagli occhioni di foglia ed un corpo da sogno perverso.
– Mmhh.– Aquila Yo-yò annuisce fissando scollatura e polacchine di vitello della ragassa. – I politici di Sirio sono talmente corrotti che ci costeranno poco di meno, ma tanto vale provare. Tra ricatti, stragi, minacce, promesse, finanziamenti ai partiti di maggioranza, all’estrema destra ed alle chiese di Sirio qualcosa quaglieremo.
Aquila Yo-yò diteggia brevemente su un arnese grosso come un portachiavi. L’allarme ipersonico della sua astronave parcheggiata fuori dalla caverna comincia a ululare.
Il coniglioide si guarda intorno imbarazzato e scuote l’aggeggio che si mette a barrire. Le vibrazioni ultrasoniche provocano un piccolo assestamento tellurico che fa tintinnare i Mangiasabbia come calici da Champagne. Qualcuno di loro fa la faccia scura.
– E allora? Me l’avete venduto voialtri. – Aquila spazientito afferra l’arnese e lo sbatte più volte sul tavolo fino a che sulla parete di fronte si accende l’immagine di Cilicio Benelli, Savio Adorabile per i settimanali di Foxtrot e Gran Cavaliere ecc. per i Galattici.
Scende il buio nella caverna mentre l’ex-speaker bugsbunnesco del Parlamento Galattico dialoga con il mellifluo personaggio: un fitto cicaleccio di cifre e nomi impronunciabili.
Io, sopraffatto dall’agnizione, (cfr. Umberto Eco) sento la mente vacillare (cfr. H.P.Lovecraft) e, approfittando dell’oscurità, mi appropinquo all’uscita (cfr. Totò) nel mio travestimento da estremista di destra – tuta mimetica, capelli a zero e sopracciglia esagerate – ben deciso a non muovermi più personalmente.


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