Irruo
Skannagon, vice-supremo ammiraglio della flotta Kerrabbia spinge da
parte il libro (TORTURE E UMILIAZIONI NELLA GALASSIA anno 121° –
sottotitolo: torture e torturatori – con olofoto staccabili e
conservabili – Edizioni Sinistro Presagio) e ruggisce: – KOOOOsa
C’È?
–
Avvistata piccola astronave modello “Falena” nel quadrante
GJ45.89. Non militare, con contrassegno di compagnia privata. –
Il Kerrabbia, con la mente tuttora arroventata dalle foto e dal
testo, esita un istante prima di ordinare la distruzione della
piccola nave. Guarda il libro, aperto sull’immagine in bianco e
nero di Vala Halla, la Pornoregina del Dolore, inguainata in una
guepiere di pelle nera e ricoperta da qualche chilo di catene e
sorride felice. – Fermate la nave e portatemi qui i passeggeri. –
Gorgoglia.
Irruo
è un buon diavolo, perverso quanto può esserlo un bambino che
solleva la gonna a una bambola, ma si è fissato nel tentativo di
pubblicare le sue foto sull’annuario.
Finora
i suoi articoli e olofoto sono stati regolarmente respinti con
lettere cortesi ma distaccate nelle quali comparivano giudizi come
“pedestri”, “grotteschi”, “non adatti al nostro pubblico”,
“scarsamente fantasiosi”, e che regolarmente terminavano con:
“ringraziandola per l’attenzione, la invitiamo a cessare l’invio
di materiale non richiesto.”.
Ma
Irruo non è il tipo da smontarsi e sta cercando qualcosa di più
adatto delle istantanee di altri kerrabbia malmenati personalmente.
Non
si deve credere che il comportamento del Vice-Ammiraglio sia consueto
presso i Kerrabbia, solitamente tanto brutali quanto modesti e
riservati nelle proprie vicende private.
No,
è il Viceammiraglio ad essere un po’ strano.
Gli
aspetti peculiari del suo carattere scaturiscono da un episodio della
sua prima infanzia avvenuta a bordo di un incrociatore stellare, il
celeberrimo Atrox, colpito e gravemente danneggiato dal fuoco
di ben tre corazzate spaziali Utraniane.
L’aver
trascorso alcuni mesi della sua vita in un minuscolo settore della
nave dove esisteva ancora aria respirabile, in compagnia di una
dozzina di cadaveri vaganti per mancanza di gravità e di un monitor
guasto che continuava a ritrasmettere le ultime scene della
battaglia, aveva alterato per sempre la sua percezione della realtà
suscitando in lui una rudimentale vocazione artistica ed
un’irrazionale ansia di notorietà.
Tratto
in salvo da una silurante Irruo Skannagon era stato accolto come un
eroe, ma quei momenti avevano reso spasmodico il suo desiderio di
essere noto, apprezzato e persino amato, sogno decisamente inconsueto
per uno della sua razza.
Se
la sua carriera militare era stata fulminea ed il suo prestigio non
aveva conosciuto eclissi, l’irragionevole esibizionismo, la
curiosità per ciò che avveniva nel resto della Galassia, la
dichiarata passione per il sadismo – da lui considerata la prova di
un sentire comune che affratellava i Kerrabbia con gli altri popoli –
l’avevano reso un individuo bizzarro e solitario per i suoi casti e
brutali simili, tanto che la sua carriera si era inceppata al rango
di Viceammiraglio.
Intanto
la corazzata spaziale, dopo una breve comunicazione con l’Ammiraglio
Qvatten, esce dalla formazione e punta sulla piccola astronave di
Pelagio, attivando il proprio campo di polarità Tayllerand.
Il
campo di polarità Tayllerand é una delle novità tecnologiche
assolute delle quali dispone la flotta Kerrabbia, un’invenzione
rivoluzionaria che merita un breve accenno.
Per
quanto riguarda la sorte di Pelagio, E., Mirella e Conan, dal momento
che detesto la suspence e normalmente ho l’abitudine di
saltare le pagine più pericolose per i protagonisti per vedere come
se la cavano, riporterò qui le ultime righe del capitolo, in modo
che possiate leggervi in santa pace la spiegazione dell’effetto
Tayllerand senza farvi venire un attacco di nervi:
…Pelagio
si china sulla plancia ed annuisce: – Tra tre secondi inserirò la
superpropulsione Gaalighe. – Mirella ancora incredula aggrotta la
fronte: – Ma COSA volevano da noi?
–
Punirmi finalmente. – Sospira Conan estasiato, riprogrammato
nell’imago sintetica di Vala Halla in reggiseno di cuoio a
balconcino e slippino con borchie.
–
Pervertirci. – Mormora E., ancora vestito con una tuta aderente che
lo rende molto simile all’Uomo Ragno, mentre la spinta della
propulsione ultraluce deforma lo spazio oltre la grande vetrata
trasformandolo in un paesaggio di Braque.
...
Katafrat
Tayllerand, ambasciatore di Arcturus nel sistema di Mira, sfaccendato
come tutti i suoi colleghi diplomatici di tutti i tempi e di tutte le
razze, aveva due passioni.
La
prima per i ricevimenti allestiti a spese del popolo di Arcturus e
indicati nel bilancio della legazione come “spese di
rappresentanza” con numeri di almeno sette cifre, la seconda per il
tiro al bersaglio, sport nel quale, nonostante il grande impegno e
l’uso di mezzi sempre più tecnologicamente avanzati, continuava ad
essere una schiappa.
Ma
si sa che la noia aguzza l’ingegno e Tayllerand non mancava nè
dell’una nè dell’altro. Una mattina, dopo aver come d’abitudine
mandato il tappo del dentifricio ad intasare lo scarico del lavabo,
invece di chiamare l’idraulico di Mira il diplomatico aveva
rinunciato a lavarsi i denti e si era seduto in veranda a riflettere.
Perchè
tutti i suoi tentativi di colpire un dischetto di colore rosso in
mezzo al bersaglio fallivano, mentre riusciva a centrare il buco del
lavabo con il tappo del dentifricio anche al buio e da considerevole
distanza?
In
un primo momento aveva pensato che la soluzione del problema stesse
nel tappo ed aveva pensato di utilizzare fucili armati di tappi di
dentifricio. Ma gli era sembrato davvero troppo banale. La soluzione
dell’enigma era di livello superiore, aveva supposto, e doveva
avere qualcosa a che fare con la casualità.
Dopo
queste riflessioni era schizzato al poligono con il fucile in mano,
aveva ignorato il bersaglio manipolando l’arma in modo casuale,
strizzandola, soffiandoci dentro, canterellando ed infine sparando a
casaccio cercando di mancare il bersaglio, creando nella servitù la
convinzione che i troppi aperitivi avessero gravemente leso le sue
facoltà intellettuali.
Naturalmente,
per la prima volta nella sua vita aveva fatto un centro pieno e, cosa
più importante, aveva scoperto il principio dell’Acausalità
Attrattiva Quantistica, passato alla Storia come effetto Tayllerand.
La
fama dovuta alla sua scoperta ha reso i suoi ricevimenti ancora più
ambiti e frequentati, ma il conseguente lievitare delle spese di
rappresentanza ha spinto il governo di Arcturus ad un controllo dei
bilanci dell’ambasciata. Questo é il motivo per cui attualmente
Katafrat Tayllerand sta cercando un’applicazione monetaria del suo
effetto, nel tentativo di procurarsi molti galattodindi in modo
acausale, finora con scarso successo.
...
Adesso
che siete meglio informati su una delle più importanti scoperte
della scienza galattica, possiamo tornare a bordo della Peste Nera
comandata da Irruo Skannagon.
Mirella
e Pelagio si trovano in una grande stanza al centro della colossale
corazzata kerrabbia, Conan ed E. sono stati trascinati via da alcuni
nerboruti soldati kerrabbia mentre Rumpus é riuscito a far perdere
le sue tracce.
Puffa
cannibale e Tartoide contemplano la sala per interrogatori, un locale
scuro illuminato dalla luce fumosa di poche torce, il soffitto basso
dal quale penzolano catene, uncini, corde ed altri misteriosi arnesi
dall’aria ostentatamente maligna.
A
Mirella, anche se preoccupata, vengono in mente una discoteca vicino
a Cattolica e una jeanseria del centro. Lancia un’occhiata dubbiosa
a Pelagio, immobile al suo fianco. – Dev’essere per spaventarci.
Il
tartoide scuote lentamente il capo. – Non credo.
–
Dove saranno…?
–
Quei due poveretti? Li avranno sparati fuori con i tubi lanciasiluri
per usarli come bersagli prima che tirino le cuoia nel vuoto. È uno
degli sport preferiti dei Kerrabbia.
Pelagio
sembra calmo, quasi stoico, come un uomo in attesa dell’estratto
conto dopo aver perduto la carta di credito.
–
Visto che ormai siamo spacciati posso farle una domanda? – chiede
Mirella, che cerca di non prendere definitivamente sul tragico la
situazione.
–
Certo.
–
Perchè mai c'è una stanza sull’astronave arredata come un’aula
di scuola?
Pelagio
chiude gli occhi e fa un gesto lento con la mano come ad indicare il
lento flusso del tempo. – Molti anni fa…
La
porta si apre cigolando ed entra un Kerrabbia in divisa nera carica
di decorazioni scintillanti, seguito da E., con una tuta nera
aderentissima stile Spiderman e una frusta in mano e da una
appariscente bionda inguainata in pelle nera, carica di catene e
beatamente sorridente.
–
Là – Intima il kerrabbia ai due, indicando una sorta di quadro
svedese carico di manette come un albero della cuccagna.
–
E., ma chi é quella? – Chiede Mirella al cugino che si sforza di
assicurare a quel ridicolo arnese oscillante la vittima che ripete
“sì, sì, fammi male” .
–
E chi vuoi che sia? È Conan.
Mirella
guarda le forme generose ostentate dal robot e sbarra gli occhi.
–
Silenzio! – Urla Irruo che impugna l’olocamera come un bazooka. –
Adesso pestalo, fallo nero di botte.
E.,
nonostante la frequentazione della rivista «Macrosesso», per quanto
riguarda il capitolo perversioni è decisamente uno sprovveduto.
Guarda la frusta che tiene in mano e inghiotte a vuoto.
–
Allora?
–
Mi scusi.
Irruo
si volta con lentezza minacciosa verso Mirella.
–
Non abbia fretta, poi toccherà a lei. – Ruggisce.
–
Va bene. Ma io volevo chiederle se lei lavora per il cinema.
Il
kerrabbia si immobilizza. – Come l’ha capito? – Gorgoglia
improvvisamente addolcito.
Mirella
si stringe nelle spalle: – La decisione, l’autorità che
dimostrano certi artisti è inconfondibile. Non é merito mio averlo
capito, é la professionalità che dimostra.
–
Beh… Io…– Irruo Skannagon fa un gesto vago, modesto. – …Penso
di essere un discreto dilettante, tutto qui.
Pelagio
si scuote e annuisce. – Più che discreto, direi, ricordo una scena
molto simile in Garfillea, nel suo celeberrimo Dolore e Peccato.
In quell’occasione la vittima indossava un mantello di velluto nero
con una piccola croce bianca, simbolo della redenzione ed un corpetto
decorato con gigli neri in campo verde, che Jellead, il grande
critico cinematografico aveva interpretato come riferimento al
misticismo Xarrax. Il carnefice, «l’Elargitore del Dolore», come
il grande sceneggiatore di Garfillea, Hsuunnkall, l’aveva
denominato, era incoronato di un diadema argenteo e…
–
Fatemi male, punitemi, sono colpevole, sono il più colpevole dei
colpevoli! – La trasformazione esteriore non ha cambiato la voce di
Conan, che è rimasta cupa e lamentosa.
Irruo
lo fissa innervosito: una vittima consenziente é un’esperienza
nuova e sconcertante per lui. – ALLORAAHH? – Urla ad E., che ha
approfittato dell’interruzione e si é seduto su un ceppo macchiato
di sangue.
Pelagio
e Mirella si scambiano uno sguardo rassegnato. Il tentativo di
distrarre il kerrabbia, anche se partito bene é naufragato molto
rapidamente.
Il
tartoide a bassa voce spiega: – Dopo ci butterranno nello spazio,
fanno sempre così.
In
un’altra parte della corazzata Rumpus sceglie proprio quel momento
per buttarsi a quattro zampe sui sensori di controllo del generatore
a fusione creando un bel cortocircuito.
Nel
buio calato all’improvviso nei corridoi della nave accadono varie
cose. Tra le principali:
1)
Rumpus si va a mettere in mezzo ai piedi di tutti i Kerrabbia che
irrompono nella cabina di controllo del generatore, guidato
dall’intuito e dalla perversità tipici della sua razza, facendo
scoppiare una gigantesca rissa.
2)
Mirella afferra una pesante torcia e la cala sulla testa di Irruo
Skannagon, mancando per un soffio E. che al buio cerca la porta.
3)
E. libera Conan da manette e catene, mentre il robot singhiozza
deluso.
4)
I quattro fuggono per i corridoi guidati da Rumpus che li ha
raggiunti e risalgono sulla piccola astronave di proprietà di Satan.
5)
Si allontanano a tutta velocità dalla Peste Nera, dove i
Kerrabbia, convinti di aver subito un attacco in forze da parte di
ignoti nemici, sono lodevolmente intenti a spararsi addosso con ogni
mezzo.
È
a questo punto che: “Pelagio si china sulla plancia ecc. ecc.”.
Siete
arrivati alla fine del capitolo.
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