Ciononostante cercherò di adeguarmi al clima generale, affrontando l'inaffrontabile dilemma del governo.
«Che fare?» scrisse Cernysevskij, evitando così le ore d'aria a -40° nella sua prigionia in Siberia, dove lo Czar l'aveva spedito. Lenin rimase talmente colpito dal personaggio e dall'opera di Cernysevskij da scrivere un libro con lo stesso titolo: «Che fare?».
Li ho letti tutti e due.
E nessuno dei due mi è in qualche modo utile per commentare la situazione attuale in Italia.
È probabile che per commentare la situazione politica da noi sarebbe bene non essere italiani. Magari Estoni. O Kazakhi. O Dominicani. O Transnistriani. O Saturniani. Solo così penso che riuscirei a comprendere le discutibilissime mosse del grande partito che ingombra tuttora il nostro orizzonte politico: il PD. Un partito non molto amato, ma che nessuno si decide a buttar via. Più o meno come l'orso di pezza con il quale dormiva da piccola la mia bambina. Grosso come la lei dell'epoca, sul viso un sorriso a labbra strette innegabilmente idiota, una salopette blu su una camicia a quadrettini. Un orso assurdamente padano, ma al quale la bimba era spaventosamente affezionata.
E nessuno dei due mi è in qualche modo utile per commentare la situazione attuale in Italia.
È probabile che per commentare la situazione politica da noi sarebbe bene non essere italiani. Magari Estoni. O Kazakhi. O Dominicani. O Transnistriani. O Saturniani. Solo così penso che riuscirei a comprendere le discutibilissime mosse del grande partito che ingombra tuttora il nostro orizzonte politico: il PD. Un partito non molto amato, ma che nessuno si decide a buttar via. Più o meno come l'orso di pezza con il quale dormiva da piccola la mia bambina. Grosso come la lei dell'epoca, sul viso un sorriso a labbra strette innegabilmente idiota, una salopette blu su una camicia a quadrettini. Un orso assurdamente padano, ma al quale la bimba era spaventosamente affezionata.
Noi non si apprezza poi molto il PD, ma si pensa a com'era una volta e non ci si decide a farlo volare nei rifiuti indifferenziati. E facciamo molto male. Ma è così.
Ma ultimamente qualcuno si è alzato in piedi candidandosi a buttarlo via. Un'organizzazione che di nome fa Grillology. Un'organizzazione che ha come capofila uno che faticava a far ridere nei panni di comico (andate un po' a vederlo su YouTube), in seguito buttato fuori dalle reti di Berlusconi e che adesso, essendo tramontato in quanto showman, si accontenta di vellicare istinti pericolosi e poco urbani. Uno che infila ragionamenti rozzi e approssimativi su partiti, sindacati, statali, euro, UE e il futuro di noi tutti. Certo ha spesso ragione, per quanto mi riguarda, ma che non ha la più pallida idea di come realizzare i suoi sogni. E alza troppo spesso la voce, come fosse contraddetto da qualcuno che non compare mai in scena.
Provaci te a discutere con uno così.
Ma l'Italia è messa in una maniera tale che persino gli urlatori lasciano il segno. E anche le eminenze grige con pettinature seicentesche come il Casaleggio, uno con una faccia e un nome altrettanto seicenteschi e un'ambizione da far paura, come del resto Grillo. Sono loro gli inventori di Grillology e sono, come il bocconiano nostro Mario Monti, altrettanto fissati sull'apparire (o il non apparire), come se la politica fosse innanzitutto una rappresentazione, una sfilata, un talk show.
Ma, un momento.
La rete del M5S è una rete sostanzialmente territoriale, che opera sulla prossimità, che attrae nuove forze grazie all'impegno locale dei suoi sostenitori. Una rete che senza l'impegno - ognuno lo chiami come preferisce - di Grillo, non avrebbe mai avuto una fisionomia unitaria. E il paragone dei grillini (non di Grillo) con i Grüne tedeschi viene immediato e spontaneo. Un lavoro locale, un impegno politico nato da parole d'ordine nuove, innanzi tutto la compatibilità con l'ambiente e la decrescita felice. Ma questa è la parte più antica del movimento grillino, la sua anima profondamente alternativa, legata - in positivo o in negativo - alla sinistra storica o meno storica italiana.
Ma esiste anche un'anima "di partito" del M5S, un insieme di militanti sul modello dei capi delegazione di Camera e del Senato, evidentemente molto assidui nella difesa del movimento. Ed esistono, infine, i nuovi e nuovissimi arrivati, transfughi dal voto a sinistra o dal sostegno a Pdl e Lega. Questi ultimi, in particolare, come scrive «Europa», «Non manifestano [...] nemmeno un grande entusiasmo nei confronti dello stesso M5S e di Grillo, di cui però condividono l’asprezza feroce delle critiche». Queste le tre "anime", tenute unite da qualcosa di più forte dei semplici social networks. Da Grillo e Casaleggio, innanzitutto, e dalla struttura fortemente centralista del partito. Dove per "partito" si intendono i militanti di più antica data, i puri e duri del M5S.
Che cosa aspettarsi da questo curioso centauro, insieme movimento caciarone che disegna faccine e scrive mi piace, partito della Terza Internazionale e setta Scientology style, Grillology, per l'appunto? E che cosa può sperare di cavarne il buon Vendola e il partito più inconcluso del mondo, il PD? Non facile supporlo. Ma ciò che è avvenuto con l'elezione dei presidenti di Camera e Senato e le reazioni del "partito" - compresa la scelta di un paio di tonton macoute virtuali che avranno il compito di difendere la linea a ogni costo - sono un ottimo esempio di che cosa potrebbe accadere in futuro. Se qualcuno pone il M5S davanti a scelte definitive, quasi elementari nella loro essere evidentemente alternative, il movimento si sfalda, si spezza, va in corto circuito. Le sue anime cessano di comunicare e Grillology si apre come un libro pop-up.
Che il PD sia capace di scelte tanto nette è ancora, ovviamente da dimostrare. Il fatto che in direzione girino tuttora elementi come D'Alema - il comunista frescone preferito da Berlusconi - o Veltroni, famoso per aver mandato al macero più di un milione di voti nel 2006, non lascia sperare troppo bene.
Ma l'aria è cambiata e per la prima volta da molti anni a questa parte ho qualche piccola, smunta, emaciata speranza. Probabilissimo che venga trucidata non appena esce all'esterno, ma credo non sia male tenere gli occhi ben aperti.
Provaci te a discutere con uno così.
Ma l'Italia è messa in una maniera tale che persino gli urlatori lasciano il segno. E anche le eminenze grige con pettinature seicentesche come il Casaleggio, uno con una faccia e un nome altrettanto seicenteschi e un'ambizione da far paura, come del resto Grillo. Sono loro gli inventori di Grillology e sono, come il bocconiano nostro Mario Monti, altrettanto fissati sull'apparire (o il non apparire), come se la politica fosse innanzitutto una rappresentazione, una sfilata, un talk show.
Ma, un momento.
La rete del M5S è una rete sostanzialmente territoriale, che opera sulla prossimità, che attrae nuove forze grazie all'impegno locale dei suoi sostenitori. Una rete che senza l'impegno - ognuno lo chiami come preferisce - di Grillo, non avrebbe mai avuto una fisionomia unitaria. E il paragone dei grillini (non di Grillo) con i Grüne tedeschi viene immediato e spontaneo. Un lavoro locale, un impegno politico nato da parole d'ordine nuove, innanzi tutto la compatibilità con l'ambiente e la decrescita felice. Ma questa è la parte più antica del movimento grillino, la sua anima profondamente alternativa, legata - in positivo o in negativo - alla sinistra storica o meno storica italiana.
Ma esiste anche un'anima "di partito" del M5S, un insieme di militanti sul modello dei capi delegazione di Camera e del Senato, evidentemente molto assidui nella difesa del movimento. Ed esistono, infine, i nuovi e nuovissimi arrivati, transfughi dal voto a sinistra o dal sostegno a Pdl e Lega. Questi ultimi, in particolare, come scrive «Europa», «Non manifestano [...] nemmeno un grande entusiasmo nei confronti dello stesso M5S e di Grillo, di cui però condividono l’asprezza feroce delle critiche». Queste le tre "anime", tenute unite da qualcosa di più forte dei semplici social networks. Da Grillo e Casaleggio, innanzitutto, e dalla struttura fortemente centralista del partito. Dove per "partito" si intendono i militanti di più antica data, i puri e duri del M5S.
Che cosa aspettarsi da questo curioso centauro, insieme movimento caciarone che disegna faccine e scrive mi piace, partito della Terza Internazionale e setta Scientology style, Grillology, per l'appunto? E che cosa può sperare di cavarne il buon Vendola e il partito più inconcluso del mondo, il PD? Non facile supporlo. Ma ciò che è avvenuto con l'elezione dei presidenti di Camera e Senato e le reazioni del "partito" - compresa la scelta di un paio di tonton macoute virtuali che avranno il compito di difendere la linea a ogni costo - sono un ottimo esempio di che cosa potrebbe accadere in futuro. Se qualcuno pone il M5S davanti a scelte definitive, quasi elementari nella loro essere evidentemente alternative, il movimento si sfalda, si spezza, va in corto circuito. Le sue anime cessano di comunicare e Grillology si apre come un libro pop-up.
Che il PD sia capace di scelte tanto nette è ancora, ovviamente da dimostrare. Il fatto che in direzione girino tuttora elementi come D'Alema - il comunista frescone preferito da Berlusconi - o Veltroni, famoso per aver mandato al macero più di un milione di voti nel 2006, non lascia sperare troppo bene.
Ma l'aria è cambiata e per la prima volta da molti anni a questa parte ho qualche piccola, smunta, emaciata speranza. Probabilissimo che venga trucidata non appena esce all'esterno, ma credo non sia male tenere gli occhi ben aperti.
4 commenti:
Argomento difficile per me.
Sempre votato a sinistra, a volte più per affetto storico che per convinzione.
Questa volta ho dovuto votare PD avendo in mente più vendola che Bersani, piuttosto Renzi.
Perchè Grillo proprio non me la sentivo. Io detesto la gente che sbraita, anche se dice cose sensate e condivisibili.
Non posso eleggere mio portavoce uno così ricco sfondato che sbraita facendo il difensore dei popoli. Insomma c'è qualcosa che non mi andava in lui, nei curriculum dei suoi.
Io non voglio che mi guidi un cittadino come tutti. Voglio al governo qualcuno di competente, ma non ambizioso e soprattutto non assetato di potere.
L'odioso Monti si è fatto inebriare dalla notorietà e dal potere, tanto da smentire con quella sua faccia da cartigenica rattrappita (usata) tutto il suo operato.
Ma c'è qualcuno in questo Paese che ha le palle di prendersi le proprie responsabilità?
Berlusconi non ha le palle di togliersi di mezzo, Bersani non ha le palle di togliere gli artigli da una sedia che qualcun altro merita di più, i Marò non hanno le aplle di scontare la loro pena è tutto un rifuguarsi dietro scuse penose per non affrontare quello che devono affrontare. A NOSTRE SPESE.
SEMPRE.
MEntre loro sono ancora e sempre sulle auto blu.
Mi viene da vomitare.
E' triste dover esprire un voto pensando "scelgo il male minore".
Che persone ci hanno fatto diventare?
@Lady Simmons: in genere riesco perlomeno a rispondere in giornata, ma ieri è stata un pessimo giorno - passato dal medico per i problemi di vista di mio padre - e sono riuscito soltanto a vedere la tua. Abbi pazienza...
Personalmente anch'io debbo ammettere di aver quasi sempre votato scegliendo il male minore. Quando non l'ho fatto - elezioni politiche del 2006 - sono rimasto senza rappresentanza per cinque anni. «Peggio per te, così impari a votare Rifondazione», dirai tu, ma la situazione dell'epoca e la politica di Prodi mi hanno spinto a fare quella scelta e non me ne pento. Ciò che dici su Grillo mi trova perfettamente d'accordo. Sarà un problema di età ma NON SOPPORTO chi urla e si agita, soprattutto se non ha soluzioni praticabili ma è bravissimo a mettere in colonna problemi che eccitano il popolo ma poi, come la peggiore pornografia, lo lasciano vuoto e depresso. Ma tu non torturarti, noi SIAMO persone migliori e non abbiamo motivo per lamentarci di noi stessi. Stanno arrivando tempi interessanti, direbbe un cinese, il che può significare la rovina o la speranza. Per il 51% sono propenso a credere nella seconda, ma posso avere torto. Ma se non spero non ho motivi per vivere, quindi... Scusa per la risposta un po' confusa e un po' periforme, ma sono temi non esattamente piccoli. Un abbraccio.
Il tema è enorme e mi permetto di aggiungere i miei due eurocent al piatto; c’è una generale insofferenza verso il PD, a cui in sostanza si rimprovera di non aver vinto in maniera piena. Come se l’instabilità generale del quadro politico fosse colpa di Bersani. E’ vero che se avessero vinto in Lombarda e/o in Sicilia avrebbero avuto una maggioranza chiara anche al Senato, o che se la legge elettorale prevedesse per quest’ultimo gli stessi meccanismi della Camera avrebbe avuto un premio di maggioranza; in entrambi i casi non si parlerebbe più più di rischio di nuove elezioni e simili. Ma visto il risultato, cosa doveva fare Bersani dopo? Scappare a nascondersi? Bussare alla porta di Renzi e implorarlo di prendere il comando? Il PD nel suo complesso ha fatto una campagna elettorale tra l’assurdo e l’invisibile, pagando una non-strategia degna del peggior Tafazzi, su questo penso si sia d’accordo. Ma adesso bisogna gestire l’esistente e mi permetto di pensare che per ora si sia fatto bene. I presidenti di Camera e Senato non li trovo per nulla male e al di là del fumo sui media non è detto che davvero non si possa fare un governo di “scopo” per fare finalmente qualcosa di decente.
@Angelo: grazie per il commento, innanzi tutto.
La cosa che mi fa imbufalire ancora adesso è stata la sensazione di percepire fino troppo bene quanto fosse sbagliata la campagna elettorale del PD, ma non aver mai visto Bersani voler alzare di un millimetro i suoi obiettivi e la sua condotta. Temo, come ho sentito dire da qualcuno, che il PD contasse su una vittoria facile e liscia sia sua che di Monti e non abbia voluto muovere le acque più di quanto ritenesse necessario. Dopo di ché Monti ha fatto padella e il PD una mezza padella e siamo come siamo. A questo punto un minimo di coraggio da parte di una parte del PD era il minimo da aspettarsi. Un quadro che assurdamente sembra essere molto più spostato a sx di quanto il PD avesse previsto e che stranamente sembra dare una speranza più faticosa ma molto più piena di un mediocrissimo governo PD-Monti. Che poi possa essere Bersani a farlo, beh, siamo qui a vedere.
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