3.9.13

Ma serve a qualcosa scrivere su un blog?


No, non è la solita domanda che prelude a una chiusura. Anzi, sono appena ritornato on line e sono ragionevolmente deciso a riprendere la mia attività di scrittore inutile sul (sui)  blog. Ma la domanda mi è sorta spontanea dando un'occhiata a ciò che è accaduto del blog durante le mie assenze. 
Generalmente l'assenza dal blog comporta una netta diminuzione dei passaggi e un silenzio completo on line. O, perlomeno, così era stato nelle precedenti occasioni. Quest'estate, viceversa, è avvenuto qualcosa di imprevisto. I passaggi sono aumentati e tra i post più visitati sono riemersi, tra gli altri, brevi brani di narrativa che onestamente avevo dimenticato. Un discreto movimento, inoltre, ho notato su Scribd, dove ho pubblicato il mio romanzo a puntate (che riprenderà giovedì prossimo, per chi fosse interessato) e nelle pagine del blog dedicate alla narrativa. 
«Consolante», si potrebbe affermare, solo che è una risposta che, anche se gradevole per il amor proprio, non mi basta. Proviamo ad allineare qualche altra spiegazione, anche soltanto in via ipotetica. 
- Quest'anno meno gente è partita per le vacanze. Anzi, non poca è rimasta in città o nei dintorni, presumibilmente con un pc o qualcosa del genere sottomano, dove navigare nei momenti di spleen più intenso. 
- Più gente ha continuato comunque a lavorare e con un pc davanti è fatale e inevitabile farsi ogni tanto un giretto. 
- Tablet, i-phone e altri supertelefonini sono diventati molto più utilizzati e infatti ho notato che i contatti a mezzo android o ipad os sono diventati quasi un quindici per cento del traffico.
- Lasciare a disposizione dei lettori casuali - e in quel momento relativamente sfaccendati - una certa quantità di testi in forma narrativa può risultare, per lo meno in questi periodi, un po' meno assurdo e controproducente di quanto appaia in tempi normali [1]. I tempi normali, infatti, prevedono che il navigatore che passa abbia dannatamente fretta, anche perché usa il pc sul lavoro.
Mi sembrano spiegazioni relativamente credibili o per lo meno molto più verosimili che ipotizzare che altrove due o tre disperati abbiano creato un fan club intitolato al sottoscritto... 
In ogni caso il fenomeno paradossale che meno si scrive sul blog e più aumentano i passaggi credo avvenga soltanto in agosto. 
Negli altri mesi sarà bene inventare qualcosa.




[1] Si parla, ovviamente, di testi liberamente disponibili e gratuiti. E questo è ovviamente un punctum dolens, soprattutto tenendo conto che altri blogger hanno messo a disposizione i propri testi a prezzi comunque bassi. Posso soltanto rispondere che i testi finora pubblicati gratuitamente sono solo una parte della mia produzione e che presto provvederò a pubblicare qualcos'altro dietro (modesto) pagamento. I pezzi pubblicati, comunque, hanno svolto un ruolo importante grazie ai pochi-ma-buoni lettori che si sono scomodati a commentarli più o meno positivamente. 

6 commenti:

Valentina Bertani ha detto...

Interessante fenomeno.

consolata ha detto...

Mai interrogarsi troppo sui perché! Non cancelliamo del tutto il mistero! (Sparo cazzate perché anch'io mi sono interrogata sul fenomeno dei passaggi estivi, ma non mi vengono spiegazioni). Sei tornato a Torino? Io sono ancora un po' in giro, ma non credo a lungo. Viaggio istruttivo. Smack smack.

Massimo Citi ha detto...

@Valentina: un blog è una stazione metereologica nel web. L'unica difficoltà è come valutare le misurazioni ottenute :-)

Massimo Citi ha detto...

@Consolata: che bello ritrovarti! Sì, sono tornato a Torino e non ne sono particolarmente felice, a essere sincero. Tienti ancora alla larga dalla città, male non può farti.
Per quanto riguarda i passaggi sui blog, comunque, il bello è che viaggiano come diavolo pare a loro, generalmente in maniera assolutamente imprevedibile...

cily ha detto...

Scrittore inutile non direi proprio.
Assieme ad un altro paio di blog ti leggo sempre con estremo piacere.
Inoltre ricordi il discorso che si faceva sui libri nauseanti che girano in libreria?
Beh io sto leggendo sempre più volentieri libri vecchi (specie quelli che segnali tu che mi fanno tribolare ma alla fine li trovo) e libri autoprodotti.
Degli scrittori autoprodotti tu e Davide Mana siete indubbiamente i miei favoriti perchè a dispetto della rabbia che mi viene leggendo i libri pubblicati che si trovano in libreria, mi lasciate sempre con quella bella sensazione di pienezza.
Trovo una storia che aveva senso di essere letta e che mi lascia diversa da com'ero prima di averla letta. Una storia ben raccontata che ha dentro sempre qualche elemento originale e azzardato e una freschezza che i nostri editori hanno smesso di cercare.
Ma forse non sono l'unica a provare certi sentimenti di piacevole sorpresa rispetto agli scrittori autopubblicati...e forse anche complice la crisi qualche lettore ha smesso di buttare via i propri soldi in libreria...chissà...

Massimo Citi ha detto...

@Cily: il grosso, vero problema è che gli autori autoprodotti sono per il 90% dei cani e delle bestie. O perlomeno così dovrebbe andare secondo logica (la letteratura è per il 90% immondizia, lo sport è il 90%... eccetera). Il fatto è che anche la letteratura pubblicata è fatta per il 90% di merda, anzi persino per una percentuale maggiore. Gli editori contemporanei, gli italiani anche di più, cercano disperatamente di far quadrare i conti pubblicando letteratura seriale e in questo modo tirano a sopravvivere ancora per un altro giorno. Questo disgusta sempre più gente che si rivolge ai libri autoprodotti o ai libri semiesauriti... avanti così finché non si romperà il giocattolo. Tra i cattivi libri e i mutui subprime esiste un legame profondo e inesplorato ed entrambi sono destinati a finire definitivamente nel cesso, ma il vero problema è quello di non finirci anche noi.