Scrivere sul blog è, in questo momento, una parentesi di riposo. Un attimo per tirare il fiato. La pubblicazione di UKR è stato - e tanto più sarà - un momento di stress pazzesco, tanto più dal momento che non sono più in libreria e recuperare indirizzi, contatti, possibili recensori non è affatto facile. Il problema di fare questo genere di cose da casa è che non si ha un momento per fermarsi e smettere di pensarci. Il che, sembra assurdo, ma è una fatica immane. In più presentarsi da soli in quanto "autori", e non più schermato dalla libreria e dal suo progetto editoriale, mi fa sentire un noioso questuante che implora una lettura o 1,00 euro.
Ma come vedrete non ho finito, e tornerò a rompervi i cosiddetti. Mi spiace, ma se non lo faccio io - perlomeno con chi conosco, per chi non conosco ci penserà l'editore - non lo farà nessun altro.
Ma tutto questo movimento mi ha dato l'occasione per "conoscere" un numero impressionante di altri autori. Tanto che ho avuto la sensazione (frustrante) che siamo moltissimi a scrivere mentre non si sa bene quanti siamo a leggere. E anche gli altri blog non sembrano parlare d'altro, a ben vedere. Da Davide Mana (gli ho scritto? Sì, sì, gli h0 scritto) che allinea alcune preziose osservazioni su come costruire e presentare un e-book in un suo post al buon Xeno che apre la discussione sulla funzione dei blog e sul loro essere talvolta semplici casse di risonanza di un talento ancora in fieri. E questo mi ricorda un testo apparso su Gelostellato (al quale debbo scrivere...) dove presenta e commenta un testo in e-book appena uscito...
Ma è probabile che tutto ciò, che tutta questa apparente confusione possa in realtà alla lunga trasformarsi in un bene. La quantità di materiale disponibile permette una scelta a ben vedere lussuosa. E la necessità di scegliere a prezzi bassissimi contribuirà a risvegliare l'attenzione dei lettori.
Il problema maggiore è, come sempre, il tempo. Ovvero, chi desidera un riscontro immediato al proprio lavoro rischia non poche frustrazioni. Dall'uscita di un libro fino a una possibile recensione, commento, critica può (e probabilmente deve) passare un certo tempo, tanto maggiore quanto più aumenta l'offerta di libri disponibili.[1]
In tutto ciò la presenza di libri in libreria rischia di divenire residuale. Tra breve - il 5 e 6 ottobre - qui a Torino ci sarà la nuova edizione dei Portici di Carta al quale parteciperò in quanto editore di CS_libri. Le librerie rimaste presenteranno ai lettori gli ultimi libri usciti. Sarà come sempre piacevole, ma la domanda: «ma quanti sono i buoni libri che non hanno trovato posto nella produzione contemporanea?» non mi lascerà. Si guarderanno i libri ma si guarderà anche oltre i libri, facendosi troppe domande. E non sto parlando del mio libro, ovviamente, sul quale non oso più avere un opinione personale, ma sto parlando dei tanti libri che ho incontrato di recente, tutti testi che non hanno trovato posto nella produzione libraria attuale ma che verranno comunque letti, commentati, recensiti. Non si penserà benissimo di tutti, sia chiaro, la buona volontà ha bisogno di senso critico, ma saranno comunque nuove storie che, sia pure impreviste, entreranno a far parte del nostro immaginario.
Rendiamocene conto: è una piccola rivoluzione. E merita essere vivi in questo momento.
[1] Il mio consueto SuperEgo ha così commentato: «Tutti vogliono fare gli scrittori, soprattutto tra i giovani, perché al momento non c'è null'altro da fare. Credi che l'aumento della disoccupazione non incida per nulla su questa improvvisa passione per la scrittura?». Non posso negarlo, anche se penso che scrivere qualcosa sia comunque sempre meglio che diventare un neonazista o un soldato di Berlusconi.
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