Sono qui per due motivi: entrambi, a ben vedere, abbastanza futili o rinunciabili.
Il primo è quello di richiamare un minimo di attenzione su un blog non mio ma di Davide Mana. Un post di un qualche giorno fa, già scivolato indietro nell'affannosa corsa (dai, Davide, scherzo) di un blog furiosamente attivo. L'articolo riguardava tutti coloro che ad ogni titolo presentano spunti, osservazioni, commenti, riflessioni che hanno poca - o nessuna - attinenza con la realtà. Ma non si tratta, intendiamoci, di bugie clamorose e in qualche modo geniali ("sono il figlio dimenticato di Obama"; "Trovato in Nepal il vero Paul McCartney"; "L'area 51 è un centro commerciale per alieni"; "Pisapia è una reincarnazione di Garibaldi"), no, niente di tutto ciò. Si parla di piccole e medie balle, di esposizione di penne multicolori non di proprietà, di rutilanti e spesso iracondi articoli basati su un parere del tutto personale e del tutto indimostrabile. Una caratteristica che a quanto pare unisce molti o moltissimi blogger e che permea profondamente la Rete.
Che il web sia una fonte di informazioni per lo più inaffidabile è un semplice dato di fatto. Non che con questo si affermi che sui giornali la realtà detti legge, ma la possibilità di ricevere una querela, una diffida in qualche caso può funzionare da deterrente. In sostanza, l'ombra del denaro, ovvero la possibilità di doverne pagare in caso di errore (voluto) in qualche caso può congelare certe penne troppo leggere o troppo mercenarie. Sul web, viceversa, non si paga dazio né si pagano penali. Si può mentire spudoratamente ("ho fatto per cinque anni l'editor presso l'editore La Streghe di Città di Castello", "sono stato il co-sceneggiatore di Urla nel silenzio di Sicofante Braghieri") al solo scopo di costruire una propria immagine virtuale molto più credibile e seducente del reale. E i commenti dei passanti ("Ma sei proprio fico"; "Ma davvero hai lavorato con Sicofante Braghieri? Che culo!") non fanno che far crescere la frottola fino a dimensioni francamente allarmanti.
Nel Giappone degli anni '80 vi fu il fenomeno del "Baburu", ovvero la sopravvalutazione fino al delirio dei beni immobiliari. Un bel giorno, come tutte le frottole alle quali in troppi volevano credere, la bolla esplose, lasciando sul campo non poche vittime e un'economia tuttora non del tutto ripresasi. Non voglio dire che questo sarà il destino dei cacciaballe frottolai, ma credo che una certa attenzione nel mentire potrebbe essere consigliabile. Giusto per evitare che qualcuno, un giorno o l'altro, controlli se è mai esistito l'editore Le Streghe di Città di Castello o se un Sicofante Braghieri esista e abbia mai girato un film. Credo sia bene essere modesti anche nel mentire, anche per evitare di diventare un po' troppo nervosi se qualcuno ne dubita pubblicamente e non scendere nel turpiloquio e nelle minacce all'automobile e ai figli da subito.[1]
...
Oggì è mercoledì.
Già.
Lo sapete già tutti, lo so.
Ma io lo ridico.
Se volete conoscere - anche solo farvi una mezza idea - di un grande scrittore di sf, fate un salto su ALIA Evolution.
Continua la serie di incontri con autori e libri meno noti (in Italia).
L'ho letto sul serio, comunque.
Non sto facendo il pavone.
Giurin giuretto.
M. John Harrison |
[1] È bene chiarire che stavo scherzando. Nel senso che ciò che ho detto non si applica a me e al mio blog. Perlomeno lo spero...
2 commenti:
Il problema è che spesso molti credono di essere al sicuro dietro l'anonimato di uno schermo di computer e per questo cacciano balle su balle.
E' anche vero però che se tutti noi avessimo un po più di memoria certi personaggi non riuscirebbero nemmeno a permettersi di cacciare fuori certe bugie incredibili.
P.s
Non mi nominare invano Sicofante Braghieri, sai che ci tengo! ;)
@Nick: eccolo, il fan del nostro Sicofante... Anche se debbo ammettere di preferire le sue opere giovanili, come come "Zeno e i cerchi nell'acqua" o "Obregon".
Fantastico come è facile inventare un nome e una storia on line, una pratica da scrittore più che da blogger. Sono d'accordissimo sulla memoria, tanto è vero che ci sono nove o dieci milioni di persone che (ri)votano il Cavaliere senza ricordare che cosa non ha fatto quando era al governo, a parte difendersi dai processi, naturalmente. Sulla mancanza di memoria sopravvivono i nazisti, gl idioti e i blogger ballisti. In fondo la categoria più noiosa ma meno pericolosa.
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