... in tempi bui, questo è il titolo del post pubblicato sul blog ALIA Evolution, raggiungibile, volendo, cliccando sulla colonna a sx del blog.
«Tempi bui» perché la fantascienza in Italia non ha mai avuto un periodo nero paragonabile a questo. Editori introvabili o scomparsi, scrittori costretti all'anonimato, lettori ignorati o talvolta maltrattati (e non facciamo nomi, per carità), interminabili ristampe di opere che non furono memorabili neppure quando uscirono come novità... ma chi è tanto scemo da continuare a scrivere sf?
Perché state tutti guardando me?
...
A parte gli scherzi, ho pensato di avviare una riflessione sulla crisi apparente della fantascienza alla quale invito altri autori, di fantascienza ma anche di fantastico e persino di mainstream, a intervenire. Lo so benissimo che per un bel pezzo saremo e resteremo quattro gatti e non è affatto escluso che lo saremo fino alla fine, del ciclo, del blog o del sole, ma si vive di speranze. Lo so, lo so, chi vive di speranze è uno sciocco, ma io ho appena ammesso di scrivere fantascienza e quindi non ho anche il diritto di vivere di speranze?
A rileggerci presto, comunque.
10 commenti:
Nonostante tutto nemmeno io ho perso la speranza di un miglioramento.
Ci sarà ancora tanto da lottare comunque.
@Nick: indubbiamente, ma comincia a esserci un certo movimento, se non altro. E comunque stiamo vivendo momenti dagli sviluppi imprevedibili. In ogni possibile senso.
Non ho mai smesso di scrivere sci-fi... è anche vero, però, che oggi questo genere va per la maggiore solo nel campo ludico (videogiochi), e cinematografico. :(
Terribile, inoltre, vedere le librerie colme di libri di sci-fi provenienti dai videogame. Lungi da me criticare questo tipo di pubblicazioni, ma le trame dei giochi sono spesso orientate per l'appunto al gioco, per cui è difficile che possano affrontare tematiche importanti, come quelle che i grandi del passato osavano toccare (penso a Dick, ad Asimov, a Silverberg...).
@Glauco: dove l'ho già sentita questa storia...? Personalmente ho scritto perlomeno cinque romanzi di sf più un numero imprecisato di racconti, qualcosa è uscito in ALIA, qualcosa in rete ma il grosso è tuttora inedito. Il che non sarebbe un problema, di per sé, se non fosse che latitano i giudizi professionali in proposito... Penso che dedicherò i prossimi anni a pubblicarli in rete, giusto perché non sia stato tutto tempo sprecato. Quanto ai libri ottenuti dai videogiochi penso facciano parte di quella disperata offensiva delle Ardenne che gli editori italiani stanno conducendo tentando di accalappiare i lettori giovani. Il risultato immagino sarà un fiasco: i libri non sono gadget facilmente consumabili e non credo che utilizzando gli stessi personaggi e la stessa ambientazione sia possibile ricreare la peculiare magia dei videogame. I libri posseggono una propria magia che non è facile afferrare ma che lascia una traccia lunga una vita.
La situazione attuale è più complessa di quello che potrebbe apparire, nel senso chel'editoria tradizionale si regge con i fili e il passaggio al digitale è ben lungi da essere completo. Non scaricherei così in fretta le novelization ambientate nei modi dei giochi e/o dei film, ci sono autori di un certo spessore che si sono espressi in quel settore.
@Angelo: grazie per il cortese intervento, innanzitutto. La situazione è indubbiamente complessa, non lo nego, ma -a differenza di qualche anno fa - con una chiara tendenza: la graduale sostituzione del media cartaceo con il media virtuale. Questo inevitabilmente avverrà lentamente ma con improvvise accellerazioni. Quanto alle novelization è vero che non si deve buttare il bambino con l'acqua sporca ma per quanto mi è capitato di vedere non direi che il genere di libri derivati pubblicati in Italia sia all'altezza di un pubblico di forti e medi lettori. Ma, come dicevo, posso benissimo sbagliarmi. E da un certo punto di vista non chiedo di meglio ; )
Ciao. Non ho ancora letto il tuo post su Alia ma ti prometto pubblicamente di intervenire, se non altro perché trovo bello, adeguato e molto dignitoso vivere di speranze. La speranza ci rende umani, anche se non sempre intelligenti, temo! Ma questo dovrei scriverlo in una discussione sulle recentissime elezioni. A presto.
@S_3ves: in mancanza di meglio, va bene anche una promessa. So quanto vale la tua conoscenza della sf, sia in quanto autrice che in quanto lettrice. Noi non ci muoviamo: raggiungici presto!
Io continuo a scrivere Sci-fi... perché è la cosa che più mi piace. Se il mondo va in un'altra direzione io non posso fermarlo...
devo inviarti un messaggio privato, collega. Ora vedo se questo blog ha la sezione "contatti".
Ottimo articolo, comunque, l'ho condiviso.
@Zeist: grazie per l'intervento e per la condivisione.
Il mio indirizzo privato è massimo.citi[at]fastwebnet.it.
Ciò detto, non posso che dirmi d'accordo: anch'io scrivo sf per puro piacere personale. Direi che non esiste motivo migliore per scrivere e scriverne. Non credo che il mondo vada in un'altra direzione, comunque, ma penso che sia l'editoria italiana che sia miope fino al suicidio. Ciò che accade per la sf, infatti, tende ad accadere per la letteratura in generale. Basterà dare un'occhiata ai tavoli delle novità delle tante Feltrinelli?
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