11.11.12

Un venerdì sera e una casa in collina


Venerdì, come annunciato qui, ho partecipato, in compagnia di mia moglie, alla prima seduta della Libera Università del Fantastico, docente Franco Pezzini, sede l'Associazione Culturale «Verba...manent», Via Lessona 46, Torino.
Un incontro decisamente fecondo, con la partecipazione telefonica dell'ottimo Fabio Giovannini, la presenza di una trentina di appassionati ascoltatori e le letture condotte dallo stesso eroico Franco de «L'invitato di Dracula», racconto di Bram Stoker contenuto nell'omonima antologia appena pubblicata da Stampa Alternativa editore.
Oltre alle letture il nostro amato docente ci ha presentato Bram Stoker come autore e privato cittadino, dublinese protestante con qualche curiosa fissazione cattolica, amico personale di Oscar Wilde – fino al punto di essere stato uno dei pochissimi ad andarlo a trovare anche dopo il processo che l'aveva condannato – appassionato di teatro, amico fraterno dell'attore Henry Irving e marito non eccessivamente felice di Florence Bascombe. 
Ha messo in rilievo i collegamenti letterari e personali di Bram Stoker con Conan Doyle e Joseph Sheridan Le Fanu, ha fatto alcune ipotesi sulla genesi del «Dracula» - primo titolo immaginato «The Undead» seguito (pare) da «The dead of the Undead» - e ci ha felicemente intrattenuto sulla curiosa vicenda delle prime «cento pagine perdute», avanzando possibili collegamenti proprio con il racconto «L'invitato di Dracula». 
Per farla breve un eccellente inizio cui seguirà una seconda puntata - pardon - lezione, dedicata alla prima puntata del «Dracula».
...
Oggi è anche domenica e mi sono lambiccato a lungo il cervello alla ricerca di qualcosa, musicalmente parlando, adatto al tema dell'incontro. Mi sono venuti in mente due brani che provvedo a presentare di seguito. 
Il primo, «Stirb nicht vor mir» (Non morire prima di me) dei Rammstein perfetto visto il tema narrato e gli inserti tratti da «Nosferatu» di Murnau e il secondo, «The House on the hill» degli Audience, con il testo ispirato a un racconto di Joseph Sheridan Le Fanu. 
Del secondo, tratto dall'omonimo album pubblicato nel 1971, sottolineo in particolare il lungo assolo di sax tenore di Keith Gemmell, a suo modo un evento nella musica pop di quegli anni e che tuttora mi accompagna.
Buon ascolto a tutti.




 
 

7 commenti:

Nick Parisi. ha detto...

Si potrebbe scrivere un vero e proprio romanzo sulle "pagine perdute" di Stoker, alle volte mi chiedo cosa sarebbe successo le cose fossero andate in maniera diversa. Sono questi piccoli particolari a creare la mitologia e il fascino del mondo della narrativa.

Massimo Citi ha detto...

@Nick: io ho poco interesse, in realtà, per le pagine perdute dei capolavori, o, quantomeno, me ne preoccupo marginalmente. Le poche esperienze che ho avuto in merito sono state quelle di una lieve delusione, come se, in fondo, l'autore avesse scelto accortamente di eliminare quelle parti. Mi rendo però conto che la passione per un libro e i suoi personaggi può rendere golosa l'idea di poter leggere altre e nuove parti autografe dell'autore.
Quanto alla tua domanda, pur riconoscendola come vera, porta con sè altre domande anche più radicali. Mi chiedo - talvolta - quanti autori siano stati dimenticati o cancellati dalla storia della letteratura e quanti capolavori siamo condannati a ignorare.

Franco Pezzini ha detto...

Grazie ovviamente per l'affettuosa presentazione della serata - il cui ottimo clima era soprattutto offerto dal pubblico.
E le segnalazioni musicali sono quantomai appropriate!

Massimo Citi ha detto...

@Franco Pezzini: oh, professore che piacere averla qui...
Scherzi a parte, è stato un piacere ascoltarti e penso lo sarà altrettanto nelle prossime occasioni :)

S_3ves ha detto...

In generale penso che se un autore decide di eliminare parte di un suo romanzo o racconto ha i suoi buoni motivi, o economici (volere dell'editore) o di costruzione narrativa (e nella mia piccola esperienza di autore eliminare il superfluo è sempre una buona idea). Però sono andata a rileggermi Dracula's guest in una vecchia antologia Longanesi (La vergine di Norimberga). Niente male, devo ammetterlo, anche se si fosse trattato semplicemente della ricucitura postuma di parte dei famosi appunti di Stoker, fatta da un incaricato dell'accorta madame Stoker. E' sgnificativo che Dracula, qui evocato solo grazie a una lettera, abbia già un'aura tanto grande.
Avrò comunque tempo di ricredermi nel corso dei prossimi incontri curati da Franco Pezzini, ma aver spostato l'incontro con Dracula e il viaggio di Hacker dalla Stiria alla Transilvania è stato un colpo di genio: delle terre della attuale Romania il pubblico inglese sapeva poco o niente, forse solo che i valacchi nel XV sec. avevano salvato con gran sacrificio di vite, l'occidente dai turchi e che il sangue di Dracula era il loro: "eroico", nobile e spietato... Altro che l'ambiente dei nobilotti tedeschi... E niente più debiti verso Carmilla (che pure è splendido)

Franco Pezzini ha detto...

Sì, è molto probabile che con il taglio dei primi capitoli il romanzo abbia guadagnato - anche se in realtà è difficile dire come potesse essersi mutato nel frattempo l'episodio del Dracula's Guest. E sono convinto anch'io che il nuovo set sia stato un colpo di genio.
Spezzo però una lancia (la metafora è quanto mai appropriata...) a favore della Stiria, zona meno tranquilla di quanto appaia ai nostri giorni: ne parleremo nella prossima puntata, ma basti dire che a Graz un intero palazzo è a tutt'oggi pieno delle armi che i cittadini erano pronti a indossare in caso di attacco turco - la visita è abbastanza impressionante. E al museo di Celje nella Stiria slovena, in una vetrina un po' defilata è conservata una cintura fatta LETTERALMENTE con un abitante (non so se si conosca il nome dello sventurato), e che inizia con il dito di una mano e finisce - se non erro, ma non ho controllato - con un dito del piede...

S_3ves ha detto...

Ehm, ammetto che la Stiria pare decisamente più truculenta di quanto credessi. Una cintura fatta con un abitante, eh? Gente che non ha nulla da invidiare a Vlad...