15.11.12

Chiacchierando di fantascienza, altrui e propria


Lo spunto per questo - credo - breve post mi è stato fornito da Iguana Blog che ha classificato il mio blog tra i più attenti in tema di sf, inserendomi nell'elenco pubblicato sulla pagina Fantascienza in Italia 2.0
Una volta ringraziato sentitamente Iguana Jo e aggiunto che la sf più che abitare sulle mie pagine abita quelle di LN-LibriNuovi out-of-print dove a scrivere di sf siamo almeno in tre o quattro, vengo al punto. I.J. mi ha definito un «autore di fantascienza», una gentilezza, certo, ma quanto reale? Io scrivo sf, non c'è dubbio. Su, in alto a sinistra della mia homepage ci sono almeno due romanzi brevi di sf, e il romanzo al quale sto lavorando in questo momento - titolo provvisorio: Alba Grigia - sono indiscutibilmente di sf. E questo vale anche per alcuni altri racconti e romanzi tuttora inediti [1]. 
Ma molte altre cose che ho scritto non sono di sf e io non riesco a considerarmi un autore di sf.
E non lo dico certo per vantare alcunché, né per rifiutare la definizione gentilmente tributatami. Lo ripeto: sono molto contento di apparire in un elenco di persone dedite alla fantascienza, di aver persino vinto qualcosa nel settore e di apparire su wikipedia in veste di sf-writer eccetera.  
Amo sinceramente alcuni autori di sf, spesso cado nell'errore di acquistare Urania e ho una libreria a quattro campate dedicata alla sf [2]. Con mia moglie è stato, e in parte è tuttora, un elemento di discussione e confronto quotidiano - oltre a essere stato uno degli elementi centrali della prima fase del nostro rapporto. Ma nel centro di ciò che si potrebbe pomposamente definire «il mio immaginario» c'è qualcosa che non ha molto a che vedere con il futuro. Il futuro - nel senso di «altri luoghi e altri mondi» è uno dei luoghi dove mi piace ambientare vicende che probabilmente qualcun altro potrebbe ambientare nella provincia francese, nel medioevo o negli States. Diciamo che il futuro mi regala un grado di libertà che altri sfondi lesinerebbero e mi permette di utilizzare quel po' di conoscenze scientifiche che posseggo, oltre a darmi la possibilità di dilungarmi su temi e intrecci profondamente «politici», nel senso profondo di scontri e fratture all'interno della società contemporanea. 
Non posso garantire a nessuno che queste fratture - la separatezza senza scampo delle diverse classi sociali, l'ansia personale di apparire e comparire, il terrore e insieme l'orgoglio di un'interminabile solitudine sociale, la passeggera gioia di riscattarsi insieme, la diffidenza profonda per il diverso e l'estraneo - siano degnamente affrontate nelle mie righe. Io ci provo, nulla di più. Ma sono e rimango uno autore «liquido», che vive e scrive per immaginare altri luoghi e altri mondi. 
Talvolta la mia rottura con il mondo che mi circonda veste i panni dell'ucronia, non raramente quella del gotico, talvolta imita altri autori e altre scritture, qualche volta, infine, sceglie di rappresentare una minuscola rottura nello sfondo del reale, illustrando ciò che può succedere all'interno di un mondo apparentemente assimilabile al nostro, scendendo tutti i gradini sino a ciò che un uomo (apparentemente) normale può immaginare della follia [3]. 
Autore liquido, come tale poco adatto a molti lettori, che giustamente amano ritrovarsi all'interno di un quadro privo di screpolature, rottami, oggetti incomprensibili e faticosi ricordi.  
Probabilmente uno dei motivi per il quale non ho mai trovato molta simpatia nel mondo dell'editoria.  
Pazienza, mi sto abituando a considerarmi postumo a me stesso. 

 
[1] Tuttora inediti, nonostante i miei inutili tentativi di pubblicarli.
[2] Popolata esclusivamente dagli autori che amo, anche per semplici motivi di spazio. Con il passare del tempo ho eliminato centinaia di autori per tenermi i pochi che amo profondamente. L'età - e motivi di spazio - finiscono per decidere.  
[3] Non per caso il mio unico p-book, «In controtempo» è una raccolta di racconti ambientati sul sottile confine tra il quotidiano e la follia. 

13 commenti:

Nick Parisi. ha detto...

Beh! Anche se non ti consideri uno scrittore di sf, per me lo sei. :)

Massimo Citi ha detto...

@Nick: grazie. A ben guardare è soltanto un altro lavoro per il quale nessuno mi paga.

Lucrezia Simmons ha detto...

Autore liquido è stupendo...!
Tu sei ANCHE uno scrittore di fantascienza, Max.
E prenditi le lodi una volta tanto, che la tua scrittura le merita tutte!

Massimo Citi ha detto...

@Lady Simmons: autore "liquido" è un omaggio più o meno cosciente a Zygmunt Bauman... Grazie per le tue parole, c'è una saggia irruenza in te che rende le tue parole inconfondibili.

Iguana Jo ha detto...

Ehi Max, puoi fare tutti i distinguo che vuoi, però - oh! - la tua definizione di "autore liquido" è totalmente sovrapponibile a quella di "autore di fantascienza" almeno del tipo di fantascienza che io apprezzo di più.
Cos'altro definisce al meglio la fantascienza se non la possibilità di sfruttare "un grado di libertà che altri sfondi lesinerebbero e mi permette di utilizzare quel po' di conoscenze scientifiche che posseggo, oltre a darmi la possibilità di dilungarmi su temi e intrecci profondamente «politici», nel senso profondo di scontri e fratture all'interno della società contemporanea."?

Ah… ho aggiunto LIbri Nuovi Out-of-Print all'elenco. Che dopo aver letto il tuo magnifico articolo Culturale di ieri m'è parso necessario, se non doveroso, condividerlo col mondo.

Glauco Silvestri ha detto...

E' un problema noto. Basta scrivere un solo romanzo di fantascienza nella vita e per il resto dei tuoi giorni sarai "bollato" come autore di fantascienza. Io subisco il tuo stesso destino... e ormai me ne sono fatto una ragione. Però non smetto di esplorare altri lidi (tra l'altro mi diverto di più a scrivere noir che sci-fi).
^^

Massimo Citi ha detto...

@Iguana Jo: grazie per aver inserito LN tra i siti «fantascientifici», a nome della redazione - 5 o 6 persone disperse per il mondo - ti ringrazio ufficialmente. Quanto alla definizione di «autore liquido» e ciò che questo significa, mi vedo costretto a darti ragione. Se la sf rappresenta un grado di libertà, è una libertà alla quale tengo molto e che non baratterei con nulla al mondo. Per libertà intendendo anche non poche fughe dagli stilemi del genere.

Massimo Citi ha detto...

@Glauco: non intendevo lamentarmi di essere stato «bollato», per carità. Sono ben contento di essere indicato come «autore di sf». Il solo problema è che non sempre al mio nome in copertina corrisponde automaticamente un contenuto fantascientifico. Mi sembra solo giusto che i miei sedici o diciassette lettori ne siano informati.

Argonauta Xeno ha detto...

Dan Simmons consigliava agli aspiranti scrittori di essere, in qualche modo, "bollati". E lui proprio bollato non è. Forse erano altri tempi?
Anch'io ti avrei citato come autore di fantascienza. Normalmente evito di classificare gli scrittori, anche perché magari ti capita un Martin che hai conosciuto per la sua saga fantasy ma ha incominciato nella SF (e nell'horror). So però di suoi fedeli lettori che evitano questi libri perché per loro è fantasy, leggono solo fantasy etc.

Però capisco la tua posizione. Pochi giorni fa ho finalmente finito Alia 5 e lì c'era un tuo racconto e in effetti, a seconda di come avessi scelto di raccontarlo, avrebbe potuto appartenere a generi differenti. Un tizio che non ricordo ha raccontato una storia simile, ma con presupposti diversi, nel '300. Ed è finito comunque in una raccolta di SF!

Massimo Citi ha detto...

@SX: la «bollatura» è nata in parte come garanzia verso i lettori, per evitare di acquistare un libro che si suppone rientri nella categoria A, per poi scoprire che rientra nella categoria B. Per motivi di esperienza di lavoro so che in gran parte i lettori reagiscono molto male a questo genere di capriole e sono pochi quelli che pensano: «Ebbravo, sei riuscito anche a scrivere così». In parte la divisione degli scrittori in categorie predefinite (sentimentale. heavy sf, gore-horror, psicologico ecc. ecc.) serve all'editore a inserire un autore in una ben precisa collana in modo da non scontentare il lettore. Probabile che il mio atteggiamento sia, molto banalmente, quello di uno scrittore senza editore, che quindi può caprioleggiare a suo talento. Ma so che in genere non è così. Un mio buon amico scrittore ha sempre qualcosa da dire sui miei testi di sf: «ecco, qui ci sei ricaduto». Come se scrivere sf fosse una tossicomania... In ogni caso, se vuoi ti mando per e-mail il mio racconto apparso su ALIA6, tanto per dimostrarti che cosa intendo per «autore liquido»

Iguana Jo ha detto...

Credo che l'essere uno "scrittore di fantascienza" si riverberi inevitabilmente anche scrivendo cose che fantascienza non sono.

Dal mio punto di vista quel che distingue il fantascientifico dallo scrittore altro è la dimestichezza a giocare con le idee, indagandone origini e conseguenze, e mettendole in relazione con trama/ambiente/personaggi.

Prendi ad esempio Neal Stephenson. Il Cryptonomicon o il Ciclo Barocco non sono fantascienza, ma non potrebbero essere stati scritti che da un autore di fantascienza.

Massimo Citi ha detto...

@Iguana Jo: abbi pazienza per il mio imperdonabile ritardo, ma ho avuto qualche piccolo problema familiare. Ciò premesso, mi sembra che la discussione sollevata meriti un interesse e un'attenzione che supera di gran lunga il piccolo spazio offerto dal mio blog. «Giocare con le idee» è un ottimo modo per definire il mio personale approccio alla scrittura. Che poi sarebbe (secondo mia moglie) «sforzarsi di rovesciare le pietre per vederne l'altra faccia». In questo senso la speculazione permessa dalla sf è soltanto uno dei possibili modi - anche se ottimo - di raccontare il reale. Probabilmente bisognerebbe ribaltare la desueta distinzione tra «letteratura realistica» e «letteratura fantastica», creando ex-novo una distinzione tra una letteratura dell'ovvio e una letteratura dell'inatteso. Una definizione che temo, tuttavia, porterebbe già con sè una definizione critica...
Quanto, infine, a Neal Stephenson, non posso che dirmi assolutamente d'accordo.

Argonauta Xeno ha detto...

@Max: Speravo comunque di leggerlo nei prossimi 6 mesi!

(Se questo commento compare due volte, è colpa mia!)