È una canzone del 1965, scritta da Anthony Newley e Leslie Bricusse e interpretata per la prima volta da Cy Grant. Uno standard, in linguaggio jazzistico. L'ha eseguita qualche centinaio di intrerpreti, tra cui Michel Bublè, i Muse, Nina Simone, the Pussycat Dolls, i Mighty Bop, i Traffic, George Michael e... John Coltrane.
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È una canzone anni '60 per certi versi tipica. Con un riff di fiati ossessivo e potente, un ritmo bluesy incalzante e un colore scuro e minaccioso. Era, per capirci, il tipo di colonna sonora che accompagnava i telefilm di Perry Mason e i noir dell'epoca.
Le versioni contemporanee sono in vario modo comunque fedeli alla linea melodica originale. Anche perché non è facile trovare qualcosa di altrettanto miracolosamente blues e una nota in più o in meno non può che deteriorarne la struttura.
Qui riporto le versioni di Nina Simone e dei Muse con un curioso video popolato da creature a metà tra i vampiri e gli alieni, confessando comunque la mia simpatia per quella di Michael Bublè, per quella dei Traffic (che presto appariranno qui), per George Michael in compagnia di Dita Von Teese - anche l'occhio vuole la sua parte - e persino per la versione ottimamente arrangiata delle Pussycat Dolls...
2 commenti:
Gran bel pezzo!
Personalmente preferisco la versione di Nina Simone.
E' più cupa, più minacciosa...molto noir in effetti.
Lascia la voce in primo piano e l'orchestra più in secondo piano...
Sembra di vedere la classica sagoma nera dal lungo cappotto che cammina per le strade argentate di pioggia e quel rumore di passi che la seguono...
La voce ricalca bene i pensieri della sagoma che cammina mentre l'orchestra mi suggerisce l'idea dei tipici rumori delle auto per la strada, motori e qualche sirena.
E in quello spazio tra voce e orchestra c'è il rumore dei passi.
La seconda versione è troppo piena.
Non c'è stacco tra la voce e gli strumenti, mi sembra che non ci sia l'aria, quello spazio per sentire il rumore dei passi del losco individuo che ti sta pedinando...
Non so se sono riuscita a spiegarmi.
@Cily: anche a me piace di più Nina Simone, ma non disprezzo la versione un po' post-moderna dei Muse. Molto meno noir, è vero, ma molto più dickiana...
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