–
Si riesce a riparare?– Chiede l’ufficiale Xingù al multitecnico
robot.
–
No.
–
Allora lascia perdere.
–
Ma…– Gamow, il tecnico, indica l’intreccio di cavi multicolore.
– La nave é senza condizionamento, tra un po’ ci farà un freddo
becco.
–
A te ti frega? – L’ufficiale Xingù, membro di una razza di tipo
titaniano abituata a considerare qualunque temperatura sopra gli zero
gradi un attentato alla salute, indica il soffitto del condotto e fa
ripetutamente le spallucce. – L’unico a cui frega é quel
deficiente del Zucca di Kratton.
–
Duca, duca di Kroton. – Spiega il robot riponendo pinze e
cacciaviti nella borsa.
–
Ducca, zucca, mucca, che differenza fa? Tanto se l’hanno mandato su
questa nave é perchè conta un tubo.
–
Eh già, per venire sulla Katakomba bisogna proprio essere dei
falliti…
L’anziano
robot scrolla il capo mentre nella sua mente scorrono i ricordi della Regina Galadriel, la grande astronave passeggeri dove ha
trascorso i suoi anni migliori. Si alza in piedi e si carica la borsa
dei ferri sulla spalla.
–
Cosa intendi dire con falliti, eh? – L’ufficiale Xingù, alto
poco più di un metro ed altrettanto largo lo guarda storcendo la
bocca, la mano vicina alla fondina del lanciaraggi.
Gamow,
il cui unico desiderio é raggiungere la cabina per terminare il
puzzle tridimensionale di una cattedrale Atlandita, si stringe nelle
spalle.
–
Falliti come me, relitti, rottami, non giovani ufficiali che si fanno
le ossa in attesa di un’occasione migliore.– Recita enfatico.
Lo
Xingù approva soddisfatto. – Mi piaci tu. Sei un tipo in gamba.
–
Come no, vado a mettermi la maglia di lana. – Sogghigna il robot (a
una certa età anche i robot imparano a sogghignare).
Sul
ponte di comando Pantaleo ecc. Duca di Kroton, contempla lo spazio
con l’espressione smarrita di chi ha sbagliato aereo e se ne é
accorto solo dopo il decollo. Si ritiene sì fortunato di partecipare
in buona salute alla missione per salvare Foxtrot nonostante
l’incontro con il grande Geosinclino, ma il guaio é che la Katakomba é la peggiore delle navi messe insieme dai silicati.
Tanto è vero che da una mezz’ora sulla nave ci fa freddo cane e
lui nell’abbigliamento abituale – frac nero, camicia con jabot e
cilindro – rischia l’assideramento.
Anche
più spiacevole è che l’equipaggio della nave, formato da
mercenari Xingù – decisamente più economici dei Kerrabbia – non
dimostri alcuna considerazione per la sua persona. Il comandante,
un’oscena palla di lardo infagottata in una divisa color mal di
mare, l’ha definito più volte in presenza dell’equipaggio: «putrido escremento vomitato da una fogna fetida» o anche, più
semplicemente: «un povero stronzo». Niente da stupirsi che
nessuno a bordo lo rispetti.
– Mi scusi. – Esordisce, rivolto al primo pilota.
– Fottiti e non scocciare. – Risponde questi senza voltarsi.
– Mi perdoni… – Inizia il Duca di Kroton rivolto a un
tombolotto in camice da programmatore che transita per il ponte.
–
Scansati babbeo.
– Abbia pazienza…
L’addetta alle trasmissioni nello spazio Gaalighe si volta, lo vede
e sghignazza, lo guarda e sghignazza più forte, si appoggia allo
schienale per ridere meglio, fissa il suo cilindro e si abbandona ad
una vera convulsione di ilarità, battendo i piedi e nitrendo.
Il Duca di Kroton attende pazientemente che la xingù abbia finito di
ridere per commentare: – Fa un po’ freschino, non trova?
–
Sparati, insetto. – Risponde lei infilandosi di nuove le cuffie.
Pantaleone
fa dietrofront e marcia risoluto verso la cabina del comandante, ben
deciso a farsi ascoltare. In fondo é sulla nave in qualità di
supervisore, qualifica che dovrebbe dargli un minimo di potere, o
quantomeno il diritto di non essere insultato ogni volta che apre
bocca.
La
porta della cabina del capitano, decorata da graffiti osceni, ha un
grosso cartello sulla maniglia:– Il comandante ha di meglio da fare
che ascoltare VOI.
Il
Duca di Kroton esita poi si fa coraggio e bussa.
–
CHIEEÈ – Urla una voce impastata ed inferocita. – NON SAI
LEGGERE VERME?
–
Sono il Duca di Kroton. – Dichiara Pantaleone, reso coraggioso dal
freddo.
–
Chi?
–
IL DUCA DI KROTON – Ripete più forte la controfigura di Mandrake.
–
Non ho capito.
–
Il povero stronzo.
–
Ah, stai pure lì. Che vuoi?
–
Ho freddo.
–
Io sto benissimo e voi? – Pantaleone sta per rispondere «Assolutamente no», sebbene stupito dal brusco passaggio al Voi,
quando due o tre voci di sesso indistinto provenienti dall’altra
parte della porta rispondono per lui: – Anche noi.
–
Allora pirolino, come la mettiamo? Qui ci sono quattro voti contro
uno…
–
In qualità di supervisore… – Attacca il Duca.
–
… Ti chiamo subito il grande Geosinclino. – Conclude la frase il
comandante.
Seguono
attimi di silenzio.
–
Ehi, pinguinone dove ti sei nascosto? Ti si é gelato il cosino?
Il
Duca di Kroton, che non é più lì a sentire gli insulti di
Gadarmon, nè le risate dei suoi compagni di bisboccia, ha ripiegato
in disordine e senza speranza nella sua cabina, dopo esser stato
insultato da un addetto alle pulizie e da un paio di soldati.
Apre
la valigia e trova altre due copie del suo attuale abbigliamento,
alcune paia di boxer, due canottierine di cotone che sembrano morire
di freddo anche più di lui, una sciarpetta di seta bianca e tre paia
di calzini, anch’essi di seta.
Mandrake
2 si ricopre di quel poco che possiede senza trarne un beneficio
sostanziale. Si guarda nello specchio incrinato della cabina che
malignamente gli rimanda l’immagine di un individuo pallido e
ridicolo, dai capelli venati di brillantina rappresa e la barba non
fatta. Rabbrividisce. – Me la pagherete, tutti.– Mugola. – Ah,
se me la pagherete.
Lasciamo
un attimo il duca ai suoi propositi di vendetta per spiegare a coloro
che sono giunti a questo punto della lettura che si é avverata la
profezia di Aquila Yò-yò, ovvero che i Mangiasabbia, visto il
fallimento di Cilicio Benelli, hanno deciso di andare per le spicce,
cioè distruggere la flotta Kerrabbia pagata da Sirio per poi
scendere su Foxtrot, accoppare o vendere come schiavi i quattro gonzi
che l’abitano e coronare il proprio sogno criminale.
Per
attuare il loro progetto hanno rabberciato una flotta stellare
quantomeno composita, con equipaggi formati da nazisauri, daimoni,
Abrasivi di Kondilo II, Marani di Lopedevega, Croupier di Abatjour,
Megamiau, Ammoniaci, sopravvissuti della Cattedra di Etico Cupo, la
Banda Bassotti, Kerrabbia disertori, resti di galera assortiti, i già
citati Xingù e Aquila Yò-yò, il tutto stipato a bordo delle navi
razziate dai Mangiasabbia in secoli di onorata attività.
È
una flotta molto più numerosa di quella dei Kerrabbia, ma peggio
addestrata e molto più lenta per via dei continui litigi tra membri
di razze tanto diverse in merito alle condizioni ottimali di
atmosfera, pressione, temperatura, umidità e vitto, come pure sul
tipo di programma da vedere la sera dopo il rancio.
In
quanto al povero Duca di Kroton, molti si staranno chiedendo come mai
proprio lui abbia dovuto pagare per gli errori di Cilicio Benelli. La
risposta é molto semplice: essendo il nome del duca comparso
nell’elenco trimestrale dei T.E.R.R.O.N.I. (vedi nota), é
abbastanza normale che egli sia oggetto di ingiustizie, vessazioni e
maltrattamenti, nonostante non sia un lavavetri o un venditore di
accendini.
Nota.
Ma
è possibile che i galattici, un insieme di più di novecentocinque
milioni di popoli ed etnie, siano riusciti a trovare un accordo ed un
equilibrio dinamico per quanto riguarda i problemi etnici e razziali,
mentre sul nostro sventurato pianeta c’è gente che storce il naso
quando scopre che nella classe del diletto figlio c’è un alunno
che si chiama Salvatore Esposito o, peggio ancora Xin Li o Muhammad
Bin Sharif?
C’è
da chiedersi che faccia farebbe, se scoprisse che nella classe c’è
uno che si chiama Tttt-Kla!/H’tti, che assomiglia ad una cornamusa
semisgonfia o a un budino storto e si nutre esclusivamente di larve.
Nella
Galassia il tizio in questione non farebbe una piega, a meno che
Tttt-Kla!/H’tti, non comparisse nell’elenco trimestrale dei «Transitori Esponenti Raziocinanti Randomicamente Oggetti Non
Integrazione» (T.E.R.R.O.N.I.) elenco consultabile da qualunque
unità di memoria portatile (unimemo) in un tempo pari ad una
frazione di secondo.
Se
allora l’unimemo del provvido babbo indicasse sotto la dicitura
T.E.R.R.O.N.I. il nome di Tttt-Kla!/H’tti, questi sarebbe ipso
facto autorizzato a fare un grosso casino, a chiedere il
trasferimento del proprio rampollo in altra classe/ sezione/ scuola,
a dare giudizi sprezzanti sul Tttt ecc., a minacciarlo sorprendendolo
a giocare con cuccioli non presenti nell’elenco e così via.
Gli
insegnanti poi sarebbero autorizzati a dare a Tttt del deficiente e
del disattato, a espellerlo dalla classe a volontà, a negargli la
partecipazione alle gite scolastiche ed a umiliarlo sulla base del
colore della pelle, della lingua, dell’alimentazione, della
consistenza di squame / membrane / tentacoli, abitudini sociali o
sessuali, attitudine per il ballo o per la canzone ecc.
Tutto
ciò per tre mesi, trascorsi i quali nell’elenco dei T.E.R.R.O.N.I.
il nome di Tttt-Kla! H’tti verrebbe sostituito dal nome di un’altra
creatura, a sua volta oggetto di discriminazione razziale a termine.
La
soluzione solo apparentemente bizzarra al problema della tolleranza è
nata sulla base degli studi del Professor K’hutolo, ordinario di
Xenosociologia all’università di Bodino Bay, membro di una razza
di superiore e pragmatica intelligenza, i Consenzienti, che abbiamo
visto in azione con Gigio Lelli.
Ormai
sapete che costoro sanno ascoltare con un sorriso educato i teorici
dell’inferiorità mentale di altre razze o etnie e gli sproloqui
relativi al superiore talento imprenditoriale o artistico di altre
razze. Annotano con attenzione il nome dell’autore delle suddette
affermazioni e in un secondo tempo, pragmaticamente, saldano i conti.
Questa
prassi si è però rivelata alla lunga faticosa ed impraticabile per
il gran numero di individui autori di affermazioni generiche su altre
specie o etnie della galassia e i Consenzienti si sono infine decisi
a cercare un’altra soluzione intelligente e pragmatica del
problema.
Il
Professor K’hutolo, dopo lunghi studi, ha enunciato i famosi
teoremi relativi al bisogno di molti membri delle razze intelligenti
di addossare ad altri membri delle stesse o di diverse razze la
responsabilità delle proprie paure e infelicità. È nata così la
soluzione K’hutolo trimestrale, che ha raggiunto alcuni ottimi
risultati:
1)
Permettere a chiunque di dare libero sfogo al proprio razzismo, senza
obbligarlo ad escogitare macchinose teorie socio-cultural-economiche
che giustifichino una pura emozione, sia pur idiota.
2)
Permettere ai Consenzienti di risparmiare le proprie energie a favore
dei pochi irriducibilmente ostili alla soluzione K’hutolo.
3)
Dimostrare in modo inoppugnabile la falsità del pregiudizio comune
sui sociologi: “un’ accolita di vanesi parolai strapagati per
vendere aria fritta.”
4)
Costruire una nuova ala dell’università di Bodino Bay, con annessa
una dependance di 52 stanze per il professor K’hutolo e
famiglia.
2 commenti:
Ciao, sono tornato a bloggare, prometto che cercherò di riprendere anche la lettura di Calibano.
@Nick: è un piacere ritrovarti, davvero. E un piacere poterti rileggere. Quanto a Calibano non preoccuparti, ne farò un e-book che uscirà al termine della pubblicazione on line che sarò felice di inviarti. Vai Nick!
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