31.1.19

Calibanoventisei: Mysterium Iniquitatis o dell'intolleranza a tempo

 
– Si riesce a riparare?– Chiede l’ufficiale Xingù al multitecnico robot.
– No.
– Allora lascia perdere.
– Ma…– Gamow, il tecnico, indica l’intreccio di cavi multicolore. – La nave é senza condizionamento, tra un po’ ci farà un freddo becco.
– A te ti frega? – L’ufficiale Xingù, membro di una razza di tipo titaniano abituata a considerare qualunque temperatura sopra gli zero gradi un attentato alla salute, indica il soffitto del condotto e fa ripetutamente le spallucce. – L’unico a cui frega é quel deficiente del Zucca di Kratton.
– Duca, duca di Kroton. – Spiega il robot riponendo pinze e cacciaviti nella borsa.
– Ducca, zucca, mucca, che differenza fa? Tanto se l’hanno mandato su questa nave é perchè conta un tubo.
– Eh già, per venire sulla Katakomba bisogna proprio essere dei falliti…
L’anziano robot scrolla il capo mentre nella sua mente scorrono i ricordi della Regina Galadriel, la grande astronave passeggeri dove ha trascorso i suoi anni migliori. Si alza in piedi e si carica la borsa dei ferri sulla spalla.
– Cosa intendi dire con falliti, eh? – L’ufficiale Xingù, alto poco più di un metro ed altrettanto largo lo guarda storcendo la bocca, la mano vicina alla fondina del lanciaraggi.
Gamow, il cui unico desiderio é raggiungere la cabina per terminare il puzzle tridimensionale di una cattedrale Atlandita, si stringe nelle spalle.
– Falliti come me, relitti, rottami, non giovani ufficiali che si fanno le ossa in attesa di un’occasione migliore.– Recita enfatico.
Lo Xingù approva soddisfatto. – Mi piaci tu. Sei un tipo in gamba.
– Come no, vado a mettermi la maglia di lana. – Sogghigna il robot (a una certa età anche i robot imparano a sogghignare).


Sul ponte di comando Pantaleo ecc. Duca di Kroton, contempla lo spazio con l’espressione smarrita di chi ha sbagliato aereo e se ne é accorto solo dopo il decollo. Si ritiene sì fortunato di partecipare in buona salute alla missione per salvare Foxtrot nonostante l’incontro con il grande Geosinclino, ma il guaio é che la Katakomba é la peggiore delle navi messe insieme dai silicati. Tanto è vero che da una mezz’ora sulla nave ci fa freddo cane e lui nell’abbigliamento abituale – frac nero, camicia con jabot e cilindro – rischia l’assideramento.
Anche più spiacevole è che l’equipaggio della nave, formato da mercenari Xingù – decisamente più economici dei Kerrabbia – non dimostri alcuna considerazione per la sua persona. Il comandante, un’oscena palla di lardo infagottata in una divisa color mal di mare, l’ha definito più volte in presenza dell’equipaggio: «putrido escremento vomitato da una fogna fetida» o anche, più semplicemente: «un povero stronzo». Niente da stupirsi che nessuno a bordo lo rispetti.
– Mi scusi. – Esordisce, rivolto al primo pilota.
– Fottiti e non scocciare. – Risponde questi senza voltarsi.
– Mi perdoni… – Inizia il Duca di Kroton rivolto a un tombolotto in camice da programmatore che transita per il ponte.
– Scansati babbeo.
– Abbia pazienza…
L’addetta alle trasmissioni nello spazio Gaalighe si volta, lo vede e sghignazza, lo guarda e sghignazza più forte, si appoggia allo schienale per ridere meglio, fissa il suo cilindro e si abbandona ad una vera convulsione di ilarità, battendo i piedi e nitrendo.
Il Duca di Kroton attende pazientemente che la xingù abbia finito di ridere per commentare: – Fa un po’ freschino, non trova?
– Sparati, insetto. – Risponde lei infilandosi di nuove le cuffie.
Pantaleone fa dietrofront e marcia risoluto verso la cabina del comandante, ben deciso a farsi ascoltare. In fondo é sulla nave in qualità di supervisore, qualifica che dovrebbe dargli un minimo di potere, o quantomeno il diritto di non essere insultato ogni volta che apre bocca.
La porta della cabina del capitano, decorata da graffiti osceni, ha un grosso cartello sulla maniglia:– Il comandante ha di meglio da fare che ascoltare VOI.
Il Duca di Kroton esita poi si fa coraggio e bussa.
– CHIEEÈ – Urla una voce impastata ed inferocita. – NON SAI LEGGERE VERME?
– Sono il Duca di Kroton. – Dichiara Pantaleone, reso coraggioso dal freddo.
– Chi?
– IL DUCA DI KROTON – Ripete più forte la controfigura di Mandrake.
– Non ho capito.
– Il povero stronzo.
– Ah, stai pure lì. Che vuoi?
– Ho freddo.
– Io sto benissimo e voi? – Pantaleone sta per rispondere «Assolutamente no», sebbene stupito dal brusco passaggio al Voi, quando due o tre voci di sesso indistinto provenienti dall’altra parte della porta rispondono per lui: – Anche noi.
– Allora pirolino, come la mettiamo? Qui ci sono quattro voti contro uno…
– In qualità di supervisore… – Attacca il Duca.
– … Ti chiamo subito il grande Geosinclino. – Conclude la frase il comandante.
Seguono attimi di silenzio.
– Ehi, pinguinone dove ti sei nascosto? Ti si é gelato il cosino?
Il Duca di Kroton, che non é più lì a sentire gli insulti di Gadarmon, nè le risate dei suoi compagni di bisboccia, ha ripiegato in disordine e senza speranza nella sua cabina, dopo esser stato insultato da un addetto alle pulizie e da un paio di soldati.
Apre la valigia e trova altre due copie del suo attuale abbigliamento, alcune paia di boxer, due canottierine di cotone che sembrano morire di freddo anche più di lui, una sciarpetta di seta bianca e tre paia di calzini, anch’essi di seta.
Mandrake 2 si ricopre di quel poco che possiede senza trarne un beneficio sostanziale. Si guarda nello specchio incrinato della cabina che malignamente gli rimanda l’immagine di un individuo pallido e ridicolo, dai capelli venati di brillantina rappresa e la barba non fatta. Rabbrividisce. – Me la pagherete, tutti.– Mugola. – Ah, se me la pagherete. 


 
Lasciamo un attimo il duca ai suoi propositi di vendetta per spiegare a coloro che sono giunti a questo punto della lettura che si é avverata la profezia di Aquila Yò-yò, ovvero che i Mangiasabbia, visto il fallimento di Cilicio Benelli, hanno deciso di andare per le spicce, cioè distruggere la flotta Kerrabbia pagata da Sirio per poi scendere su Foxtrot, accoppare o vendere come schiavi i quattro gonzi che l’abitano e coronare il proprio sogno criminale.
Per attuare il loro progetto hanno rabberciato una flotta stellare quantomeno composita, con equipaggi formati da nazisauri, daimoni, Abrasivi di Kondilo II, Marani di Lopedevega, Croupier di Abatjour, Megamiau, Ammoniaci, sopravvissuti della Cattedra di Etico Cupo, la Banda Bassotti, Kerrabbia disertori, resti di galera assortiti, i già citati Xingù e Aquila Yò-yò, il tutto stipato a bordo delle navi razziate dai Mangiasabbia in secoli di onorata attività.
È una flotta molto più numerosa di quella dei Kerrabbia, ma peggio addestrata e molto più lenta per via dei continui litigi tra membri di razze tanto diverse in merito alle condizioni ottimali di atmosfera, pressione, temperatura, umidità e vitto, come pure sul tipo di programma da vedere la sera dopo il rancio.
In quanto al povero Duca di Kroton, molti si staranno chiedendo come mai proprio lui abbia dovuto pagare per gli errori di Cilicio Benelli. La risposta é molto semplice: essendo il nome del duca comparso nell’elenco trimestrale dei T.E.R.R.O.N.I. (vedi nota), é abbastanza normale che egli sia oggetto di ingiustizie, vessazioni e maltrattamenti, nonostante non sia un lavavetri o un venditore di accendini.



Nota
 
Ma è possibile che i galattici, un insieme di più di novecentocinque milioni di popoli ed etnie, siano riusciti a trovare un accordo ed un equilibrio dinamico per quanto riguarda i problemi etnici e razziali, mentre sul nostro sventurato pianeta c’è gente che storce il naso quando scopre che nella classe del diletto figlio c’è un alunno che si chiama Salvatore Esposito o, peggio ancora Xin Li o Muhammad Bin Sharif?
C’è da chiedersi che faccia farebbe, se scoprisse che nella classe c’è uno che si chiama Tttt-Kla!/H’tti, che assomiglia ad una cornamusa semisgonfia o a un budino storto e si nutre esclusivamente di larve.
Nella Galassia il tizio in questione non farebbe una piega, a meno che Tttt-Kla!/H’tti, non comparisse nell’elenco trimestrale dei «Transitori Esponenti Raziocinanti Randomicamente Oggetti Non Integrazione» (T.E.R.R.O.N.I.) elenco consultabile da qualunque unità di memoria portatile (unimemo) in un tempo pari ad una frazione di secondo.
Se allora l’unimemo del provvido babbo indicasse sotto la dicitura T.E.R.R.O.N.I. il nome di Tttt-Kla!/H’tti, questi sarebbe ipso facto autorizzato a fare un grosso casino, a chiedere il trasferimento del proprio rampollo in altra classe/ sezione/ scuola, a dare giudizi sprezzanti sul Tttt ecc., a minacciarlo sorprendendolo a giocare con cuccioli non presenti nell’elenco e così via.
Gli insegnanti poi sarebbero autorizzati a dare a Tttt del deficiente e del disattato, a espellerlo dalla classe a volontà, a negargli la partecipazione alle gite scolastiche ed a umiliarlo sulla base del colore della pelle, della lingua, dell’alimentazione, della consistenza di squame / membrane / tentacoli, abitudini sociali o sessuali, attitudine per il ballo o per la canzone ecc.
Tutto ciò per tre mesi, trascorsi i quali nell’elenco dei T.E.R.R.O.N.I. il nome di Tttt-Kla! H’tti verrebbe sostituito dal nome di un’altra creatura, a sua volta oggetto di discriminazione razziale a termine.
La soluzione solo apparentemente bizzarra al problema della tolleranza è nata sulla base degli studi del Professor K’hutolo, ordinario di Xenosociologia all’università di Bodino Bay, membro di una razza di superiore e pragmatica intelligenza, i Consenzienti, che abbiamo visto in azione con Gigio Lelli.
Ormai sapete che costoro sanno ascoltare con un sorriso educato i teorici dell’inferiorità mentale di altre razze o etnie e gli sproloqui relativi al superiore talento imprenditoriale o artistico di altre razze. Annotano con attenzione il nome dell’autore delle suddette affermazioni e in un secondo tempo, pragmaticamente, saldano i conti.
Questa prassi si è però rivelata alla lunga faticosa ed impraticabile per il gran numero di individui autori di affermazioni generiche su altre specie o etnie della galassia e i Consenzienti si sono infine decisi a cercare un’altra soluzione intelligente e pragmatica del problema.
Il Professor K’hutolo, dopo lunghi studi, ha enunciato i famosi teoremi relativi al bisogno di molti membri delle razze intelligenti di addossare ad altri membri delle stesse o di diverse razze la responsabilità delle proprie paure e infelicità. È nata così la soluzione K’hutolo trimestrale, che ha raggiunto alcuni ottimi risultati:
1) Permettere a chiunque di dare libero sfogo al proprio razzismo, senza obbligarlo ad escogitare macchinose teorie socio-cultural-economiche che giustifichino una pura emozione, sia pur idiota.
2) Permettere ai Consenzienti di risparmiare le proprie energie a favore dei pochi irriducibilmente ostili alla soluzione K’hutolo.
3) Dimostrare in modo inoppugnabile la falsità del pregiudizio comune sui sociologi: “un’ accolita di vanesi parolai strapagati per vendere aria fritta.”
4) Costruire una nuova ala dell’università di Bodino Bay, con annessa una dependance di 52 stanze per il professor K’hutolo e famiglia.


2 commenti:

Nick Parisi. ha detto...

Ciao, sono tornato a bloggare, prometto che cercherò di riprendere anche la lettura di Calibano.

Massimo Citi ha detto...

@Nick: è un piacere ritrovarti, davvero. E un piacere poterti rileggere. Quanto a Calibano non preoccuparti, ne farò un e-book che uscirà al termine della pubblicazione on line che sarò felice di inviarti. Vai Nick!