Esistono
costanti nel lavoro di libraio, come in ogni altri attività.
Più
che costanti forse bisognerebbe definirle tormentoni, ovvero piccoli
contrattempi che, inspiegabilmente, si ripetono con una regolarità
che sembra non avere nulla di casuale.
Il
caso è forse semplicemente l’incapacità di tenere
contemporaneamente sotto controllo un numero altissimo di parametri.
Oppure, più raffinatamente, l’epifenomeno di una serie frattale di
eventi. O, ancora, la rappresentazione della volontà persecutoria di
una divinità malevola.
Esemplifico.
A
quanti è successo di giungere all’angolo della via dove transita
il mezzo pubblico atteso e vederselo passare davanti? E qualcuno può
affermare che tale evento è accaduto con la stessa frequenza con la
quale lo stesso mezzo pubblico è giunto in pochi istanti alla
fermata ed è stato possibile salirvi?
Nessuno
tiene il conto delle manifestazioni della perfidia delle cose, eppure
se qualcuno lo facesse il risultato sarebbe, io credo, inquietante.
La
perfidia delle cose si presenta in libreria in forme peculiari, a
dimostrazione dell’inesauribile fantasia del mondo materiale.
Per
comodità di approccio, sul modello dei vari volumi delle Leggi di
Murphy, mi atterrò a uno schema molto simile, denunciando la finta
casualità del reale attraverso l’enunciazione di leggi facilmente
verificabili.
Cominciamo
dai clienti.
Legge
di Hättanschweiler sulla complessità delle richieste:
«La
complessità della richiesta è direttamente proporzionale al
prolungarsi dell’orario di apertura».
Ovvero,
se qualcuno ha in mente di sapere se è ancora in commercio l’opera
prima di un poeta semidimenticato o gli scritti postumi di uno
scienziato poco noto aspetterà le 18.55 (o le 19.25) per giungere in
libreria.
Corollario
di Comic Sans alla Legge di Hättenschweiler:
«Il
volume cercato con maggior impegno sarà sempre esaurito e fuori
commercio».
Commento
di Verdana al corollario di Comic Sans:
«Tutti
i volumi esauriti e fuori commercio risulteranno disponibili nella
libreria concorrente e presso il sito internet del fornitore»
E
qui mi fermo. Avete capito il senso del discorso, credo.
Continuiamo.
Legge
di Tahoma sulla persistenza dei clienti:
«Dato
un ultimo cliente, esiste sempre un cliente successivo»
Si
tratta di colui che infilando obliquamente la testa sotto la serranda
a metà chiede pletoricamente: «Siete già chiusi?».
«No,
fingiamo», viene voglia di rispondere.
Corollario
di Impact (necessariamente):
«Il
cliente successivo all’ultimo non tornerà».
Probabilmente
vive per un’ora al giorno, tra le 19.00 e le 20.00.
A
nessun libraio è capitato, io credo, di incontrare un cliente
successivo all’ultimo in pieno giorno.
Legge
di Baskerville sulla quantità massima di clienti:
«Il
numero di libri acquistati è inversamente proporzionale al numero di
persone che entrano contemporaneamente in libreria».
Gli
studenti (ma anche le famiglie) entrano in gruppi di 15-20 persone
delle quali soltanto una ha il dono della parola. E lo utilizza per
chiedere un’informazione («Quanto costa il libro di fisiologia
peristaltica? / quanto costa il libro di geografia?»).
Segue
uscita disordinata.
Se
si tratta di famiglie il bambino più piccolo farà cadere una pila
di libri, se di studenti a farlo sarà il più alto. Se si tratta di
sole studentesse usciranno ridendo. Nessuno saprà mai perché.
Corollario
di Windings:
«Il
libro del quale viene richiesta collettivamente un’informazione
sarà acquistato in un’altra libreria»
Eccezione
di Serifa : «Il libro del quale viene richiesta collettivamente
un’informazione non verrà mai acquistato».
Commento
di Bodoni all’eccezione di Serifa: «Il libro del quale viene
richiesta collettivamente un’informazione è esaurito e fuori
commercio»
E
si torna all’inizio. Un loop.
Legge
di Courier sull’ultima copia:
«L’ultima
copia (le ultime dieci o cento copie) di qualsiasi libro resterà/anno
invenduta/e».
Ovvio,
certo. Ma il difficile è capire quando fermarsi. Si tratta del
trasferimento in ambito commerciale della legge di Murphy degli
editori: «L’ultima ristampa rimarrà invenduta».
Qual
è l’ultima ristampa?
Chi
può dirlo?
Comunque
è sempre vero che (legge di Albany):
«Il
libro più richiesto al tempo t° è quello che è appena stato
chiuso in una scatola per essere reso all’editore».
Corollario
di Benguiat:
«Il
libro richiesto sarà sempre nell’ultima scatola».
Commento
di Nimrod al corollario di Benguiat:
«L’ultima
scatola è tale indipendentemente dalla direzione e dalla posizione
di tutte le altre»
Osservazione
di Dolphin al commento di Nimrod:
«Il
libro richiesto sarà sul fondo dell’ultima scatola».
Legge
di Rockwell dell’infinita ripetizione:
«Se
qualcuno vi chiede un altro libro della stessa resa lo farà soltanto
quando avrete appena finito di richiudere tutte le scatole»
Paradosso
di Garamond:«Il cliente del libro trovato in fondo all’ultima
scatola ha dimenticato a casa il portafoglio».
E
si può continuare senza problemi:
Legge
di Bookman sulla ricomparsa dei libri:
«Il
libro introvabile sarà trovato non appena il cliente è uscito dalla
libreria».
Legge
quadratica inversa di Arial sulla reperibilità dei libri:
«Più
il cliente è suscettibile e importante meno è probabile che il
libro richiesto venga trovato».
Ma
è vero anche l’inverso (legge di Amaze):
«Il
libro cercato dal cliente deluso da un’altra libreria sarà
immediatamente disponibile presso la vostra».
Corollario
di Gaze:
«Soltanto
la prima volta».
Interessante
notare che dato un numero «x» grande a piacere di librai tutti
descriveranno gli stessi episodi e le stesse contrarietà, a conferma
dell’intrinseca e pervicace perfidia della realtà.
Esiste
infatti una triade di leggi – paragonabile a quella che governa la
termodinamica – che chiunque faccia il mio lavoro sottoscriverà
senza difficoltà:
Prima
legge della librodinamica:
«La
disponibilità in magazzino è inversamente proporzionale alla
richiesta»
Seconda
legge della librodinamica:
«Il
rifornimento è sempre in ritardo»
Terza
legge della librodinamica:
«La
disponibilità è direttamente proporzionale all’obsolescenza»
Ovvero:
più ne avete più vecchio sarà.
E
qui si tocca un punto caratteristico delle librerie universitarie
scientifiche come l'ex-CS.
Il
libro di testo, infatti, non è tale per decreto divino, ma perché
un soggetto (più o meno) qualificato – il docente – lo consiglia
ai propri studenti. Il processo di scelta si chiama «adozione».
Ed
è qui che la malevolenza del mondo trova la sua piena realizzazione.
Legge
di Charlesworth:
«Dati
N titoli possibili, il docente del corso più numeroso sceglierà il
libro più difficilmente reperibile».
Ma,
stanti le tre leggi della librodinamica, è evidente che se si
realizza la legge di Charlesworth, a maggior ragione sarà valida la
seconda legge della librodinamica.
Quindi:
«Il rifornimento (del titolo a più difficile reperibilità) è
sempre in ritardo».
Ne
consegue che (corollario di Photoshop): «Il titolo
universitario del corso più numeroso viene sempre fotocopiato».
Cosicché,
dal momento che il titolo in ritardo resterà praticamente invenduto,
rimarrà soddisfatta anche la terza legge della librodinamica. La
fenomenologia è comprovata anche dal paradigma di Lydian: «Il
titolo meno venduto non ha diritto di resa» e dal paradosso di Gill:
«Le probabilità della conferma di un’adozione sono inversamente
proporzionali alla giacenza del titolo nelle librerie».
Abbandono
ora le fredde aule universitarie per ritornare al mondo dei lettori
per puro gusto e piacere.
Avete
notato, lettori, che il libro del quale è uscita la recensione più
stimolante non è mai reperibile? Avrete pensato a un semplice
disservizio, a un caso. Ebbene non è così. Si tratta di una
regolarità sospetta che dovrebbe metterci sull’avviso e che può
facilmente essere enunciata.
Legge
di Kabel:
«La
recensione più letta è sempre in anticipo sull’uscita del libro».
Quindi
(corollario di Galant): «Un libro esce soltanto quando una
recensione favorevole è stata dimenticata».
D’altro
canto, in accordo con il paradosso di Typewriter: «Si
riordinano soltanto i libri che nessuno cerca», è evidente che
anche in questo caso si ritorna dritti dritti alla terza legge della
librodinamica.
Senza
pretendere di esaurire l’intera fenomenologia degli intoppi e
incidenti che cospirano per impedire all’onesto lettore di
incontrare l’agognato libro farò un ultimo esempio. La descrizione
del libro.
Legge
di Bremen sul colore delle copertine:
«Il
colore che ricordate non è il colore dominante della copertina».
Estensione
di Cataneo alla legge di Bremen:
«L’immagine
di copertina che ricordate era un miraggio».
Legge
di Chasm sulla parola chiave del titolo:
«La
parola del titolo di cui siete assolutamente certi fa parte del
titolo di un altro libro».
Corollario
di Clarendon sul prezzo:
«Il
prezzo che ricordate è sbagliato».
Paradosso
di Bart:
«Se
il colore, l’immagine, il titolo e il prezzo sono giusti il libro è
appena terminato».
E
via, a capofitto in balia delle famose tre leggi della librodinamica.
Insomma
una situazione nella quale il lettore incontra il suo libro è
molto meno usuale di quanto sembri. La realtà, probabilmente, è che
possono avvenire quasi esclusivamente incontri fortuiti. Gli unici
che un universo retto da leggi oscure e perverse può concedere.
Probabilmente
per distrazione.
Potrei
continuare a lungo enunciando ulteriori teoremi, leggi e ipotesi con
i loro relativi corollari, paradossi, osservazioni e paradigmi ma
credo che di aver già sufficientemente dimostrato la mia tesi.
A
degna conclusione un’ultima legge, credo la più triste per un
lettore appassionato come il sottoscritto e, credo, per chiunque stia
leggendo questo articolo:
Teorema
di Marigold:
«Il
libro più bello che avete letto è divenuto irreperibile e non è
più in commercio».
Ma
non deprimetevi.
L’Osservazione
di Albertus, infatti, si incarica di rimettere a posto le cose:
4 commenti:
Insomma, quella del libraio è proprio una vitaccia! :)
E questo a prescindere se Murphy o non Murphy. :P
@Nick: a me, in fondo, piaceva. Peccato che sia un mestiere ormai senza futuro : (
La legge di Bremen mi ha fatto prendere parecchie cantonate! E se infastidisce il lettore, probabilmente può fare impazzire un libraio.
@SX: dev'essere come per gli spettatori di un'incidente incapaci di fornire tutti la stessa versione. Qualcosa di molto profondo nella nostra umanità... In ogni caso la legge di Bremen colpisce anche me quando cerco un libro in casa. Mai una volta che il colore o la forma di una copertina siano quelli che ricordavo.
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