Per un referendum, lo so.
Un referendum che è diventato il figlio di nessuno – il figlio del prete, si diceva una volta – e che esistono novantanove probabilità su cento che non prenda il quorum.
Se si tiene conto che in Italia esiste, anche con le elezioni politiche generali, un 25% della popolazione che non vota, appare immediatemente evidente che chi punta sul fallimento della consultazione per astensione punta sul cavallo migliore. In sostanza i referendari dovrebbero convincere non metà della popolazione ma i due terzi della popolazione attiva a scomodarsi per andare a votare... Oltretutto per un tema poco chiaro e sul quale si è discusso molto poco.
Ho avuto qualche dubbio, anzi abbiamo avuto qualche dubbio sul referendum e sull'andare a votare o meno, ma poi la posizione rigida del nostro beneamato presidente del consiglio ha finito col pesare sulla comune decisione di votare.
«Tutti così, volete far cadere il governo».
No, non è quello che mi preme.
Diciamo che via via sono emersi alcuni elementi che mi hanno indotto a votare e che ci tengo a sottolineare:
1) A partire dal 2014, ovvero sotto il governo Renzi, l'estrazione di idrocarburi è diventata un'attività strategica per la nazione, il che significa non vincolata dal consenso delle regioni. Caso unico al mondo, peraltro.
2) Il 40% della produzione di energia in Italia è frutto di energie rinnovabili.
3) Il numero di persone direttamente coinvolte nell'attività di estrazione nelle piattaforme marittime non supera il centinaio di persone. Con l'indotto si arriva a 3.000 persone (fonte: CGIL) che potrebbero senza difficoltà trovare un'altra occupazione nelle rinnovabili. Oltre a questo la chiusura delle piattaforme sarà estremamente graduale nel senso che le chiusure andranno dal 2017 a 2034.
4) Già adesso alcune delle piattaforme non funzionano più ma non vengono smontate – attività che sarebbe a carico delle compagnie petrolifere — dal momento che non esiste un termine ultimo per la disattivazione.
5) È il caso di ricordare il caso del petrolio in Basilicata, ovvero un governo che organicamente si adopera per favorire i petrolieri locali e internazionali...
Bene.
Io forse inutilmente sono andato a votare.
Spero che a voi venga la voglia di farlo...
N.B.: volevo postare questo intervento già venerdì pomeriggio ma come saprete sono stato un po' preso con la presentazione di ALIA. Da qui alla chiusura dei seggi penso che il numero di lettori di questo blog varierà tra le 12 e le 20 persone e il numero di persone convinte dal mio argomentare rapido e affannato sarà pari a zero. Tuttavia mi sembrava giusto. E poi io sono un gufo, un gufissimo...
«Tutti così, volete far cadere il governo».
No, non è quello che mi preme.
Diciamo che via via sono emersi alcuni elementi che mi hanno indotto a votare e che ci tengo a sottolineare:
1) A partire dal 2014, ovvero sotto il governo Renzi, l'estrazione di idrocarburi è diventata un'attività strategica per la nazione, il che significa non vincolata dal consenso delle regioni. Caso unico al mondo, peraltro.
2) Il 40% della produzione di energia in Italia è frutto di energie rinnovabili.
3) Il numero di persone direttamente coinvolte nell'attività di estrazione nelle piattaforme marittime non supera il centinaio di persone. Con l'indotto si arriva a 3.000 persone (fonte: CGIL) che potrebbero senza difficoltà trovare un'altra occupazione nelle rinnovabili. Oltre a questo la chiusura delle piattaforme sarà estremamente graduale nel senso che le chiusure andranno dal 2017 a 2034.
4) Già adesso alcune delle piattaforme non funzionano più ma non vengono smontate – attività che sarebbe a carico delle compagnie petrolifere — dal momento che non esiste un termine ultimo per la disattivazione.
5) È il caso di ricordare il caso del petrolio in Basilicata, ovvero un governo che organicamente si adopera per favorire i petrolieri locali e internazionali...
Bene.
Io forse inutilmente sono andato a votare.
Spero che a voi venga la voglia di farlo...
N.B.: volevo postare questo intervento già venerdì pomeriggio ma come saprete sono stato un po' preso con la presentazione di ALIA. Da qui alla chiusura dei seggi penso che il numero di lettori di questo blog varierà tra le 12 e le 20 persone e il numero di persone convinte dal mio argomentare rapido e affannato sarà pari a zero. Tuttavia mi sembrava giusto. E poi io sono un gufo, un gufissimo...
7 commenti:
Sono andata, sembrava di essere nella Death Valley. Da domani nuovi stati - lagna su Fb su politici, governo, istituzioni. Si fa così, no?
@Giò: io sono andato alla 13.30, e i poliziotti mi hanno guardato un po' come un terrorista e un po' come l'uomo venuto finalmente a distrarli. Scrutatori cortesi come commesse di un negozio di abbigliamento. Ma per stasera possiamo ancora - inutilmente sperare, vero?
No XD Io spero solo nel meteorite muahahahahah! (23 % attorno alle 19.00)
esercitare il proprio diritto al voto è una cosa sacrosantissima...
@Palatice: è un diritto che sempre più gente non ritiene importante, evidentemente. Molto apprezzano che qualcun altro si occupi della cosa pubblica. L'ultima che è accaduta una cosa simile c'era un tizio di nome Benito. E non è finita bene.
Io ho votato, ma con lo spirito deluso di chi sapeva che era improbabile si raggiungesse il quorum.
Trovo poi detestabile chi consiglia di non andare a votare (in altri tempi qualcuno aveva anche suggerito di andare piuttosto al mare) e chi gongola del risultato alla faccia di chi ha usufruito di un diritto e un dovere.
@Marco: ogni tanto penso che il Nostro squalo farebbe volentieri a meno di baggianate e assurdità come voti ed elettori. Lo so, rischio di sembrare - onta suprema - Brunetta, ma resta il fatto che lui non è stato eletto da nessuno.
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