30.3.15

Alla ricerca di antipatizzanti


Questo blog ha undici anni. 
Nato nel 2004 è stato sul punto di morire più di una volta. Non raramente è stato abbandonato. È stato testimone più o meno volontario di alcuni dei momenti più importanti della mia vita tra i quali il mio incredibile lavoro - detto col senno dei poi - la mia passione per l'editoria, l'antologia uscita a mio nome, l'avventura degli ultimi anni della CS e la sua chiusura, la paternità non abbastanza responsabile, l'ictus del 2008 con gli strascichi che mi porto ancora dietro - una mano malfunzionante, la difficoltà di battere su una tastiera, i nomi che sfuggono ostinatamente alla mia memoria - il sogno realizzato di ALIA, LN-LibriNuovi, la rivista che non vuole morire, i commenti sui libri letti e sui libri non letti, i nuovi inizi, più o meno uno ogni anno  / anno e mezzo con promesse che non ho mantenuto... Un lungo blog che non ha mai sfondato, che per pura anzianità ha raggranellato grandi numeri senza mai diventare il portavoce di alcunché. 
«Beh, ti dispiace?»
No, non proprio. Non sono il tipo da avere un successo duraturo. 
A scrivere fregnacce si rischia di diventare fin troppo popolari e, d'altro canto, non me la sento di tenere un blog più o meno monotematico, sul tipo «Il libribrondolo» o «Il salivatore di libri». Ogni tanto parlo di libri ma con lo spleen inevitabile di chi ne sa troppo per cascare dal pero ad ogni capolavoro annunciato. Ogni tanto parlo di politica (In questo blog si parla di politica) temo con eccessiva passione e scarso interesse altrui, qualche volta della mia attività di scrivente con interesse ancora minore raccolto nel pubblico - d'altro canto so benissimo che la narrativa presentata in un blog è incongrua come un quadro d'arte moderna nel corridoio di una scuola -, di librai, editori e ispettori editoriali (altro genere in via di scomparsa come i primi e i secondi), di un mondo che, come nel ricco e felice universo perduto dei conduttori di carrozze e landò, conserva un certo fascino malinconico ma ha un interesse molto limitato nella vita quotidiana.
Oggi avevo in mente...
«No, niente promesse. Ne hai già fatte troppe e ti va bene che non ti legge nessuno, altrimenti ti avrebbero già fatto notare che sei truffatore contabubbole e farlocco»
No, nessuna promessa. 
Tutto sommato mi piace questo blog di scarso successo. E non penso che tenterò di farne qualcosa di diverso da uno sfogatoio, vittima e complice del mio istinto del momento. 
Penso che continuerò a parlare di politica e a pentirmene entro mezz'ora dall'uscita del post. A parlare di libri quando me ne viene il ghiribizzo - e il materiale non mi manca, povero me -, a commentare ciò che appare sui blog altrui, perlomeno di coloro che appaiono sul mio blogroll, a fare né più né meno ciò che mi viene in mente di fare.


Oggi, tanto per dire, volevo parlare di Francesco Piccolo, lo scrittore che ha detto che Landini è un reazionario. Volevo far notare che bisogna essere spaventosamente provinciali per giudicare affrettatamente e con un certo disprezzo chi tenta di lavorare per creare una nuova sinistra in Italia, per quanto piccola, povera e risibile; che non ho particolari simpatie per Landini - troppo a lungo in televisione, temo, per riuscire a elaborare qualcosa di davvero nuovo - ma sopporto ancora meno quelli che sono nati incendiari e che moriranno inevitabilmente e rissosamente pompieri; volevo dire che...
«Basta così. La tua dose di antipatizzanti per oggi te la sei già fatta.»
Ma mi chiedo: perché un uomo qualunque può sparare una cazzata nella veste di vecchio saggio e tutti i giornali si affrettano a dargli spazio, come se Piccolo fosse segretario di qualcosa?
«Del partito dei disillusi incattiviti. O dei romani con santi in paradiso»
Infatti. 
Ma comunque non lo farò. Oggi non parlerò di Francesco Piccolo e della sua ridicola presa di posizione.
Che poi, leggendo qualcosa qui e là, non riesco a dargli completamente torto, perlomeno nel suo lamentare il vantato gusto virginale della sinistra d'antan. Solo credo non dovremmo pensarci su ben benino prima di ficcare nello stesso cesto i piagnistei della sinistra perduta e i vagiti di una sinistra in arrivo. Che Landini non la rappresenti è possibile, che la rappresenti Renzi è semplicemente ridicolo.
No, starò zitto. 
Così si fa.   

       

2 commenti:

Nick Parisi. ha detto...

Ciao amico mio.
Così vedi che non hai antipatizzanti.
Saluti da Napoli.
;)

Massimo Citi ha detto...

@Nick: gli antipatizzanti non hanno il coraggio di parlare, mannaggia. Un abbraccio!