Sto provando a fare di un testo a suo tempo stampato, un e-book.
«Facile», direte, «basta scaricare Calibre e passargli il testo e tatà, ecco pronto il vostro e-book».
Proprio così, infatti questo è stato il primo passo.
Dopodiché ho provare a passare il testo su una libreria on line, LuLu.com.
Per carità. Mancava soltanto una denuncia per maltrattamenti, ma il resto c'era. «Hai dimenticato wq / il tuo zgh è inadatto a zorglare il tzt / Non c'è corrispondenza tra il gruppo qwtzk e il la linea stwqk / Non riprovare mai più a sottoporci un simile pzpkzz».
Bene, non lo faccio più.
Ho cominciato a informarmi.
Salta fuori un programma meraviglioso («anche se solo limitatamente wysiwyg» mi ammoniva un anonimo utilizzatore del programma), di nome «Sigil», assolutamente necessario per poter trattare i testi epub.
Mi pare bello che un programma abbia persino un nome bergmaniano(1) e mi affretto a scaricarlo.
Ovviamente - o forse non tanto per uno come me - si tratta di un compilatore XHTML, proprio ciò che speravo di cuore di evitare.
Primi tentativi. Risultati indecenti.
Nella Ragnarök della libreria ripesco un libro che sospetto mi possa servire, titolo: «HTML, XHTML e CCS».
Comincio a capire che il modo pressochè delirante con il quale LuLu.com tratta gli e-book che gli vengono sottoposti prodotti da Calibre. Esiste persino una parola normale in italiano per definirla: «ridondante». Aprire un file trattato da Calibre e provare a capirne le regole è come tentare di trovare il locus attivo di un cromosoma balbuziente ripiegato nella quarta dimensione.
Con tutto che i file trattati con Calibre sul mio e-reader vanno da dio...
John Holbrook Vance |
Una volta stabilita la sostanziale incompatibilità di carattere tra Calibre (che ha qualcosa di Vanceano(2), credo) e Sigil (il cavaliere vestito di nero che gioca a scacchi, ricordate?) ho cominciato a studiarmi il libro. Che è scritto in italiano, se non altro, ma organizzato in maniera non immediatamente (questo è ovviamente un eufemismo) comprensibile.
Nel frattempo, convinto da un amico smanettone - che ha curato i due e-book che ho pubblicato - ho cominciato a lavorare sul testo scelto. Che poi sarebbe «Il perdono a dio», vincitore di un premio che mi ha fruttato la bellezza di 700 euro - di gran lunga il più grosso incasso procuratomi da tutto ciò che ho scritto. Preso il testo, passato in un formato diverso dal lotus wordpro nel quale era stato all'origine scritto - ovviamente non mi illudo che qualcuno tra i lettori conosca un programma del paleocene come quello - sono giunto infine ad avere il file «pulito», ovvero senza alcuna particolarità. Un file txt.
Nulla, nulla, nulla di nulla...
Sì, però le lettere accentate si usano, in italiano. Mentre un asso di picche sistemato al loro posto può creare delle difficoltà di lettura.
Telefonata, e-mail.
Provo un altro programma.
Alla fine trovo una soluzione ragionevole.
E posso aprire Sigil.
E qui comincia lo spasso.
Sigil produce un «Brooot» ogni volta che dimentichi di chiudere qualsiasi cosa.
Il perdono a dio cambia almeno tre o forse quattro font, cambia giustificazione, ha rientri, salti, divisioni, corsivi...
In preda alla disperazione decido che me ne frego e metto giù il testo così com'è, senza nessuna variazione. Tutto piatto, liscio, come un...
No, non si può. Come girare un corto a camera ferma.
Quindi in questo momento miracolosamente lasciato libero dai miei nemici creditori sono qui a far produrre «Broot» al pc.
A constatare che il font non è cambiato.
Che il font è cambiato in tutto il brano.
Che è saltata la giustificazione.
Il rientro.
«Brooot»
Un giorno o l'altro riuscirò a pubblicarlo, Il perdono a dio.
Giuro.
(1) Il settimo sigillo, ovviamente. Ma per alcuni poteva sembrare insultante inserirlo direttamente nel testo.
(2) Alcuni tra i personaggi inventati dal leggendario Jack Vance avevano la caratteristica di chiacchierare a lungo senza apparente scopo. L'abilità di Vance consisteva non solo nel crearli ma anche nel dare una fredda e acuminata ragione anche ai loro sproloqui.
6 commenti:
Oddio, non penso che Sigil sia peggio di LaTex! :D
Scherzi a parte, la cosa migliore con i compilatori è caricare un testo "piatto" e cercare di agire direttamente sul codice. È molto più dispendioso all'inizio, ma i risultati sono migliori, e più puliti. Calibre purtroppo la fa un po' troppo semplice, con il suo "clicca e vai!", tanto che potresti trovarti con delle simpatiche pagine riempite solo da... numeri di pagina!
Mamma mia!
Non immaginavo che la cosa fosse così complessa.
Diciamo che ne avevo avuto sentore visto che tutte le volte che c'è un ebook gratis ci sono anche fior fiore di ringraziamenti da parte dello scrittore all'anima pia che ha curato la creazione dell'ebook, segno che la cosa non è proprio una passeggiata.
Per quel che mi riguarda il pdf va benissimo.
Lo legge il mio Kindle e anche il Sony perciò non sento l'esigenza dell'epub.
Anzi ti confesso che l'epub non sempre mi fa piacere averlo, potendo scegliere preferisco di gran lunga il pdf.
Ma questo è un parere del tutto personale e probabilmente nostalgico.
Buon lavoro e ti auguro di sbrigartela in poco tempo, che queste cose riescono a consumarti interi pomeriggi senza che tu te ne accorga...
Anche perchè "il perdono a dio" è davvero una bella lettura!
@Salomon Xeno; vero, verissimo. Un testo trattato con Calibre è un demenziale labirinto nel quale perdersi è la norma. In effetti sono partito da un testo «piatto» e adesso, poco alla volta sto imparando. D'altro canto il brano che ho scelto, a parte i motivi personali, ha la peculiarità di obbligarmi a imparare per forza...
@Cily: più che complessa è un'operazione lunga e a tratti un po' noiosa. Richiede un'attenzione costante - se dimentichi un « > » poi Sigil lo rimette a posto a modo suo... Anch'io speravo che un .pdf bastasse ma, tanto per dire, il Kindle di Amazon tratta i .pdf come merda. Il problema è quello di avere un testo adatto a tutti i possibili lettori. Il che, come accennavo, non è facile. Dopo aver risolto il problema con LuLu dovrò affrontare il problema .moby di Amazon. Grazie, comunque, del giudizio su «Il perdono a dio». Lo sto imparando a memoria, ultimamente e non ho più la più pallida idea sul suo valore come normale testo.
Quando nel mio blogroll ho visto comparire il titolo di questo post, ho pensato che fosse un post troppo tecnico per le mie scarse capacità di comprensione di questi argomenti e invece... be', invece lo è stato! Il senso dell'avversativa?! Speravo di riuscire a mentire, ma niente da fare. Anch'io credevo come cily che il PDF fosse la soluzione a tutti i problemi, ma grazie per avermi aperto le porte di un mondo fantastico e per me irraggiungibile! Il mio consiglio è: trova un amico che ti spieghi il tutto!
Ah (ovviamente questa era la prima cosa da dire)... congratuazioni per il premio!
@Romina Tamerici: grazie per i complimenti. In effetti, una volta esaurito il primo ALIA dove appariva il racconto, mi sembrava buono e giusto pubblicarlo aggratis per il popolo onesto e lavoratore. Solo che ho incontrato i problemi di cui sopra. Ma, come ho scritto, alla fine vincerò. In quanto alla mia competenza in questione sono perfettamente d'accordo nel definirla insufficiente, ma CS_libri dovrà produrre anche e-book e ho bisogno di qualcuno che li produca senza farsi pagare. Il che non è gentile, lo so, ma io sono povero e i poveri sono micragnosi ed egoisti.
Per questo io ti consigliavo di trovare un "amico"... gli amici sono più propensi a lavorare gratis! Oppure dovresti trovare una folle come me che spesso lavora gratis, però trovarne una che sappia fare un e-book. Buona ricerca!
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