Non esistono soltanto i libri su carta ma anche gli e-book. Personalmente ho un rapporto piuttosto anfibio con i due generi di libro, anche se devo ammettere – sia pure per motivi di età – una inconscia preferenza per i libri su carta, nonostante il mio essere un mestierante nel settore degli e-book. Ma forse farei bene ad ammettere che leggo senza grosse difficoltà anche sul PC (Ahhhh, orrore!!!), su tablet e, in caso di necessità, anche sul cellulare. Qualcuno mi giudicherà un tossico e non posso dargli torto. La passione per i libri è costosa e rovina la vista, ma confesso di non poterne fare a meno.
Dicevamo. In e-book escono anche libri meritevoli, come quello del quale parlerò tra poco, quindi se avete qualche resistenza nei confronti degli e-book cercate di vincerla: ne vale la pena.
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Esiste
una lunga e ricca tradizione di narrativa fantastica italiana.
Esistono in particolare due esempi notevoli: Lo cunto de li cunti
di Giambattista Basile, ovvero il Pentamerone, esempio
notevole di una raccolta di fiabe provenienti dal sud italiano e,
molto più recente, le Fiabe Italiane raccolte da Italo Calvino:
«raccolta
definita nel 1954 e pubblicata nel 1956, con la scelta e la
trascrizione di duecento racconti provenienti dalle varie regioni
d’Italia, tratti da raccolte folcloristiche dell’Ottocento»
Ma
nonostante un retroterra così ricco, soprattutto a livello locale,
la narrativa italiana sembra dimenticare il fantastico, ovvero la
capacità di scrivere «Realismo a carica fantastica», come scriveva
Vittorini.
Ed
è al tema profondo della fiaba che si lega un romanzo molto
particolare uscito nel 2016 per Delos, «Michele
e l'aliante scomparso» di Maurizio
Cometto. È bene dire che il romanzo è in realtà una combinazione
in apparenza delirante di generi molto diversi, dal fantascientifico
«Universo parallelo» dove Michele finisce per giungere, al
bildungsroman
di un gruppo di ragazzi – i Mnis
– che tentano di sopravvivere a un mondo ostile, alla leggenda nera
dei giassà
e della Dama Gracchiante, alla sommessa fiaba della muta,
della giovinezza rubata e della maturità perduta. Della fiaba il
romanzo di Cometto ha il tempo, un tempo solo apparentemente
definito, dove sono presenti elementi del nostro presente o del
nostro passato prossimo – il radioregistratore, il walkman,
l'aeromodello, i camion, il citofono della Dama Gracchiante – ma
curiosamente immobili, come se non potessero più mutare, come unici
esemplari di un mondo perduto. I Mnis,
i ragazzi di Valframés – ovvero il mondo raggiungibile solo
attraverso una capriola nella spianata del Contrario – parlano una
lingua curiosa e stranamente familiare, fatta in parte di italiano e
in parte del dialetto piemontese parlato nelle valli del cuneese (con
un utilissimo vocabolario posto al termine dell'e-book).
In
sostanza una temibile confusione che avrebbe potuto condurre il
romanzo di Cometto alla rovina ma che, viceversa, si rivela la sua
carta vincente. Diviso in tre parti, Vallascosa, Valframès
e Il re delle Poiane, il romanzo possiede la magia discreta di
un sentiero che continua in un bosco sconosciuto e conserva un buon
livello di unità, spingendo il lettore ad accettarne premesse e
conseguenze, fatti inspiegabili ed eventi imprevedibili fino al
finale che, come in un vero gioco, libera davvero tutti.
Raccontare
la vicenda di Michele e l'aliante scomparso è malagevole e
foriero di spoiler a ripetizione, quindi mi guarderò bene dal farlo.
Mi limiterò a riportare quanto scritto dall'editore per descriverlo:
Un
aliante giocattolo che sparisce in mezzo al cielo. Il richiamo di un
rapace proveniente da un'altra dimensione. Pianti di bambini che si
odono in fondo a una voragine dentro uno sgabuzzino. Cosa lega tutti
questi fenomeni? Solo la signora Lena lo sa. Lei vive nel
retrobottega della sua ferramenta, e attraverso la tenda di perline
spia la vita di Vallascosa. Conosce tutti i segreti del paese, molti
dei quali riguardano proprio quel bambino, Michele. Perché forse
sarà lui a liberare Vallascosa dalla maledizione della "muta",
l'inquietante trasformazione a cui sono condannati tutti i bambini.
Un avvincente romanzo di formazione, dall'ambientazione tanto
familiare quanto misteriosa.
Diciamo
che è molto probabile che, come è capitato a me, sentirete una
forte affinità con il piccolo Michele come, talvolta, la stessa
sensazione di distanza, di incomprensione, di ostilità che a tratti
si prova nei confronti dei genitori – alieni provenienti da un
altro mondo – e in particolare verso il genitore dello stesso
sesso. Ed è proprio questo elemento a ricordare il senso di un
romanzo così simile a una fiaba, con il padre insensibile dal quale
fuggire, la creatura da salvare, la malvagia strega da vincere,
l'anziana Lena ad aiutarlo, i giovani da liberare da un'incantesimo,
i Giassà da sconfiggere.
Una buona fiaba, davvero per tutti –
grandi e piccini – da un autore unico nel panorama del fantastico contemporaneo italiano. Non perdetelo.
Maurizio Cometto |
8 commenti:
Cometto è bravissimo, presto parlerò anche io di lui sul mio blog
@Nick: fai molto bene. Io ho dovuto mettere in coda di lettura l'ottimo libro di Cometto e l'ho terminato in questi giorni, mesi dopo che lui me l'ha inviato. D'altro canto parlare di un libro avendolo letto con un occhio solo non è serio. Sono molto curioso, comunque, di vedere cosa ne dirai tu.
Piaciuto moltissimo anche a me! Credo sia uno di quei libri in cui ciascuno può trovare qualcosa di particolare e originale, per sé.
Bravissimo Cometto!
@Giò: è un libro strano e per molti versi diverso da tutti gli altri. Cometto ha un dono particolare nell'inventare storie che hanno qualcosa di interamente suo. Leggerlo è stato un onore.
Grazie Nick e Glò, e soprattutto grazie Massimo per la splendida recensione. Certe cose dette da te hanno più valore, vista la tua competenza in tutti i campi del fantastico.
@Maurizio: la mia "competenza" è, ahimé, frutto di un'età eccessiva. Ma ti ringrazion per i complimenti e... vai avanti così, scrivine un'altro.
Sono già a buon punto del secondo volume. E comunque "Cometto ha un dono particolare nell'inventare storie che hanno qualcosa di interamente suo" è il più bel complimento che abbia mai ricevuto.
@Maurizio: non è merito mio, è l'abitudine a scrivere recensioni *_*
Comunque il maggior desiderio di chi legge - par amore o per "forza" - è incontrare un autore originale.
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