18.8.12

Varie, eventuali e future


Tra tutti i momenti nei quali avrei potuto decidere di tornare a Torino ho probabilmente scelto il peggiore. 
Ci sono 35°  all'ombra e non saprei dire - o, meglio non mi azzardo a immaginare - quanti ce ne sono in pieno sole. 
Fa un caldo bastardo, quello che è sufficiente per sudare anche semplicemente picchiettando su una tastiera. D'altro canto avevamo promesso di ritornare a casa per dare qualche lezione di guida alla figlia e per ascoltare il suo latino in vista dell'esame. Quindi eccoci qui. Mia moglie a impartire lezioni di guida (io, nonostante la mia non più verde età, non so guidare) e io ad ascoltare Cesare e scoprendo così quanto si è arrugginito il mio latino. 
Il tutto a 35° o di più.
Oggi ho terminato di impagine in e-book il testo di mia moglie, Cielo clemente, con il quale partecipò e vinse il premio Omelas, edizione 2001. Un'ottantina di pagine alle quali ho dedicato un certo numero di ore. So di affermare un'ovvietà, ma sono stato contento di farlo, più che altro perché Cielo clemente è un tipo di romanzo breve di sf non particolarmente comune.  Quando, a suo tempo, mia moglie mi espose a grandi linee il suo progetto, ricordo che non potei evitare di esporle le mia non poche perplessità. Il fatto che alla base del testo vi fosse uno spunto schiettamente biochimico mi lasciava non poco perplesso. Lei, giustamente, decise di ignorare i miei dubbi e lo scrisse. Bene fece, visto l'esito, e io dal canto mio prometto di pubblicizzarlo come merita non appena comparirà l'annuncio sul suo blog, Esercizi di dubbio.  
Quanto a me, beh, non ho ancora deciso cosa farmene di questi anni che mi aspettano. Troppo giovane per poter puntare alla pensione, troppo vecchio per trovare un lavoro purchessia, oltretutto in un settore che va male e ancora peggio andrà in futuro. 
Non ho ancora terminato le operazioni di chiusura relative alla mia ex-libreria. La prossima settimana dovrò passare all'INPS per chiedere loro che cosa ne hanno fatto della o delle raccomandate che dovevano ancora spedirmi e se hanno proprio intenzione di farmi incontrare con i signori di Equitalia o se posso pagare ciò che devo senza massacrarmi. 
La chiusura della libreria mi ha lasciato - ovviamente - senza il becco di un quattrino e prevedo di dover ancora pagare qualche migliaia di euro al commercialista e all'INPS più varie ed eventuali. Se qualcuno, comunque, pensa che non ho fatto un buon affare a fare il libraio per tutti questi anni gli darò ragione. Ha ragione, perbacco. Ma, dal momento che la vita era la mia - ed è la mia - sto bene qui, dalla parte del torto. 
Ho ancora la casa editrice, anche se la situazione non è proprio eccellente. La regione Piemonte non ha infatti, pare, intenzione di rinnovare il suo contributo a favore degli editori piemontesi. Un contributo piuttosto misero, via, ma che era stato deciso dalla precedente giunta e che quindi non ha motivo per restare in piedi. Meglio, molto meglio impiegarlo per offrire una pizza al Movimento per la Vita o per oganizzare un corso di piemontese per immigrati con permesso. Tipo quelli che sopravvivono come possono dalle parti di Saluzzo.
Ho ancora le mie capacità - dubbie, temo, ma non si sa mai - di scrivere. E mi impegnerò a scrivere, a terminare, ad aggiustare, a pubblicare. Farò uscire qualche altro e-book e lo metterò in vendita. A prezzi più che onesti, ovviamente, del tipo 1,99, 2,99 o 3,99 euro. 
Idem farò con i titoli esauriti della CS_libri. 
Insomma, l'autunno - che visto da qui sembra un curioso sogno - mi troverà «attivo e propositivo» come si dice in questi casi. 
Ultima cosa. Qualche mattina fa ho pensato che se avessi - o trovassi, o riuscissi a procurarmi in qualche modo - un paio di centomila euro ricomincerei da capo, cioé riaprirei una libreria. Nonostante la mia non più verde età.
Devo avere qualche rotella fuori posto. O, informaticamente, qualche collegamento dissaldato.


8 commenti:

Nick Parisi. ha detto...

Hai passione, quella era la tua vita ed è normale che se avessi qualche centomila euro da parte è perfettamente legittimo che tu abbia voglia di ricominciare.
Mi dispiace per il finanziamento, ma sai-e qui mi assumo tutte le mie responsabilità per quello che sto scrivendo- conoscendo il colore dell'attuale giunta della Regione Piemonte ritengo che pensino che con la Cultura non si mangi, molto meglio investire i soldi in Tanzania.
Intanto bentornato a Torino, ci sentiamo presto .
P.s
Nemmeno io me la cavo troppo bene a guidare. ;)

Argonauta Xeno ha detto...

Bentornato! Se, dopo quello che stai vivendo, avendone la possibilità apriresti una libreria... beh, è passione. Purtroppo non ho duecentomila euro a disposizione, ma dalle mie parti c'è un signore noto per la sua generosità. Posso provare a chiedere!
Piuttosto, perché non metti gli ebook a 2, 3 e 4 euro direttamente? Anche perché, diciamolo, 0.9 periodico è uguale a 1! (Anche se poi il lettore legge cifra tonda e magari si spaventa!)

Romina Tamerici ha detto...

Ogni errore che, potendo tornare indietro, si è disposti a commettere di nuovo non può essere considerato un vero errore!

Continua a credere nei tuoi sogni!

Massimo Citi ha detto...

@Nick: mi consola, la tua moderata capacità nella guida. Io, nonostante ciò che sostiene mio padre, non ho rinunciato alla patente per motivi di ecologismo spinto, ma semplicemente perché non ho trovato il tempo per la patente negli anni "giusti" e poi non mi sembrava così fondamentale. Ma a dirlo adesso si passa o per ecologisti fondamentalisti o per avanzi di galera, stiratori di bimbi. Quanto alla giunta piemontese e al suo elettorato, potrei giusto recuperare il mio post montanaro di qualche giorno fa.

Massimo Citi ha detto...

@Salomon Xeno: ti ringrazio per la considerazione. Onestamente tendo a pensare che a ragionare come me si rischio il ricovero rapido in un reparto di psichiatria. Ma sono fatto così e non posso cambiare. Quanto ai .99 hai perfettamente ragione. Ma è pur vero che il lettore legge DUE (punto 99) e non TRE punto 00 ed è - forse, molto forse - tentato. Ma comunque prometto di pensarci al momento della pubblicazione.

Massimo Citi ha detto...

@Romina: no, temo proprio sia un vero errore, ma è il tipo di errore che ricommetterei volentieri. A costo di finire in miseria per la seconda volta. Mi piaceva, fare il libraio, e poi - onestamente - è l'unica cosa che so davvero fare. Le mie esperienze di scrittura mi terrorizzano - ovvero ho il terrore di esalare il genere di scemenze che tutti gli "scrittori" producono in questi casi, anche quando i lettori apprezzano, e fare l'editore è sempre stato subalterno al fare il libraio. Quindi libraio, maledizione!

Romina Tamerici ha detto...

@Marxiciti: Il dizionario definisce "errore": "Allontanamento da ciò che nella sfera pratica risulta più proficuo". Allora, sì, è un errore fare un lavoro che poi finisce male. Questo però non contempla altri fattori come la passione, la capacità di far bene ciò che si fa, la soddisfazione... E poi quello che è un errore sotto un punto di vista, può non esserlo sotto altri.
Io, però, sono l'ultima persona a dover dare lezioni di vita sugli errori.

Massimo Citi ha detto...

@Romina: grazie davvero, ma, parlando seriamente, il mio eventualissimo rientro nel mondo del libro dovrebbe fare i conti con alcuni non piccoli problemi. Esemplificando: se buona parte dei libri più appetitosi possono essere scaricati più o meno gratis dai lettori più svegli (ho scaricato giusto oggi un paio di best-seller da leggere sul mio e-reader) - e sempre più lo saranno - per chi terrei i libri, per i più mammalucchi? E questo è soltanto uno dei problemi. Se buona parte dei libri potenzialmente migliori escono in e-book, come debbo regolarmi io, con la mia libreria cartacea...? Come vedi si tratta di problemi tutt'altro che piccoli, problemi che in qualche caso stanno attanagliando anche le librerie di catena. Poi, certo, io non sono mica eterno e con un buon gruzzolo posso sperare di durare abbastanza in buona salute da non fallire troppo presto una seconda volta, ma è molto probabile si tratti, come giustamente sottolineavi, di semplici sogni.
Sogni dei quali comunque temo non mi libererò, tanto è vero che cercherei una soluzione di un qualche tipo anche per gli infiniti problemi di una libreria cartacea in tempi di virtualità.
Più cretino di così si muore : )