22.1.12

Musica domenicale


Rieccomi qui con il mio pezzetto di musica della domenica sera.
Un'abitudine che mi sta prendendo, tanto è vero che da qualche tempo a questa parte sto dedicando qualche momento la mattina per cercare un'esecuzione su You Tube che mi sembri adeguata. 
Stamattina ce la siamo vista tra Erik Satie, King Crimson, Steve Reich e John Adams. 
Alla fine ha vinto (per questo giro), John Adams.
...
Compositore e direttore d'orchesta californiano, Adams è anche commediografo - vincitore di un premio Pulitzer nel 2003 - e fa parte di un gruppo di musicisti ai quali sono particolarmente legato, il già citato Reich, Terry Riley e Philip Glass che in un modo o nell'altro avrete occasione di ascoltare. 
La composizione presentata è un po' lunga (26' e 42") ma penso meriti ascoltarla. Magari mettendo il volume al massimo...




3 commenti:

cily ha detto...

Eccomi!
Anche se con un giorno di ritardo...
Ero a casa dei miei e non hanno delle buone casse e soprattutto volevo gustare i 26 minuti in santa pace e con mia mamma che viene per chiacchierare è complicato anche leggere un micro post.

Il pezzo è molto interessante e devo dire che se ti lasci andare ti prende fin dal primo ascolto.
Mentre iniziavo ad ascoltarlo ero già preparata al fatto che certa musica va ascoltata almeno un due o tre volte per entrare in risonanza con l'armonia che ha in sè.
A volte manco cinque ascolti aiutano.
Invece mi è piaciuto fin dal primo ascolto.

Solitamente la musica contemporanea ha molti suoni striduli e pezzi in cui si fa un gran silenzio e poi un tonfo.
Certi passaggi di solito mi stizziscono un po' perchè mi sembra un modo un po' grossolano di richiamare l'attenzione dell'ascoltatore.

Questo pezzo invece ha un bell'insieme di movimenti (mi è piaciuto moltissimo quello che è intorno al 15 minuto...) che si susseguono in modo molto gradevole quindi mantiene viva l'attenzione di chi ascolta senza certi facili stratagemmi....(o quelli che a me sembrano stratagemmi).

Conserva sempre un'armonia e devo dire che se ti lasci andare è davvero molto molto rilassante.
Non mi ha messo l'angoscia che certi pezzi contemporanei danno tuttalpiù ad un tratto si è affacciata la solita malinconia che, ormai ho capito, tende ad esserci nei pezzi che segnali...
E' strano perchè comincia con molta forza ed energia quasi si trattasse di una battaglia eppoi...invece la sensazione che ti lascia è di una calma e pacata malinconia...
C'è qualcosa di struggente nella fine, però non saprei perchè, il pezzo non è "ruffiano" nel senso che non usa le armonie tipiche che fanno scattare nell'ascoltatore sensazioni di tristezza e nostalgia.
Davvero molto molto interessante.
Lo riascolterò più volte e magari tornerò a commentare se salterà fuori qualche altra considerazione.
Questi pezzi non si esauriscono mai velocemente.

Grazie per questo ulteriore osso da rosicchiare.

Cily

Massimo Citi ha detto...

@cily: mi fa molto piacere che il «pezzetto» ti sia piaciuto. Non sono in molti a conoscere e apprezzare i californiani degli anni '80, ma io sono convinto siano tra i migliori musicisti contemporanei. Mi capiterà ancora di postarne, ma solo una volta ammesso e pubblicato il mio colpevole amore per un certo pop e per un certo heavy metal... tutti abbiamo i nostri difetti : )

cily ha detto...

Aspetto l'heavy metal perchè magari salta fuori che abbiamo gli stessi gusti...diciamo che alcuni pezzi non li disdegno affatto... ;)
In generale nella musica come nel resto delle cose mi piace sì la sperimentazione e a volte l'idea, ma soprattutto lo stile.
Insomma odio la sensazione che le cose siano lasciate al caso o alle soluzioni facili...
Anche nelle cose che non riescono a parlarmi alla fine se si sente della cura e una certa attenzione mi attraggono comunque.

Cily