6.6.11

Scrivere esageratamente


Come ormai i lettori di questo blog avranno capito mi sono impelagato in un «round robin» particolarmente pericoloso, almeno per me. 
Soprattutto perché mano a mano che il progetto procede e prende corpo mi rendo conto che il concetto di fantastico - e conseguentemente di orrore soprannaturale - che ho sempre avuto non ha molto a che vedere con quello di molti altri scrivani e scriventi. 
Poco male, certo, c'è da imparare, come no. 
Solo che dubito molto di poter essere all'altezza del compito che mi sono dato.  
Personalmente ho sempre avuto un certo ritegno - non trovo un altro modo per definirlo - nel mettere sul piatto di gioco il corpo, inteso in senso letterale di corpo fisico, dei personaggi creati. Ho sempre preferito lavorare sulla mente, sulle sensazioni, sulle percezioni - più o meno distorte - lasciando intuire la sostanziale instabilità o inafferrabilità del reale, lasciando che tra realtà e percezione crescesse uno iato incolmabile. Ultimo esempio, a suo modo tipico, è il mio racconto pubblicato su ALIA Storie, la vicenda banale di un ex-arrivato, un arrogante self-made-man la cui percezione del reale si sfalda lentamente, tanto da spezzare definitivamente ogni speranza di poter ritornare a misurarsi con il mondo reale.
Storia di una malattia mentale, naturalmente, ma anche cronaca di un fallimento personale. Un modo un po' contorto - ma questo è del tutto normale per chi scrive - per esorcizzare un possibile mio fallimento. 
Nel corso della vicenda, orrorifica ma pochissimo gore lo ammetto, non scorre una sola goccia di sangue e latitano le apparizioni oltretombali. Questo perché, personalmente, subisco molto di più il fascino di ciò che accade in un altrove indefinito, piuttosto della semplice materialità dell'apparizione o dell'evento presente.
Un po' come non riesco a credere in un dio assiso nei cieli mentre non posso negare la vaghissima e remota possibilità di una sconosciuta e inconoscibile volontà non umana. 
Possibilissimo che il mio racconto e tutto il castello di conclusioni che riassume e presenta valgano meno di zero, ma tutti coloro che scrivono - e pensano, leggono ecc. - hanno una propria estetica alla quale si sforzano di rimanere fedeli. 
Ecco, il mio (piccolo) problema è che il romanzo SBS ha - almeno per il momento - preso una piega nella quale fatico a orizzontarmi. 
Ripeto: c'è da imparare, come no.
Ma non posso fare a meno di farmi alcune domande che non avrei il coraggio di fare altrove. 
Anche perché costituiscono una buona base per una discussione più ampia, che esuli dall'andamento puro e semplice di SBS.  
Prima domanda: è possibile, mantenendo un livello sufficiente di sospensione di incredulità, moltiplicare il numero di possibili vittime di una sconosciuta abominazione senza rischiare un possibile scivolone nel ridicolo? 
Orrore e ridicolo sono, come tutti avranno ormai capito, sono due gemelli che è estremamente complicato tenere separati. Qualunque scena comica nasconde in sé una possibile tragedia e qualsiasi orrore si presta felicemente a un'interpretazione comica. Temo che moltiplicare senza un motivo ben definito il numero di vittime faccia scricchiolare qualsiasi script, lasciando che il ridicolo, come un trenino all'orizzonte, si faccia sciaguratemente vivo. 
Ma il problema è forse semplicemente di formazione (mia). 
D'abitudine resisto per un quarto d'ora / mezz'ora a Saw o a Non aprite quella porta o qualsiasi altro horror cinematografico 'mmericano prima di cominciare a sbadigliare o a ridacchiare come un idiota. Mi sono formato, anche vista la mia età, su Montague Rhodes James, Arthur Machen, Algernoon Blackwood, Walter De La Mare e altri simili soggetti e ho non poche difficoltà - o forse un robusto scetticismo - ad abbandonarmi facilmente ad un horror tutto fatto di urli, schizzi di sangue e parti del corpo che volano da ogni parte. 
Troppo vicino al ridicolo, come dicevo. 
Seconda domanda: è ragionevole intervenire moltiplicando il numero dei personaggi? 
Va bene che poi buona parte di essi verrano brutalmente eliminati - con il rischio già visto di mettere in scena una versione sanguinossima di Arsenico e vecchi merletti - ma non si rischia di perdere di vista l'intera vicenda? Se un lettore comincia a chiedersi «Ma chi è questo qua?» o «Ma non era morto questo?» o ancora «Avrei giurato che questo qui fosse già stato ucciso» c'è qualcosa che rischia di scricchiolare sinistramente nell'impianto, e non parlo di quello della casa... Il lettore non deve riuscire a distrarsi, nell'horror anche più che in altri generi. Se oltre a Pippo, Gino e Amanda inserisco anche Zeppo, Dido, Chiurla, Mara, Cotta, Sbanda e altri N figuranti, moltiplico inutilmente gli enti, come ci insegna Occam, senza che la vicenda ne abbia una sostanziale miglioria. Non sarebbe il caso di tener desta l'attenzione del lettore su pochi personaggi, evitando feroci mattanze e massacri notturni?  
Terza domanda: aggiungere nuovi orrori in altri ambienti e situazioni è utile per il prosieguo della vicenda? Moltiplicare fantasmi e apparizioni anche fuori dall'ambiente scelto è utile o si rischia di «buttare tutto in caciara», senza riuscire a tirare poi le redini di un grottesco crescente (e incontrollabile)? 
Quarta domanda: è ragionevole e pensabile che un personaggio «scompaia» davanti agli altri lasciando sul posto parti di sé (del suo corpo), come spedito affrettatamente da una malfunzionante macchina per il teletrasporto? 
Non è un po' «eccessivo»? 
O, volendo essere sinceri, non è un po' ridicolo?
Nell'horror nipponico, che ho frequentato con un interesse decisamente superiore a quello tributato al suo fratello americano, la scomparsa di un personaggio avviene in pratica sempre fuori scena o quando il personaggio è solo. Dopo di ché sono gli altri personaggi a cercarlo e infine a ritrovarlo, in genere morto atrocemente dopo essere stato terrificato ben benino. 
...
Soltanto quattro domande, lanciate a chi mi legge.  
Che, a ben vedere, trasportano nel campo della letteratura fantastica interrogativi che appartengono a tutta la narrativa. La coerenza, la credibilità, l'intima concordanza e la solidità, l'inequivocità di luogo/luoghi, lo spessore e la credibilità dei personaggi si possono trovare in S. King come in L. Tolstoi.
Tengo a chiarire, comunque, che non sono mosso da motivi polemici e che continuo a seguire SBS con immutata e immutabile fedeltà. Quando sarà il mio turno farò la mia parte - per il momento impossibile anche solo immaginarla - sperando che i fili del romanzo siano ancora ragionevolmente distesi e afferrabili. 
Sono del tutto pronto a sentirmi rimproverare di essere un vecchio barbogio e petulante, di avere un concetto di horror e di fantastico degno del principe di Metternich e che il mio concetto di terrore soprannaturale sia degno di Mélies o di Ridolini. 
Possibilissimo che mi sbagli.
Non chiedo altro che di essere - con argomentazioni ragionevoli - smentito e sbugiardato.

13 commenti:

SteamDave ha detto...

Che dire... ancora una volta grazie per il sostegno e il continuo incoraggiamento al progetto :-D

Scherzi a parte, le tue domande sono quantomai lecite - e son cose alle quali pensare.
Però, però...
Il problema, in un round robin, è che esiste seriamente il rischio che quella che a uno pare un'idea fighissima a me sembri una scemata.
E viceversa.
Ma è parte del gioco.

Gioco riguardo al quale, tra l'altro, ho un post in rampa di lancio che vedrà la luce domattina.
Niente di trascendentale, ma qualche nota volante per spiegare perché, alla fine della fiera, della storia chissenefrega, ma anche no.

Ovviamente, sei citato come esempio di pessimismo ;-)

SteamDave ha detto...

PS - arrivo da uno strano account ma sono sempre tuo affezionatissimo
Davide Mana

Massimo Citi ha detto...

Avevo la fama di essere un pessimista già quando facevo il liceo. Di quelli che paventano l'arrivo di prof bastardi, pulotti dalla mano pesante, genitori incannati e tagazze loffie e pallose. Quindi essere citato come esempio mi va a pennello :)
A parte gli scherzi, sono d'accordo che un parere è e resta un parere e nulla di più. Poi l'intero gioco è per l'appunto un gioco e risulta persino divertente cercare di ingegnarsi a dare un colore o una sfumatura propria a un quadro che, comunque, non si sarebbe mai composto. O perlomeno non così.
In realtà le mie domande sono domande genuine. Son finora vissuto in compagnia dei miei lari penati gotici e non riesco ad abituarmi ai gusti di 'sti giü...
In ogni caso, come puoi vedere dall'angolo superiore a sinistra del blog, mi sto effettivamente impegnando per sostenere il progetto. Comunque sia, come scrivevi tu, è divertente.

SteamDave ha detto...

Ripeto - le tue domande sono lecite e sensate, e alla fine puntano a quella "poetica dell'orrore" che ciascuno deve creare pe se e gestire personalmente.
Non è detto che io debba sottoscrivere la tua o tu la mia, quando lavoriamo da soli.
Se dovessimo lavorare in coppia, dovremmo discuterne e arrivare a un compromesso.
In ventiquattro attraverso il web la poetica salta, tocca tenersi stretta la propria e improvvisare.
Ma è parte del gioco o, meglio ancora (così i troll non si imbizzarriscono), è un esercizio che in condizioni normali non faremmo.

Comunque, le battute sul pessimismo restano tali.
Grazie per il link.
Stiamo viaggiando verso le 2000 visite - non male, per una cosa nata da una settimana.

Massimo Citi ha detto...

Condivido anche le virgole. Pur restando in fondo un po' pessimista. «Un pessimista non rischia brutte sorprese, in compenso ogni cosa che funziona per lui è una bella novità». Lo diceva, mi pare, Archie Goodwin. E io mi allineo.
MI piace il concetto di poetica dell'orrore (o dell'amore, o del rimpianto o dello spazio profondo) che non sapevo di esporre. Avanti così e qualcuno - ho escluso dio nel mio chilometrico post - veglierà su di noi.

Fran ha detto...

Premetto che l'horror non è proprio una delle mie letture preferite, ma mi diverte l'idea che ogni scrittore del round-robin possa ammazzare tutti quelli che vuole e che (anche grazie al fatto che la casa fa apparire e sparire cadaveri e fantasmi) ognuno possa ricomparire, però spero proprio che i personaggi non continuino a moltiplicarsi.

Massimo Citi ha detto...

Ciao Fran(cesca)!
Hai ragione, uno dei possibili divertimenti di un round robin è la possibilità di trucidare, uccidere, squartare, torturare a morte - in una parola accoppare - tutti i personaggi che desideri. Se qualcuno ha inserito un personaggio che non ti piace? Trac! Si apre una botolona il poveretto sarà triturato in carne per maiali. Salvo poi la possibilità che qualcuno lo faccia miracolosamente risorgere...
Ci sono tuttavia alcuni problemi in proposito. Il primo è il ridicolo in agguato - sul quale si può agire favorendolo, come no, ma non credo che fosse intenzione generale scrivere una parodia - il secondo è il profilo dei personaggi che, ovviamente, nel momento nel quale vengono accoppati scompaiono dal mondo, scomparendo così tutta la loro possibile percezione della realtà, i loro ricordi e le loro intenzioni e sentimenti. «Non è compito di un romanzo horror» si dirà e non posso che dirmi in linea di principio d'accordo. Tuttavia continuo ad avere più di una perplessità in proposito... Spero anch'io che i morituri non prolifichino troppo, comunque, altrimenti sarà davvero dura tenere il romanzo su un piano di (orribile) verosimiglianza.

Nick Parisi. ha detto...

Salve Max. Sono uno di quelli che ha "fatto sparire improvvisamente" un personaggio davanti agli altri. :)Ed oltretutto sono doppiamente colpevole perchè ho creato ben tre nuovi personaggi.LOl ;)
Che dire, l'ho fatto per divertirmi, l'ho fatto perchè amo il genere, perchè anch'io sono cresciuto a pane, Machen; Blackwood e Lovecraft.
Capisco le tue osservazioni e ti ringrazio, il tuo parere mi spinge a migliorarmi, perchè è il parere di una persona competente, che ha letto tutta la storia(compreso il mio capitolo)e capisco anche la parte del ridicolo sempre in agguato. Oddio spero di non essere stato così ridicolo (no scherzo. Anzi grazie per la tua sincerità. Una dote rarissima e che apprezzo molto).
L'unica giustificazione che ho è non sono nè mi posso definire uno scrittore ma un semplice appassionato. E poi alla fine è solo un gioco.
E poi meno male che esistono pareri difformi,altrimenti se si andasse sempre d'accordo su tutto, se a tutti piacessero le stesse cose alla fine sai che noia?
Ciao e grazie per l'attenzione.

Massimo Citi ha detto...

Caro Nick, ti ringrazio davvero per l'intervento, tanto per cominciare.
Dici che sono sincero... sapessi la faticaccia, i dubbi, i maldipancia eccetera. Nella maggior parte dei casi della mia «sincerità» vengono colti soltanto gli intenti polemici e si risponde brutalmente. Tanto più in internet dove l'assenza "fisica" del contraddittore rende ogni scambio di parere virtualmente sanguinosissimo...
In quanto alla storia, beh, il mio timore era quello di una crescita eccessiva di personaggi e di situazioni "esagerate" che, fatalmente l'avrebbero condotto a un (risibile) naufragio.
Comunque chiarisco che essendo tu uno dei primi autori avevi, da un certo punto di vista, l'«obbligo» di inserire nuovi personaggi, e nel caso di farne sparire qualcuno. L'andamento successivo del romanzo stabilirà - e forse sta già stabilendo - funzione e senso dei personaggi. Diciamo che la mia intemerata aveva essenzialmente una funzione "profilattica" e sono ben felice che tu l'abbia letta in questo senso.
Tutto ciò detto aspetta a leggere il mio pezzo, il numero 15. Probabile che in definitiva venga una piccola e pallosissima noia, anche se scritta con tutte le "d" eufoniche al posto giusto e i tempi corretti :(
A presto, con simpatia.

SteamDave ha detto...

C'è una opzione del round robin che non ho implementato perché allora lì si rischiava di giungere davvero al caos assoluto - la possibilità di inserire nella storia gli altri autori ed accopparli in maniera efferatissima.
magari la prossima volta...

Intanto abbamo annche il nostro piccolo troll residente, tutto incazzato perché siamo una manica di cialtroni elitari ed isolazionisti.
Ma io di più.

Diavolo - l'azione in sala rischia di diventare più eccitante di quella sullo schermo

Massimo Citi ha detto...

Occribbio!
Ma perché mai il guardiano ce l'ha tanto con noi? (Chiedo scusa per il «noi», che non intende affermare nessuna "gruppo amicale")
Sinceramente fatico a capire dove stia il problema. Probabile che sia io a essere un po' debolino di cervello... Ma qualcuno l'ha mandato via? L'ha scacciato? L'ha calunniato? L'ha schiaffeggiato?
Posso capire che al nostro non sia piaciuto il contributo di Davide, ma da qui a stendere una dichiarazione di guerra ce ne corre...
Chiarisco, comunque, dal momento che non mi piacciono i blog dove si parla di altri blog senza che i lettori comprendano di che cazzo si stia parlando, che mi riferisco all'intervento firmato "ilguardianodellanotte" pubblicato in http://strategieevolutive.wordpress.com/2011/06/08/round-robin-le-regole-del-gioco/
Comunque sia mi sembra che ci sia un bel movimento. «Grande è il disordine sotto il cielo, quindi la situazione è eccellente».

SteamDave ha detto...

Lasciamo perdere i troll.

Penso invece ti interessi sapere che Fronte & Retro è al momento la terza "porta d'ingresso" al blog di SBS - da un paio di giorni, ci porti una quarantina di lettori al giorno.

Son responsabilità.

Massimo Citi ha detto...

Cribbio!
Speriamo di essere all'altezza. Intanto vado a spazzolarmi le scarpe.