6.11.09

Cercasi buontemponi e perditempo...


Capita, anche nella vita di chi non è famoso, di essere intervistato.
Personalmente sono stato intervistato per Viv'Arte da Fabio Lastrucci, ottimo amico e compagno - oltre che scrittore - nelle pagine di Alia e di Fata Morgana. Alcuni che leggono questo blog ricorderanno, credo, il suo minotauro del racconto La meccanica dell'Ambaradan, apparso su ALIA Autori Italiani o il suo "scarafaggio nero-nero di Castelvolturno" in Nella stagione arsa, apparso su FM 7 - una sorta di Metamorfosi au contraire.
Lastrucci mi ha fatto quattro domande sul mio lavoro (libraio-editore e perfino scrittore) e ho fatto, debbo ammetterlo, una certa fatica a rimanere breve e stringato come il canovaccio prevedeva. Ho detto cose sicuramente opinabili o criticabili. Ho probabilmente fatto affermazioni gratuite o indimostrabili e ho sicuramente insultato qualcuno - pur senza saperlo, conoscere l'insultato o averlo citato. Parlare di testi e scrittura risulta spesso fatale al mio precario equilibrio.
In ogni caso invito tutti a visitare il sito Viv'Arte.
Può essere utile e interessante, anche se saltate a pié pari il sottoscritto...

5 commenti:

Piotr ha detto...

Perdinci, non ti sapevo bresciano.
Bell'intervista, bravi sia FL che MC. Mi ha fatto persino venir voglia di commentare...

Massimo Citi ha detto...

Ciao Piotr.
Ho puntualmente risposto alla tua sul sito di Viv'arte. Sono d'accordo, comunque, sulla citazione di un certo racconto di Simak...

ha detto...

"L'ospite del senatore Horton" è uno dei libri che ricordo come un classico della sf più classica. E' difficile oggi, trovare lo stesso "sense of wonder" negli smagati autori della sf contemporanea. Per fortuna che non si vive di solo cyberpunk!
Grazie a Piotr per l'apprezzamento e a Max per saperci sapientemente "wonderare".

Piotr ha detto...

Ho provato a ricordare un po' meglio il racconto di Simak di cui ho parlato, e ho fatto qualche ricerca. Beh, non ne sono ancora sicuro (cercherò meglio a casa, potrei perfino averlo in libreria) ma ho un fortissimo sospetto che si tratti di "LE BELLE STELLINE". Vorrei tanto che fosse quello, se non altro per giocare ancora coi nomi e le parole: perchè se il titolo italiano è un po' loffio, quello originale mostra invece tutta una predestinazione: si chiama infatti "Senior CITIzen", e trovare CITI in un racconto scritto dall'autore di CITY sarrebbe una splendida cosa, non trovate?

ha detto...

Il titolo è giusto, "Senior citizen", in Italia era stato pubblicato da Urania in coda a un'antologia del divertente Ron Goulart. Peccato che la storia non corrisponda, questa qui (tradotta come "Le belle stelline") è lo struggente interludio di un anziano ospite di una casa di riposo spaziale.
Grande sensibilità, grande poesia!