10.7.09

LN 50 già e non ancora...


Uscito intorno al 23 di giugno l'ultimo LN uscito, il numero 50, è partito ieri per gli abbonati fuori città.
Abbonati e abbonamenti che sono, naturalmente, in discesa.
No, non è per lamentarsi che ne scrivo, ma soltanto per abbozzare una riflessione sulla rivista e sulla sua funzione. E sul suo possibile futuro.
Tralascio per il momento il destino della libreria - dalla cui salute discende automaticamente quella della rivista - e immagino che la libreria sopravviva a questo maledetto 2009 (assunto tutto da dimostrare). A gennaio 2010, raccolto un certo numero di abbonamenti ci guardiamo in faccia e ci chiediamo: « Bene, a che cosa serve LN? È il caso che sopravviva?»
Cominciamo dai problemi emersi con particolare evidenza in questi ultimi tempi.
Il primo e il più grande.
I redattori di LN, una dozzina di collaboratori malcontati, NON SONO RETRIBUITI per i loro interventi. Scrivono per amore dei libri, togliendosi il gusto di parlare bene - o male - di un libro o di un autore. Questo significa che qualsiasi problema - di salute, di lavoro, familiare - può interrompere la loro collaborazione. Questo anche senza contare il non piccolo problema della semplice usura... Finora LN ha risolto il problema - diciamo così - arruolando nuovi collaboratori, ma anche il numero di coloro che sono disponibili a dedicare un certo numero di ore a stendere articoli e recensioni di buona - in qualche caso ottima - qualità, non è infinito. Non solo, alcuni redattori sono e restano assolutamente insostituibili, tanto da essere diventati veri e propri simboli della rivista.
Ma sono, siamo stanchi.
Il numero 50 è una prova del nostro impegno - dalle numerose interviste ai «Dimenticati» dello spazio «Per una storia naturale della narrativa fantastica» – ma è anche una prova della nostra fatica. Buone recensioni, certo, ma numericamente appena sufficienti, a testimoniare il nostro possibile affanno nel seguire da presso la produzione editoriale contemporanea.
D'altro canto è forse possibile - prendendo in esame l'indice analitico di LN 50 - ribaltare il senso del discorso e chiedersi: «ma i forti lettori seguono davvero la produzione editoriale?».
La risposta è necessariamente sospesa o insufficiente. LN recensisce poco i best-seller, questo lo si sa da tempo, ma gli autori recensiti - per citarne alcuni: Somerset Maugham, Wambaugh, Parise, Bennett, Appelfeldt - appartengono alla storia piuttosto che all'attualità della letteratura. Come se la nostra pattuglia di redattori/collaboratori avesse massicciamente scelto di voltare le spalle alle novità e agli autori «di successo» per seguire in ogni genere i ripescaggi e le riproposte editoriali o per presentare autori poco noti o defilati (Everett, Barilli, Tilocca, Torchio, Gatto).
Vista da questo punto di vista, ecco che la nostra stanchezza prende un altro aspetto.
LN è sicuramente stanco e un po' affaticato ma soprattutto patisce, parrebbe, la qualità della produzione contemporanea delle novità. A riprova: i titoli e gli autori di successo sono presenti (Scurati, Agnello Hornby, Avati, Geda, Nerozzi, Murakami, Kundera) ma i loro libri sono recensiti e giudicati singolarmente, dimenticando la posizione di successo degli autori e per riflettere - più o meno positivamente - sulla qualità percepita della loro produzione.
Il problema fondamentale di una rivista di questo genere - attenta verso gli autori secondari e ipercritica verso i favoriti dallo star-system - è che:
1) fatica a trovare (o non trova) simpatie nell'attuale mondo editoriale
e, reciprocamente
2) non viene letta da chi cerca un'informazione attuale sugli autori già noti.
Questo per la narrativa.
Per quanto riguarda la saggistica, LN è da sempre «fuori dai giochi» per quanto riguarda il mondo delle adozioni universitarie, il target di più di metà della produzione saggistica. A nessuno o quasi interessa leggere l'ennesimo polentone girato e rigirato da un ricercatore a contratto con al collo il cartellino da schiavo con impresso il nome del luminare che, successivamente, firmerà l'ennesimo «suo» libro.
Esiste una saggistica libera, ovviamente, ma non è così facile incontrarla e sceglierla... Anche senza contare le esigenze di aggiornamento, traduzione, disponibilità, equilibrio richieste agli estensori di saggistica.
Un'altra possibile voce degli abbonamenti a LN erano (l'imperfetto è, ahimé, più giusto del presente) le biblioteche. Ma gli stanziamenti per le biblioteche hanno un andamento tale da obbligarle a tagliare gli acquisti, a partire proprio dagli abbonamenti ritenuti meno utili. Quelli alle riviste letterarie, per dire...
Quindi...
Verrebbe un po' la voglia di tagliarla lì e dire: «grazie, signori. Arrivederci».
E non è detto che non finisca proprio così.
Ma tra coordinatori e redattori capita anche di parlare, discutere, confrontarsi. E possono nascere idee nuove e diverse.
Di fare, per esempio, delle debolezze del nostro attuale LN altrettanti punti di forza.
Lasciare perdere o affidare unicamente al fratello on line di LN le recensioni di titoli più «correnti», ovvero più legati all'attualità. E pubblicare una rivista diversa, un anfibio tra saggistica letteraria, con interviste e articoli più lunghi e articolati di quelli attualmente pubblicati, e narrativa di nuovi autori. Una rivista con una diversa paginazione - 200/250 pagine - e con una diversa periodicità (2-3 volte l'anno).
Fare di LN - strapomposamente parlando - un faro di segnalazione di nuovi autori e di testi non troppo comuni.
Un punto di resistenza.
Un luogo di incontro.
Forse presto per parlarne, anche perché per quest'anno non cambia nulla con i due numeri in programma (51 e 52).
Per l'anno prossimo... beh, siamo aperti a ogni proposta.


1 commento:

S_3ves ha detto...

Scrivo su LN da quasi tredici anni, un tempo lungo durante il quale la rivista è diventata indipendente, ha cambiato veste grafica alcune volte, si è arricchita di rubriche e impoverita perdendone qualche altra, ha permesso a redattori e collaboratori di entrare e uscire dalle proprie pagine, conoscersi, perdersi di vista, confrontarsi, discutere – anche ferocemente, qualche volta – di libri e di scrittura, partendo da una visione del mondo che identifica la lettura come uno strumento imprescindibile di conoscenza e di esperienza, primaria e non di seconda mano, della realtà.
Tirando le somme, per quanto mi riguarda, sono certa di aver ricevuto quanto e più di quanto ho dato.
Ma anche lo strumento migliore può perdere di efficacia, altri se ne possono trovare di più incisivi e utili. Vorrei dare un contributo a immaginare il suo futuro partendo da alcune ipotesi che hai indicato
[...] continua su http://delirioedubbio.blogspot.com/