17.11.07

Kronstadt 2


Tempo fa (ma soltanto tre o quattro post fa, come dire che scrivo troppo poco) parlai di un libro appena uscito sulla vicenda di Kronstadt. Una storia poco nota, almeno per coloro che non hanno un passato remoto nella ultradefunta sinistra extraparlamentare. Ma non quella cazzona e appassionata di L.C., no, in quella ingessata-e-leninista di A.O.
Più o meno come parlare della classica Spal-Pro Vercelli del campionato di calcio del1922, vero?
All'incirca lo stesso appeal...
Il libro l'ho letto in un paio di settimane con un senso di scoraggiamento crescente. La preoccupazione principale dell'autore, in più di un'occasione, mi è parsa quella di polemizzare con il gruppo di storici autori de «Il libro nero del Comunismo» rimproverando loro imprecisioni, grossolani errori, tortuose esagerazioni e tendenziose rimozioni. E va bene. Che il famoso «Libro Nero» abbia tra i suoi massimi estimatori Silvio Berlusconi è la prova di un valore scientifico elastico come il girovita di Tiramolla. Ma se ho letto Kronstadt 1921 è per cercare di risolvere un mio problema personale, non per sostenere chi polemizza con Stephane Coutois & friends.
Oltre a questo il libro è steso con stile criptoburocratico, probabilmente per avvalorare il suo valore scientifico e mostrare che non trattasi di libro poco serio. Penultimo difetto: l'affollamento di nomi è tale che in certi momenti si ha la sciagurata sensazione di leggere la guida telefonica di San Pietroburgo. Ultimo difetto, una quantità prodigiosa di errori ortografici, imprecisioni e refusi che se si possono tollerare in una brossura da 4,99 euro edita da Newton Compton sono viceversa imperdonabili in un libro da 23 euro pubblicato dall'Unione Tipografica Editrice Torinese.
Dulcis in fundo la foto di copertina, tratta dalla Hulton-Deutsch Collection, riproduce un gruppo di militari inglesi della guerra Anglo-Boera.
Ma chi diavolo l'ha scelta?!?
La tesi di Jean-Jacques Marie, comunque, è che Kronstadt sia stato uno dei tanti moti confusi e anarcoidi che scuotevano la Russia di quegli anni, nati dalla carestia e dall'instabilità della situazione politica. Krostadt non sarebbe stato il primo vagito della Terza Rivoluzione, in sostanza, quella che avrebbe potuto affermare il vero volto del socialismo, ma soltanto la pietosa illusione di Victor Serge e di qualche altro intellettuale non russo. E io sono un intellettuale, con quanto di significato negativo ha ormai assunto la parola (anche se non francese, un punto per me) e sono praticamente certo di non essere russo.
Ecco un'altra illusione perduta.
Che cosa rimane? Rimane il fascino - che il libro non sa trasmettere nemmeno per un istante - di giorni dove tutto era forse ancora possibile. L'ebbrezza della partecipazione e l'ansia di essere presenti, discutere, informarsi, sollevarsi.
La terribile bellezza di una rivoluzione che resta un punto essenziale della storia umana.
Questa rimane.
Nonostante Marie e Coutois.
Alla faccia di tutti gli omiciattoli che cercano di farne un regolamento di conti tra nobili decaduti e giovani vampiri.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao!
Mi chiamo Alessandro e come te sono un appassionato di Kronstadt. Ho trovato il tuo articolo "googleando" kronstadt per vedere se avrei trovato qualcosa di nuovo sulla comune del 1921, ho trovato il libro di Marie e la tua recensione - che, sinceramente, mi ha fatto passare un po' la voglia di comprarlo.
Se ti interessa, io ho letto di Kronstadt un altro libro, "Kronstadt 1921; i giorni della Comune", scritto da Lorenzo Gori e pubblicato l'anno scorso da Prospettiva Edizioni nell'ambito della corrente di pensiero Utopia Socialista. Te lo consiglio perché il libro mi ha appassionato molto e mi ha fatto calare davvero nel vivo di quei momenti. Spero tu possa trovarlo e possa piacerti e interessarti come è stato con me!

Buona lettura
A presto

Massimo Citi ha detto...

Ciao Alessandro

Grazie delle preziose info. HO inserito il titolo di Gori che mi hai segnalato nella recensione - un po' più lunga e più seria di quella pubblicata nel blog - che uscirà sul prossimo numero della rivista della quale sono redattore e co-coordinatore editoriale: LN-LibriNuovi. La stessa recensione verrà pubblicata entro fine anno anche sul sito della rivista: www.librinuovi.info.
Il libro di Marie non è poi malaccio se cerchi informazioni documentatissime ma quanto a interpretazioni e giudizi lascia parecchio a desiderare. La mia sensazione è che il gruppo di Coutois sia diventato una potenza accademica che non si può più contraddire...
Ancora grazie!

Anonimo ha detto...

Di niente, e grazie anche a te per le indicazioni sul libro di Marie. Comunque leggere non fa mai male, quindi non credo che lo disdegnerò del tutto, può semnpre dare spunti e informazioni per la riflessione in generale. Sicuramente leggerò la recensione sul prossimo numero della tua rivista.
Grazie e alla prossima!