17.11.07

In Controtempo: ultimi fuochi



Nella foto, scattata da Davide Mana che ringrazio pubblicamente, Alessandro Defilippi, autore di una raccolta di racconti pubblicata da Sellerio e tre romanzi pubblicati da Passigli, uno migliore dell'altro. Leggeteli e ne riparleremo. Ieri sera, nella libreria CS di Torino Alex ha presentato il mio In Controtempo, alla presenza di una trentina di amici. Non si è trattato di un incontro a fini commerciali: praticamente tutti i presenti avevano letto l'antologia e hanno partecipato per amicizia, simpatia e curiosità. E questo è stato il primo lato sorprendente della cosa. Che avessero, cioé, voglia di sentirne parlare ancora. Alex in apertura ha detto di averlo riletto per la presentazione, aggiungendo di averlo apprezzato di più alla seconda lettura. Qui sono semplice cronista, sia chiaro, non me la sto cantando e suonando da solo.
È una frase chiave, questa, comunque.
La lettura è una cosa, la rilettura un'altra. E nella rilettura le magagne saltano fuori... ah, se saltano fuori. Quindi debbo pensare per forza che In Controtempo stia abbastanza bene in piedi. Incasso e gioisco.
La presentazione di Alex è stata grande.
Mi ha fatto domande maledettamente complesse alle quali penso di avere risposto da par mio: facendo una gigantesca e patetica confusione.
Davide nel suo blog mi ha definito "schivo", scrivendo che ho parlato brevemente.
Lo ringrazio, ma io ho avuto la sensazione di aver parlato troppo a lungo dicendo un sacco di cose che c'entravano poco o nulla. In più la mia adorabile figlia adolescente mi ha detto: «Papà tu scrivi bene ma a parlare non ci sei tagliato».
Il problema è l'ingorgo.
Tu hai scritto una cosa.
Mentre la scrivevi un 20% del cervello controllava la struttura - periodi, frasi, parole, punteggiatura ecc. - mentre il restante 80% scavava negli angoli più bui tirando fuori materiali scelti a caso e sottoponendoli all'io più o meno cosciente. L'io ne prendeva qualcuno e gli altri li buttava. Seguendo logiche del tutto sue.
Provare a ricostruire il momento, il motivo di quelle scelte è un'impresa disperata. Ci si può fare belli dicendo che si ha sempre, costantemente la situazione sotto controllo. Ma non è vero. Nemmeno per scrivere l'ultima scemenza possibile, stesa per tirare su un po' di soldi.
Sembrerà paradossale, ma a scrivere onestamente si rischia il fiasco molto di più che a procedere con l'attenzione miope dell'autore alla ricerca di un pubblico, possibilmente pagante.
Questo post, comunque, l'ho scritto per scusarmi con tutti i presenti della mia confusione mentale. Per ringraziarli di essere venuti a sentirci. Per ringraziare Cettica delle foto e dell'intervento, per ringraziare Alex di qualche momento magico che ha distillato ed estratto nella (mia) confusione e per ringraziare mia moglie, Silvia, dell'ottima lettura ad alta voce.
Non potevo saperlo prima, ma gli effetti collaterali della pubblicazione - le presentazioni, i commenti, le recensioni, i post nei blog - si sono rivelati più gratificanti del gusto narciso di vedere un libro con il proprio nome sopra.
Un enorme GRAZIE a tutti. Di cuore.

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