27.3.20

Il Mare Obliquo 59

Questa è la penultima puntata della prima parte de "Il Mare Obliquo". La situazione è a un punto di svolta con la fine di Artamiro e la guerra tra gli antichi popoli e i nuovi umani. Della seconda parte ho diversi appunti ma nulla di definito, ma non appena avrò qualcosa di leggibile provvederò a pubblicarlo. In ogni caso arrivederci alla prossima e ultima puntata e grazie a chi mi ha seguito finora.
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Il comandante degli Hymn, un gu'Hijirr di mezza età, pallido e sottile come un notturno fa scivolare sulle spalle l'elmo di cuoio e metallo e scende da cavallo.
– Signori, grazie! – Pronuncia inchinandosi profondamente.
Il piccolo drappello di salvatori di Ulfa si inchina a sua volta. Oakin sorride. – Gik, ked'hain golt! È stato un vero piacere!
– Io sono Malliai, degli Ziudan di Ulfa. – Si presenta l'ufficiale. – E sarò felice di scortarvi fino al palazzo della Lega. – Getta un'occhiata al Notturno, poi incapace di resistere gli si rivolge: – Signore… Siete solo?
Usif-Lizhi annuisce. – Sì sono solo.
– E da solo… – Malliai sembra deluso – I nemici fuggivano urlando il nome dei Notturni e io ho pensato… Ecco, ho pensato che fossero scesi a migliaia dalle loro rocche, per combattere contro gli amici dell'Arciduca Konstantin, usupatore del trono di Dancemarare.
– Era Artamiro il re dei Cancelli d'Occidente, quando siamo partiti. – Interviene Usimbal.
Malliai degli Ziudan scuote il capo. – A Canddermyn i soldati di Dancemarare hanno consumato il loro tradimento. Hanno ucciso Artamiro e con lui migliaia e migliaia di Syerdwin, Gu'hijirr e Lupi-Drago. Una notte è durato il massacro, poi al mattino sono venuti Deshigu e Nivel'Iun di Verhida a salvare chi era rimasto in vita. Pochi, in verità.
– … Volete dire che ora…
– Ora siamo in guerra con i Cancelli d'Occidente, Marr di Ruthen e Lö. Re Tydly il testardo regna a Farsoll e Teardraet regna a Dharlemhiun, insieme con le Marr di Therrelise marciano verso Dancemarare per abbattere l'Usurpatore. E noi…
– … Siamo stati traditi e abbandonati. Il denaro di Dancemarare corre a fiumi per queste terre, serve per corrompere funzionari e ufficiali, per comprare le armi per i popoli del Kie. Delle cinque città delle Lega ancora tre resistono. Uxsiel Flynnen è abbandonata, Villa Lou conquistata dai Semurgh. Hedra e Tiagul Jòn sono assediate e non abbiamo più loro notizie.
Il Fiduciario della Lega è un umano scuro e imponente, dalle mani grandi e dagli occhi neri come l'acqua di un pozzo. È seduto da solo al vertice del tavolo delle conchiglie e indica i posti vuoti alla sua destra e alla sua sinistra.
– La conchiglia Marill di Uxsiel Flynnen è rovesciata. Il Dach di Villa Lou è rovesciato. Forse dovrò rovesciare anche le altre conchiglie. È l'ora più oscura per le Chiuse. Ma oggi… – Allarga le braccia per raccogliere in un solo gesto i marinai della Goren e i loro passeggeri. – Oggi una strana, piccola armata è venuta a salvarci. Scesa dai quattro angoli del Mondo. Oggi ci sentiamo meno soli, meno disperati.
Un enorme urlo di gioia, un'onda di grida, canti e fischi si abbatte sulla piccola compagnia. Proviene da ogni angolo della Sala delle Intese, dai balconcini delle gilde dei mercanti, dai quali assistere agli incontri tra i rappresentanti delle città, dalle porte gremite di soldati e gente di Ulfa, dalle altissime finestre dai vetri colorati di azzurro e viola.
Con un gesto il Fiduciario Tendhai riporta il silenzio nella sala. – Ora che abbiamo sconfitto l'orda del Kie possiamo inviare aiuti alla città sorelle. Ora esiste una piccola speranza. – Il Fiduciario della Lega attende che il clamore e gli applausi cessino per dire: – Siederemo a consiglio. E domani sia giorno di festa e allegria.


– Da dove venite? E qual'è la vostra destinazione, signori?
– Le nostre strade si sono incontrate come i nostri destini. Io vengo da Therrelise, oltre il Grande Circo dei Monti Nuovi, per cercare i nemici che minacciano le nostre terre. Io e il Barone Enklu cerchiamo i fantasmi di un'antica profezia. Khude il Silvano e Mahaderill la fata ci accompagnano. Loro e il Notturno Usif-Lizhi devono giungere al cospetto di Fiediun la Pietra, re di pietre e cristalli che vive oltre le Montagne dell'Orlo. Oakin il marinaio ci ha accompagnati fino qui.
– E non credete, Duca, di aver qui finalmente trovato i vostri nemici? E voi, Oakin, non pensate che il vostro viaggio sia terminato? E in quanto a voi, Khude, Mahaderill e Usif-Lizhi quale strano compito vi spinge tanto lontano in un'impresa tanto disperata? – Il Fiduciario Tendhai disegna forme rotonde con le mani, come ad accarezzare le parole. Sorride quietamente, affascinante come il dio-serpente della gente del Kie. – Ulfa e la Lega hanno bisogno del vostro coraggio e del terrore che i soli vostri nomi possono risvegliare nei nemici. Vi chiediamo un mese, forse due. Quanto basterà perché arrivino i rinforzi da Prospera, da Verdevima e dalle Terre di Godren. Gli ambasciatori di re Tydly sono già venuti e sono stati onesti. Hanno detto: «Il regno dell'Estuario dovrà combattere a fianco di Therrelise e Dharlemhiun contro l'Usurpatore. Ma nelle terre meridionali il generale Djugh Kai dei Rombodoro di Bracewell sta raccogliendo un'armata che risalirà il Drew per venire a voi. Dovete resistere per qualche settimana. Djugh Kai è un grande generale e uomini e gu'hijirr corrono già sotto le sue bandiere». Così ci hanno promesso. E noi dobbiamo attendere e resistere. Le genti del Kie sono numerose ma non sono abituate a combattere insieme. E hanno pessimi ufficiali.
– Abbiamo visto quanto valgono i guerrieri del Kie e delle rocche Muscose. Ma un esercito rapido a disperdersi è altrettanto rapido a tornare sotto le bandiere quando la promessa di bottino è grande. Un'armata nata per rapina non rischia disillusioni e un'orda di attaccabrighe trova sempre un accordo quando si tratta di rubare.
– Non avrei potuto esprimermi meglio, Barone Enklu. Ora sono terrorizzati per aver provato ancora una volta la punta delle lance degli Hymn e soprattutto per aver incontrato sulla loro strada un'immaginaria armata di Notturni. Di Antayul, come li chiamano loro, gli antichi signori del Kie. Ma tale paura scomparirà presto se voi ve ne andrete. È una preghiera, quella che vi rivolgo. Le Chiuse vi debbono troppo per ordinarvelo, ma possono pregarvi. Restate al nostro fianco.
– Che ne è stato della gente di Uxsiel Flynnen?
Nessuno si era accorto che la piccola Moridee non aveva abbandonato la sala con gli altri della Goren. La bambina, seminascosta nel'oscurità, era rimasta accanto alla fata Mahaderill per tutto il tempo, attendendo soltanto un istante di silenzio per porre la sua domanda.
Se il Fiduciario è stupito per la sua presenza si guarda bene dal mostrarlo. – Sono arrivate voci della sorte della gente di Uxsiel Flynnen. Un incantesimo che tuttora non riusciamo a comprendere li ha spinti ad abbandonare la loro città. Ne abbiamo paura perché questo dimostra che grandi forze combattono dalla parte dei nostri nemici. Qualcuno mormora che anche Queidhen l'Unico sia alleato di Konstantin. Comunque la gente di Uxsiel è stata portata alle Rocche Muscose ed è prigioniera dei Semurgh. Così si dice.

Un fremito, il rumore dei cuori che esitano prima di battere un'altro colpo, segue le parole del Fiduciario. Queidhen l'Unico, il viaggiatore della Terra-tra-molti-istanti è schierato con Konstantin contro di loro. La gente di Ulfa sembra loro anche più coraggiosa di quanto avessero pensato. O forse semplicemente più testarda, ciecamente testarda.
– Ma Teardraet, il re dei Syerdwin, è un potente negromante, un nemico all'altezza di Queidhen. Non tutto è perduto, noi non abbiamo perduto ogni speranza. – Il Fiduciario esita , lascia che i salvatori di Ulfa dispongano di qualche secondo ancora per riflettere. – Allora, miei signori, posso tornare a rivolgermi la mia – anzi la nostra – preghiera? Rimarrete accanto a noi per liberare la Lega delle Chiuse dalla minaccia del nostro comune nemico?
– Dipende. Voi, fiduciario, siete ufficiale di re Tydly? – Chiede Oakin.
L'uomo sorride. – Certo, sono la maggiore autorità del regno dell'Estuario a sud di Bracewell.
– Allora, per quanto riguarda me e i miei marinai sarà sufficiente un vostro comando. Ma io devo fedeltà e la mia parola ai nostri passeggeri. È pur vero che non dispongo al momento della mia nave e fuori da essa non possiedo alcuna autorità, ma una parola è una parola. Non solo, noi tutti siamo debitori a questa bambina, Moridee, della promessa di trovare e salvare suo padre. Vedete in quanti modi siamo vincolati, mio signore?
– Forse… – Per quanto la sua voce non suoni forte e decisa quanto quella di un Lupo-Drago, il silenzio permette a tutti di udirla chiaramente e Usif-Lizhi esita, poco abituato com'è ad essere al centro dell'attenzione. – Forse, dicevo, è possibile trovare un accordo, una soluzione. Noi tutti dobbiamo ritrovare il padre di Moridee e alcuni di noi hanno molto viaggiato per giungere a sapere ciò che ora sanno: "che venti tanto forti da scuotere Ruthen e Lö" vengono da Dancemarare.
– Ciò che avremmo potuto ben scoprire anche solo con alcune spie ben pagate nel palazzo reale di Dancemarare. – Commenta amaramente Enklu. – E, a quanto sembra, mentre avveniva il tradimento eravamo troppo lontani e quindi inutili.
– Qui abbiamo combattuto e vinto la nostra battaglia contro l'usurpatore. Non ti crucciare, Enklu. D'altro canto – continua Usif-Lizhi – Non credo esista altro modo per salvare il padre di Moridee se non sconfiggere il Kie e liberare gli uxieliti prigionieri. E infine, penso che, senza una buona e potente scorta, sia impossibile per noi tre. – il notturno indica se stesso, il silvano e la fata – giungere fino alla dimora di Fieduinn la Pietra. Ora, siccome è impossibile chiedere una potente scorta ai nostri amici di Ulfa, impegnati in una guerra dura e difficile, non resta a noi altro da fare che sconfiggere quanto prima i guerrieri del Kie, liberare così il padre di Moridee, tagliare le unghie del nemico di Ruthen e Lö e ottenere l'aiuto degli Hymn per giungere da Fieduinn.
– Questo si chiama parlare! – Il Fiduciario raggiante di gioia si inchina al notturno non osando abbracciarlo. – Per le scarpe della dea Ghudrun, ho davvero assistito a un esempio rimarchevole di uso del cervello. Potrete contare sulla più potente e agguerrita scorta che si sia mai vista attraversare queste terre, mio signore. Una volta sconfitti i predoni, metà degli Hymn saranno al vostro seguito, pronti ad accompagnarvi fino al mare obliquo e oltre, se necessario. 

 
– Grazie. Ci conto. Il nostro compito è estremamente importante. Voi sapete del Cambiamento?
Il fiduciario annuisce aggrottando le sopracciglia. – Una grande magia, un incantesimo terribile che scende dalle terre del nord, così ho udito dire. Rende la terra e quanto la abita simile a sterile cristallo.
– È la manifestazione visibile, tangibile della fine del nostro mondo. – Non siamo chiamati a combatterlo, ma a comprenderlo. – Interviene Mahaderill. – I Notturni sono stati i primi a sentirne l'arrivo. Essi l'attendono come un uomo troppo anziano attende la morte amica. Non si tratta di un incantesimo, credo, ma del respiro del mondo. Solo chi ha visto susseguirsi molti respiri del mondo potrà dirci se dobbiamo temere il Cambiamento oppure no.
Il fiduciario annuisce, anche se dalla sua espressione smarrita non è difficile intuire che ben poco ha compreso delle parole della fata. – Bene, allora. Farò subito preparare delle stanze per voi qui, in questo palazzo. Se siete d'accordo, domani qui, terremo consiglio di guerra.

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