Ho, per l'ennesima volta, perso.
Anzi per la verità, abbiamo perso. Anche il Civati della foto allegata, malamente rimasto fuori dal parlamento.
Ma in realtà abbiamo perso tutti, anche coloro che credono di aver vinto.
Per quanto mi riguarda ho votato LeU, naturalmente e altrettanto naturalmente ho contribuito a mandare alle camere una ventina di sfigati che non riusciranno a combinare alcunché. Sempre che non si suddividano ulteriormente in tre di qua, quattro di là, otto o nove in mezzo, gli altri (altri?) dove capita. Lo so che Grasso ha giurato che LeU resterà unito ma la domanda che nessuno gli ha fatto – immagino perché non si picchia un moribondo – è stata: «uniti a fare che?».
Bella domanda.
Ma anche il PD, forte del suo 18,8% con un segretario- vampiro che non vuole smettere di dissanguarlo e che fa finta di dimettersi, a cosa servirà in futuro?
E tutta la sinistra europea che progetti ha per il futuro?
A cominciare dalla SPD, passando dalla Gauche française, alla SPÖ, allo PSOE via via fino a Tsipras?
«La sinistra muore», dicono i quotidiani, chi con sgomento chi con pura gioia.
È dura da ingoiare, anche se è indubbiamente vero.
«Ma tu non ti vergogni ad aver votato i vecchi arnesi del PCI? Gente come D'Alema o Bersani?»
Certo che mi vergogno, ma ne ero dolorosamente conscio. Il mio problema è che non ho avuto il coraggio per votare «Potere al popolo» già sapendo che così avrei buttato via il mio voto.
«Così invece…»
Già. Infatti.
Ma perché la sinistra perde? Non solo, perché la sinistra è diventata così profondamente odiosa? Colpa dei social network? Dei presunti radical-chic? Del fatto che a votarlo siano i ricchi dei centro città e della collina mentre i proletari, gli operai, i lavoratori a ore – licenziabili a mezzo sms – votano per la Lega o per i 5Stelle?
Oddio, io sono radicalmente di sinistra ma non ho la sensazione che mi odino. Nè il mio tabaccaio, fiducioso nella riscossa di Berlusconi, nè il giornalaio che coltiva un amore faticoso per il PCI perduto, né il barista, criptofascista confuso, o il commercialista che non si è mai ripreso dalla scomparsa del PLI? Forse perchè comunque preferisco parlare con loro e starli a sentire piuttosto che provare a insegnare qualcosa ex-catedra? Più o meno la stessa cosa che mi capita nei social network dove fatico a ricordare occasioni nelle quali litigai con qualcuno. Mi è capitato di leggere egregie porcherie, ma anche in quel caso ho tentato di spiegare il mio punto di vista in maniera motivata e cercando di capire la fragile psicologia di un neo-autore, notoriamente sensibilissimo.
Non sono mai stato bravo nel fare ciò che all'epoca si definiva «lavoro di massa» [???]. Ero capace di prendere un caffé con un fascista dichiarato o stare a sentire una giovinetta di Comunione e Liberazione, di fatto mettendomi nei loro panni. Il che può forse avere un senso se nella vita si fa il romanziere (o il confessore o l'analista) ma non se si fa parte di un'organizzazione dura e pura, decisa a scatenare la rivoluzione marxista-leninista entro pochi anni.
In realtà non posso dire di amare appassionatamente coloro che hanno trovato un lavoro grazie alla loro militanza politica sinistrorsa e che si ritengono fenomeni per la loro convinzione inevitabilmente mercenaria. Ho avuto inevitabilmente contatti con diversi di loro durante la mia vita di libraio e non posso dire di aver gradito la loro ostentata sufficienza con il povero pirla libraio, ritenuto inevitabilmente un bottegaio e quindi fatalmente interessato solo al denaro.
La sinistra in Italia ha sempre risentito della formazione cattolica dei suoi quadri, facili a diventare da semplici fedeli a insopportabili chierici, mostrando sufficienza o spesso intolleranza nei confronti del volgo rozzo e ignorante. Immagino che mi legge ne abbia conosciuti. Io ne ho incontrati in diverse occasioni, «compagni» con la casa in collina pronti a battersi per «La Vivoluzione del pvoletaviato». Intendiamo, ho conosciuto anche ottime persone, ricche di famiglia, che si mostravano sensibili alla sorte di chi non è nato con i loro mezzi. Ma non così spesso.
Ma il problema di oggi è cercare di capire come mai hanno vinto due forze molto lontane da me come il M5S e la Lega. Soprattutto quest'ultima. Da marxista direi che il ruolo del PD come mediatore sociale, ovvero come partito che ha trovato il suo ruolo come ammortizzatore sociale, è fallito e destinato a scomparire e che ora a sostituirlo è chiamato il M5S, ma pur essendo marxista non mi accontento di questa ovvia spiegazione.
Direi che il vero problema è diventato il tempo , il t delle formule di termodinamica. O della teoria dell'evoluzione. Il nostro t di esseri viventi è di 70-80 anni (in Occidente), suddivisi in dieci anni di infanzia, dieci di adolescenza, quaranta di vita produttiva e il resto un lento scivolare verso l'exitus. Un ritmo di vita tollerabile se si vive in periodi forte sviluppo e si pensa – ragionevolmente – che i propri discendenti vivranno in tempi uguali o migliori di quelli che si sono vissuti, ma che diventa intollerabile se la prospettiva è quella di scendere nella tomba con discendenti e collaterali nella m... fino al collo, con i nipotini che si immaginano a raccogliere barattoli e cartoni per mettere insieme un euro al giorno.
Il PD ha svolto la sua funzione di mediatore sociale – arricchendo diverse persone che non se lo meritavano minimamente – ma vent'anni sono troppi per la nostra vita e l'idea di aspettarne altrettanti per vedere l'uscita dalla crisi mondiale sono troppi per chiunque.
«Ma il PD ha promesso…»
Già, il PD ha promesso l'instabilità, la mobilità, il licenziamento facile, lo sfruttamento, la pensione rimandata alle calende greche e la disperazione per molti, al Sud come al Nord. Lo so, sono brutale e almeno in parte eccessivo, ma cerco di essere chiaro. M5S e Lega hanno promesso viceversa un sogno a tempi brevi e non mi sembra affatto strano che molti abbiano deciso che tanto valeva puntare su un cavallo drogato piuttosto che su un purosangue stanco. Molti lo hanno fatto per motivi essenzialmente pratici, senza alcun ideale in ballo. Gli ideali erano un bene che ignorava il tempo e viveva di futuro mentre oggi la maggior parte della gente, divorata dal tempo t e dalla globalizzazione non può più permettersi di aspettare.
Ma neppure il M5S o la Lega possono pensare seriamente di fermare la globalizzazione o di modificare il posto dell'Italia nel quadro economico mondiale. L'Italia può sopravvivere soltanto in ambito europeo, rientrando nell'area di influenza franco-tedesca. La sua posizione e la possibilità di sopravvivere sono legati ai prossimi governi, tenendo conto che per gli italiani il tempo t è quasi esaurito e a tempo scaduto le cose possono andare anche molto peggio di così.
Bella domanda.
Ma anche il PD, forte del suo 18,8% con un segretario- vampiro che non vuole smettere di dissanguarlo e che fa finta di dimettersi, a cosa servirà in futuro?
E tutta la sinistra europea che progetti ha per il futuro?
A cominciare dalla SPD, passando dalla Gauche française, alla SPÖ, allo PSOE via via fino a Tsipras?
«La sinistra muore», dicono i quotidiani, chi con sgomento chi con pura gioia.
È dura da ingoiare, anche se è indubbiamente vero.
«Ma tu non ti vergogni ad aver votato i vecchi arnesi del PCI? Gente come D'Alema o Bersani?»
Certo che mi vergogno, ma ne ero dolorosamente conscio. Il mio problema è che non ho avuto il coraggio per votare «Potere al popolo» già sapendo che così avrei buttato via il mio voto.
«Così invece…»
Già. Infatti.
Ma perché la sinistra perde? Non solo, perché la sinistra è diventata così profondamente odiosa? Colpa dei social network? Dei presunti radical-chic? Del fatto che a votarlo siano i ricchi dei centro città e della collina mentre i proletari, gli operai, i lavoratori a ore – licenziabili a mezzo sms – votano per la Lega o per i 5Stelle?
Oddio, io sono radicalmente di sinistra ma non ho la sensazione che mi odino. Nè il mio tabaccaio, fiducioso nella riscossa di Berlusconi, nè il giornalaio che coltiva un amore faticoso per il PCI perduto, né il barista, criptofascista confuso, o il commercialista che non si è mai ripreso dalla scomparsa del PLI? Forse perchè comunque preferisco parlare con loro e starli a sentire piuttosto che provare a insegnare qualcosa ex-catedra? Più o meno la stessa cosa che mi capita nei social network dove fatico a ricordare occasioni nelle quali litigai con qualcuno. Mi è capitato di leggere egregie porcherie, ma anche in quel caso ho tentato di spiegare il mio punto di vista in maniera motivata e cercando di capire la fragile psicologia di un neo-autore, notoriamente sensibilissimo.
Non sono mai stato bravo nel fare ciò che all'epoca si definiva «lavoro di massa» [???]. Ero capace di prendere un caffé con un fascista dichiarato o stare a sentire una giovinetta di Comunione e Liberazione, di fatto mettendomi nei loro panni. Il che può forse avere un senso se nella vita si fa il romanziere (o il confessore o l'analista) ma non se si fa parte di un'organizzazione dura e pura, decisa a scatenare la rivoluzione marxista-leninista entro pochi anni.
In realtà non posso dire di amare appassionatamente coloro che hanno trovato un lavoro grazie alla loro militanza politica sinistrorsa e che si ritengono fenomeni per la loro convinzione inevitabilmente mercenaria. Ho avuto inevitabilmente contatti con diversi di loro durante la mia vita di libraio e non posso dire di aver gradito la loro ostentata sufficienza con il povero pirla libraio, ritenuto inevitabilmente un bottegaio e quindi fatalmente interessato solo al denaro.
La sinistra in Italia ha sempre risentito della formazione cattolica dei suoi quadri, facili a diventare da semplici fedeli a insopportabili chierici, mostrando sufficienza o spesso intolleranza nei confronti del volgo rozzo e ignorante. Immagino che mi legge ne abbia conosciuti. Io ne ho incontrati in diverse occasioni, «compagni» con la casa in collina pronti a battersi per «La Vivoluzione del pvoletaviato». Intendiamo, ho conosciuto anche ottime persone, ricche di famiglia, che si mostravano sensibili alla sorte di chi non è nato con i loro mezzi. Ma non così spesso.
Ma il problema di oggi è cercare di capire come mai hanno vinto due forze molto lontane da me come il M5S e la Lega. Soprattutto quest'ultima. Da marxista direi che il ruolo del PD come mediatore sociale, ovvero come partito che ha trovato il suo ruolo come ammortizzatore sociale, è fallito e destinato a scomparire e che ora a sostituirlo è chiamato il M5S, ma pur essendo marxista non mi accontento di questa ovvia spiegazione.
Direi che il vero problema è diventato il tempo , il t delle formule di termodinamica. O della teoria dell'evoluzione. Il nostro t di esseri viventi è di 70-80 anni (in Occidente), suddivisi in dieci anni di infanzia, dieci di adolescenza, quaranta di vita produttiva e il resto un lento scivolare verso l'exitus. Un ritmo di vita tollerabile se si vive in periodi forte sviluppo e si pensa – ragionevolmente – che i propri discendenti vivranno in tempi uguali o migliori di quelli che si sono vissuti, ma che diventa intollerabile se la prospettiva è quella di scendere nella tomba con discendenti e collaterali nella m... fino al collo, con i nipotini che si immaginano a raccogliere barattoli e cartoni per mettere insieme un euro al giorno.
Il PD ha svolto la sua funzione di mediatore sociale – arricchendo diverse persone che non se lo meritavano minimamente – ma vent'anni sono troppi per la nostra vita e l'idea di aspettarne altrettanti per vedere l'uscita dalla crisi mondiale sono troppi per chiunque.
«Ma il PD ha promesso…»
Già, il PD ha promesso l'instabilità, la mobilità, il licenziamento facile, lo sfruttamento, la pensione rimandata alle calende greche e la disperazione per molti, al Sud come al Nord. Lo so, sono brutale e almeno in parte eccessivo, ma cerco di essere chiaro. M5S e Lega hanno promesso viceversa un sogno a tempi brevi e non mi sembra affatto strano che molti abbiano deciso che tanto valeva puntare su un cavallo drogato piuttosto che su un purosangue stanco. Molti lo hanno fatto per motivi essenzialmente pratici, senza alcun ideale in ballo. Gli ideali erano un bene che ignorava il tempo e viveva di futuro mentre oggi la maggior parte della gente, divorata dal tempo t e dalla globalizzazione non può più permettersi di aspettare.
Ma neppure il M5S o la Lega possono pensare seriamente di fermare la globalizzazione o di modificare il posto dell'Italia nel quadro economico mondiale. L'Italia può sopravvivere soltanto in ambito europeo, rientrando nell'area di influenza franco-tedesca. La sua posizione e la possibilità di sopravvivere sono legati ai prossimi governi, tenendo conto che per gli italiani il tempo t è quasi esaurito e a tempo scaduto le cose possono andare anche molto peggio di così.
7 commenti:
Allora, premetto che anche io ho votato per LEu, nonostante la presenza di certi vecchi arnesi come D' Alema e anche,se me lo concedete,anche nonostante la Boldrini, persona indubbiamente intelligente ma che risponde fin troppo a quell'idea di personaggi con la puzza al naso di cui hai parlato anche tu. Di mio aggiungo che in molte occasioni in cui la sentivo parlare, pur condividendone i principi,la signora mi dava l'idea di non conoscere per niente la situazione italiana.
Comunque nella mia zona sono stato uno dei pochi a votare in quel modo, come sai vivo in una regione, il Veneto,in cui anche la persona più moderata sente il desiderio di imbracciare un metaforico fucile ogni volta che vede in televisione Renzi, D'Alema o la stessa Boldrini.
Il PD ha perso, quasi esclusivamente per colpa del PD stesso.
Renzi ha compiuto numerosi errori, li potrei citare tutti dal Job's Act alla gestione quantomeno opaca del rapporto con le Banche.
Tuttavia rappresenta solo l'ultimo dei tanti segretari di un partito mai nato veramente e mai entrato in sintonia con il territorio.
E quando si sbaglia, quando è un partito a sbagliare le colpe sono dei suoi tanti rappresentanti.
Il vecchio PCI aveva tanti difetti ma perlomeno era radicato nel territorio, sapeva parlare ai suoi elettori, qualche risposta la dava anche.
Ed i suoi elettori erano non solo gli intellettuali, ma anche e soprattutto i lavoratori,gli uomini della strada.
Poi però da metà anni novanta qualcosa si è spezzato,la continua rincorsa verso l'elettorato moderato (che in Italia non esiste più) ha fatto si che si perdessero i contatti con gli elettori di Sinistra, in più i politici PDS-DS-PD si sono sempre più rinchiusi nelle loro torri d'avorio che hanno perso il contatto con la realtà sociale. Ricordi certi atteggiamenti Veltroniani per caso?Ricordi i ragionamenti Bersaniani, per caso?
Aggiungici poi 10 anni di crisi, perdita di lavoro e di sicurezze che hanno letteralmente incattivito gli italiani ed il quadro sarà completo. Insomma il PD ha dato l'impressione di non curarsi degli italiani,di occuparsi di "altro" e questo è il risultato.
Non è una situazione che mi piaccia quella attuale, però bisogna saper guardare in faccia la realtà.
Il PD è da tanto che non lo fa più, forse non l'ha mai fatto.
@Nick: molto felice di averti ancora qui. Siamo in pochi, in generale. Qui a Torino LeU ha raggiunto un tristissimo 4 e qualcosa per cento, il tutto in una città medaglia d'oro alla Resistenza... La tua analisi dalla parabola del PD mi sembra assolutamente giusta e corretta, ma rimane il problema del popolo del PD: da chi è fatto? Da medio borghesi? Da signorotti con la coscienza fragile? Da immigrati che hanno appena ottenuto la cittadinza? Certamente non da giovani, truffati e presi in giro da Renzi e compagnia cantante. Ma è il domani a preoccuparmi davvero. Una volta che anche il M5S avrà dimostrato di poter fare poco per il nostro futuro, che cosa ci resterà. Né la Boldrini, certo, ma nemmeno Fratojanni, ma Lega e Casa Pound? In ogni caso sono vecchiotto ma penso che l'Italia si meriti qualcosa di più di questa gentaglia e sono pronto a difenderla. Ekkekkazzo.
@ Massimo Citi
Anche io vorrei che l'Italia avesse qualcosa di meglio, non mi fraintendere. Resta il problema di capire dove!
Di certo non nella Lega e nemmeno Casapound o simili, resta il fatto che in questi ultimi decenni la Sinistra ha prodotto un'opera interna (non so quanto cosciente o quanto sia dovuto a pura e semplice coglionaggine e\o incapacità) di desertificazione culturale dei propri valori e di auto castrazione mentre alla desertificazione culturale del resto d'Italia ci pensava Berlusconi e le sue televisioni. Per quanto riguarda la Lega ai miei occhi è la responsabile peggiore di questo sfacelo, se oggi gli italiani del Nord e del Sud si guardano in cagnesco ne è responsabile il fu partito di Bossi. Certo certe cose esistevano anche prima, ma erano più limitate- i razzisti in cuor loro sapevano di esprimere sentimenti riprovevoli- solo che la Lega ha soffiato sulle braci della insofferenza e della cattiveria e,se oggi Salvini si erge a rappresentante degli interessi nazionali, fino a qualche tempo fa i leghisti non volevano nemmeno sentir parlare di parole come "Italia" e "nazione".
Ma allora la Sinistra? Il suo popolo?
La Sinistra è da ricostruire,il suo popolo anche.
Ci sono immigrati che hanno votato Lega, meridionali anche. Quartieri popolari nelle grandi città che hanno votato Berlusconi, periferie che hanno votato 5 Stelle.
Non parliamo poi dei tanti disoccupati e di quei pochi lavoratori che sono rimasti nel nostro paese che si sono sentiti tanto abbandonati dal PD e dalla cosiddetta "sinistra".
Se si vuole rinascere bisogna smettere di dare l'impressione di essere il partito degli industriali e dei banchieri( questa è l'immagine che ha dato Renzi)ma della gente normale,di quelli che non hanno più sicurezze,ricominciare ad agire sui territori.
Non sarà facile ma bisogna ricominciare da lì.
@Nick: il problema – a mio parere – è che il PD è diventato il partito dei banchieri (di seconda scelta) e dei maneggioni di ogni risma, di tutti coloro che vivono speculando, di un'Italia di provincia dove a contare è soltanto il cosiddetto «familismo amorale» che un tempo credevamo limitato al Sud Italia. Io non ho nessuna fiducia nel PD e, sinceramente, alle volte mi chiedo se non vorrei vederlo scomparire, come una via cieca dell'evoluzione. In realtà la mia profonda insofferenza per il PD nasce da esperienze giovanili – sono stato per un breve periodo membro della FGCI – e mi ricordo la sicumera un po' sbruffona e un po' bulla dei dirigenti del Partito, che semplicemente NON AMMETTEVANO opinioni anche leggermente fuori linea. Mi rendo conto che alcune delle mie uscite possono ricordare Brunetta, ma sono assolutamente sicuro di non voler avere nulla a che fare né con lui né tantomeno con un elemento come Salvini e la sua Lega degli Uglymen. Cosa fare, a questo punto? Sinceramente non ne ho idea, ma il lavoro di sostegno e sindacale dovrà essere compito di qualcun altro. Il PD è un ente inutile.
Anch'io ho votato LeU. Che mi stava già un po' sul cazzo anche solo per il nome, ma lasciamo perdere... Mi sono dovuto turare un po' il naso, ma insomma, il mio voto l'ho dato. Anche se le mie idee (ah ah ah! AH AH AH AH AH!!!) erano magari UN TANTINO più vicine a Potere al Popolo, ma non me la sono sentita proprio di jettare così il voto. Allora stavo a casa.
Basta, il resto me lo tengo in testa, tanto per quel che serve...
E' che da oggi abbiamo la fibra in casa nuova e sto appestando un po' tutti i blog, ecco.
Arrivederci. Anzi, arrivedorci.
Ah sì: il piddì per me deve sparire in un buco nero, avremo una rogna in meno. Il partito eh, mica la gente che l'ha votato.
@Orlando: Come ho spiegato ho dovuto turarmi il naso anch'io per votare LeU e mi sono già abbondanemente pentito di averlo fatto. La prossima volta voterò Potere al popolo, dal momento che l'alternativa è quella di rimanere a casa. Mi fa piacere ti sia arrivata la fibra, così avremo qualche occasione in più per piangere l'uno sulla spalla dellì'altro. Quanto al PD sono assolutamente d'accordo, sono 40 anni che li sopporto (PCI - PDS - DS - PD -> Buco nero) e ora non ne posso più. E mentre passate salutateci Hawking, il vero eterno papà dei Buchi Neri.
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