7.2.13

Cercando il ventino (o il ventennio) perduto


Prima o poi viene il momento. Quando devi togliere qualcosa e letteralmente non sai dove metterlo: libro, soprammobile, suppellettile o qualsiasi altra impedimenta ti rendi improvvisamente conto che devi fare un po' di pulizia.
Non ho una casa tanto piccola, ma ultimamente ho dovuto ospitare ciò che ritirato di mio dalla libreria - tra l'altro due computer - e quanto ho recuperato dalla vecchia casa di mare che i miei hanno venduto. Poche cose, ma che sono andate a sommarsi a quelle già presenti normalmente in casa. Ho una cantina, ma piccola e già abbastanza strapiena di tutto ciò che ho man mano trasportato da una casa all'altra e di ciò che la mia povera suocera ci ha lasciato. Il risultato di questo affollamento è non soltanto il caos, «Dov'è la tazza, quella piccola con su la pecora?», «nello scaffale dei libri di musica, come soprammobile... non c'era posto altrove», ma anche la preoccupante frequenza degli incidenti casalinghi, con relativa distruzione di stoviglie e soprammobili, «CHI ha messo le tazze decorate col pesce DAVANTI alle bottiglie?». 
Così oggi, approfittando di una giornata libera e della spedizione delle donne di casa in un centro commerciale, ho dato mano allo sgombero. Il risultato, tutto sommato magro - per lo meno in rapporto alle mie speranze, l'ho appena depositato nei bidoni dell'immondizia differenziata, qualche chilo di carta, una sacchettone di plastica e vari altri vecchiumi assortiti inghiottiti dal bidone dell'indifferenziato. 
Il lavoro è stato relativamente facile e indolore quando ho aggredito i manuali d'uso - in trentasette diverse lingue - di vecchi pc, obsolete stampanti, ignoti gadget di semidimenticato scopo; e i numerosissimi CD, quelli per avere un'e-mail su internet - più o meno un centinaio - e quelli di mostre, convegni,  incontri, seminari, happening, raduni, congressi. I CD con opere multimediali originali - divenuti illeggibili - i vecchi 3'1/2" con scritte come Device e Startup stampati in copertina, i programmi inutili (solo per Windows ME) e i programmi di natura sospetta - ma altrettanto obsoleti, con scritte varie fatte a pennarello, i videogiochi mai usati e i promo dei videogiochi mai nemmeno aperti.  Forse.   

Terminato il lavoraccio ho poi dovuto controllare una trentina di CD-Rom che aveva personalmente creato, con scritte tipo «Backup di RToK• da E:» e che ora non sapevo minimamente capire se mi servivano ancora o meno e che cosa avevo voluto dire con il mio personale codice Enigma. 
E qui sono cominciati i problemi. Qualche CD non si apriva, e buonanotte. Qualcuno si apriva ed era abbastanza comprensibile il contenuto. Qualcun altro si apriva e... Come molti quando creo un file lo salvo la prima volta con un nome provvisorio ("Pippo1", "MaX22", "Specchio31" ecc.), poi lo salvo una seconda volta con il nome che deve avere. POI lo salvo una terza volta, modificato e con il titolo che ho deciso di dargli che è ovviamente cambiato. Poi lo modifico per altro uso e gli dò un quarto nome. Il risultato è quello che potete immaginare: ho dovuto riaprire quasi tutti i file, per scoprire che erano articoli di LN, o racconti o romanzi o brani o appunti. Tutti fermi a metà del loro percorso, inutili testimonianze di come non era più quel pezzo o quella narrazione.  Ma ignorarli e basta è praticamente impossibile, è necessario rileggerli e questo porta via tempo. Come ne porta via ritrovare i tentativi falliti, i tentativi di illustrare alcuni brani, gli aborti di sceneggiature scritte per un cineasta scomparso nel tempo, i riassunti scritti per qualche editore - chissà chi era - gli articoli scritti a quattro mani e mai finiti..., i fantasmi di un ventennio trascorso che si materializzano richiedendo ancora una volta attenzione...  I file in .pdf di un romanzo inviato che non si ha più avuto cuore di riguardare, ma che si rilegge chiedendosi per l'ennesima volta perché mai non sia piaciuto... Idee abbozzate ma delle quali il tempo ha comunque fatto giustizia.


È soltanto nel pomeriggio che arrivo alle cartelle e ai raccoglitori accanto alla finestra. Copie di stampe corrette, fitte di annotazioni scritte sui margini. Chissà se ho poi scritto queste correzioni o se mi sono limitato a scriverle e dimenticarle, mettendo in pace la coscienza per qualche tempo. Le prime, le seconde versioni in stampa che sono state sostituite da altre. Tutto va a finire nel mucchio della carta. 
In fondo ad uno dei contenitori ritrovo un venti lire, del colore del rame annerito. Un ventino, finito lì chissà come. Lo guardo per un pezzetto, come un piccolo obolo versato dal destino al mio lavoro. 
Un ventino per un ventennio. 
Poco, ma in fondo in fondo quanto basta, a volerci mettere un minimo di ironia. Quando finalmente ho finito il mio lavoro lo metto nel piccolo contenitore delle superstiti lire sulla mia scrivania.  Scuoto il capo e mi sento stranamente più leggero. 
Quel tempo non è stato perduto: sono stato anche pagato, in fondo, ed è difficile desiderare di più.

 

6 commenti:

Nick Parisi. ha detto...

Già, alla fine sei stato ripagato e questo quello che conta.

Massimo Citi ha detto...

@Nick: vero, in un certo senso è così. Con un po' di ironia. E con una mano dai miei amici.

Lucrezia Simmons ha detto...

Magari molte cose puoi venderle, se non sono nell'indifferenziata! I manuali di pc ed apparecchi elettronici, libri che non ti interessano...

E chissà cosa potresti trovare ancora in quei file...!!

:) E' strano ritrovare vecchi scritti, non trovi? Quasi non ci si riconosce!

Massimo Citi ha detto...

@Lady Simmons: purtroppo si tratta di manuali e gadget disgraziatamente inutili, tenuti giusto per una buffa e assurda forma di affezione. Li ho messi nel differenziato e pace all'anima loro. Quanto ai vecchi scritti hai ragione, rileggerli dà un curioso brivido: "possibile che scrivessi così'". E il dubbio che in fondo non si sia poi così tanto migliorato.

Argonauta Xeno ha detto...

Povero ventino, ha avuto una vita travagliata ma è riuscito a passarla indenne!

Massimo Citi ha detto...

@SX: o almeno così credeva. Non sapeva nemmeno di essere diventato assolutamente fuori corso... né dell'esistenza di Berlusconi.